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Autore: Herborist    16/12/2009    3 recensioni
Mi scusino i puristi di HP, ma questo è, o vorrebbe essere, il 7° libro della serie così come l'ho immaginato. Spero piaccia
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Ma quanto ci mettete?



Harry non sapeva decidersi. Era convinto della sua decisione di abbandonarla, o meglio lasciarla temporaneamente al sicuro, però non era ancora pronto a lasciare quella casa. La SUA casa in un certo senso. E la casa della donna che aveva capito, anche se tardi, di amare alla follia. Sentì dei rumori inquietanti dai piani alti della Tana, tutta miracolosamente vuota perché quasi tutti gli abitanti avevano qualche cosa da recuperare da lontani parenti o inviti da consegnare per l'imminente matrimonio Weasley-Delacour. Harry si decise a scollarsi un attimo dal divano per versarsi qualcosa da bere, indifferente a tutto il resto.

Qualche secondo più tardi, dopo un’esplosione di rumore più forte delle altre, si sentì il fracasso di passi pesanti ed infuriati, quindi Ron lo oltrepassò con la faccia abbattuta dirigendosi dalla cucina verso il perfettamente caotico soggiorno della Tana. - Ehilà- gli disse con un tono tanto tetro da far pensare ad un depresso cronico durante un funerale.

- Ehi, amico, cos'è successo? - gli chiese il moro preoccupato raggiungendolo sul divano. Ron non lo guardò nemmeno mentre rispondeva in tono monocorde. - Ho litigato di nuovo con Hermione. - Harry alzò un sopracciglio - Non capisco quale sia il problema, litigate tutti i momenti... - L'altro scosse la testa - Ma questa è così stupida! Le avevo detto di mettere nella sua valigia formato borsetta (ancora non capisco come abbia fatto), la mia vecchia felpa dei Cannoni, hai presente? Sì, mi va un po' corta, ma... -

Harry si mise a ridere di gusto. - Un po'? Ma se ti spunta fuori tutto l'avambraccio! - Ron arrossì violentemente, mandando quasi in fiamme le sue orecchie. - Sì, comunque... Gliel'ho chiesto gentilmente, no? e quella mi fa: "Ti sta troppo piccola ormai, Ron, meglio portare qualcosa che serva davvero". Ma dico ti rendi conto? Così ci siamo messi a litigare... Dovevi vederla. Sembrava davvero arrabbiata stavolta! - Il rosso si mise la testa fra le mani, distrutto.

Harry gli diede qualche pacca sulla spalla. - Su, vedi di ragionare. Hermione è sempre stata molto irascibile e tu il solito testardo. In più in questo periodo siamo tutti stressati dato che dovremmo partire tra poco... - aggiunse, incupendosi anche lui. - Va da lei, inghiotti un po' di orgoglio e vedrai che lei farà altrettanto. - "Come fate a venire con me se neanche vi parlate?" Chiese con lo sguardo.

Ron alzò la testa, ancora un po' abbattuto ma sorridente. - E' vero, scusa. E' che sto facendo di tutto per dimenticarmi quello che dobbiamo fare.

"Beato te che ci riesci!" avrebbe voluto rispondere Harry, ma disse soltanto - Non è con me che ti devi scusare! Va da lei. -

Il rosso accolse entusiasticamente il suo suggerimento, scattando in piedi come una molla e rischiando di far balzare Harry giù dal divano per il contraccolpo. Corse sulle scale a velocità parossistica, quasi tentando di inciampare ad ogni passo. "Ma quando lo capiranno quei due?" Pensò Harry con un sorriso a metà tra il rassegnato e l'invidioso.

***X***

Ron arrivò con un po' di fiatone davanti a camera sua, fermandosi davanti alla porta di legno. Alzò subito la mano per bussare, ma si fermò prima che le sue nocche arrivassero a contatto con la porta. "Aspetta, dannazione! Ragiona!" si ammonì. Dopo qualche minuto, passato appoggiato con la schiena contro la sua stessa porta e senza che gli venisse uno straccio di idea su come chiedere scusa, Hermione tentò di uscire. Aprendosi, però, la porta si tirò dietro un Ron colto completamente alla sprovvista in uno dei suoi ragionamenti contorti.

Hermione fece un salto indietro, evitando di venire trascinata nella caduta. - Oh Ron! - esclamò istupidita dall'accaduto - Tutto ok? -

Ron grugnì- Beh, non è che stia proprio benissimo. - disse arrabbiato con se stesso. Hermione si chinò su di lui e lo aiutò ad alzarsi. - Ti fa male qualcosa? - domandò. Il rosso non disse niente, ma a denti stretti tentò di raggiungere il letto, tenendosi la schiena dolorante. - Dai, stenditi. - gli disse lei in un tono che non ammetteva repliche, spingendolo a sdraiarsi prono sul letto. Ron, anche lui confuso dalla caduta e perso nei ragionamenti su come chiederle scusa, la lasciò fare.

Hermione gli si sedette accanto, cominciando a massaggiargli la schiena. Ron s'irrigidì all'istante. - Che c'è? Ti ho fatto male? - chiese la ragazza preoccupata.

- Non... no. No, non mi hai fatto male. - Rispose lui, balbettando. Più tranquilla, Hermione riprese a manipolare la schiena del ragazzo, cercando di fargli passare un po' del dolore. Ron cominciò a mugugnare qualcosa. - Dove hai imparato? - le chiese dopo qualche minuto di quella piacevolissima tortura.

- Dove ho imparato cosa? - chiese lei fermandosi un'altra volta. - Questo! Dove hai imparato a fare massaggi? Sei bravissima! - disse lui. Hermione non rispose per un po', rossissima per il complimento.

- Grazie. - disse imbarazzata - Ho letto un sacco di cose sulla medicina babbana e credo che si possa applicare con successo anche con i metodi magici. Vedi... - Hermione era partita in quarta e stava tentando di spiegargli le sue idee innovative sulla medicina magica. - Aspetta un attimo! - la fermò Ron, girandosi a metà.

Lei bloccò quel fiume di parole, ricordandosi quello che stava facendo. Arrossì violentemente. - Perché eri appoggiato alla porta, comunque? - chiese con un filo di voce.

Il rosso cercò di combattere la secchezza che gli aveva preso la bocca, mentre le sue orecchie già si confondevano coi suoi capelli. - Ero venuto a chiederti scusa. - mugugnò. In uno slancio di coraggio Ron le prese le mani, girandosi del tutto. - Non mi piace che litighiamo, tu... tu sei importante per me, Mione. -

Lei, che lo aveva fissato incredula negli occhi per tutto il tempo, distolse lo sguardo. - Grazie. - rispose piano - Neanche a me piace litigare, non con te soprattutto. Eppure sembra che ci venga naturale, vero? -

- Già, come ad una coppia di sposi! - disse una voce diversa dalle loro. Quando entrambi si girarono videro Harry appoggiato allo stipite della porta, con un sorriso sornione stampato sul volto. - Erano ore che aspettavo giù sul divano, ma voi non scendevate e ho deciso di venire a vedere di persona. - disse ancora sorridendo. - C'è la signora Weasley che ti aspetta in cucina, Hermione. - le disse, ricordandosi le istruzioni della madre di Ron "... e Ginny"

Dopo che Hermione uscì chiudendosi la porta alle spalle, Ron si rilassò sul letto. - Allora? - domandò Harry con ancora quel sorriso stampato in faccia. Ron aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta. Harry glielo aveva visto solo in un altra occasione, l'anno prima, quando Fleur era entrata improvvisamente ed era uscita altrettanto in fretta dopo aver salutato "Harrì".

- A-allora cosa? - trovò la forza per chiedere.

Harry si mise a ridere forte. - Come "cosa?". Corri su come un forsennato per chiederle scusa, ti trovo mezz'ora dopo con le sue mani comodamente tra le tue e lei seduta sul tuo letto. In più la chiami "Mione". Vuoi farmi credere che non è successo niente? - chiese con aria quasi da cospiratore. Ron arrossì fino alla punta dei capelli (modo di dire, perché più rossi di così...). - E cosa doveva succedere? - domandò quasi sfidandolo.

- Comunque devo scusarmi anche con te, amico. - disse Ron a sorpresa. - Per... per il giorno del tuo compleanno. Sono stato insensibile, non pensavo davvero quelle cose. E' solo che non mi piace vedere mia sorella che soffre e si dispera. -

Harry perse tutta la sua baldanza. - Lo so. E sai anche che non l'ho voluta io questa situazione. Potessi lo sai che... - Ron lo fermò con un gesto. - Non sono sicuro di volerlo sapere! - gli disse con un sorriso, segno che aveva dopotutto accettato la relazione tra Harry e la sua sorellina. - Su con la vita. Dopo domani partiamo alla ricerca degli Horcrux, li distruggiamo, distruggiamo Voldemort e poi torniamo a casa e vissero tutti per sempre felice e contenti. Che ne dici? - Harry non rispose e scese insieme all'amico, andando ad aiutare la signora Weasley ed Hermione, intente ad apparecchiare per il pranzo in famiglia.

***X***

Ginny si alzò dal letto e aprì la porta, controllando che i due fossero veramente scesi per aiutare la madre. Senza far rumore corse su, nella camera del fratello. "Non crederai mica che me ne stia buona buona ad aspettare mentre voi rischiate la vita!" pensò la ragazza, presa dal suo progetto. Nascosto sotto il letto del suo caro fratello, infatti, si trovava un grosso zaino, pieno di cinghie e corde. Non essendo brava quanto Hermione, infatti, non aveva potuto estendere una borsetta per farci stare tutto ciò che aveva in mente di portare, perciò aveva ripiegato su quello zaino babbano. Con qualche aggiustatina.

Improvvisamente, mentre stava aggiungendo una o due cose che aveva dimenticato, sentì un rumore di passi, seguiti dalle voci comiche ed eccitate dei gemelli. - Vedrai che salto farà Ronnino piccino quando se lo troverà nel letto! - Ginny si infilò velocemente sotto la branda di Harry, spingendo contemporaneamente il suo zaino sotto il letto di Ron. Da quella posizione privilegiata vide Fred e George mettere fra le lenzuola uno dei loro fuochi d'artificio. "Siete grandi!" pensò ridendo la piccola Weasley.

Non appena i gemelli scesero, Ginny finì in fretta il suo lavoro, illudendo lo zaino per maggior sicurezza, e se ne andò tranquillamente in cucina. Lì trovò Harry e Ron che si schizzavano allegramente con la schiuma, mentre la signora Weasley cercava di fermarli con svariati incantesimi.

- Oh Ginny, cara. Potresti andare ad aiutare Hermione per mettere a posto la tavola. - la ragazza sorrise - Non c'è problema, mamma. -

- Grazie, ma con tutti questi invitati tutte le sere, non ce la faccio da sola. -

Passò oltre la cucina, uscendo dal retro, e trovò Hermione immersa nella lettura di uno dei suoi mattoni. - Finalmente! - la salutò appena la vide.

- Ma non hai ancora cominciato? - chiese Ginny. Non immaginava che la sua amica potesse essere una scansafatiche. - Figurati, con le tovaglie che usa tua madre potremmo coprirci tutti e quattro i tavoli della Sala Grande a Hogwarts! -

Si mossero in fretta, stendendo le lunghe tele di stoffa su due dei grandi tavoli di legno che il signor Weasley aveva recuperato dal magazzino e rimontato quel pomeriggio. Poi si ritirarono in soggiorno, mentre i ragazzi, esiliati dalla cucina, portavano piatti, bicchieri e posate.

- Hai ancora intenzione di andare avanti? - chiese Hermione all'amica - Sai come la pensano... -

Ginny continuò a guardarla, risoluta - Sì, lo so. E sì, sono sicura. - sorrise - Non vi lascerò scappare ancora a lungo. - Hermione si rimmerse nella lettura. Dopo poco la rossa rialzò lo sguardo con un sorriso malizioso. - A proposito di scappare... come sta andando con il mio fratellino? -

Hermione non disse niente e cercò di alzare il libro per nascondere il volto. - Dai "Mione", vi ho sentito. - la stuzzicò l'amica - Fai anche massaggi ora? -

La bruna borbottò qualcosa - Dai, Hemione! E' facile! Di "Sì, Ron mi piace!" - scandì Ginny come se parlasse ad una bambina piccola. L'altra mise da parte il libro.

- Non è che... cioè sì... non mi dispiace, ma... mi piace la sua compagnia. Come con Harry. - La rossa sorrise, maliziosa più che mai. - Devo preoccuparmi di un attacco al mio... beh, diciamo quasi ragazzo? - La rossa sorrise, fiera di riuscire per una volta a mettere in scacco la grande Hermione Granger.

Dopo qualche secondo la bruna aprì la bocca, come per parlare. - In effetti... -

Proprio in quel momento arrivarono Harry e Ron. Il moro superò l'amico, sedendosi sull'unica poltrona disponibile, mentre l'unico altro posto a sedere nel soggiorno era vicino a Hermione. Ron stette in piedi per qualche secondo. - Mi fai posto? - chiese alla sorella

Ginny gli rispose male - Ma siediti di là, non vedi che sono così comoda qui? – Così Ron si decise e, rosso per l'imbarazzo, si sedette di fianco a Hermione. Entrambi erano seduti tanto rigidamente da poter essere scambiati per figura impagliate.

- Uff. Per fortuna che questa giornata è finita! - sospirò Harry, stendendosi con un sorriso. - Io ho fame. - disse Ron, quasi a ricordargli che non era ancora finita fino all'ora di cena. - Tu hai sempre fame, Ronald. - disse Ginny, ridendo poi insieme ad Harry.

- E pensate che i prossimi giorni saranno ancora più duri... - disse Hermione smettendo di ridacchiare. Tre occhiate impaurite e stupefatte si calamitarono su dei lei, intimandole di non aggiungere altro davanti a testimoni pericolosi. - Dopotutto, Bill e Fleur rimarranno qui ancora per qualche giorno dopo il matrimonio, no? -

Harry e Ron sospirarono, mentre Ginny fece l'occhiolino all'amica. "Dopo dobbiamo parlare!" sillabò. Parlarono ancora a lungo, mentre Ron continuava a lamentarsi per la fame. Circa una mezz'oretta dopo la signora Weasley li chiamò per mangiare.

- Finalmente! - esplose Ron felicemente

- "Finalmente" sì. - disse Ginny agli altri due, lasciando che il fratello corresse avanti - Davvero non riuscivo più a sopportarlo! -

***X***

Il pranzo fu, come sempre, ottimo e abbondante grazie alla cucina della signora Weasley, alla quale toccò un brindisi in quanto futura suocera e cuoca impagabile. Almeno quel giorno non vennero ministri ad interrompere l'intimità della festa così che Lupin e Tonks potessero partecipare, festeggiando una specie di secondo compleanno per Harry. Gli avevano anche portato un libro in regalo. - E' l'ultimo lavoro di Scamandro! - aveva detto Hermione, sempre informatissima su tutto ciò che riguarda i libri.

- Già! - sorrise Lupin, fiero del suo regalo. - E' l'opera più aggiornata in commercio sulle Creature Magiche. C'è anche un'intera sezione dedicata agli Schiopodi Sparacoda, vero Hagrid? -

L'attenzione di tutti si concentrò sul mezzogigante, tutto rosso per l'imbarazzo. - Newt mi aveva chiesto di parlarci degli Schiopodi. - Ammise dopo qualche secondo - Ma credevo che era così, per fare due chiacchiere. Mi dice che ha letto quello che aveva scritto la Skeeter sugli Schiopodi e io gli chiedo se gli interessa vederne uno. Lui dice sì e ci ritroviamo a parlare tranquillamente. Poi, giorni dopo mi arriva una borsa intera piena d'oro con un lettera di Newt "Questa è solo la prima parte caro amico. Il nostro libro venderà milioni di copie" mi scrive. -

Hermione s'illuminò, come se fosse sempre stato il suo sogno aiutare a scrivere un libro. Harry sorrise ad Hagrid. - Sono felice per te. Un brindisi al nuovo collaboratore di Scamandro! - disse levando il bicchiere. Tutti si unirono al brindisi spontaneo, festeggiandolo.

- E grazie del regalo, professore. - disse rivolgendosi a Lupin. Lui si schermì - Dai, Harry, non sono tuo professore da anni e sono stato molto amico dei tuoi genitori. Chiamami pure Remus. O Lunastorta, se preferisci! - aggiunse ridendo, come non faceva da anni. Gli faceva davvero bene stare con una donna allegra e vivace come Tonks.

Per tutta la cena sembrò che la malvagità e la tristezza fossero scomparse dal mondo, o almeno che fossero relegate in una dimensione tanto lontana da non rappresentare un pericolo. Per molto tempo, anche dopo aver finito il dolce (una favolosa crostata di lamponi fatta dall'impareggiabile signora Weasley), rimasero alzati a chiacchierare felicemente, mentre Fred e George facevano i loro scherzi a chicchessia ed il signor Weasley continuava a tartassare Harry ed Hermione con domande sul mondo babbano. Fleur era stupefatta e chiese al suo futuro sposo di spiegarle la situazione. - Ma chi se ne impòrta di come fano a survivre. Che fasciano come voliono, non? -

- No, cara, non capisci. Per papà è una specie di mania! - disse ridendo Bill

La signora Weasley intervenne, inaspettatamente in favore della futura nuora - Però sono d'accordo con Fleur. Per fortuna non dobbiamo arrabattarci come i Babbani, senza offesa Hermione cara. -

La riccia scosse la testa sorridendo, scioccata per la parte presa dalla signora Weasley. In effetti la trasformazione avvenuta nella capofamiglia dei Weasley, da quando Bill era stato aggredito da Greyback, era impressionante. Non solo non attaccava più Fleur, né fingeva di non prestarle attenzione, ma addirittura si trovava d'accordo con lei su molti punti e le nozze erano state organizzate quasi senza litigi tra le due donne.

- Mamma, papà, smettetela di dare addosso a Hermione... - disse Ron. Accorgendosi del suo errore tentò di rimediare aggiungendo - ... e ad Harry - Ma era troppo tardi. Infatti, mentre la ragazza arrossiva sempre di più e cercava di scivolare sulla sedia sparendo dalla circolazione, i gemelli cominciavano a fare battute.

- Che cosa dolce, Ronnino! - disse Fred

- Cosa ode il mio orecchio? - fece George, con una sorta di macabro umorismo.

Continuarono così per qualche tempo, fino a quando la signora Weasley non diede il "tuttinbranda" - Domani c'è un matrimonio e non voglio che facciate tardi! Chi dorme è perduto! - avvisò non del tutto ilare la padrona di casa.

Ognuno corse in casa, prima fra tutti un'Hermione che aveva assunto ormai tonalità violacee. Dopo i soliti turni per il bagno, che aumentarono la confusione alla Tana, tutti si ritirarono tra le coperte per godersi un po' di ore di meritato riposo.

***X***

Ron era sdraiato sul suo letto, intento a rimirare il soffitto dipinto coi colori dei Cannoni di Chudley quando Harry fece capolino di ritorno dal bagno, reggendo la maglia del pigiama che non aveva ancora infilato. - Vuoi far colpo su mia sorella mostrandoti sempre a petto nudo, grande uomo virile? - domandò il rosso prendendolo in giro.

- Haha, ridi pure, Ronnino. Ricordami di dirlo a Hermione la prossima volta! - Forse la battuta era stata un po' troppo pungente, perché Ron smise di ridere e tornò a fissare il soffitto. Harry lo guardò preoccupato, dopo aver lottato qualche minuto con la maglia che gli aveva mandato di traverso gli occhiali. - Ehi amico, non fare così! Era solo una battuta! - l'altro annuì, piano.

- Credo di amarla. - disse Ron dopo un po'. Il moro lo osservò preoccupato, mentre tentava di districarsi dalla magia che stava seriamente tentando di ucciderlo, poi si mise a ridere senza controllo. Dopo alcuni secondi Ron chiese - Ma che ti prende? -

Harry continuò a ridere per qualche minuto. - E' la stessa cosa che hai detto quando... hai bevuto il filtro d'amore di Romilda Vane! - Ron arrossì, mandando a fuoco di nuovo le sue orecchie. - Smettila amico. E' una cosa seria! - lo rimbeccò, leggermene arrabbiato.

- Sì, lo so. - rispose l'altro - Lo sa tutta Hogwarts che tra te e Hermione è una cosa seria. Lo sai qual è il prossimo passo, vero? - Il rosso lo guardò spaesato ed Harry sospirò - Tu-devi-assolutamente-dire-a-Hermione-quello-che-provi - disse scandendo per bene ogni parola.

Ron scosse la testa - Non lo farei mai, mi prenderebbe per matto o, peggio, riderebbe di me. Non posso, proprio non posso... -

- Va bene, fa come vuoi. Tanto verrà fuori da solo, prima o poi. - commentò filosoficamente l'amico.

Ron si girò verso di lui. - Secondo te perché ha detto quelle cose prima? Con Ginny, dico. - Harry lo fissò pensieroso. - Non starà mica cercando di dirle cosa dobbiamo fare, no? Insomma, sì... sono amiche, no? -

- Spero proprio di no. Non penso sia sicuro neanche per voi due venire con me. Se viene anche Ginny... Sai quello che provo per lei. -

Ron sbuffò - Sì, lo so. Anch'io preferirei che non venisse, ma è una testarda e se Hermione le ha detto cosa succede, sta sicuro che smuoverà mari e monti per venire con noi. -

Per uscire da quel pericoloso terreno minato, Harry provò una manovra difensiva. - Comunque, tornando a Hermione, non voglio vederti sempre abbarbicato a lei come con Lavanda. E' come una sorella per me e non voglio vedere scene troppo spinte, chiaro? -

- Come con te e Ginny, vuoi dire? - incalzò maliziosamente. Harry non rispose. - Dai, non fare quella faccia. Sai benissimo che quella testona di mia sorella ti aspetterà in eterno. E poi non manca molto, no? dobbiamo solo fare qualcosina e poi vi rimettete insieme. Potrei persino diventare zio... -

Ron sbiancò di colpo, rendendosi conto di ciò che aveva detto - Non subito, eh? Tra molto tempo... mesi, anni... molti anni. - Harry rise forte - Non preoccuparti, prima dobbiamo solo affrontare Voldemort. Una cosa da niente, come hai detto tu. -

- Già. Meglio dormire ora. Un brutale duplice omicidio ad opera della madre dello sposo raggelerebbe l'atmosfera, credo. –

***X***

Intanto, nella camera delle ragazze, le due amiche erano immerse in una discussione simile. - Si può sapere perché diavolo hai detto quelle cose? Ci mancava solo che mi scoprissero. Certo non Ron, ma Harry non è così scemo. -

Hermione rise piano - Non ci giurerei. Quando si tratta di te riesce persino ad uguagliare tuo fratello. -

Ginny sbuffò, girandosi tra le coperte per guardare in faccia la sua amica. - Già, perché non l'hai mai sentito quando parla di te. Si rimbecillisce totalmente. Farebbe qualunque cosa per te... ehi! - si alzò folgorata. Hermione la minacciò con un dito - Non credo che cercare di manipolare tuo fratello sia una buona idea! - la rossa si rigettò sul letto, delusa - E comunque non credo di avere tutto questo ascendente su Ron... - continuò meditabonda.

- Non sembra che la notizia ti sia indifferente, comunque... - disse Ginny, con apparente casualità. - Ancora con questa storia? - disse la bruna arrossendo.

- Sì, ancora, finché non deciderai di essere onesta. Diamine, Hermione, mancate veramente solo voi due all'appello! - confessò esasperata. L'altra arrossì ancora di più, chiudendosi in un assoluto mutismo, tanto che dopo alcuni minuti di interrogatorio, la rossa temette che avesse perso la lingua.

- E' mai possibile che quando si parla di cuore tu non riesca a spiccicare parola? Ah, lasciamo perdere. Hai qualche idea su dove trovare quei cosi? -

- No, nessuna. Molte ipotesi, ma poche probabili. - ammise Hermione.

- Non mi attira molto l'idea di vagare senza meta per tutta l'Inghilterra. Se sono solo qui, ti rendi conto che possono essere dovunque? - Ginny sembrava quasi spaventata dalla mole del lavoro, ed Hermione ne approfittò. Non poteva certo lasciare che la sua amica si mettesse in pericolo, se poteva evitarlo.

- Se vuoi fai ancora in tempo a rimanere qui. Non c'è nessun problema. -

Ginny alzò un sopracciglio - Non credo proprio. Non pensare che ti lasci andare in giro senza di me. Ci vuole qualcuno che tenga freno te e Ron ed Harry sarà troppo impegnato per farlo! - disse sorridendo maliziosamente.

Hermione sospirò - Quei due mi ammazzeranno, quando lo sapranno. Va beh, meglio andare a dormire. -

- Già, domani la mamma ci butterà di nuovo giù dal letto come stamattina - sorrisero entrambe al ricordo della signora Weasley che entrava nella stanza come una furia urlando che erano in ritardo per il matrimonio. - Buonanotte! -disse Hermione

- 'Notte - rispose la rossa spegnendo la candela

- Ginny? -

- Mmmh? -

- Su Ron... Mi sa che avevi ragione tu -

  
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