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Autore: Egle    14/12/2009    9 recensioni
Per il suo sedicesimo compleanno, Morgana aveva chiesto soltanto un regalo a Uther.. qualcosa che non la facesse sentire così sola e così impotente, ma le dame del suo rango non dovevano dedicarsi ad attività maschili, come il duello...
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Morgana, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sweet Sixteen

Children waiting for the day they feel good
Happy birthday
Happy birthday

Made to feel the way that every child should
Sit down and listen
Sit down and listen

Went to school and I was very nervous
No one knew me
No one knew me

Hello teacher tell me what’s my lesson
Look right through me
Look right through me

[Mad World - Gary Jules]

 

 

“Dovreste finire di prepararvi, mia signora. Gli ospiti attendono”.

Morgana chiuse gli occhi, imprigionando tra le ciglia le lacrime che si ostinava a non versare. Non voleva che la vedesse piangere. Ancora. Non voleva dare a Uther anche quella soddisfazione, dimostrargli quanto fosse debole, quanto potesse essere afflitta dalle naturali mancanze del suo sesso..

“Posso finire da sola, Gwen. Non ho più bisogno del tuo aiuto” disse più freddamente di quanto avrebbe voluto. Risollevò lo sguardo in tempo per vedere un’ombra attraversare il viso della sua serva, prima che questa fosse cancellata un mezzo sorriso e un inchino. Fece per scusarsi  ma la ragazza si ritirò silenziosamente, lasciandola sola nella sua stanza. Morgana abbassò di nuovo lo sguardo sulla manica finemente ricamata del suo vestito color vino.

Il regalo di Uther per i suoi sedici anni. Odiava quell’abito. E odiava Uther.

A volte si domandava come sarebbe stata la sua vita se i suoi genitori non fossero morti tanti anni prima e se lei non fosse stata presa sotto l’ala protettrice del re di Camelot. Sapeva di dovergli molto, sapeva che lui e Arthur erano la sola famiglia che conoscesse eppure… eppure sentiva che la sua vita sarebbe stata molto più limpida, senza la tetra ombra della rabbia di Uther che incombeva sulla sua esistenza. Se chiudeva gli occhi, riusciva a disegnare una sé stessa molto diversa. Più sorridente.. se i suoi genitori non fossero morti lei non sarebbe stata così irrimediabilmente sola, priva della compagnia di qualsiasi figura materna o di una giovane dama sua pari. Aveva Gwen, a cui voleva bene come a una sorella, ma non..

“Non è la stessa cosa” sussurrò a bassa voce. Gwen non era incatenata a degli obblighi che le erano stati imposti fin dalla nascita e benché la sua condizione sociale fosse di gran lunga inferiore, la sua serva era di certo più libera di quanto lei non fosse mai stata. Poteva amare chi voleva, poteva immaginare un futuro pieno di bambini, dove il suo matrimonio non sarebbe stato dettato da ragioni politiche.

No, per quanto le fosse affezionata Gwen non avrebbe mai compreso a fondo le sue insicurezze.

La semplice verità è che non poteva confidarsi con nessuno, non poteva parlare con nessuno dei suoi problemi, dei suoi sogni.. del sogno di una bambina dagli occhi intensi e dai lunghi capelli biondi. Vicino a quella bambina non sarebbe mai stata sola, non avrebbe mai dovuto fingersi diversa, una bella dama da sfoggiare durante i trattati politici e da rimandare nelle sue stanze non appena qualcuno mostrava un minimo interesse verso di lei. Non si sarebbe dovuta piegare ai dettami di un mondo prettamente maschile dove da lei non si pretendeva solo un’educazione perfetta nei modi di corte e un diplomatico silenzio.

Con quella bambina al suo fianco sarebbe stata libera, sarebbe stata…

Espirò a fondo, cercando di scacciare quel pensiero. Gaius le diceva spesso che i sogni erano dei traditori da non ascoltare. Essi ci mostravano una realtà distorta e impiantavano il seme del dubbio nell’animo.

Si voltò verso la porta quando sentì due colpi distinti battuti sul legno massiccio. Probabilmente Uther aveva mandato uno dei cavalieri per scortarla al ballo.

Prese una spazzola, fingendo di essere impegnata a sistemarsi una ciocca ribelle.
“Avanti”. Dopo un istante vide comparire la testa bionda del principe di Camelot.

“Ti stanno aspettando” disse il ragazzo, fermandosi a qualche passo di distanza. Morgana sollevò un po’ il mento con aria di sfida.

“Tuo padre ha mandato te a prendermi? Ha paura che io lo faccia sfigurare con gli invitati alla festa del mio compleanno?” disse acidamente, trovando un certo conforto nel riversare su Arthur tutta la sua rabbia. Lo guardò passarsi una mano sulla nuca, andando a sedersi nel vano della finestra. Aveva un profondo taglio sulla fronte, ricordo di una caccia non particolarmente fruttuosa avvenuta due giorni prima.

Posò la spazzola sulla toilette, scostando lo sguardo da lui. Arthur era forse l’unico che doveva fronteggiare la rabbia e le aspettative di Uther più di quanto toccasse a lei e in diverse circostanze aveva provato una sincera compassione per il figlio del re.

“Vorrei soltanto.. non sentirmi così… impotente” sussurrò, giocherellando con il bordo della manica. “Quello che è successo…”

“Quello che è successo non è stata colpa tua” l’interruppe in fretta il ragazzo. Morgana lo guardò attraverso il riflesso dello specchio. I lineamenti del suo viso avevano iniziato a perdere la freschezza della fanciullezza, diventando più marcati.

“Sì, invece. Sir Duncan è rimasto ferito per causa mia. E Sir..” ribatté.

“Sir Duncan è un idiota e Sir Calum è un vigliacco. Mio padre..”
“Tuo padre l’ha fatto frustare e poi l’ha rinchiuso nelle prigioni per un mese. Ha una moglie e due bambini piccoli. Se io non..”mormorò prima che la voce le morisse in gola.

Si fissarono a lungo, separati solo dal velo di lacrime che ormai avvolgeva lo sguardo di Morgana. Il mese precedente, il primo di primavera, aveva chiesto a Uther il permesso di poter far visita alla tomba di suo padre, ma lei e la sua scorta erano stati attaccati nel bosco a nord di Camelot e soltanto l’intervento fortuito di un gruppo numeroso di contadini, richiamati dalle sue urla e dai rumori della battaglia, aveva impedito la sua cattura. Gli uomini che erano sopravvissuti erano stati severamente punito per aver messo in pericolo la vita della protetta del re. E in tutto questo lei cosa aveva fatto? Cosa a parte urlare e guardare impotente gli uomini venir trucidati e poi frustati per ordine del suo tutore?
Abbassò le palpebre, non essendo in condizione di poter frenare la discesa delle lacrime sulle sue guance. Ricercò un fazzolettino per potersi tamponare gli occhi e il naso. Arthur non si mosse, rimanendo con lo sguardo puntato sul pavimento e le labbra serrate in una linea sottile. E Morgana avvertì un impeto di affetto stringerle forte il cuore per quel suo silenzio, per il suo non cercare di consolarla o alleviare il suo senso di colpa.

Aveva chiesto a Uther il permesso di essere addestrata da uno dei cavalieri all’arte del combattimento con spada come regalo di compleanno. Aveva supplicato, aveva minacciato, aveva pianto, ma il re di Camelot era stato irremovibile confinandola nelle sue stanze per tutta la settimana precedente. Una donna non dovrebbe essere incline a certe attività. Soprattutto una dama del suo rango. Era così che ripagava il suo affetto e la sua devozione? Era in quel modo?
“Ti addestrerò io”

Morgana fissò la sua espressione seria. Non le stava facendo uno degli soliti scherzi, che solo lui trovava divertenti. Arthur era mortalmente serio.

“Prima di poter maneggiare la spada, dovrai allenarti con una daga fatta di legno, in modo da migliorare il tuo equilibrio e la forza del tuo braccio. Possiamo usare la mia vecchia armatura di quando ero un ragazzino, credo che dovrebbe andarti bene”

Morgana rilasciò il fiato, portandosi le mani alla bocca per nascondere un sorriso pieno di calore. “Ci incontreremo due volte la settimana e dovrai fare esercizi tutti i giorni qui..”

Il principe fece un vago cenno con la mano indicando l’ampia camera. “Dovrai togliere del tempo al tuo ricamo.. o a qualsiasi cosa facciate voi donne tutto il giorno” aggiunse con una nota evidente di disgusto nella voce.

“Lo farò” promise, versando lacrime di gioia.

“Se mi crei problemi o se non fai come dico io.. la nostra collaborazione si interrompe all’istante” la minacciò lui con i soliti modi sbrigativi.

“Farò tutto quello che mi dirai.. lo prometto” rispose lei in fretta.

Arthur emise un grugnito frustato dal naso, prima di alzarsi. Se lo osservava con attenzione Morgana poteva notare un filo di imbarazzo imporporargli le guance. Si vergognava sempre quando doveva dimostrare il suo affetto a qualcuno, ma lei sapeva che a differenza di quello di Uther, il cuore di Arthur era pieno di affetto e privo delle ombre oscure che caratterizzavo suo padre. lo seguì con lo sguardo avvicinarsi alla porta. I capelli biondi erano lasciati leggermente lunghi e gli sfioravano le spalle.

“Ti aspetto fuori, mentre tu finisci di…”

“Imbellettarmi. Lo so.” Morgana sorrise alla schiena del principe mentre questi usciva dalla stanza.
“Arthur” lo richiamò quando la porta era rimasta aperta solo di qualche centimetro. Lei sapeva che lui stava ascoltando al di là del pesante pannello di legno.

“Grazie” mormorò sentitamente. Un grugnito sommesso fu l’unica risposta che ottenne prima che la porta si richiudesse completamente.

Morgana osservò la sua immagine riflessa. Aveva gli occhi rossi e leggermente gonfi per il pianto, ma essi erano illuminati da nuova luce. In fondo, benché ci provasse, Uther non riusciva a dominare completamente le loro vite e loro due potevano trovare delle brecce nell’esistenza perfettamente pianificata che il sovrano aveva tracciato per loro.

Morgana sorrise. Quella era soltanto la prima di molte, molte brecce…

 

 

 

 

 

 

Nota

Ho buttato giù questa fanfic dopo aver visto l’episodio 2x12. Inutile dire che adoro sia Morgana che Morgause, che secondo me è un po’ una femminista ante litteram. Si deve confrontare con un mondo prettamente maschile e benché sia “dalla parte sbagliata” riesce a tener testa anche ad Arthur in attività non propriamente femminili.. una grande!

 

Ma a parte queste considerazioni personali… devo ancora finire la mia fanfic precedente!
Lo soooooo! Scusate.. sono bloccata sull’ultima scena e non so come concluderla… ma prometto che la finirò! In un modo o nell’altro!

 

Grazie a tutti coloro che hanno commentato le mie fanfic!
E un grazie e uno scuuuusa grandissimo a Elyxyz.. mi sono un po’ persa in questi giorni, ma mi rimetto in pari con tutto!
Un bacione grande!

   
 
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