Peter L
Parte VII
Finalmente
ridestatosi da quello stato di
meditazione profonda, L pronunciò tali fatali parole.
- Be',
visto che finalmente siamo tutti riuniti, - cominciò con
fare
teatrale, intanto che si puliva la maglia sporca di... di tracce di
pneumatici?- ... mi pare logico pensare che sia più
conveniente
ritornare alla base. Su forza, datevi una mossa, miei fedeli seppur
inutili sottoposti; la cattura di Kira è ormai vicina.
-
Questo lo diceva anche quattro anni fa... - biascicò Matsuda
fra i
denti, prima di essere fulminato dallo sguardo assassino del
detective. Roba che neanche Kira si immagina di fare. Per questo
vuole uccidere L; perché sa fare (L) lo sguardo
omicida meglio
di lui (Kira). Quale altro motivo logico ci sarebbe, sennò?
Ma
torniamo alla storia...
L, una volta graziato quell'idiota di
Matsuda dall'alto della sua prodigiosa, ingegnosa e operosa
intelligenza, era già in procinto di partire, tutto preso
dalla
fretta di raggiungere presto il Quartiere Generale, dato che il suo
geniale intuito, o intuito geniale, come dir si voglia, lo avvertiva
di un pericolo imminente (più tardi si scoprirà
che stava per
finire la scorta di cioccolatini), quando Watari, con estrema
eleganza, lo colpì in piena testa con un'altra
poderosa
bastonata. Si dice che Watari fosse uno dei sostenitori del metodo di
insegnamento della scimmia del Re Leone, il cosiddetto "una
bastonata e via!". Gli scienziati non si pronunciano ancora
sull'esito effettivo del metodo, ma almeno un dato sicuro sono
riusciti a ricavarlo: fa un male boia.
E difatti il detective,
dopo aver ricevuto il "richiamo" da parte del simpatico
vecchietto, se ne stava, con le lacrime agli occhi e stringendosi la
testa fra le mani, nel disperato quanto patetico tentativo di
limitare il dolore, accucciato per terra biascicando una serie
interrotta di parole che forse è meglio non riportare.
Poi si
voltò verso quel caro vecchietto che tanto sembra innocuo,
ma che
nella sua personale visione del mondo, in quel momento occupava uno
dei primi tre posti della classifica degli esseri più
malvagi del
mondo, superato solo dalla presidentessa del Moige* e dai
Teletubbies. Giusto per la cronaca, Kira veniva largamente battuto da
Voldermort, Orochimaru, Hades, la scimmietta del film "Una Notte
al Museo", Dart Vader, il Team Rocket e quel bambino che tanti
anni fa gli rubò il lecca lecca ai fichi in salamoia.
-
Signorino L, - esordì con gran classe il vecchietto
ridestandolo dalle sue elucubrazioni, - credo che lei
si stia dimenticando una cosa.
L si portò il pollice al
labbro inferiore, mentre con l'altra mano ancora si teneva la
testa dolorante. Ruotò gli occhi verso l'alto alla ricerca
di chissà
quale illuminazione divina, che parve arrivare abbastanza in fretta,
dato che, pochi minuti dopo, di scatto girò la testa verso
il gruppo
di uomini, facendo prendere un mezzo infarto a tutti.
-
Giusto. - disse atono. - Benvenuti. E adesso andiamo.
Che
stupido! Si era dimenticato delle buone maniere. Non che lui le
ritesse importanti, beninteso; ma Watari era un uomo
all'antica,
di quelli che se devono uscire a lavorare alle otto del mattino si
svegliano alle cinque, di quelli che vestono sempre eleganti e
impeccabili pure se vanno a fare la spesa dal rigattiere sotto casa,
di quelli che possono vantarsi di aver conosciuto gentiluomini come
Cavour.
Un'altra bastonata raggiunse il suo
capo.
Affranto si rigirò nuovamente verso Watari; e adesso
che aveva fatto? Possibile che ci fosse qualcosa che non riusciva a
ricordarsi? Lui, il grande L? Il geniale detective, quello che fa un
baffo a Conan, quello che ha tradotto la Lineare A, B e pure C,
quello che non sbaglia mai, e sottolineiamo MAI, anche quando va a
sciare in costume da bagno, perché non era lui che era fuori
come un
balcone persiano, era il resto del volgo che non capiva
nulla.
Evidentemente Watari lo stava mettendo alla prova. Malefico
vecchietto!
Dunque, doveva ragionare. Del resto era la cosa che
sapeva fare meglio.
Ehi! Non è una battuta!
Bastava
solo pensare a
un buon metodo per indurre il nonno a lasciarsi sfuggire qualche
indizio.
Ma quanto era furbo? Si congratulò con se stesso per
l'idea.
- è uscito l'ultimo numero di Naruto?
Tentare
con una serie di domande poste a casaccio. Ma che genio innato che
era!
- No.
Fu la risposta secca. Seguita da
un'istruttiva bastonata.
- è la festa del nonno?
-
No.
Bastonata.
- è già Natale?
-
No.
Bastonata.
- Mi porti alla fabbrica di cioccolato
di Willy Wonka?
- No.
Bastonata.
- E che
cacchio! Cosa mi sono dimenticato allora?
- Matt.
-
Matt-che-cosa? è un nuovo tipo di dolce?
- Matt! - Esclamò
in quel momento Mello, come preso da una folgorazione.
Intanto
L rifletteva.
- Matt, Matt, Matt.... proprio non mi sovviene
nulla. Vuol dire che non era importante, possiamo pure andare e
abbandonarlo ai coccodrilli.
Concluse con estrema tranquillità
e pure un po' scocciato da quell'inerzia. Un bambino si era perso in
una giungla popolata da orribili e spaventose creature; cosa mai poteva
esserci di così tragico? Meglio pensare alle cose veramente
serie:
tipo l'esaurimento della sua scorta di cioccolatini.
Evidentemente
il resto dei suoi sudditi..., emm...
compagni, non era d'accordo con
lui. Strano che ci sia sempre qualcuno a romperti le uova nel
paniere, eh?
- Ma L! è Matt! Quello che era con noi a bordo
di Trilli! Quello che è caduto.
A malincuore L si
costrinse a ricordarsi di quella peste divina che rispondeva al nome
di "Capocchia di Fiammifero".
- Ah! Capisco,
capisco. - fece fintamente pensoso. - Peccato... sarà morto.
Anzi ,
è sicuramente morto. Pace all'anima di capocchia di
fiammifero...
Bene, proseguiamo.
E già stava per allontanarsi, quando venne
bloccato da un'altra bastonata di Watari. C'era abbastanza materiale
per poter chiamare il telefono azzurro. E pure quello viola,
già che
c'eravamo.
- Ahio!
- Signorino L, è suo dovere andare
alla ricerca del terzo bambino della Wammy's House.
Dovere? E
che parola era? Un super-detective come lui non poteva avere
impedimenti come "doveri", o "morale" o
"legge".
- Uffa! Ma io mi scoccio!
E
vogliamo pure calcolare l'immensa scocciatura di andare alla ricerca
in una foresta oscura di un moccioso rompiscatole? Per non parlare
del pericolo! C'era stato chi si era perso, per poi finire a
viaggiare per tre mondi e tornare, non si bene come, per poi
scriverci sopra un libro! E 'sto tizio era tornato perché
aveva
raccomandazioni in alto, eh! Figuriamoci chi non ce le aveva! *
-
Allora niente cena stasera.
Lo minacciò Watari.
-
Tanto non ho bisogno di mangiare.
- Compreso il dolce.
La
risposta di L fu eloquente.
- Nuuuo!
Ci mancava solo
Bonolis, ed ecco qua!, una bella puntata di "Chi ha incastrato
Peter Pan?"
***
E così, il Grande,
Intelligentissimo, Bellissimo e Sommo L, spinto dal suo grande senso
del dovere, da quel grande sentimento di simpatia verso quella
piattola maniaca dei videogiochi che certamente non sapeva apprezzare
il suo genio luminoso, e soprattutto dalle minacce del vero cattivo
di Death Note, ovvero il distinto Watari, si separò dal
gruppo per
recuperare Matt; sempre che, per puro caso, fosse
ancora
vivo.
Intanto il resto della combricola aveva declinato
gentilmente l'invito di L a seguirlo nella ricerca, preferendo
dedicarsi ad attività più lucrose per l'indagine
su Kira.
-
Celo, celo, celo, celo*, manca! Ide, mi dai questa figurina di
Charizard in cambio di questa di Rattata? Tipregotipregotiprego!
-
Te lo scordi! Ma sai quanto è rara?
- Matsuda! Ide! Ma che
diavolo state facendo?! - Li riprese duramente Aizawa.
I due
poliziotti nascose in fretta e furia le figurine, prestando, o
meglio, facendo finta di prestare, attenzione all'autoelettosi nuovo
capo Aizawa, che continuò a sproloquiare imperante:- Bene,
adesso che abbiamo recuperato L, possiamo pure continuare a dedicarci
alla nostra missione di spionaggio.
Alle parole "missione
di spionaggio" gli occhi di Mello si illuminarono come un faro
in mezzo al mare: "missione di spionaggio", significava
"spiare", che significava "agire nell'ombra" che
significava "pericolo" che significa "grande
divertimento!". E detto fatto, fregandosene altamente dell'amico
Matt, decise di andare a fare un po' di spionaggio. Così,
per
divertimento.
E così il nostro gruppo di avventurieri
dell'indagine e oltre si divise.
Da una parte i tre i più grandi
detective del mondo al prezzo di uno, ovvero L, con la delicata
quanto indesiderata missione di ricerca di "Capocchia di
fiammifero"; dall'altra i Bambini sperduti, formati da Matsuda,
Ide e Mogi, con a capo Aizawa, con l'altrettanto delicato
compito di fare da babysitter a Mello e Near; e magari, già
che
c'erano, rubacchiare qualche informazione utile.
Intanto
oscure
trame si dipanavano contro i nostri eroi.
***
Sulla Perla Viola.
- Uomini! - urlò Capitan Kira.
Finalmente
il suo piano per scoprire il nascondiglio di L stava per iniziare.
Sarebbe andato tutto liscio. Come del resto affermava per ogni suo
piano. Prima che fallisse. - Siete Pronti?
Una vocina si levò
dall'accozzaglia di pirati delle Dolomiti che si ritrovava, suo
malgrado, a comandare.
- Emm, Capitano, a dir la verità Ooi
non è ancora pronto... - fece ella timidamente.
- Ma come?!
Se vi ho detto di prepararvi più di mezz'ora fa? - Light si
fece
l'appunto mentale di eliminare, una volta creato il Suo Nuovo Mondo,
tutto i ritardatari dalla faccia dell'Universo.
- Pare che si
stia ancora pettinando.-
Un'esplosione di risate si levò
dalla ciurma al sentire la spiritosaggine del giorno. Light, dal
canto suo, fece il secondo post mentale in meno di cinque minuti; nel
Suo Nuovo Mondo non ci sarebbe stato posto per gli
spiritosoni.
***
I Bambini
Sperduti avanzavano allegramente attraverso la foresta. O almeno,
Matsuda avanzava allegramente cantando a squarciagola. Gli altri
erano intenti a cercare di salvare le loro povere
orecchie.
Camminavano, camminavano e... camminavano.
Camminarono
così tanto finché Mello, che non indossando
scarpe Valleverde aveva
i piedi a pezzi, anzi non indossando proprio alcuna scarpa,
sbottò
alquanto contrariato:
-
Ma quando arriviamo?
Gli
uomini si voltarono verso il bambino, che stanco si era lasciato
pesantemente cadere su un punto qualsiasi del terreno. L'idea di fare
dello spionaggio lo esaltava, ma il camminare proprio no. E poi nei
film non si è mai visto 007 girare allegramente a piedi per
le
foreste. Quello aveva sempre, che so, una Ferrari, una Lamborghini,
un elicottero, un aereo, un sottomarino, un triciclo o una bicicletta
per spostarsi. Ecco, perché lui poteva evitare tutte quelle
belle
fatiche e Mello invece no? Il mondo sapeva essere tremendamente
ingiusto a volte.
Un improvviso verso proveniente da remote
zone della boscaglia lo distrasse dai suoi pensieri.
Si girò,
dando le spalle al gruppo di indagine, per cercare di catturare con
gli occhi quello che aveva udito.
Niente.
Non vedeva assolutamente
una cippa di niente.
Tutta
la foresta era immobile e placida
davanti ai suoi occhi, senza dare alcun segno di vita.
Se
l'era forse immaginato?
Un
altro verso, simile al precedente ma
con intensità maggiore, confutò la sua tesi.
Questa
volta era
stato più forte e chiaro. Si stava avvicinando.
Portò
tutta la
sua attenzione al tentativo di captare di nuovo quel suono, cercando
di ignorare gli strani versi che emetteva Matsuda mentre veniva
strangolato da un furioso Ide che urlava ripetutamente "Come hai
fatto a leggere la cartina al contrario?!".
Lo
sentì di
nuovo. Questa volta chiaramente. Era tipo un qualcosa come "keee...".
Si
sporse ancora di più verso il fitto della foresta.
Cavolo, gli sembrava si stare in una puntata di Voyager! Magari era
il verso di qualche strana creatura che si pensava ormai estinta. O
il risultato di un test di laboratorio fallito. O la mutazione
determinata dall'esposizione di radiazioni radioattive di un criceto
nano del Guatemala. O...
I
suoi pensieri furono fermati dal
richiamo di testa-afro. La pausa era finita, dovevano proseguire.
-
Ma io non voglio! -
Aizawa
sobbalzò all'inaspettata presa di
posizione di Mello, per poi sbuffare sonoramente. Altro che aiuto
alle indagini, quei due bambini erano delle autentiche palle al
piede.
-
Fino a cinque secondi fa non stavi nella pelle alla sola
idea di partecipare ad una "missione". Come mai questo
cambio improvviso di idea? - tentò diplomaticamente l'uomo.
Anche se
l'idea lo allettava, non poteva abbandonare un bambino in mezzo alla
giungla. Forse.
Per
tutta risposta Mello gli voltò le spalle,
ignorandolo bellamente. Stava per fare la scoperta scientifica
più
importante di quell'anno, ma che dico di quel quarto di secolo, di
più!, di quel secolo! Poteva mettere per sempre in ombra
quel
lombrico di Near, vendicarsi di quella volta che aveva scoperto un
nuovo microrganismo in più rispetto a lui per quella
verifica di
biologia, prendersi la rivincita su tutte quelle volte che aveva
dovuto sopportare i suoi dispetti... aspetta, era lui a fare i
dispetti a Near, mica il contrario. Vabbé, colpa del puffo
albino
comunque.
Aizawa però non aveva il tempo di aspettare che i
sogni di gloria di Mello si realizzassero. Già era stato
difficile
evitare che Matsuda morisse per mano di Ide, non aveva anche
la
pazienza di star appresso ad un bambino. Maleducato per di
più.
Rapidamente con lo sguardo si consultò con Near, ancora
comodo comodo sulle spalle di Mogi, che, picchettando sulla propria
tempia con gesto eloquente, sintetizzò così la
sua opinione sulla
situazione, ma anche, e forse soprattutto, sulla stabilità
mentale
di Mello: fuori come un
balcone persiano, era la diagnosi.
All'uomo
non rimase che avvicinarsi a Mello, con la sana e giusta intenzione
di prenderlo di peso e smuoversi così da quello stallo
snervante.
"SASUKE!!!"
L'attenzione
fu catturata da quel grido
disumano.
Tutti si voltarono verso il punto da cui era provenuto
quel richiamo rabbioso, scrutando febbrilmente tra la fitta
vegetazione, che imperterrita, continuava a rimanere con ostinazione
immobile e placida.
Fu un attimo.
Più veloci di un lampo due macchie squarciarono la piattezza di tutto quel verde. E tanto rapidamente si rituffarono nel labirinto di fogliame.
Mello rimase a bocca aperta, non riuscendo a processare bene quello che aveva intravisto.
Non era sicuro di poter affermare di aver scorto una macchia blu inseguita da una macchia arancione che urlava come un'ossessa “Sasuke!Sasuke!Sasuke!”.
E probabilmente la sua faccia traditrice doveva riportare fedelmente la sua inquietudine, visto che afro-testa, ormai rassegnato al ruolo ingrato di babysitter, tentò di tranquillizzarlo su quel bizzarro avvistamento.
-Non farci caso, - gli disse. - Non sappiamo bene neanche noi cosa siano quelle due “cose”.
E questo non si poteva dire tranquillizzante.
- Sappiamo solo che ormai da qualche mese infestano questa foresta, ma sostanzialmente sono innocue.
- Sono... una specie di animale?
Aizawa soppesò cosa poter rispondere.
Esordì con sbuffo contrariato, grattandosi indeciso la testa.
- Bé, potremmo dire che ne sono una specie. A dirla tutta, non siamo mai riusciti a scoprire se si possono catalogare tra le forme di intelligenza simile a quella umana. Sappiamo solo che continuano imperterriti a inseguirsi tutto il giorno, la macchia arancione urlando in continuazione “Sasuke! Sasuke!”, mentre quella blu non fa altro che scappare e ghignare malignamente. *
Mello e Near non proferirono parola. Le loro facce parlavano già di per sé. E più o meno dicevano qualcosa del genere: “Ma dove cavolo siamo finiti?” o “Tutto ciò è tanto improbabile come Jessica Fletcher giovane o il detective Goro che risolve un caso”.
***
Con passo svelto come quello di un ornitorinco zoppo, e pure un po’ ciecato, L si addentrava sempre di più nella foresta.
L’idea di portarsi dietro tre mocciosi sull’Isola Che Non C’è non si era rivelata una delle più brillanti; almeno non dopo quella di mangiare pop corn inzuppati nella Nutella. Decisamente un’esperienza da non ripetere.
Fece qualche altro passo in avanti.
Ma dove cavolo si era cacciato quel ragazzino? Eppure non gli sembrava che fosse caduto così lontano.
Continuò a proseguire, scavalcando radici sporgenti e scostando liane, foglie, fronde che gli impedivano il passaggio con l’ausilio dei soli indice e pollice. Il ché la dice lunga su quanto tempo ci impiegava solo per fare due passi.
Evidentemente però il tempo non preoccupava per nulla il giovane detective. Difatti era arcisicuro di riuscire ad ultimare la missione velocemente, in modo indolore e, ultimo ma non meno importante, senza faticare. In fondo era o non era il miglior detective del mondo? Aveva sventato fior fior di crimini, incastrato e catturato i peggiori criminali, trovato un modo per far vincere il Campionato Italiano all’Inter… trovare un moccioso sarebbe stato un giochetto per lui.
Con il piano che aveva ideato poi… andava a colpo sicuro. Non c’era margine di errore.
Chinò il capo per evitare l’ennesima liana ad altezza d’uomo.
Girare a casaccio per la foresta finché non avesse ritrovato Fiammiferino.
A volte si chiedeva come gli venissero in mente certe genialate.
- Che significa che ci siamo persi? Ma non avevamo una cartina?!
Aizawa scrutò furente i suoi collaboratori.
- Bé, in effetti ce l’abbiamo. – tentò di discolparsi Ide. – Solo che…
Lasciò che la frase fosse completata dalla visione della mappa stessa, che mostrò dispiegandola ben bene sotto gli occhi di tutti. Presentava una vistosa macchia di quella che si poteva reputare cioccolata in concomitanza della rappresentazione del territorio del nemico. Anche il nome della zone era ormai illeggibile.
Ecco cosa succedeva a lavorare con un crapulone qual era L; irrimediabilmente finiva con lo sporcare documenti e scartoffie. Una vera seccatura. Come potersi dimenticare di quella volta che aveva ritrovato la sua relazione sugli sviluppi dell’indagine tutta impiastricciata di marmellata? Alla prugna, pergiunta. Roba che manco Marco della Viakal riuscirebbe a ripulire. Con tanti saluti del rimedi casalinghi della nonna.
- Mello.
Il bambino si girò scocciato verso il suo indesiderato interlocutore.
- Che c’è? – fece spazientito.
Odiava Near. Odiava sentire parlare Near. E soprattutto odiava che Near pronunciasse il suo nome.
- Mi chiedevo… - riprese il più piccolino, snobbando coraggiosamente lo sguardo di puro impaziente odio che lo stava besagliando. - … se sia possibile per gli alberi muoversi.
A Mello tutte le male parole morirono in bocca. Aveva sentito bene?
Gli uscì solo un incredulo,strozzato, verso: - Che?!
***
Ragioniamo.
Perché è in queste situazioni che bisogna ragionare, no?
Allora…
Lui era senza dubbio il miglior detective del mondo, colui che aveva scoperto la teoria per la quale la fetta di pane cade sempre dal lato immarmellato, colui che poteva permettersi di inventare nuove parole fregandose altamente dello Zanichelli, colui che… eccetera… eccetera…
Insomma, lui era un genio, no?
Era L, no?
Su questo non ci pioveva. Anche perché se non sapeva chi era allora erano cavoli amari. E sapeva che i cavoli proprio non gli piacevano.
Quindi, in sintesi.
Lui era L, il miglior detective del mondo, un genio, uno di quei tizi da film poliziesco da quattro soldi che non sbagliano mai. E non gli piacevano i cavoli.
Allora perché provava quella sgradevole sensazione?
Quasi come se, sì insomma, come se… si fosse perso.
Continua...
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Note
* (1) "Moige": da parte
mia non c'è nessun intento di offendere questa associazione.
In questa citazione voglio solo farne un po' il verso, in modo bonario
e senza andarmi ad impelagare in inutili discussioni.
*
(2) "Celo, celo, celo":
lo so che si scrive "ce l'ho", ma scritto in "celo"
da un altro effetto, secondo me più realistico. E
divertente. ^^
* (3) "E
vogliamo pure calcolare l'immensa scocciatura di andare alla ricerca
in una foresta oscura di un moccioso rompiscatole? Per non parlare
del pericolo! C'era stato chi si era perso, per poi finire a
viaggiare per tre mondi e tornare, non si bene come, per poi
scriverci sopra un libro! E 'sto tizio era tornato perché
aveva
raccomandazioni in alto, eh! Figuriamoci chi non ce le aveva!
" : qui si parla di Dante. "Nel mezzo di cammin
di nostra vita / mi ritrovai per selva oscura / giacché la
via dritta era smarrita". Dal primo canto della Divina Commedia
(Inferno). La citazione è a memoria, quindi non fidatevi! ^^'
*(4) "Macchia arancione
e Macchia Blu" : sono Sasuke e Naruto. La fauna dell'Isola
Che Non C'è è alquanto particolare.
x Genshi: Tu non mi potresti mai rompere le scatole. Anzi, mi fa piacere! XD Anzi, in quanto vittima mi sento un po' trascurata, eh! è__é Io dico, o le cose si fanno bene o no nsi fnno, eh! XD Ok, basta con discorsi pazzi senza nè capo nè coda. La battuta su Ooi è stata quasi un'illuminazine divina. Dici che dovrei preoccuparmi? In questa fic non si salva nessuno: neppure Light. Adesso che ci penso è preoccupante che tutti i personaggi delle mie fic diventino degli idioti patentati. O.O
x Bankotsu: Davvero, tu sei una delle persone più pazienti che io conosca. Per farmi perdonare ho aggiornato entro l'anno. Anzi, entro il mese! Mi sento quasi un genio... certo, sempre per gli standard di questa fanfic. ù.ù
x boda: Grazie mille. <3 Se ti facessi piangere mi preoccuperei. Vorrebbe dire che sbaglio da qualche parte. XD Purtroppo Mello e Near compaiono poco in questo capitolo, ma presto torneranno. In fondo sono loro i protagonisti.