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Autore: Evilcassy    20/12/2009    4 recensioni
I versi di un canzone storica, i cui si intrecciano i mille volti e le mille storie della notte, fanno da cornice ad alcuni momenti vissuti dopo il calar del sole. ***** 10-EPILOGO: Un giorno importante: Il traguardo di una coppia. Ma anche una tregua, una notizia inaspettata e devastante, una telefonata. E un RITORNO.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CERTE NOTTI

 

 

2 – Certe Notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere Mai.

 

Lili Rochefort Vs Miguel Caballero Rojo

 

“E’ strano, davvero strano che Lili si sia appassionata così tanto alla lingua spagnola solo dopo che siamo venuti qui in Giappone.” Madame Rochefort sorseggiò il suo digestivo guardando pensierosa, ma tranquilla, il Picasso che avevano appena appeso al muro del salone della nuova villa nipponica. “Certo, è stata una fortuna trovare un insegnante madrelingua di spagnolo nell’estremo oriente.”

Il marito fece spallucce: “Lo sai che la nostra Lili è fatta così. Quando eravamo a Montecarlo smaniava per il Giappone, e ora che siamo in Giappone si appassiona alla Spagna. Sono sicura che da grande farà un lavoro che la porterà a viaggiare molto. Come l’ambasciatrice, per esempio.”

“Oh, si, caro, ne sono sicura anche io. E’ molto importante che continuiamo a privilegiare l’insegnamento delle lingue straniere nella sua formazione. Ormai conosce splendidamente l’inglese, il giapponese ed ora sta imparando anche lo spagnolo.”

“Siamo fortunati ad avere una figlia intelligente come lei.”

 

Sebastian fece entrare, come ogni mercoledì sera,  l’insegnante all’ingresso. Lo scortò ossequioso verso la biblioteca, dove Madamoiselle Lili lo stava attendendo ansiosa.

Quando aprì la porta, lei lo accolse con un sorriso, davanti al libro di grammatica aperto. “Buenas Noches,Miguel!”

Appena il maggiordomo li lasciò soli, orgoglioso di vedere l’interesse per quella nuova lingua europea negli occhi della ragazza, il clima all’interno della biblioteca cambiò radicalmente, come ogni mercoledì da tre mesi.

Lili abbandonò il libro, alzandosi dalla sedia con la grazia di una ballerina. “Bene, abbiamo due ore a partire da adesso. Non sforiamo, dopo verranno le mie amiche.” Precisò, facendo partire il cronometro nel suo orologio.

Miguel Caballero Rojo, alto nel suo metro e novanta, annuì, gettando all’indietro la chioma castana, scomponendola con un movimento della mano e abbandonando i finti libri che si portava appresso su di un tavolo.

Con fare ammiccante e anche un po’ impaziente, Lili fece cenno di seguirla, non prima di essersi guardata rapidamente attorno. Spostò due libri dallo scaffale, si sentì rumore di una serratura che scattava e lo scaffale che si apriva di lato. Il ragazzo la seguì per una ripida scala a chiocciola, sino ad una grande stanza sotterranea.

Tutto ciò lo faceva sempre sorridere: era abituato alle risse da bar, ad allenarsi per strada, rischiando anche di essere arrestato. Ed invece ecco che questa ragazzina di buona famiglia si faceva costruire una palestra segreta per i suoi combattimenti.

“I miei genitori non vogliono che combatta. Dicono che non è adatto ad una ragazza del mio rango. Non mi piace fare arrabbiare i miei genitori, specialmente mio padre… ma non riesco a fare a meno di combattere. E’, diciamo, un mio vizietto…” gli aveva spiegato la prima volta che l’aveva condotto in quel luogo.

Una sorpresa per lui. Davvero una piacevole sorpresa. Quella piccola streghetta platinata gli aveva davvero fatto credere che le occorresse un maestro di Spagnolo. Aveva accettato solo perché gli servivano dei soldi per tornarsene a Siviglia.

Ed invece si era ritrovato a fare da avversario per i suoi sparring match d’allenamento. Una cosa decisamente più interessante dell’improvvisarsi insegnante. E poi la ragazzina era carina, abbastanza disinibita e aveva uno stile di lotta niente male.

Una ginocchiata gli raggiunse la bocca dello stomaco, cogliendolo di sorpresa e costringendolo a piegarsi in due dal dolore. Tossì, imprecando sonoramente.

…una distrazione fatale…” cinguettò soave Lili, preparandosi ad attaccare di nuovo. Un sorrisetto comparve sulle labbra di Miguel, mentre si passava il dorso della mano sulla bocca e contraccambiava il colpo.

 

 

Miguel accese entrambe le sigarette nello stesso momento, porgendone poi una alla ragazza sdraiata al suo fianco sul pavimento della palestra segreta.

Lili stava ancora riprendendo fiato, e aspirò una lunga boccata tergendosi la fronte sudata con il dorso della mano. Inspirò una nuvola di fumo con aria soddisfatta. “Grandioso allenamento quello di oggi.”

Con la sigaretta tra le labbra e un braccio piegato dietro la nuca il ragazzo annuì sorridendo. Che strano quel momento, sembravano due amanti dopo una notte di passione, ed invece erano due lottatori soddisfatti del loro combattimento.

“Domani parto” la informò. “Ormai ho racimolato abbastanza per tornarmene tranquillamente in Spagna.”

“Oh.” Esclamò la ragazza, con una nota contrariata nella voce. “Di già?”

“Colpa tua che mi paghi profumatamente.”

Lili aspirò un’altra boccata di fumo. “Beh, non pensavo andassi così di fretta.”

“Pamplona e la corsa dei tori mi attendono.” Spiegò, alzandosi a sedere. “Vado a fare una doccia.”

Gli sembrò di cogliere una smorfia contrariata nelle labbra della ragazza. “Dai, togli quel broncio. Ti lascio il mio numero, se vuoi. Così, nel caso tu passassi per la Spagna. Tanto per fare l’esame finale di spagnolo.” Ridacchiò. “Magari potremmo addirittura fare dell’altro, invece che prenderci a cazzotti.”

Lili alzò un sopracciglio “Tipo?”

Prueba a adivinar*.” Rispose ammiccante, dandole una pacca sulla coscia, prima di alzarsi e di dirigersi verso il bagno.

“Figurati se mi faccio 11 ore di aereo per te.” Gli urlò Lili prima che chiudesse la porta del bagno. Aspirò un’altra boccata di fumo, mettendosi a sedere a gambe incrociate.

Certo, Miguel aveva un fisico da urlo e l’indole sanguigna del suo carattere le suggeriva che poteva essere molto caliente anche in altre situazioni. Di certo sarebbe stato un ottimo trofeo se lei…

Lili guardò l’orologio, che segnava le 20.30. A quell’ora Hwoarang era sicuramente già tra le braccia di Asuka. Strinse il pugno con rabbia.

Lui l’aveva ignorata. Lui l’aveva rifiutata. In favore di quella scialba ragazzina di Osaka, la stessa che figurava tra le sue poche conoscenza giapponesi e con la quale condivideva scuola, passione per la lotta e presunte amiche.

La stessa che avrebbe dovuto coprire quella sera. Un’idea di Xiao, solita insulsa romantica.

Spense la sigaretta a terra con un gesto nervoso e arrabbiato. Che senso aveva attendere quell’idiota di un rosso, lasciarsi sfuggire un pezzo di ragazzo come quello spagnolo sotto la doccia a tre metri da lei?

Il solo il pensiero di lui a letto con Asuka le dava la pelle d’oca. Non si era mai sentita così nei confronti di un ragazzo; di solito loro impazzivano per un suo sguardo, e l’essere annoverati tra le sue conquiste era un privilegio che solo i migliori avevano potuto avere.

Lili Rocherfort non si concedeva a chiunque… lei aveva facoltà di scelta su una vasta gamma, neppure fossero stati uno dei suoi capi d’abbigliamento alla moda che componevano il suo guardaroba.

Eccolo li, un altro dei suoi vizi che non riusciva proprio a smettere: pensare ai ragazzi come a pezzi di carne, come a merce di scambio e di conquista. Era fottutamente gratificante vedere le loro espressioni ebeti al suo passaggio, quando ancheggiava nelle sue minigonne da lolita e scuoteva la chioma dorata, sbattendo le lunghe ciglia.

I ragazzi che lei sceglieva erano influenti, belli e soprattutto invidiabili.

Hwoarang apparteneva solo ad una di queste categorie, ma l’aveva colpito sin da subito. Ribelle, sicuro di sé, un fisico mozzafiato e un incredibile lottatore.

Completamente andato per un’arrogante verginella nipponica. Che tanto casta non la sarebbe più stata a partire da quella sera.

Fanculo” sibilò, più rivolta a sé stessa e alla sua insulsa ossessione per quel ragazzo che ad altri.

L’acqua della doccia aveva iniziato a scrosciare. Lili si alzò in piedi, camminando in punta di piedi verso la porta del bagno. L’aprì appena, curiosando. Tra il vapore poteva indovinare il corpo abbronzato di Miguel al di là del plexiglass del box doccia, i muscoli percorsi da migliaia di gocce d’acqua. Entrò, chiudendo la porta alle sue spalle, scivolando fuori dalle scarpe e abbandonando i vestiti uno dietro l’altro.

Chiodo scaccia chiodo. Pensò con un sorrisetto, aprendo la porta del box e scivolando al suo interno con Miguel.

 

 

 

A scrivere questo insulso capitolo sono quasi morta.

Miguel mi fa sangue, ma sangue veramente. Fosse in carne ed ossa dovrebbe temere seriamente un mio assalto sotto casa. SLURP.

Lili non è il mio personaggio preferito, mi ricorda una mia ex compagna di scuola che non sopportavo, ma tant’è.

Grazie, Grazie, Grazie a…

LOTTI: Grazie mille per la tua recensione… cercherò comunque di far comparire Hwo e Asuka qua e là… Ah, e non ti impressionare, ‘quel passaggio’ dura pochi secondi… e ne vale la pena.

ANGEL: Grazie per la fiducia…spero di non deluderti tesoro!

LILI: Merci!!! Spero che anche questa parte sia di tuo gradimento!!!

 

*Prueba a Advinar: Prova ad indovinare: devo riprendere in mano il mio spagnolo, cazzarola

A la prochaine!!!

EC

 

   
 
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