Il
ballo...diplomatico
Seccatura.
Tutta quella
storia era un’ enorme seccatura. La donna era una
seccatura,quel vestito era
una seccatura, quel ballo era una seccatura.
A
causa della loro
regina era stato indetto un ballo in maschera, per festeggiare i cinque
anni di
pace con i paesi vicini. Invitando perciò una marea di
pomposi personaggi di
spicco di ogni stato vicino. In qualità di ufficiale
stratega avrebbe,
malauguratamente, disertato quell’evento causa malattia.
L’aveva presa
ormai da sei giorni … un raffreddore/febbre stagionale
quindi non aveva
attirato molta attenzione su di se. Però la sua mente
geniale non aveva tenuto
conto di quella donna seccante. Inconveniente decisamente seccante. E
di sicuro
lo conosceva anche troppo. Quell’aspetto da bambolina
nascondeva una furba
schiavista. Proprio quella mattina, in barba alla notizia della sua
convalescenza, si era presentata a casa sua, sorriso pericoloso in
volto, con
un enorme pacco piatto e uno squillante “Shiiika”
che prometteva solo cose seccanti.
Maledì la sua migliore amica e la sua testardaggine, e le
chiuse la porta in
faccia, conscio di aver scatenato una belva … ma era stata
una reazione
istintiva. Dai, insomma, si era appena trascinato fuori dal letto, non
era
pronto a tutto quell’entusiasmo. A quel punto avrebbe fatto
passare una
settimana di assoluto mutismo e occhiate assassine, da parte di lei, e
menefreghismo totale da parte di lui, poi sarebbero tornati amici come
sempre.
Questo sarebbe successo, normalmente.
Ma
quello non era un
giorno normale … Era il stramaledetto giorno dello
stramaledetto ballo.
In maschera. Ancora più seccante.
Altra
seccatura di cui non aveva tenuto conto: lei
sapeva benissimo dove nascondeva le chiavi di casa. Se ne
ricordò nel momento
stesso in cui si aprì violentemente la porta. A passo
marziale, sempre con il
sorriso radioso (quella storia del ballo l’ha esaltata troppo
per offendersi),
entrò in casa, raggiunse la cucina dando per
scontato che lui l’avrebbe
seguita. Depositò il pacco sul tavolo, sospirò
felice, portandosi il dorso di
una mano alla tempia, per asciugarsi del sudore inesistente. Brillanti
occhi
azzurri guardarono languidi e ammiccanti il bel moro.. Moro che non
ebbe il
coraggio di chiederle cosa ci facesse li. Non servì per sua
fortuna,lei stessa
lo tolse dall’arduo problema. “Dato che ti conosco
benissimo-calcò la voce
sull’ultima parola- ho pensato di procurarti io il vestito. E
non dire che non
ti voglio bene!” E mentre lei disquisiva senza pause, su come
avesse avuto
l’idea del vestito, come avesse fatto a prendere le misure di
nascosto (capiva
ora la sparizione di diversi vestiti dall’armadio) e a
cucirlo in così poco
tempo e bla bla bla lui stava piangendo silenziosamente, maledicendo se
stesso
per aver trovato un’amica così premurosa.
E seccante, ovviamente. “Però
non montarti la testa eh!? Non l’ho fatto solo per te. Anche
a Choji l’ho
cucito. Peccato che poi mi abbia beccata mentre portavo a casa
dell’uva. Ci ho
quasi litigato per non fargliela mangiare!- Shikamaru capì
perché aveva cucito
loro gli abiti..solo per il gusto di scegliere loro i travestimenti- Ma
veniamo
al dunque. Su apri!” Lo invitò a fare.
Controvoglia il giovane aprì il pacco e
un’enorme piuma si rizzò sull’attenti.
“Uno struzzo” Commentò semi-sconvolto ma
con voce tranquilla. Lei in risposta lo guardò male.
“Guarda meglio, stupido”
Prese la piuma con due dita, schifato. A seguirla si alzò un
cappello a tesa
larga, nero. Sotto della stoffa rossa e blu ornata d’oro
faceva mostra di sé.
Capì tutto quando, alzando l’abito vide un bel
giglio d’oro stampato sul
davanti. “Un damerino con la spada” “Un
moschettiere! Shika mi deludi.. e io
che ho speso le mie –di mia madre- ore di sonno
–lavoro- Non vedi che aria
sbattuta che ho!?” Carnagione chiara,guance rosee, occhi
limpidi. Il ritratto
della salute. “Ti odio, Ino” “Anche io ti
voglio bene!” Lei gli scoccò un bacio
sulla guancia, poi dirigendosi alla porta gli disse: “Sta
sera alle otto saremo
da te per vestirti!” raggiunse il portone di casa e
trillò un A più tardi. Dannata,
lo conosceva troppo bene. Sarebbe stata una luuunga notte. E con questo
pensiero ritornò a sonnecchiare a letto.
Alle
19 e 50 Shikamaru pregò ogni divinità che
conosceva affinché Ino si dimenticasse di lui. Quando
sentì suonare il
campanello decise che si erano riuniti tutti per ridere di lui.
Maledetti
caproni. Andò ad aprire, prima che la porta venisse sfondata
per la seconda
volta in un giorno, e si trovò di fronte un angelo. No, non
in senso letterale.
Si accorse che la sua migliore amica era decisamente una bella
ragazza.. e che
era mezza nuda. Un corto vestito scollato, candido come la neve,
nascondeva a
malapena le sue forme. I biondi capelli, tenuti sempre in un coda alta,
erano
lasciati sciolti, creando una cascata d’oro. La frangia era
stata spostata di
lato, bloccata da una spilla a forma di giglio. Tacchi alti e un forte
profumo
di lillà. Quella sera avrebbe fatto battere molti cuori. Poi
lei piroettò su se
stessa. Combattendo contro lo forza di gravità, chiedendogli
tacitamente come
stesse. “Stupenda” e lo pensava sul serio. Lei lo
ringraziò con un sorriso
birbante. Poi riprese la sua espressione di comando ed entrò
in casa.
Stranamente il ragazzo non notò il robusto amico rimasto
dietro a Ino. Una
bianca tunica drappeggiata su una spalla,gli arrivava alle ginocchia,
sandali
bassi marroni, capelli al naturale e grappoli d’uva rossa
pendevano dalle
orecchie. “Non-dire-una-parola. Gli sto facendo la punta da
un’ora. Io e Ino
siamo giunti a un accordo. Arrivati alla festa, tempo che lei si vanti
dei
vestiti, dell’idea e simili e poi posso sbarazzarmi
dell’uva.” Il ragazzo
sorrise poi si fece da parte per farlo entrare. “E
saresti..?” “Bacco” Questa
volta la ragazza era stata geniale,dovette ammettere a se stesso.
“Allora dov’è
il vestito?!” Urlò la suddetta con poca grazia.
“Non voglio far tardi per colpa
tua. Devo conquistare il primo ballo con Sasuke prima di quella fronte
spaziosa!” I due ragazzi si guardarono sconsolati,
sospirando. “Ti tocca Shika.
La mia parte l’ho già fatta” Strisciando
i piedi, il moro la raggiunse nella
sua stanza. “E se ti dicessi che un cervo è
passato casualmente di qua e che se
lo è mangiato?” provò a svicolare lui.
L’occhiata che ebbe in risposta lo fece
desistere da ogni tentativo di evasione. Iniziò a spogliarsi
rimanendo in
boxer, calzini e canottiera. Non provava pudore e loro non batterono
ciglio. Si
conoscevano da anni ed erano praticamente come fratelli.
Rovistò nell’armadio
dove aveva nascosto il vestito. Poi si infilò dapprima i
pantaloni neri, la
tipica casacca, stivali neri lucidi alti fino a metà
polpaccio. Dopo essersi
messo i guanti bianchi coloro che considerava migliori amici lo
tradirono. “
Scusa amico, lei mi ha costretto” Choji dopo essersi scusato
lo bloccò per le
spalle e Ino mise veloce mano fra i suoi capelli, portando via
l’eterno codino.
“Oooh! Erano anni che non ti vedevamo coi capelli
sciolti!” Il ragazzo senza
coda sparata si dibatté minacciandoli di morte e torture.
“Su su,non fare il
melodrammatico” Continuò imperterrita la ragazza,
pettinandolo. “Se stai buono
ti rifaccio la coda.” Lui a quella promessa si
calmò. Choji lo lasciò andare e
Ino raccolse i capelli in una coda. Bassa. “Ehi!”
Protestò lui. “Suvvia, se ti
tieni la solita acconciatura ti riconosceranno subito!” Poi
prese un nastro rosso,
lo legò attorno agli occhi del ragazzo, facendo combaciare i
buchi per vedere.
“Ecco fatto” Disse contenta lei. Finirono tutti i
preparativi. Perdendo più di
mezz’ora per metterle le ali bianche da angelo, il tutto
condito da “Stai
attento che non si rompano!” e “Ahi, non tirarmi i
capelli” e altri insulti e
intercalari. Choji si mise una maschera che copriva metà
volto, bianca e rossa,
invece Ino tutta fiera si mise la sua candida maschera su cui si
intrecciavano
gigli dorati. “Ino, il ballo è stato indetto due
settimane fa.
Come hai fatto a preparare tutte queste cose in tempo?”
Chiese curioso il
ragazzo robusto. “Segreto” rispose lei con una
risata cristallina. “Su su, ora
andiamo che siamo già in ritardo!”
La
sala era come se l’era immaginata. Pomposa e troppo
luminosa. Si trattava di un’enorme stanza a cui si accedeva
scendendo una
regale scalinata adorna di rose bianche, gialle e rosse, arricchite da
delle
nebbioline. Ad un lato della sala erano parcheggiati i tavoli delle
bevande e
dei viveri (fu difficile fermare Choji alla loro vista).
Tutt’attorno alla sala
c’erano sedie e panchine, tutte rigorosamente bianche. La
parte orientale
fruiva un discreto paesaggio regalato dalle porte finestra enormi, che
conducevano a un terrazzo, affacciato su un roseto. Dal soffitto enormi
lampadari a cascata illuminavano d’oro la sala. Guarda caso
quei colori
concordavano perfettamente con i loro vestiti. Shikamaru
guardò la sua compagna
sospettoso. “ Per coincidenza
Nel
momento stesso in cui decise di fuggire nella
quiete del roseto , le scale furono occupate da un trio singolare. Al
centro un
ragazzo dai capelli rossi, profondi occhi verdi e il volto celato da
una
maschera bianca. Vestiva una divisa bianca, da agente della marina
militare,
con bottoni e gradi d’oro. Alla sua sinistra un ragazzo un
po’ più alto e
robusto, vestito da corsaro, stivali larghi grigi, pantaloni marroni,
camicia
bianca tenuta stretta in vita da una fascia rossa. Incastrate nella
stoffa
cremisi c’erano due pistole. Giaccone blu scuro, lunghi fino
alle ginocchia era
aperto sul davanti. Una benda nera gli copriva
l’occhio destro,lasciando
scoperto il resto del volto. I corti capelli castano rossicci erano
lasciati
liberi. Alla destra del militare c’era una ragazza. Neri
stivali alti,
pantaloni marroni attillati. Camicia color panna sbottonata fino
all’incavo del
seno, infilata nei pantaloni. Cinturone di cuoio legato alla vita,
nella
fondina destra si intravedeva il calcio di una pistola. I capelli color
miele
erano legati in corte trecce, dietro al collo pendeva un capello da
cowboy.
Misteriosi occhi verdi spiccavano dietro una maschera di pizzo nero. I
tre
scesero le scale decisi e regali nel loro portamento. Non aveva idea di
chi
fossero. Ma insieme erano.. perfetti. Appena lasciarono
l’ultimo scalino furono
raggiunti da una piccola folla curiosa. Incontrò lo sguardo
della nuova
arrivata. E l’ebano si incontrò con lo smeraldo.
Doveva aver assunto una strana
espressione, perché lei lo guardò in modo
divertito,così distolse lo sguardo
dalla bella straniera e si concentrò sulla spada che aveva
appoggiato vicino a
lui. Pure il fioretto aveva trovato quella donna. Incredibile. Poi
adocchiò
Choji.. e notò che l’uva era misteriosamente
scomparsa. Cercò con lo
sguardo Ino e la vide ballare ( lodò la sua resistenza, era
da più di un’ora
che ballava ininterrottamente)con un antico romano. Le ali stavano
cedendo alla
forza di gravità e l’ala destra aveva perso un
po’ troppe piume, ma il suo
fascino rimaneva invariato. Si chiese come mai né lui
né Choji non avessero mai
pensato a lei come a una donna, oltre che amica. La soluzione
arrivò fulminea
quando la vide abbandonare il suo cavaliere per trascinare Sakura
Haruno,
Non
avendo altri spunti di pensiero decise di
concedersi una sigaretta. Si alzò svogliatamente dalla sedia
su cui aveva messo
su radici, spronato dalla promessa di nicotina. Ma come prima magnetici
occhi
verdi lo fermarono nell’eroico intento.
Dopo
aver letto molte fict inerenti a balli,
mascherate e similari mi son detta perchè non provarci!? In
fondo come tema
stuzzica molto la fantasia, sotto molti punti di vista x°D
Non
è una long fict, a dire il vero si tratta di un
semplice esperimento, in ogni caso ho deciso di spezzare la fict per
vari
motivi, 1 non è finita, 2 lascia suspance (per quanto possa
essercene) e 3 non
tedia troppo
Il
prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo in ogni
caso^^
Spero
di aver reso i vari protagonisti IC, anche se la
parte più difficile deve ancora venire >.<
Dedico
questo oVVoVe ad Alice che mi sopporta e legge
tutto quello che scrivo anche se non ne può più
XD , a Fra e Rosy che per la
prima volta leggono qualcosa di mio ^^
e a
voi che avete letto^^