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Autore: DirtyCharity    17/12/2009    4 recensioni
Tutta quella storia era un'enorme seccatura. La donna era una seccatura, quel vestito era una seccatura, quel ballo era una seccatura
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il ballo...diplomatico

Seccatura. Tutta quella storia era un’ enorme seccatura. La donna era una seccatura,quel vestito era una seccatura, quel ballo era una seccatura.

A causa della loro regina era stato indetto un ballo in maschera, per festeggiare i cinque anni di pace con i paesi vicini. Invitando perciò una marea di pomposi personaggi di spicco di ogni stato vicino. In qualità di ufficiale stratega avrebbe, malauguratamente, disertato quell’evento causa malattia. L’aveva  presa ormai da sei giorni … un raffreddore/febbre stagionale quindi non aveva attirato molta attenzione su di se. Però la sua mente geniale non aveva tenuto conto di quella donna seccante. Inconveniente decisamente seccante. E di sicuro lo conosceva anche troppo. Quell’aspetto da bambolina nascondeva una furba schiavista. Proprio quella mattina, in barba alla notizia della sua convalescenza, si era presentata a casa sua, sorriso pericoloso in volto, con un enorme pacco piatto e uno squillante “Shiiika” che prometteva solo cose seccanti. Maledì la sua migliore amica e la sua testardaggine, e le chiuse la porta in faccia, conscio di aver scatenato una belva … ma era stata una reazione istintiva. Dai, insomma, si era appena trascinato fuori dal letto, non era pronto a tutto quell’entusiasmo. A quel punto avrebbe fatto passare una settimana di assoluto mutismo e occhiate assassine, da parte di lei, e menefreghismo totale da parte di lui, poi sarebbero tornati amici come sempre. Questo sarebbe successo, normalmente.

Ma quello non era un giorno normale …  Era il stramaledetto giorno dello stramaledetto ballo. In maschera. Ancora più seccante.

Altra seccatura di cui non aveva tenuto conto: lei sapeva benissimo dove nascondeva le chiavi di casa. Se ne ricordò nel momento stesso in cui si aprì violentemente la porta. A passo marziale, sempre con il sorriso radioso (quella storia del ballo l’ha esaltata troppo per offendersi), entrò in casa, raggiunse la cucina dando  per scontato che lui l’avrebbe seguita. Depositò il pacco sul tavolo, sospirò felice, portandosi il dorso di una mano alla tempia, per asciugarsi del sudore inesistente. Brillanti occhi azzurri guardarono languidi e ammiccanti il bel moro.. Moro che non ebbe il coraggio di chiederle cosa ci facesse li. Non servì per sua fortuna,lei stessa lo tolse dall’arduo problema. “Dato che ti conosco benissimo-calcò la voce sull’ultima parola- ho pensato di procurarti io il vestito. E non dire che non ti voglio bene!” E mentre lei disquisiva senza pause, su come avesse avuto l’idea del vestito, come avesse fatto a prendere le misure di nascosto (capiva ora la sparizione di diversi vestiti dall’armadio) e a cucirlo in così poco tempo e bla bla bla lui stava piangendo silenziosamente, maledicendo se stesso per aver trovato un’amica così premurosa. E seccante, ovviamente. “Però non montarti la testa eh!? Non l’ho fatto solo per te. Anche a Choji l’ho cucito. Peccato che poi mi abbia beccata mentre portavo a casa dell’uva. Ci ho quasi litigato per non fargliela mangiare!- Shikamaru capì perché aveva cucito loro gli abiti..solo per il gusto di scegliere loro i travestimenti- Ma veniamo al dunque. Su apri!” Lo invitò a fare. Controvoglia il giovane aprì il pacco e un’enorme piuma si rizzò sull’attenti. “Uno struzzo” Commentò semi-sconvolto ma con voce tranquilla. Lei in risposta lo guardò male. “Guarda meglio, stupido” Prese la piuma con due dita, schifato. A seguirla si alzò un cappello a tesa larga, nero. Sotto della stoffa rossa e blu ornata d’oro faceva mostra di sé. Capì tutto quando, alzando l’abito vide un bel giglio d’oro stampato sul davanti. “Un damerino con la spada” “Un moschettiere! Shika mi deludi.. e io che ho speso le mie –di mia madre- ore di sonno –lavoro- Non vedi che aria sbattuta che ho!?” Carnagione chiara,guance rosee, occhi limpidi. Il ritratto della salute. “Ti odio, Ino” “Anche io ti voglio bene!” Lei gli scoccò un bacio sulla guancia, poi dirigendosi alla porta gli disse: “Sta sera alle otto saremo da te per vestirti!” raggiunse il portone di casa e trillò un A più tardi. Dannata, lo conosceva troppo bene. Sarebbe stata una luuunga notte. E con questo pensiero ritornò a sonnecchiare a letto.

 

Alle 19 e 50 Shikamaru pregò ogni divinità che conosceva affinché Ino si dimenticasse di lui. Quando sentì suonare il campanello decise che si erano riuniti tutti per ridere di lui. Maledetti caproni. Andò ad aprire, prima che la porta venisse sfondata per la seconda volta in un giorno, e si trovò di fronte un angelo. No, non in senso letterale. Si accorse che la sua migliore amica era decisamente una bella ragazza.. e che era mezza nuda. Un corto vestito scollato, candido come la neve, nascondeva a malapena le sue forme. I biondi capelli, tenuti sempre in un coda alta, erano lasciati sciolti, creando una cascata d’oro. La frangia era stata spostata di lato, bloccata da una spilla a forma di giglio. Tacchi alti e un forte profumo di lillà. Quella sera avrebbe fatto battere molti cuori. Poi lei piroettò su se stessa. Combattendo contro lo forza di gravità, chiedendogli tacitamente come stesse. “Stupenda” e lo pensava sul serio. Lei lo ringraziò con un sorriso birbante. Poi riprese la sua espressione di comando ed entrò in casa. Stranamente il ragazzo non notò il robusto amico rimasto dietro a Ino. Una bianca tunica drappeggiata su una spalla,gli arrivava alle ginocchia, sandali bassi marroni, capelli al naturale e grappoli d’uva rossa pendevano dalle orecchie. “Non-dire-una-parola. Gli sto facendo la punta da un’ora. Io e Ino siamo giunti a un accordo. Arrivati alla festa, tempo che lei si vanti dei vestiti, dell’idea e simili e poi posso sbarazzarmi dell’uva.” Il ragazzo sorrise poi si fece da parte per farlo entrare. “E saresti..?” “Bacco” Questa volta la ragazza era stata geniale,dovette ammettere a se stesso. “Allora dov’è il vestito?!” Urlò la suddetta con poca grazia. “Non voglio far tardi per colpa tua. Devo conquistare il primo ballo con Sasuke prima di quella fronte spaziosa!” I due ragazzi si guardarono sconsolati, sospirando. “Ti tocca Shika. La mia parte l’ho già fatta” Strisciando i piedi, il moro la raggiunse nella sua stanza. “E se ti dicessi che un cervo è passato casualmente di qua e che se lo è mangiato?” provò a svicolare lui. L’occhiata che ebbe in risposta lo fece desistere da ogni tentativo di evasione. Iniziò a spogliarsi rimanendo in boxer, calzini e canottiera. Non provava pudore e loro non batterono ciglio. Si conoscevano da anni ed erano praticamente come fratelli. Rovistò nell’armadio dove aveva nascosto il vestito. Poi si infilò dapprima i pantaloni neri, la tipica casacca, stivali neri lucidi alti fino a metà polpaccio. Dopo essersi messo i guanti bianchi coloro che considerava migliori amici lo tradirono. “ Scusa amico, lei mi ha costretto” Choji dopo essersi scusato lo bloccò per le spalle e Ino mise veloce mano fra i suoi capelli, portando via l’eterno codino. “Oooh! Erano anni che non ti vedevamo coi capelli sciolti!” Il ragazzo senza coda sparata si dibatté minacciandoli di morte e torture. “Su su,non fare il melodrammatico” Continuò imperterrita la ragazza, pettinandolo. “Se stai buono ti rifaccio la coda.” Lui a quella promessa si calmò. Choji lo lasciò andare e Ino raccolse i capelli in una coda. Bassa. “Ehi!” Protestò lui. “Suvvia, se ti tieni la solita acconciatura ti riconosceranno subito!” Poi prese un nastro rosso, lo legò attorno agli occhi del ragazzo, facendo combaciare i buchi per vedere. “Ecco fatto” Disse contenta lei. Finirono tutti i preparativi. Perdendo più di mezz’ora per metterle le ali bianche da angelo, il tutto condito da “Stai attento che non si rompano!” e “Ahi, non tirarmi i capelli” e altri insulti e intercalari. Choji si mise una maschera che copriva metà volto, bianca e rossa, invece Ino tutta fiera si mise la sua candida maschera su cui si intrecciavano gigli dorati. “Ino, il ballo è stato indetto due settimane fa.
Come hai fatto a preparare tutte queste cose in tempo?” Chiese curioso il ragazzo robusto. “Segreto” rispose lei con una risata cristallina. “Su su, ora andiamo che siamo già in ritardo!”

 

La sala era come se l’era immaginata. Pomposa e troppo luminosa. Si trattava di un’enorme stanza a cui si accedeva scendendo una regale scalinata adorna di rose bianche, gialle e rosse, arricchite da delle nebbioline. Ad un lato della sala erano parcheggiati i tavoli delle bevande e dei viveri (fu difficile fermare Choji alla loro vista). Tutt’attorno alla sala c’erano sedie e panchine, tutte rigorosamente bianche. La parte orientale fruiva un discreto paesaggio regalato dalle porte finestra enormi, che conducevano a un terrazzo, affacciato su un roseto. Dal soffitto enormi lampadari a cascata illuminavano d’oro la sala. Guarda caso quei colori  concordavano perfettamente con i loro vestiti. Shikamaru guardò la sua compagna sospettoso. “ Per coincidenza la Regina Tsunade ha lasciato a me l’onore di arredare il ballo” disse con noncuranza. “Si certo.. coincidenza” con un sospiro lasciò perdere. Entrarono insieme, scendendo lentamente le scale. (Ino aveva arpionato il braccio di Choji affinché non scappasse al buffet) Come aveva immaginato i presenti prestarono attenzione solo alla loro bionda amica, mettendo in ombra il moschettiere e il dio del vino.  Prima di lasciarli andare, si raccomandò di non farle fare brutta figura, rivolta a Choji, e di non scappare subito da li, rivolta a Shikamaru. Altrimenti avrebbero subito la sua vendetta. Poi adocchiando un samurai dai capelli neri sparati si fiondò da lui, seguita da una Cleopatra dagli occhi verdi .. e la fronte spaziosa. Shikamaru guardò Choji. Choji guardò i crostini al tonno. Da li il primo si ritirò in un angolo , seduto su una sedia sconsolato, il secondo bivaccò accanto al buffet, facendo proprio quel tavolo. Piano piano il vociare si fece più debole. Iniziarono i balli. Vide sfrecciare vampiri, antichi imperatori, geishe, mummie, damigelle e quant’altro. Ricevette qualche occhiata da sotto delle maschere, ansiose e speranzose di ricevere un invito. Invano. Odiava ballare, e odiava le seccature. L’aria stava facendosi pesante. 

Nel momento stesso in cui decise di fuggire nella quiete del roseto , le scale furono occupate da un trio singolare. Al centro un ragazzo dai capelli rossi, profondi occhi verdi e il volto celato da una maschera bianca. Vestiva una divisa bianca, da agente della marina militare, con bottoni e gradi d’oro. Alla sua sinistra un ragazzo un po’ più alto e robusto, vestito da corsaro, stivali larghi grigi, pantaloni marroni, camicia bianca tenuta stretta in vita da una fascia rossa. Incastrate nella stoffa cremisi c’erano due pistole. Giaccone blu scuro, lunghi fino alle ginocchia era aperto sul davanti. Una benda nera gli copriva  l’occhio destro,lasciando scoperto il resto del volto. I corti capelli castano rossicci erano lasciati liberi. Alla destra del militare c’era una ragazza. Neri stivali alti, pantaloni marroni attillati. Camicia color panna sbottonata fino all’incavo del seno, infilata nei pantaloni. Cinturone di cuoio legato alla vita, nella fondina destra si intravedeva il calcio di una pistola. I capelli color miele erano legati in corte trecce, dietro al collo pendeva un capello da cowboy. Misteriosi occhi verdi spiccavano dietro una maschera di pizzo nero. I tre scesero le scale decisi e regali nel loro portamento. Non aveva idea di chi fossero. Ma insieme erano.. perfetti. Appena lasciarono l’ultimo scalino furono raggiunti da una piccola folla curiosa. Incontrò lo sguardo della nuova arrivata. E l’ebano si incontrò con lo smeraldo. Doveva aver assunto una strana espressione, perché lei lo guardò in modo divertito,così distolse lo sguardo dalla bella straniera e si concentrò sulla spada che aveva appoggiato vicino a lui. Pure il fioretto aveva trovato quella donna. Incredibile. Poi adocchiò Choji.. e notò che l’uva era misteriosamente scomparsa.  Cercò con lo sguardo Ino e la vide ballare ( lodò la sua resistenza, era da più di un’ora che ballava ininterrottamente)con un antico romano. Le ali stavano cedendo alla forza di gravità e l’ala destra aveva perso un po’ troppe piume, ma il suo fascino rimaneva invariato. Si chiese come mai né lui né Choji non avessero mai pensato a lei come a una donna, oltre che amica. La soluzione arrivò fulminea quando la vide abbandonare il suo cavaliere per trascinare Sakura Haruno, la Cleopatra, lontana da un paio di scuri occhi indifferenti. Il tutto condito con insulti e urletti tipici di quei due uragani. In più.. erano fratelli, se non di sangue di cuore. Si completavano fra di loro proprio con le loro differenze. 

Non avendo altri spunti di pensiero decise di concedersi una sigaretta. Si alzò svogliatamente dalla sedia su cui aveva messo su radici, spronato dalla promessa di nicotina. Ma come prima magnetici occhi verdi lo fermarono nell’eroico intento.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo aver letto molte fict inerenti a balli, mascherate e similari mi son detta perchè non provarci!? In fondo come tema stuzzica molto la fantasia, sotto molti punti di vista x°D

Non è una long fict, a dire il vero si tratta di un semplice esperimento, in ogni caso ho deciso di spezzare la fict per vari motivi, 1 non è finita, 2 lascia suspance (per quanto possa essercene) e 3 non tedia troppo

Il prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo in ogni caso^^

Spero di aver reso i vari protagonisti IC, anche se la parte più difficile deve ancora venire >.<

Dedico questo oVVoVe ad Alice che mi sopporta e legge tutto quello che scrivo anche se non ne può più XD , a Fra e Rosy che per la prima volta leggono qualcosa di mio ^^

e a voi che avete letto^^

   
 
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