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Autore: sweetnight    19/12/2009    2 recensioni
quanto è difficile dichiarare i propri sentimenti... soprattutto se si ha paura delle conseguenze. A volte però, bastano solo due semplici paroline ed è fatta. Ma cosa farà Oscar?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

 

Era  era ormai passato un po’ di tempo da quando, nella notte di Saint Antoine, Oscar era finalmente riuscita a capire i suoi sentimenti per Andrè. Il suo Andrè, come l’aveva chiamato quando il conte di Fersen cercava di farla restare li dov’era, al sicuro in quel vicolo; ma niente riusciva a calmarla. Ancora a volte ricordava l’espressione meravigliata del conte di Fersen sentendola pronunciare quelle parole. Il suo Andrè…
Col passare dei giorni si rendeva sempre più conto di quanto fosse grande quel sentimento nei confronti del suo amico di sempre… ora dell’uomo della sua vita!
Si sorprendeva spesso pensare a lui, desiderare di vederlo, di stargli vicino, magari ritornando ai vecchi tempi che ora sarebbero stati molto più belli perché finalmente sarebbero stati felici INSIEME! Già, ma erano solo pensieri, sapeva che Andrè soffriva e che sarebbe bastata una parola sincera a far aprire le porte della loro felicità… ma com’era difficile per lei dichiarare i suoi sentimenti, oppure aveva paura delle conseguenze? No, non poteva un sentimento così bello come l’amore portare qualcosa di brutto; tanto più quando è corrisposto.
Oscar in fondo al cuore aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe andata così: con Andrè aveva condiviso tutto gioie e dolori, lui l’aveva sempre sostenuta. Oscar, nonostante la decisione di voler vivere come un uomo, non poteva fare a meno di lui. Alcune volte, anzi, sorrideva pensando a quando vedeva qualche ragazza, amica o parente di qualche suo compagno, intorno a lui e si scopriva gelosa! Non  avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe potuto provare sentimenti tali verso qualcuno.
Pensare… pensare… lei doveva dirglielo! Ormai non era più capace di nascondere i suoi sentimenti; doveva solo cogliere il momento giusto…
Era ormai la fine del mese di maggio 1789 e la situazione della Francia era critica, tutto favoriva una ribellione: il clima nelle città e dei cittadini, soprattutto a Parigi, non era dei migliori; i regnanti erano visti come nemici, la corte di Versailles ormai era ai suoi ultimi splendori e  Oscar non avrebbe mai pensato che quel giorno sarebbe capitata una cosa così inaspettata: una mattina infatti, Oscar, come sempre, si recava alla piazza d’armi dove l’attendevano i suoi soldati…
-Attenti! – gridò il colonnello d’Aguille e tutti i soldati si disposero in fila
-Riposo!-
-Colonnello d’Aguille-
-Si comandante-
-Fate preparare voi i soldati per l’addestramento della mattina, oggi devo occuparmi di alcune faccende nel mio ufficio-
-Agli ordini comandante-.
Così Oscar andò nel suo ufficio dove l’aspettavano una marea di carte da firmare; intanto tra i soldati…
-Ah Andrè! Un’altra di quelle giornate!- disse Alain
-Già, ci vorrebbe una bella licenza, un po’ di riposo!-
-Parole sante! Magari una vacanza insieme alla tua bella Oscar!- canzonò Alain
-Per favore Alain, non ricominciamo-
-Scusa, scusa, è solo che mi diverto a prenderti in giro, sai… tanto per movimentare la giornata…-
-Cerca di trovare un altro passatempo allora-
-Come vuoi Andrè- sogghignò Alain.
 Ad un certo punto si avvertì il rumore degli zoccoli di un cavallo che scalpitava in tutta velocità dirigendosi verso la caserma; ed ecco che subito dopo si vedeva aprire il portone da cui entrava un uomo in uniforme, dalla figura distinta, in groppa al cavallo. Il colonnello d’Aguille gli andò incontro imitato dall’uomo che una volta avvicinatosi scese da cavallo. Dopo il saluto militare quest’ultimo si presentò:
-Sono il conte Girodelle, comandante delle guardie reali di sua maestà-
-Salve comandante, io sono il colonnello d’Aguille, a cosa dobbiamo la vostra visita?-
-Ecco, colonnello, avrei bisogno di parlare con il comandante Oscar-
-Certamente, prego seguitemi-.
Così dicendo s’incamminarono verso l’ufficio di Oscar.
-Ehi Andrè lo conosci quello?- esordì Alain
-Si… era il vice comandante di Oscar-
-Dal tuo modo di parlare credo che non ti stia tanto simpatico-
-In effetti no, vedi Alain, lui è quello che chiese la mano di Oscar-
-Davvero quel damerino ha fatto questo?-
-Già-
-Beh, l’importante è che lei non abbia acconsentito-
-Mmmh…chissà cosa vorrà-
-Scommetto che lo saprai presto-.
Il colonnello d’Aguille bussò alla porta
-Avanti-
-Comandante Oscar avete visite, ora vi lascio-.
-Ah, Girodelle siete voi! Come state?- disse Oscar
-Bene, vi ringrazio Oscar e sono felice di vedere che anche voi state bene-.
-Come mai qui?-
-Devo consegnarvi un messaggio da parte di sua maestà la regina, ecco tenete- e Girodelle le porse il biglietto
-Ma, è un invito-
-Già-
Oscar lo scorse tutto rapidamente e rimase un po’ perplessa
-Un ballo?!?- esclamò Oscar
-Proprio così; a quanto pare si dice che sia l’ultimo ballo di Versailles-
-Capisco-
-Pensate di prendervi parte Oscar?-
Oscar parve riflettere un attimo, era un po’ indignata: ancora una volta la regina non pensava al suo popolo; ma tutto d’un tratto le s’illuminò il viso, come colta da un’idea improvvisa.
-Oscar, cosa dite dunque?- riprese il conte;
sentita la voce di Girodelle, Oscar si ridestò dai suoi pensieri e disse:
-Sentite Girodelle mi fareste la cortesia di consegnare un mio messaggio a sua maestà?-
-Certamente-
-Molto bene- rispose Oscar e con fare risoluto si apprestò a scrivere un biglietto in cui chiedeva alla regina Maria Antonietta se il giorno seguente avrebbe potuto concederle una breve udienza.
-Ecco Girodelle, se poteste consegnare questo messaggio in giornata a sua altezza ve ne sarei grata-
-Oh non preoccupatevi Madamigella Oscar lo farò e provvederò che anche la risposta di sua maestà arrivi in altrettanto breve tempo-
-Vi ringrazio-
-Bene, ora devo andare-
-Vi accompagno-.
E si avviarono… appena usciti, gli altri soldati non mancarono di osservarli, soprattutto Andrè che a fatica riusciva a reprimere la sua irritazione. Intanto dopo aver salutato Oscar, Girodelle rimontò sul cavallo e se ne andava con lo stesso impeto col quale era venuto. Oscar fece un lieve sorriso e con aria calma ma soddisfatta s’incamminò nuovamente verso il suo ufficio.
Passò anche la mattinata, l’addestramento era terminato e i soldati ritornarono ai loro alloggi per riposarsi e prepararsi per i turni di guardia. Intanto la risposta della regina era arrivata presto come stabilito da Girodelle e fu accolta con molto piacere da Oscar dato che sua maestà aveva dato consenso alla sua richiesta. Il giorno seguente Oscar si sarebbe recata a Versailles.
Arrivò la sera e prima di andare a dormire Oscar decise di fare un giro d’ispezione, quando nel corridoio incontrò Andrè:
-Buonasera Oscar-
-Ciao Andrè-
Silenzio.
-Come mai non sei con i tuoi compagni?- chiese Oscar
-Avevo voglia di fare due passi-
-Capisco-
-Perdonami Oscar, posso chiederti cosa è venuto a fare oggi Girodelle?-
-È venuto per darmi un messaggio di sua maestà, un invito per un ballo di corte-
-Davvero… e tu hai intenzione di andarci?-
-Non ho ancora deciso, comunque il ballo avrà luogo tra cinque giorni-
-Bene… ora sarà meglio che vada. Buonanotte Oscar-
-Buonanotte Andrè-
Oscar vide Andrè allontanarsi e sospirò. Non avrebbe voluto dirgli solo buonanotte, né avrebbe voluto lasciarlo andare così! Sul suo viso scese un velo di tristezza ma poi ripensò all’invito per il ballo e disse tra sé: “ancora un po’ amore mio e tutto sarà diverso”.

Continua…

  
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