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Autore: Reghina    16/12/2009    1 recensioni
Goku è uno dei pochi angeli guerriero, occhi acquamarina e capelli d’oro[sì, come da Super Sayan], ali bianche. Vegeta è un demone, occhi, capelli e ali nere come la notte. I due s’incontrano al fiume che divide l’inferno dal paradiso, dove Vegeta sarà pervaso dalla lussuria nei confronti dell’angelo[sì, lussuria, non amore]e deciderà di trasformarlo in un demone. Però...tra due esseri così diversi può nascere qualcosa?
Piccola ff per Natale ^^ è la mia prima yaoi a capitoli >///< fatemi sapere, ciau ciao^^
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Goku, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.

Divisi solo da un corso d’acqua trasparente come diamante e impetuoso come tempesta erano i due regni meravigliosi.

Sulla sponda destra – il lato del bene e del giusto, del buono e dell’onesto, del perdono e della fiducia, dell’obbedienza e della perfezione – v’era un luogo dalla sublime bellezza.

Il prato d’un verde smeraldo, dove ogni filo d’erba era uguale all’altro, dove crescevano fiori dai mille stupendi colori, era attraversato da una strada di marmo lucido e perfetto che camminava ordinata e tranquilla, ornata da lampioni, tra le villette di ogni abitante di quel piccolo paradiso.

Ville più umili, ville più costose, ma non una casa normale, non una stonata con l’altra, non una dai colori scuri, solo colori tenui e gentili.

Il cielo d’azzurro perfetto, col sole che gli dava luce paradisiaca, raramente era velato da nuvole bianche e candide.

Gli abitanti dai bei capelli biondi e gli occhi acquamarina avevano candide ali bianche sulla schiena ma, senza timore, indossavano solo gilet e pantaloni, o top e gonna, il giusto per non sentire caldo né freddo.

D’altronde l’inverno non esisteva, sul lato destro.

Gli abitanti avevano un carattere mite, gentile, altruista.

Nessuna lite, nessun’ingiustizia.

Non era possibile.

Non al lato destro.

*

La sponda sinistra – il lato del male e dell’ingiusto, del cattivo e del disonesto, del rancore e del sospetto, dell’infrazione e dell’imperfezione – mostrava invece un luogo totalmente diverso.

L’erba trascurata dei prati, ornata solo da colonie di formiche ed erbacce cresciute senza controllo, era attraversata da una lunga strada onice che si svicolava disordinata, con i fuochi delle prostitute come unica luce, nella massa delle case.

Case che potevano essere cartoni, come potevano essere ville.

Ma che potevano essere anche monolocali e castelli, appartamenti decorosi e suit disgustosamente lussuose.

Tutte dai colori accessi, vivaci, aggressivi o scuri.

Il cielo scuro come la notte, raramente vedeva il sole, mentre più spesso vedeva piogge.

Gli abitanti dai capelli e gli occhi color della notte più cupa, con le ali dello stesso nero, potevano indossare da stracci a vesti ingioiellate, da girare senza nulla fino a coprirsi dalla punta dei capelli fino alle dita dei piedi, non importava.

Il loro carattere scontroso, lussurioso, iroso, orgoglioso, semplicemente pericoloso, non badava ai vestiti se voleva qualcosa.

Lo prendeva e basta.

Nessuno avrebbe fatto giustizia.

Non nel lato sinistro.

 

 

 

   
 
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