Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: KikiNovacaine    22/12/2009    4 recensioni
Amavo la musica piu di ogni altra cosa al mondo, ogni momento importante della mia vita mi trovavo, spontaneamente, a collegarlo con le parole di una canzone: una per l'amore sofferto, una per quello deludente, una per quello passato o per quello che verrà; una per quell'amico speciale, una per quello leale, una per quello che sa esserci sempre e per quello che, invece, non c'è mai.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardare Kaylie, mentre si muoveva sicura sulla trave, era una di quelle cose che avrei potuto fare in eterno.

Il modo in cui si destreggiava su quei dieci centimetri di legno, senza traccia di paura sul volto era, per me, qualcosa di veramente incomprensibile.

Nessuno dovrebbe essere capace di fare ciò che a lei, invece, riusciva con una naturalezza ineguagliabile.

D’altro canto, se era l’attuale campionessa mondiale di quell’attrezzo, che con il tempo era divenuto la sua specialità, una ragione doveva pur esserci

La osservai mentre effettuava una perfetta uscita e non potei fare a meno di sorridere, orgoglioso di quel concentrato di grazia ed energia.

Bree, d’altro canto, non era da meno.

Era la regina incontrastata delle parallele, ma in quel momento era alle prese con il volteggio, cosa che odiavo.

Da quando, circa sei mesi prima, era tornata in palestra dopo il brutto infortunio che aveva subito, non ero più stato in grado di guardare un suo esercizio al volteggio.

La paura di vederla, di nuovo, stesa a terra, priva di conoscenza, mi assaliva ogni volta.

La vidi prendere la rincorsa e percorrere quei venticinque metri, con uno sguardo serio e deciso. Uno sguardo che assumeva solo quando era alle prese con ul suo più grande amore.

La ginnastica artistica era l'unica cosa che contava per quelle due, avevano in corpo una passione e una devozione incredibile per quello sport. Era davvero tutto per loro.

Nonappena vidi Bridget terminare la fase di prevolo e darsi la spinta sulla pedana, posta davanti all’attrezzo, chiusi violentemente gli occhi, in attesa di sentire il suo arrivo al suolo.
Sana e salva.

-Ehi Nate!-

Mi voltai immediatamente alla mia sinistra, trovandomi davanti mio fratello Matt.

-Che ci fai qui?- gli chiesi stupito.

Poche volte Matt aveva messo piede in quella palestra, vederlo li era veramente insolito.

-Il capo chiama a raccolta- disse

-Ti ha detto cosa vuole, questa volta?-

-Nah, sai com’è fatta- commentò –Ha solo detto che ci deve parlare urgentemente-

Sbuffai sonoramente, guardarndolo di sottecchi, prima di lanciare una rapida occhiata alle ragazze.

-Hey ambasciator non porta pena- si discolpò lui

-Lo so- borbottai raccogliendo il mio giacchetto –Dai muoviamoci che tra un’ora finiscono-

-Non capirò mai come fai a startene ogni sacrosanto giorno qui a guardarle mentre si allenano-

-Ehi, non è colpa mia se hanno un non so che di poetico-

-Si come no!- disse, sogghignando, mentre ci affrettavamo a raggiungere la macchina.



-Kay, hai visto Nate?- chiesi

-Uhm, non di recente- rispose lei –L’ho visto andare via circa un’ora fa con Matt, la madre li avrà chiamati a raccolta-

-Come sempre- commentai, aprendo lo sportello della macchina di Kaylie e lanciandoci dentro il borsone lilla.

-Sai, oggi mi sono resa conto che Nate ancora non l’ha superata- iniziò a parlare dopo minuti di silenzio.

-Cosa?-

-La storia del volteggio, ha il terrore dipinto in faccia ogni volta che ti avvicini al tumbling, per non parlare di quando fai il prevolo! – sogghignò

-Non capisco per quale motivo la prenda così! Sono io quella che si è spiaccicata al suolo, dovrei essere io quella terrorizzata! Invece eccoli li che chiude gli occhi ogni volta-

-Lo conosci Bree, come minimo si sarà rivisto la scena di te, stesa a terra, un milione di volte nella sua testa- lo difere Kay.

Nell’abitacolo della Q5 iniziarono a risuonare le note di “I Don’t Wanna Miss a Thing” degli Aerosmith e ci lasciammo cullare dalle dolci parole di quella canzone.

-Ci pensi mai che le prossime probabilmente saranno le nostre ultime olimpiadi?- le chiesi improvvisamente

-Ogni singolo giorno, Bree-

-Cosa faremo poi?-

-Non lo so-

Il silenzio tornò a regnare sovrano tra di noi, enrambe troppo prese a pensare ad un domani di cui non sapevamo nulla.



Lasciai la macchina sul vialetto, prendemmo i borsoni e ci avviammo verso la porta, pregustando un rilassante bagno caldo.

Alzai lo sguardo e vidi Nate, seduto sugli scalini della veranda, con lo sguardo spento e perso. Fissava un punto indeterminato.

-Ecco dov’era!- dissi a Bridget

La vidi annuire e saltare in braccio a Nate, quello era indubbiamente il suo modo per tentare di confortarlo per quanto successo in palestra.

-Ragazze, devo parlarvi-

Raramente avevo visto quell’espressione seria sulla sua faccia e, di solito, non prometteva nulla di buono.

-Che succede?- chiesi allarmata, aprendo la porta di casa

-Notizie dirette dal grande capo- rispose

-Immaginavamo che avesse indetto una riunione straordinaria- commentò Bree –qual’era l’urgente comunicazione questa volta?-

-Ci trasferiamo a New York- disse lapidario

-Si certo come no-

-Non è uno scherzo Bridget, sono serio-

Continuavo a guardare la scena, senza riuscire a dire nulla.
Non riuscivo a comprendere quelle semplici parole, non riuscivo ad immaginare la mia vita senza una parte di me così grande e consolidata.

Mi alzai dal divano e, come qualche ora prima, li lasciai soli per andarmi a rifuggiare in camera.
Chiusi a chiave la porta e, ancora una volta, mi lasciai cullare dalle note di una canzone mentre mi immersi totalmente nell’acqua calda, cercando, inutilmente, di dimenticare quanto appena successo.



-Direi che non l’ha presa affatto bene-

-Nate come puoi anche solo aver pensato che l’avrebbe presa bene, che l’avremmo presa bene?!- mi riprese Bree

-Non l’ho pensato, ma devo dire che speravo la prendesse un po’ meglio- le spiegai –Bree, sai quanto è sensibile, basta poco a farla crollare!-

-C’è qualcos'altro Nate?- mi chiese improvvisamente

Era impressionante quanto a fondo mi conoscesse.

-Bree…-

-Nate, almeno a me puoi dirlo-

-Sono malato- le dissi –Leucemia-

Vidi i suoi occhi riempirsi, rapidamente, di lacrime che iniziarono a scenderle, copiosamente, sul volto.

Non riuscivo a vederla cosi.
La strinsi in un silenzioso abbraccio, iniziando a cullarla dolcemente nel tentativo di calmarla almeno un po’.

Passammo così gran parte del tempo, fino a quando riprese a parlare.

-Perché vai a New York, Nate?-

-Mia madre dice che li c’è un dottore, uno specialista-

-Ed è veramente così bravo?-

-A quanto pare è il migliore nel suo campo-

-Capisco- mormorò –quando partirete?-

-Tra due settimane- confessai

Si strinse ancora di più contro il mio petto e le circondai le spalle, cercando di godermi tutto il tempo che ci era rimasto da passare insieme.

”I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure”





Mi strinsi nell’accappatoio viola, che avevo acquistato pochi giorni prima, e mi frizionai i capelli nel tentativo di asciugarli un po’.

Andai verso lo stereo e cambiai CD, inserendo la compilation di canzoni tristi che ero solita sentire nei giorni più bui.

Le note di Untitled dei Simple Plan iniziarono a risuonare nella camera.

Alzai il volume e iniziai a pettinare i capelli, prima di indossare il pigiama e infilarmi sotto le coperte.

-Kay?-

Non risposi.
Volevo che quella giornata terminasse il prima possibile, volevo dimenticare.

Lo volevo con tutta me stessa.



-Non risponde- mi comunicò Bree, tornando sul divano accanto a me.

-Non fa niente- le dissi- vieni qui, dai-

Si sdraiò, poggiando la sua testa sulle mie gambe e intrappolando la mia mano nella sua.

-Ti voglio bene, lo sai vero?- sussurrò

Mi chinai su di lei, poggiando le mie labbra sulla sua fronte, prima di mettermi comodo, tenendola stretta a me.

-Anche io ti voglio bene, Bridget, non dubitarne mai-

-Notte Jonas-

La sentii stringere ancora più forte la mia mano, pochi minuti dopo il suo respiro si fece più profondo. Dormiva.

Chiusi gli occhi anche io e, cercando di concentrarmi sul ritmo del suo cuore che batteva regolare, la raggiunsi nei miei sogni.

”I just wanna be with you
Right here with you just like this
I just wanna hold you close
Feel your heart so close to mine
And just stay here in this moment for all the rest of time

Aerosmith – I Don’t Wanna Miss a Thing





Ed ecco il secondo capitolo, spero piaccia e spero porti qualche recensione,
anche perché ragazze la mia autostima, che gia normalmente è a livelli che rasentano il nucleo terrestre
sta veramente scendendo ancora più in basso :(

Detto questo, ringrazio veramente tanto Maggie_Lullaby per la sua prima, ed unica direi, recensione
Significa veramente moltissimo per me :)
Beh, alla prossima.. forse.

  
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