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Autore: XShade_Shinra    18/12/2009    3 recensioni
Una bimba braccata da dei cacciatori trova rifugio in una foresta molto speciale.
[ Classificata 9° al Contest "La Foresta e... la Bambina" indetto da Eylis sul Forum di EFP ]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- The Petrified Forest -
Una bimba braccata da dei cacciatori trova rifugio in una foresta molto speciale. 
FanFiction classificata 9° al Contest “La Foresta e… la Bambina” indetto da Eylis sul Forum di EFP



Nick dell’autore: XShade-Shinra
Titolo: The Petrified Forest
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 2’390 parole
Genere: Fantasy
Avvertimenti: Non per stomaci delicati
Rating: Arancione
Credits: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.
Introduzione alla storia: Una bimba braccata da dei cacciatori trova rifugio in una foresta molto speciale.
Note dell'autore: Mi sono veramente divertita a scrivere questa FF e voglio dedicarla al mio ragazzo perché anche lui, come me, ama il fantasy.
- Infravisione: capacità di alcune creature del fantasy che permette loro di vedere al buio le variazioni dello spettro infrarosso, come un’immagine termografica (le parti fredde risultano blu, quelle calde invece si presentano rosse).



- The Petrified Forest -

Quella sera al tramonto, pochi esseri osavano disturbare il sole che, assonnato, calava lento per sparire dietro le cime delle montagne appena imbiancate dai radi sprazzi di neve giunta in anticipo, come a voler preannunciare l’arrivo di un Inverno rigido e glaciale. Il silenzio del vespro era appena intaccato dallo scalpiccio degli ungulati che tornavano al bosco per cercare protezione dai predatori notturni, nel riparo che la spoglia pianura non avrebbe di certo fornito loro, lo stridere delle poiane e dei falchi si iniziava a confondere con il bubolare di gufi e delle civette che si destavano dal loro sonno diurno, e lo scocco di una freccia, che si piantava sulla spessa corteccia di un abete, faceva emettere un piccolo sospiro spaventato ad una bambina dai lunghi capelli color mogano che correva disperata per la campagna, impaurita e braccata. Due uomini la inseguivano, sembravano cacciatori.
<< Torna indietro, marmocchia! >> gridò uno di loro, avente una profonda cicatrice a segnargli verticalmente la parte destra del volto, passando per l’orbita oculare ormai cava.
La piccola scappava da loro a perdifiato, sforzando quanto più poteva le sue corte ma muscolose gambette che facevano svolazzare la pregiata gonna di velluto del ricco abito che indossava. Non avendo più aria nei polmoni da poter sprecare in qualcos’altro che non fosse correre, si mise a pensare ai suoi genitori che la attendevano a casa e chiedeva loro un tacito aiuto, una salvezza che sapeva non sarebbe mai arrivata. Lei era solo andata a giocare con i suoi amici rospi allo stagno prima che l’Inverno glieli portasse via sottoterra e lì era stata vista da quelle persone che non avevano tardato molto a riconoscerla.
<< Mamm-- >> le sfuggì, insieme ad una lacrima. Non ricordava di aver mai avuto così tanta paura in vita sua.
Il rumore dello saettare di un altro dardo le fece meccanicamente abbassare il capo. Era conscia del fatto che non sarebbe riuscita ad evitarli in eterno e che prima o poi non avrebbe più avuto la forza per continuare la sua corsa.
<< Insomma! E’ solo una bambina! >> gridò il capo del duo, grosso e muscoloso << Non ce la faremo scappare! Varrà milioni al mercato! >>
Quelle parole fecero male all’interessata. Si sentiva peggio di una bestia: volevano catturarla per poi venderla. Viva o morta non avrebbe poi fatto tanta differenza per loro, l'importante sarebbe stato rivendere a parte i suoi lunghi e curati capelli.
<< Non voglio! >> riuscì ad urlare, zigzagando tra gli alberi per cercare di depistarli.
Una bieca risata giunse alle sue orecchie; anche quelle sarebbero state messe all’asta al miglior offerente se fosse stata uccisa.
 << FERMATI!!! >> le grida inferocite dei due che stavano ormai perdendo le staffe non facevano altro che terrorizzarla ancora di più.
Se solo fosse stata più grande... si sarebbe potuta difendere!
Cercando riparo tra gli alberi di quella zona arborea, proseguì la sua fuga, spezzando i teneri rametti di legno sull’humus ad ogni suo veloce passettino, fino ad arrivare ad una radura.
<< Ohhh… >> espirò, osando muovere la testa per guardarsi attorno.
Se non fosse stato per la situazione, si sarebbe fermata ad ammirare la bellezza di quel luogo segreto, conosciuto solo a pochi, dato che ormai doveva essere nel cuore della foresta. Ma in quel momento  non aveva tempo per contemplare quel miracolo di Madre Natura!
Visto che tornare sui suoi propri passi era impossibile, decise per inerzia di continuare sempre dritta, puntando ad un altro gruppo di alberi spogli, al centro di quello spiazzo. Mettersi così allo scoperto era rischioso, ma la bimba era troppo spaventata per poter pensare rapidamente e non aveva tempo di arrampicarsi su un albero, come invece avrebbe fatto normalmente.
Mentre sforzava le meningi per cercare una soluzione, raggiunse i grossi fusti che aveva visto prima, ed immediatamente capì che c'era qualcosa che non andava: quegli alberi sembravano morti, privi di vita.
Nascondendosi dietro uno di essi, lo tastò con la sua piccola mano dalle dita affusolate e ne sentì la corteccia ruvida, fredda, come quella di una...
<< E' una roccia... >> soffiò la bimba, incredula.
Chi mai avrebbe eretto quelle opere d'arte di pietra in quel posto sperduto, dove mai nessuno avrebbe potuto apprezzarle?
A guardarle bene, sembrava fossero impiantate nel terreno e si ergevano per diversi metri, terminando con ramificazioni brulle e spoglie, ma per quanto potessero essere così simili agli originali che volevano riprodurre, il loro scheletro non era altro che silice, talmente ben lavorata da riprodurre la perfetta morfologia del legno.
Gli occhi della bimba esprimevano incredulità a quella vista, avrebbe tanto voluto poter scoprire quel luogo che sapeva di magico in un'occasione più lieta.
<< Eccola! >> sentì la voce del bracconiere più grosso dietro di lei, mentre questi allungava il braccio nel tentativo di prenderla.
Fortunatamente per lei, la piccola elfa poteva vantare l'agilità di una gazzella e riuscì a sfuggire alla mano dell'uomo, riprendendo a correre tra gli alberi di pietra.
Ormai gli ultimi raggi di sole stavano per scomparire oltre i monti, oscurando la vallata del nero della notte rischiarata solo da una falce di luna che sembrava ridere bieca, quasi a voler prendere in giro l'impaurita preda dei cacciatori, che poco riuscivano a vedere in quel buio, ma la bimba, grazie alla sua infravisione, poté ben individuare i due uomini che ancora la inseguivano senza posa. Decise allora di fermarsi dietro un altro albero, così da non fare rumore, sperando di non essere individuata.
Il guercio scoccò a vuoto un altro dardo e la cuspide sbatté rumorosamente contro una statua, spaccandosi.
<< Basta con le frecce!! >> lo sgridò il capo << Prendiamola, ormai è vicina! >>
<< Ma non la vedo! >> gli fece notare l'altro.
<< Non c'è problema... >> ghignò l'uomo, accendendo una torcia << Raderemo al suolo la foresta! >>
<< No! >> urlò la bimba, uscendo allo scoperto con le braccia spalancate, come a voler difendere il verde << Questa foresta non c'entra niente! Non potete bruciarla! >> scoppiò in lacrime.
<< Sapevamo che avresti fatto così! Vieni qua! >> latrò il capo del duo, afferrando la bimba per il braccio.
Finalmente l'avevano presa.
<< Nooo!!! >> urlò la piccola, divincolandosi invano.
<< Eheheh... Ora taglieremo una delle tue orecchie... Così la rivenderemo a parte. >> disse turpe il compare, togliendo un coltellaccio dal fodero che teneva ancorato alla coscia << E' la giusta punizione per averci fatti correre così tanto! >>
Si vedeva dal loro comportamento che non erano dei cacciatori professionisti o non avrebbero mai intaccato il corpo di una preda così succulenta come una bambina elfica.
<< NOOOO!!! >> gridò ancora la bimba, chiudendo gli occhi per piangere disperata.
Dopo pochi secondi, avvertì distintamente il bracconiere guercio emettere un verso strozzato ed il coltellaccio cadere a terra. Intimorita, aprì gli occhi e, grazie alla luce della torcia, poté vedere una scena che la avrebbe tormentata la notte: il cacciatore aveva un ramo infilzato nel collo all'altezza della giugulare. Con occhi sbarrati dal terrore in crescendo, vide che l'arma impropria l'aveva trapassato da davanti e la punta gocciolava sangue, macchiando l'erba di quel luogo come fosse vernice; seguendo a ritroso la lunghezza del ramo, notò che esso era ancora attaccato all'albero di pietra.
La bimba non ebbe nemmeno il tempo di sforzarsi di capire il perché di quel macabro evento che un secondo ramo, proveniente da un altro albero, sibilò sopra la sua testina piantandosi nel terreno dopo aver preso in pieno petto il secondo bracconiere, all'altezza del cuore, freddandolo. L'elfa sentì la sua presa venire meno, mentre il sangue dell'uomo le colava lungo la schiena, appiccicandole i capelli e sporcandole i pregiati vestiti, e ne approfittò per buttarsi a terra, pronta a scappare da quel silente e preciso assassino, ma un'indistricabile ragnatela di rami la immobilizzò, senza darle la men che minima possibilità di fuga.
Sentì la torcia cadere a terra ed un secondo rumore secco, poi la luce si spense di colpo, lasciandole solo la sua speciale vista per poter guardare.
Gli occhi le si sbarrarono, il respiro le si accelerò.
Era in trappola per davvero stavolta.
Le lacrime smisero di solcare le sue guance per la paura e tremò ancora più vistosamente, come l'ultima foglia d'autunno battuta dal vento di maestrale prima di una tempesta.
"Non avere paura..." una calda e roca voce le giunse alle orecchie. Era un suono cupo, ma nello stesso tempo piacevole.
"Tranquilla, piccola elfa." disse una seconda voce, dal tono simile all'altra.
Lentamente, i rami che la imprigionavano si diradarono, allontanandosi dalla bimba, la quale alzò gli occhi verso l'alto e non vide nessun altro se non le statue a forma d'albero ed i loro rami che si muovevano.
Espirò impaurita, con un piccolo verso, mettendosi a sedere. Gli occhi si muovevano freneticamente intorno, cercando di cogliere quanti più particolari possibili.
"No. Non avere paura." si aggiunse una terza voce "Non vogliamo farti del male."
<< Chi... siete voi? >> domandò la piccola elfa, stringendo con una mano la terra sotto di sé, mentre l'altra afferrava la parte anteriore del vestito con un pregiato sbuffo in pizzo bianco, ormai macchiato.
"La gente comune ora ci chiama Gargoyles..." iniziò un altro. La bimba aveva già sentito parlare di quelle creature notturne: erano delle pietre animate di notte da uno spirito che le possedeva. "... Prima eravamo elfi." terminò lo stesso.
<< Elfi? >> chiese subito la bimba, ancora sconvolta dalla corsa e dal fatto di aver visto le porte dell'Averno così vicine.
"Sì, proprio come te." le sussurrarono insieme alcuni di loro.
<< Ma... Come?! Chi...?! >> domandò, confusa, ruotando anche il busto per poter guardare quanti più alberi possibili.
"Sai, piccola cara, che gli alberi delle foreste elfiche non devono mai essere abbattuti?" chiese un fusto.
<< Sì... Anche gli umani lo sanno... >> disse piano.
"Certo. Perché ogni volta che un elfo muore, il suo spirito va a risiedere in un albero della sua foresta che sta per nascere."
<< Oh... >> sussurrò la bimba, sorpresa.
"Noi siamo tutti dei vecchi elfi, periti in questa antica foresta prima che il vulcano la spazzasse via..."
Continuarono in molti quel racconto;
"Sì. Centinaia di anni or sono, i grandi monti che ora tu vedi, erano vulcani, piccolina."
le voci rimanevano cupe ed oscure,  
"E quando essi eruttarono, arrivò una nube di ceneri ardenti che sommerse codesto luogo."
ma nonostante ciò, la piccola elfa si sentiva al sicuro con loro,
"Noi, con la nostra magia, riuscimmo a proteggere i rami del nostro albero, "
quasi come se fosse tra la sua gente.
"che altrimenti sarebbero stati bruciati dal calore, mantenendo così intatta la bara della nostra anima e,"  
Aveva capito che non le avrebbero fatto del male
"quando l'albero divenne un fossile, scoprimmo che la notte potevamo muoverci."
e che la avevano protetta.
"Naturalmente, non possiamo andarcene in giro come i Gargoyles alati che tu conosci, poiché siamo ancorati alla terra grazie alle nostre radici,"
Allora ella si alzò con passo barcollante
"ma possiamo sempre parlare tra di noi e muovere i nostri rami."
ed abbracciò simbolicamente l'albero a lei più vicino.
<< Grazie, nonni... >> sussurrò, sorridendo.
A quella scena, tutti tacquero di colpo, non aspettandosi certo un gesto del genere dalla piccola elfa ed ancor meno di essere chiamati con quell'appellativo così importante.
"Piccolina?" la chiamò uno degli alberi più grandi della foresta pietrificata "Resta con noi stanotte. Non possiamo lasciarti andare sola a quest'ora."
<< Ma il papà e la mamma mi staranno cercando... Saranno preoccupati... >> sussurrò con grandi occhi ansiosi.
"Ti troveranno sicuramente con la loro magia. Aspettali qui con noi." la invitarono diverse piante "Oltre agli animali notturni, non abbiamo molt'altra compagnia."
La piccola rimase un po' a pensarci, poi annuì di con la testa, sbadigliando. Muoversi da sola la notte era pericoloso e quel giorno aveva già rischiato abbastanza, senza contare poi che la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Alcuni alberi chinarono i loro rami per prenderla e la fecero sdraiare al riparo dai pericoli in una culla sospesa che crearono loro stessi, intrecciando i rami come fossero viticci. La piccola, sporca ed affaticata, non tardò troppo ad addormentarsi, cullata dai gargoyles che vegliarono su di lei per tutta la notte, fino a pochi minuti prima dell'alba, quando sentirono dei passi svelti uscire dalla foresta ad anello circostante ed entrare nella radura.
<< E' lì! >> urlò una donna in linguaggio elfico.
<< Arcieri! >> sentirono distintamente delle voci marziali parlare sempre in elfico << Caricate gli archi! >>
A quanto pareva, i genitori della bimba avevano mobilitato quasi tutta la comunità elfica per trovare la figlia e trarla in salvo. Non vedendola tornare a casa, avevano ben immaginato che fosse stata in pericolo.
In meno di un minuto, gli elfi raggiunsero la foresta di pietra, ancora animata. L'odore del sangue impregnò le loro narici, facendoli preoccupare ancora di più.
<< Sarnë!!! >> urlò la madre, entrando precipitosamente nel cuore della foresta.
<< Aspetta, è pericoloso! >> cercarono di richiamarla invano i compagni, finendo per seguirla.
<< Sarnë!!! >> chiamò ancora, prima di arrivare davanti ai cadaveri dei due uomini << Ma... cosa... >> sussurrò, prima di sentire uno strano rumore e, sollevato lo sguardo, vedere la culla di rami abbassarsi.
Attese silente di poter vedere il contenuto di quello strano cesto, mentre i compagni la raggiungevano, e gli occhi le si illuminarono di gioia.
<< Sarnë! Figlia mia!!! >> urlò felice, accogliendo subito la piccola, ancora dormiente, tra le propria braccia, piangendo dalla felicità.
<< Piccola mia... >> sussurrò il padre, accostatosi alla moglie per poter abbracciare con lei l'elfetta e cominciare a somministrarle le prime cure magiche, pensando che fosse ferita.
<< Mamma... Papà... >> sussurrò lei con gli occhi ancora chiusi, in dormiveglia << Gli alberi... mi hanno salvata... >>
I genitori della bimba guardarono le imponenti figure di pietra ritirare i rami e muoverli appena, come a porgere un ultimo saluto alla bambina, prima che le carezze dei primi raggi di sole li facessero ridiventare inanimati.
Tutti gli elfi presenti si guardarono per un attimo, non cogliendo esattamente cosa fosse accaduto, ma capendo che la vita della piccola era stata salvata da quegli esseri, ai quali si inchinarono profondamente, dando così un ringraziamento ben dovuto a quelli che, seppur morti, avevano difeso il sangue del loro sangue.

§ Fine §
XShade-Shinra




Note:
- Sarnë: deriva da: "Chantal, un soprannome francese derivato da "posto pietroso", il nome di un luogo". [Fonte]
- Foresta Fossile / Foresta Pietrificata: Foresta che, dopo un evento geologico di tipo vulcanico, ha silicizzato e la materia organica ha lasciato il posto a quella inorganica, trasformando così un albero in pietra.



Risposte alle Recensioni:

x Eylis: Grazie per aver lasciato anche qui la tua valutazione! ^^

x gold eyes: Grazie! ^^ Sono lieta che ti sia piaciuta la mia storia.
  
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