Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: KikiNovacaine    18/12/2009    1 recensioni
Amavo la musica piu di ogni altra cosa al mondo, ogni momento importante della mia vita mi trovavo, spontaneamente, a collegarlo con le parole di una canzone: una per l'amore sofferto, una per quello deludente, una per quello passato o per quello che verrà; una per quell'amico speciale, una per quello leale, una per quello che sa esserci sempre e per quello che, invece, non c'è mai.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Giulia, che sa sempre dire la parola giusta al momento giusto,
che è parte di ogni mia cellula.

A Serena, che condivide le mie passioni e i miei scleri,
che deve farsi un account perché pretendo le sue recensioni.

Ad Arianna, che è riuscita a calmarmi in un momento di iperventilazione,
che per un periodo è stata una delle persone più importanti per me.

A Valerio, che riempie le mie serate di follia,
che anche se non ne è consapevole ha ispirato questa storia.






Incredibile. Un’altra anonima giornata come tante.
Non riesco a credere a quanto, ogni giorno, ogni attimo, sembri identico a quello precedente.

L’acqua scendeva copiosa dal cielo, lasciando sbattere, sulle finestre dell’aula, pesanti gocce accompagnate da piccoli cristalli di ghiaccio. L’inverno era arrivato, era impossibile negarlo.

-Il Materialismo si divide in due fazioni, un materialismo positivistico che…-

Le parole del professore erano l’unica cosa che rimbombava nell’aula semivuota e fin troppo silenziosa.

Guardai il telefono ancora una volta, cercando di decidere se inviare o no il messaggio che avevo gia digitato nella mia testa, quando qualcosa colpì la mia fronte, prima di cadere sul mio banco con due sgraziati rimbalzi.

Mi voltai verso Bree, consapevole di trovarle stampato sul volto il suo solito sorriso impertinente. Spuntava fuori ogni qual volta combinava qualcosa.

Lasciai momentaneamente da parte il volto della mia migliore amica e spostai la mia attenzione sul bigliettino stropicciato che giaceva accanto alla mia mano.

“Pizza per pranzo?”

Sorrisi, pensando a quanto fosse sfaticata, cercando di contare, mentalmente, quante volte in quella settimana avessimo già mangiato pizza. Quattro. Scrissi velocemente la risposta e le rilancia il pezzo di carta, facendo attenzione a non essere vista dal professore.

La vidi storcere la bocca, un secondo prima che suonasse l’ultima campanella.
Almeno per quel giorno.

-Come puoi rifiutarmi una pizza?- mi chiese avvicinandosi

-Direi che per questa settimana ne abbiamo gia mangiata abbastanza, non trovi?- le spiegai, accompagnando le mie parole con un’espressione che non ammetteva repliche.

-Allora cinese?- propose

-No! Che schifo!- mi lamentai

-Messicano?- tentò acora

-Troppo piccante- obiettai

-Italiano?-

-Paghi tu?-

-uhm Sushi?- provò, praticamente rassegnata

-E sushi sia!- le accordai

-Ah! Ti sto amando!- urlò lanciandomisi addosso

-Dai scema! Andiamo!-


Arrivate a casa ci precipitammo subito in sala da pranzo, tuffandoci sul divano.
Il tavolino fu subito sommerso dai vari cartocci, appena presi al ristorante.

Accendemmo la Tv, sintonizzandola immediatamente su Disney Channel, in attesa di farci qualche risata con quella serie che, oramai, era entrata di diritto nei nostri abituali programmi giornalieri.
L’avevamo scoperta qualche settimana prima, per puro caso.

Il campanello iniziò a suonare poco dopo che il nostro pasto fu completato, cosi andai ad aprire la porta, sapendo gia chi mi sarei trovata di fornte.

-Ehy Kay!-

Una massa informe di ricci scuri mi si posò davanti, accompagnata da due occhi color cioccolato e un sorriso che farebbe tenerezza a chiunque.
Nate, la persona che conoscevo da più anni, oltre a Bree. Il figlio di quelli che erano i migliori amici dei miei genitori, l’unica persona che riusciva a farmi smettere di piangere.

-Ciao Jonas!- lo apostrofò Bree dalla cucina

-Ciao Terremoto!- ricambiò il saluto lui, entrando in casa e lasciandosi cadere sul divano.

-Ancora non hai imparato a non chiamarmi cosi?- inizio lei raggiungendoci in salotto e puntandogli contro il dito.

-E tu ancora non hai imparato a non chiamarmi Jonas?-

-Ecco- sussurrai tra me e me –ci risiamo-

-Non è colpa mia se sei uguale a lui!-

-Ehy ehy ehy! Tecnicamente è lui ad essere uguale a me! Devo ricordarti quando sono nato?-

-Non ce n’è bisogno, devo ricordarti che sei nato il mio stesso giorno?- lo scimmiottò la mia migliore amica

-Devo ricordare ad entrambi che sono quindici anni ormai che festeggiamo tutti e tre insieme?- mi intromisi

-Non serve Kay, penso che qui nessuno dimenticherà mai di dover condividere il proprio compleanno con altre due persone- mi rispose Nate

-Come se ti dispiacesse- dissi sorridendo

-Resta il fatto che io continuerò a chiamarti Jonas fino all’ultimo dei nostri compleanni insieme!- constatò Bree, sedendosi accanto a me per poi lasciar cadere la sua testa sulle mie gambe.

-E io continuerò a chiamarti Terremoto fino a quando non troverò un perfido soprannome da affibbiarti!-

-Bene!-

-Bene!-

-Ok ragazzi fine?- domandai loro, ottenendo solo dei mugugni come risposta

-Possibile che non iniziamo ogni giornata con questa discussione non riusciamo a concludere niente?- provai ancora

-Prenditela con lei!- si discolpò Nate nell’esatto momento in cui Bree aveva borbottato la stessa risposta.

-Lasciamo perdere va- mi rassegnai, come sempre, alzandomi dal divano.

Decisi di lasciarli soli, in modo che risolvessero ancora una volta la questione. Salii in camera, scelsi il body che mi sarebbe servito da li a poco e mi buttai nella doccia, appena dopo aver fatto partire lo stereo.

Lasciai la mia mente tornare indietro e, mentre l’acqua tiepida scivolava sul mio corpo, tornai al mio primo incontro con Bree. A quel tempo avevo solo 3 anni e trovare una persona che, come me e Nate, era nata il 30 luglio, mi sembrava inconcepibile. Eppure, quando caddi dalla trave della mia palestra e quella bimba appena arrivata si avvicinò per aiutarmi, capii che non era poi così impossibile come credevo .

Con il passare dei mesi eravamo oramai diventate irriparabilmente inseparabili, da quel giorno entrò in pianta fissa nella mia vita e, successivamente, in quella di Nate .

Eravamo un trio ben consolidato che nessuno avrebbe mai potuto separare.
Almeno così pensavamo allora.


And i would not get tired
Because I'd be with you
I keep singing this song until the very end


Inseparable –Jonas Brother




Spero davvero, dopo questo primo effettivo capitolo di introduzione, di trovare qualche recensione. ^^

Nel frattempo ringrazio tantissimo ada12, ayachan e MartyVampire per aver messo la mia storia tra le preferite :)

  
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