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Autore: yuuko    17/12/2009    2 recensioni
Il suo sguardo cade fuori dalla finestra, lontano. Un’armatura di ferro, seduta per terra, è intenta a dare del latte a dei gattini che, raggruppati intorno ad essa, miagolano affamati. Winry osserva anche lei la scena, e un sorriso malinconico affiora sulle sue labbra.
[EdxWinry]
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il futuro può attendere



Freddo e caldo. Duro e morbido. Acciaio e carne.
Un dito birichino si fa strada  tra quei piedi così diversi tra di loro, soffermandosi su lievi cicatrici e piccole macchie d’olio.
– Smettila, mi fai il solletico! –
Due occhi dorati lo colgono in flagrante, ma quello invece di fermarsi continua la sua corsa più deciso, passa dalla gamba muscolosa a quella metallica, poi torna indietro, strappando una risata a quella bocca carnosa.
– Dai, non riesco a leggere! –
Un sospiro seccato vibra nell’aria, poi due mani veloci si dirigono verso quel libro per lui così importante e se ne impossessano.
– Insomma Ed sono mesi che non vieni qui, finalmente ci degni della tua presenza e cosa fai tutto il tempo? Leggi! –
I suoi occhi azzurri fulminano il ragazzo e cercano di farlo sentire in colpa, ma lui non si fa intimidire.
– Guarda che mi siete mancate entrambe, cosa credi, ma volevo iniziare subito a leggere, non sai cosa ho patito per averli, Mustang mi ha fatto svolgere un incarico davvero rognoso, ma almeno stavolta sembrano testi utili. Ci dovrà pur essere qualcosa, deve esserci, io… –
Il suo sguardo cade fuori dalla finestra, lontano. Un’armatura di ferro, seduta per terra, è intenta a dare del latte a dei gattini che, raggruppati intorno ad essa, miagolano affamati. Winry osserva anche lei la scena, e un sorriso malinconico affiora sulle sue labbra. Guarda Ed e vede tristezza, determinazione, senso di colpa, speranza, paura. Sa che non può vincere contro un legame simile. Sconfitta si alza in piedi e si dirige verso la porta, fermandosi appena fuori dalla stanza. Si gira e lo osserva, i lunghi capelli biondi sparsi sulle spalle possenti e sulla schiena solcata da vecchie ferite, poi due sguardi si incontrano consapevoli delle loro preoccupazioni, lui di perdere il fratello, lei invece il suo unico sostegno, il suo amico più caro. Mille parole volano tra loro, due mondi prima così vicini, adesso irrimediabilmente lontani, ma segnati dallo stesso dolore, dalla stessa perdita. Infine lei si volta e sussurra:
– Anche tu ci sei mancato –



L’erba soffice e profumata. I caldi raggi del sole. Il pelo morbido di un gatto. Lui non sente nulla di tutto questo, solo un incredibile freddo che ormai lo accompagna da molti, troppi anni. Non ricorda il sapore del cibo, il vento tra i capelli, il profumo dei fiori, il tocco di un’altra mano, il calore di un abbraccio. Vorrebbe piangere, ma gli è negato anche questo misero sfogo, questo gesto che gli avrebbe ricordato di essere umano, in fondo. Ma proprio non ci riesce. Alza lo sguardo al cielo, di un azzurro così simile al colore dei suoi occhi, mentre quel senso di solitudine torna ad attanagliarlo, come gli succede sempre più spesso negli ultimi tempi. Un uccello solitario vola all’orizzonte, come invidia quel comune animale, non legato a niente, completamente libero e consapevole della sua natura. Lui, invece? Lui è un ibrido, una mente umana in un corpo di ferro. Un essere imperfetto.



– Ciao mamma –
Edward si china su quella lapide di marmo bianco, posando davanti ad essa un mazzo di gigli, candidi e puri come lei. Rimane lì in piedi, immobile, mentre i ricordi di una vita passata riaffiorano fino a quel fatidico giorno. Il suo sguardo assente vaga lontano, quel luogo per lui così familiare, testimone silenzioso della loro felicità e della loro disperazione. Una figura si avvicina alla sua destra senza fare rumore, posa un piccolo vaso colmo d’acqua sull’erba e lo riempie con i fiori. Poi insieme a lui guarda intensamente quella lastra immacolata, memoria di una persona speciale per entrambi. Una timida mano si avvicina a quella fredda del ragazzo. L’oro e il turchese si incontrano. Edward la guarda arrossendo leggermente, i capelli biondi sparsi al vento le incorniciano dolcemente il volto incantevole, la trova meravigliosa, come è sempre stata, solo che lui era stato troppo sciocco per accorgersene. Fino a quel momento. In fondo c’è sempre tempo per rimediare.
– Winry… –
– Dimmi –
– Quando Al riavrà in suo vecchio corpo, e io avrò recuperato il mio braccio e la mia gamba… potrò… –
Lei lo osserva per qualche istante, poi sorride.
– Io ti aspetterò –



Una donna guarda i due giovani, impacciati e inesperti, che si scambiano un lungo bacio. Si allontana soddisfatta, stringendo nella mano sinistra un mazzo di fiori. Un cane con un arto metallico le abbaia, seguendola fedelmente.
– Mi dispiace Trisha, te li porterò domani. Dopo tutto credo tu abbia già ricevuto un bellissimo regalo, no? –



– Al! –
Un elmo d’acciaio si gira in direzione della voce. Edward e Winry camminano vicini, scherzando tra di loro. Il ragazzo li osserva malinconico, gli sembrano così diversi. Felici. Che lo abbiano lasciato indietro? Impossibile, il suo fratellone non farebbe mai una cosa del genere. Eppure…
– Che c’è Al, perché sei triste? –
Stupito, quello non fa in tempo a rispondere che subito l’altro si siede a cavalcioni su di lui e inizia a colpire con lievi pugni la sua testa, prendendolo in giro e iniziando a parlare del libro che ha letto, delle sue scoperte, poi lo guarda sicuro:
– Vedrai che riuscirò a riportare indietro il tuo corpo Al, non preoccuparti –



Il sole inizia a scendere lentamente, tingendo il cielo di un rosso acceso. Winry guarda incantata quello spettacolo, poi volta il capo in direzione dei suoi amici d’infanzia, che hanno iniziato a discutere animatamente. Osserva rapita il maggiore, e si posa involontariamente una mano sulle labbra, arrossendo al ricordo di quel momento. Lui si gira e le sorride mentre parla con il fratello di una qualche idea venuta loro in mente. Il minore si alza anch’egli in piedi e cammina verso casa, ormai si è fatto tardi. Ed fa per seguirlo, poi si gira, si avvicina a lei e le carezza dolcemente una guancia; nei suoi occhi non c’è più traccia del tormento di quella mattina, adesso è finalmente tranquillo. Lei lo prende per mano e si dirige verso Al che li aspetta pazientemente. Insieme fanno ritorno a casa, dove la zia li aspetta, sicuramente con la cena già pronta. Per una sera dimenticano tutti i problemi, le preoccupazioni, e tornano ad essere una famiglia normale, felice. Il futuro può attendere.






Note dell'autrice:
Mia prima EdxWinry. Che dire, la dovevo pubblicare un mese fa, poi il compiuter mi ha abbandonato per l'ennesima volta, e ovviamente pure la scuola ha avuto una parte importante in questo mio super ritardo... Insomma, alla fine l'ho postata, spero vi sia piaciuta. Sinceramente col passare del tempo – contate che l'ho scritta a giugno quindi... – non mi ha più convinta molto, anche perché avevo un'idea completamente diversa all'inizio, poi le mie mani sono partite per la tangente come loro solito.
Oggi sono poco logorroica (anche perché il libro di italiano mi sta guardando male), vi è andata bene. Spero comunque che qualcuno lo sia più di me e mi lasci un commento ^O^
  
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