CERTE NOTTI
2 –
Certe Notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere Mai.
Lili Rochefort
Vs Miguel Caballero Rojo
“E’ strano, davvero strano che Lili
si sia appassionata così tanto alla lingua spagnola solo dopo che siamo venuti
qui in Giappone.” Madame Rochefort sorseggiò il suo
digestivo guardando pensierosa, ma tranquilla, il Picasso che avevano appena
appeso al muro del salone della nuova villa nipponica. “Certo, è stata una
fortuna trovare un insegnante madrelingua di spagnolo nell’estremo oriente.”
Il marito fece
spallucce: “Lo sai che la nostra Lili è fatta così.
Quando eravamo a Montecarlo smaniava per il Giappone, e ora che siamo in
Giappone si appassiona alla Spagna. Sono sicura che da grande farà un lavoro
che la porterà a viaggiare molto. Come l’ambasciatrice, per esempio.”
“Oh, si, caro, ne
sono sicura anche io. E’ molto importante che continuiamo a privilegiare
l’insegnamento delle lingue straniere nella sua formazione. Ormai conosce
splendidamente l’inglese, il giapponese ed ora sta imparando anche lo
spagnolo.”
“Siamo fortunati ad
avere una figlia intelligente come lei.”
Sebastian fece entrare, come ogni mercoledì sera, l’insegnante all’ingresso. Lo scortò ossequioso
verso la biblioteca, dove Madamoiselle Lili lo stava attendendo ansiosa.
Quando aprì la porta, lei lo accolse con un sorriso,
davanti al libro di grammatica aperto. “Buenas Noches,Miguel!”
Appena il maggiordomo li lasciò soli, orgoglioso di
vedere l’interesse per quella nuova lingua europea negli occhi della ragazza,
il clima all’interno della biblioteca cambiò radicalmente, come ogni mercoledì
da tre mesi.
Lili abbandonò il libro, alzandosi dalla sedia con la
grazia di una ballerina. “Bene, abbiamo due ore a partire da adesso. Non
sforiamo, dopo verranno le mie amiche.” Precisò, facendo partire il cronometro
nel suo orologio.
Miguel Caballero Rojo, alto nel suo metro e novanta, annuì, gettando all’indietro
la chioma castana, scomponendola con un movimento della mano e abbandonando i
finti libri che si portava appresso su di un tavolo.
Con fare ammiccante e anche un po’ impaziente, Lili fece cenno di seguirla, non prima di essersi guardata
rapidamente attorno. Spostò due libri dallo scaffale, si sentì rumore di una
serratura che scattava e lo scaffale che si apriva di lato. Il ragazzo la seguì
per una ripida scala a chiocciola, sino ad una grande stanza sotterranea.
Tutto ciò lo faceva sempre sorridere: era abituato
alle risse da bar, ad allenarsi per strada, rischiando anche di essere
arrestato. Ed invece ecco che questa ragazzina di buona famiglia si faceva
costruire una palestra segreta per i suoi combattimenti.
“I miei genitori non vogliono che combatta. Dicono che
non è adatto ad una ragazza del mio rango. Non mi piace fare arrabbiare i miei
genitori, specialmente mio padre… ma non riesco a
fare a meno di combattere. E’, diciamo, un mio vizietto…”
gli aveva spiegato la prima volta che l’aveva condotto in quel luogo.
Una sorpresa per lui. Davvero una piacevole sorpresa. Quella piccola streghetta
platinata gli aveva davvero fatto credere che le occorresse un maestro di
Spagnolo. Aveva accettato solo perché gli servivano dei soldi per tornarsene a
Siviglia.
Ed invece si era ritrovato a fare da avversario per i
suoi sparring match d’allenamento. Una cosa decisamente più interessante
dell’improvvisarsi insegnante. E poi la ragazzina era carina, abbastanza
disinibita e aveva uno stile di lotta niente male.
Una ginocchiata gli raggiunse la bocca dello stomaco,
cogliendolo di sorpresa e costringendolo a piegarsi in due dal dolore. Tossì,
imprecando sonoramente.
“…una distrazione fatale…” cinguettò soave Lili,
preparandosi ad attaccare di nuovo. Un sorrisetto comparve sulle labbra di
Miguel, mentre si passava il dorso della mano sulla bocca e contraccambiava il
colpo.
Miguel accese entrambe le sigarette nello stesso
momento, porgendone poi una alla ragazza sdraiata al suo fianco sul pavimento
della palestra segreta.
Lili stava ancora riprendendo fiato, e aspirò una lunga
boccata tergendosi la fronte sudata con il dorso della mano. Inspirò una nuvola
di fumo con aria soddisfatta. “Grandioso allenamento quello di oggi.”
Con la sigaretta tra le labbra e un braccio piegato dietro
la nuca il ragazzo annuì sorridendo. Che strano quel momento, sembravano due
amanti dopo una notte di passione, ed invece erano due lottatori soddisfatti
del loro combattimento.
“Domani parto” la informò. “Ormai ho racimolato
abbastanza per tornarmene tranquillamente in Spagna.”
“Oh.” Esclamò la ragazza, con una nota contrariata
nella voce. “Di già?”
“Colpa tua che mi paghi profumatamente.”
Lili aspirò un’altra boccata di fumo. “Beh, non pensavo
andassi così di fretta.”
“Pamplona e la corsa dei tori mi attendono.” Spiegò,
alzandosi a sedere. “Vado a fare una doccia.”
Gli sembrò di cogliere una smorfia contrariata nelle
labbra della ragazza. “Dai, togli quel broncio. Ti lascio il mio numero, se
vuoi. Così, nel caso tu passassi per la Spagna. Tanto per fare l’esame finale di spagnolo.” Ridacchiò. “Magari
potremmo addirittura fare dell’altro, invece che prenderci a cazzotti.”
Lili alzò un sopracciglio “Tipo?”
“Prueba a adivinar*.” Rispose ammiccante, dandole una pacca sulla
coscia, prima di alzarsi e di dirigersi verso il bagno.
“Figurati se mi faccio 11 ore di aereo per te.” Gli
urlò Lili prima che chiudesse la porta del bagno.
Aspirò un’altra boccata di fumo, mettendosi a sedere a gambe incrociate.
Certo, Miguel aveva un fisico da urlo e l’indole sanguigna
del suo carattere le suggeriva che poteva essere molto caliente anche in altre situazioni. Di certo sarebbe stato un ottimo trofeo
se lei…
Lili guardò l’orologio, che segnava le 20.30. A quell’ora Hwoarang era sicuramente già tra le braccia di Asuka. Strinse il pugno con rabbia.
Lui l’aveva ignorata. Lui l’aveva rifiutata. In favore
di quella scialba ragazzina di Osaka, la stessa che figurava tra le sue poche conoscenza giapponesi e con la
quale condivideva scuola, passione per la lotta e presunte amiche.
La stessa che avrebbe dovuto coprire quella sera. Un’idea di Xiao,
solita insulsa romantica.
Spense la sigaretta a terra con un gesto nervoso e
arrabbiato. Che senso aveva attendere quell’idiota di un rosso, lasciarsi
sfuggire un pezzo di ragazzo come quello spagnolo sotto la doccia a tre metri
da lei?
Il solo il pensiero di lui a letto con Asuka le dava la pelle d’oca. Non si era mai sentita così
nei confronti di un ragazzo; di solito loro impazzivano per un suo sguardo, e l’essere
annoverati tra le sue conquiste era un privilegio che solo i migliori avevano
potuto avere.
Lili Rocherfort non si concedeva
a chiunque… lei aveva facoltà di scelta su una vasta
gamma, neppure fossero stati uno dei suoi capi d’abbigliamento alla moda che
componevano il suo guardaroba.
Eccolo li, un altro dei suoi vizi che non riusciva
proprio a smettere: pensare ai ragazzi come a pezzi di carne, come a merce di
scambio e di conquista. Era fottutamente gratificante
vedere le loro espressioni ebeti al suo passaggio, quando ancheggiava nelle sue
minigonne da lolita e scuoteva la chioma dorata, sbattendo le lunghe ciglia.
I ragazzi che lei sceglieva erano influenti, belli e soprattutto invidiabili.
Hwoarang apparteneva solo ad una di queste categorie, ma l’aveva
colpito sin da subito. Ribelle, sicuro di sé, un fisico mozzafiato e un
incredibile lottatore.
Completamente
andato per un’arrogante verginella nipponica. Che tanto casta non la sarebbe
più stata a partire da quella sera.
“Fanculo” sibilò, più
rivolta a sé stessa e alla sua insulsa ossessione per quel ragazzo che ad
altri.
L’acqua della doccia aveva iniziato a scrosciare. Lili si alzò in piedi, camminando in punta di piedi verso
la porta del bagno. L’aprì appena, curiosando. Tra il vapore poteva indovinare
il corpo abbronzato di Miguel al di là del plexiglass del box doccia, i muscoli
percorsi da migliaia di gocce d’acqua. Entrò, chiudendo la porta alle sue
spalle, scivolando fuori dalle scarpe e abbandonando i vestiti uno dietro l’altro.
Chiodo
scaccia chiodo. Pensò con un
sorrisetto, aprendo la porta del box e scivolando al suo interno con Miguel.
A scrivere questo insulso capitolo sono quasi morta.
Miguel mi fa sangue, ma sangue veramente. Fosse in
carne ed ossa dovrebbe temere seriamente un mio assalto sotto casa. SLURP.
Lili non è il mio personaggio preferito, mi ricorda una
mia ex compagna di scuola che non sopportavo, ma tant’è.
Grazie, Grazie, Grazie a…
LOTTI: Grazie mille per la tua recensione…
cercherò comunque di far comparire Hwo e Asuka qua e là… Ah, e non ti
impressionare, ‘quel passaggio’ dura pochi secondi… e
ne vale la pena.
ANGEL: Grazie per la fiducia…spero
di non deluderti tesoro!
LILI: Merci!!! Spero che anche questa parte sia di tuo
gradimento!!!
*Prueba a Advinar: Prova ad
indovinare: devo riprendere in mano il mio spagnolo, cazzarola
A la prochaine!!!
EC