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Autore: lupa bianca    22/12/2009    6 recensioni
Il primo giorno da insegnante a Hogwarts del nostro Severus Piton
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PRIMO GIORNO DI SCUOLA

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

 

Il ventunenne Severus Piton sedeva nella sala insegnanti di Hogwarts. Quello era il suo primo giorno da professore nella prestigiosa scuola di magia, e Severus fissava il fuoco nel camino con il solito sguardo freddo e distante, ma che in realtà nascondeva un profondo turbamento. Alcuni avevano osteggiato la sua assunzione, a causa della sua giovane età, ma il preside Silente sembrava nutrire totale fiducia in lui e, grazie alla stima che tutti provavano per Albus, i componenti del corpo docente avevano accettato con serenità la sua scelta. Eppure Severus era tormentato; non per il timore di non essere adatto a quel ruolo, ma per le circostanze in cui gli era stato assegnato: Lily, la donna che amava, era in pericolo di vita per colpa sua, e lui aveva bisogno di una copertura per poter essere esonerato dalle riunioni dei Mangiamorte, durante le quali si compivano delitti talmente efferati da non poter tollerare di essere presente. Per fortuna Silente l’aveva accolto sotto la sua ala, e Severus, fingendo di essere una spia per Voldemort, aveva una buona scusa per tenersi lontano dal suo odiato padrone, fattore di vitale importanza, dato che il giovane non aveva ancora affinato del tutto le sue doti da Occlumante.

Mancava ancora una mezz’ora all’inizio della mattinata,  e Severus aveva già deciso quale sarebbe stato l’argomento della sua lezione con i giovani Serpeverde e Corvonero del primo anno: avrebbe verificato le loro conoscenze generali e li avrebbe subito messi all’opera con una pozione piuttosto complicata per dei principianti, in modo che non si facessero un’idea sbagliata della materia, e capissero che li avrebbe fatti lavorare sodo.

Severus non era il tipo da sorrisi e discorsi di benvenuto; e comunque il preside li aveva già rassicurati a sufficienza la sera prima.

Sentì dei passi alle sue spalle e Minerva McGranitt entrò nella stanza.

“Buongiorno Severus,” lo salutò in tono affettuoso ma deciso.

“Buongiorno Professoressa McGranitt”, rispose lui, pacato.

“Oh, chiamami pure Minerva, Severus, ora siamo colleghi.” Gli disse con un sorriso.

Piton annuì. La McGranitt gli era sempre piaciuta. Nonostante non avesse mai amato alla follia Trasfigurazione, (pur avendo il massimo dei voti anche in quella, naturalmente), stimava molto l’insegnante per i suoi modi severi ma giusti, per la sua capacità di capire le persone con uno sguardo e per la sua ferma autorevolezza.

Dal canto suo, Minerva provava affetto per Severus, non soltanto per i suoi eccellenti risultati scolastici e i suoi modi educati, ma perché quel ragazzino solitario, cupo e a volte malinconico mostrava una profonda sensibilità e grande intelligenza.

Con il passare dei minuti, la sala cominciò a riempirsi. Tutti sembravano di buon umore e lo salutavano, chi con affetto, chi con distacco, chi per mera formalità.

Accanto a lui la professoressa Vector di Aritmanzia  e Vitious di Incantesimi chiacchieravano con leggerezza del banchetto di inizio anno della sera prima, e della performance di Silente che si era unito al coro della scuola.

Severus non si inserì nel discorso; non aveva proprio voglia di socializzare.

Quando la torre campanaria suonò le otto, tutti raccolsero i libri e si avviarono alle rispettive aule. Severus attese che la sala si svuotasse, e notò che anche la McGranitt si era attardata e lo fissava con sguardo serio.

Minerva si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla; Severus si irrigidì. Non era affatto avvezzo a ricevere gesti di affetto e di conforto.

“Spero ti troverai bene qui, Severus” gli disse.

Lui non rispose;  si limitò a un cenno indistinto del capo.

Certo che si sarebbe trovato bene a Hogwarts, l’unico posto che avesse mai potuto chiamare casa, se solo in quel momento la sua vita non gli stesse crollando addosso: la preoccupazione per Lily e per ciò che stava combinando Voldemort lo consumava, per non parlare del senso di colpa, che sembrava avergli spalancato una perenne voragine nel petto.

Ma naturalmente non disse tutto questo a Minerva, che gli lanciò un ultimo sguardo che pareva preoccupato e con un sospiro uscì dalla stanza.

Severus, varcando la soglia, si trovò faccia a faccia con Silente.

“Buongiorno Albus,” lo salutò in tono neutro.

“Ciao ragazzo mio”, gli rispose con un brillio negli occhi.

Il giovane aveva fatto appena due passi quando Silente lo richiamò.

“Ah, Severus, volevo dirti che ho fatto spostare l’ aula di pozioni; quella nuova è più spaziosa ed è proprio accanto al tuo ufficio, spero ti piacerà ed è molto più comoda da raggiungere.”

“Grazie preside,” rispose Severus con un sopracciglio alzato.

A chi pensava di darla a bere Silente? Severus ci avrebbe scommesso che la sua iniziativa non era stata dettata affatto dalla preoccupazione per la sua comodità, ma da motivi assai più profondi.

La vecchia aula di pozioni era satura di ricordi dolorosi per Severus: gli innumerevoli finesettimana passati con Lily a sperimentare nuove pozioni, solo loro due, quando lei era spensierata, dolce e sua più fedele amica, quando lui ancora non era stato avvelenato dalla malignità dei suoi compagni aspiranti Mangiamorte, e non avevano preoccupazioni se non quelle scolastiche; e poi le cene del Luma Club, momenti di gloria per l’ambizioso ragazzino che era stato, in cui aveva l’occasione di dimostrare le sue capacità in pubblico alla presenza di Lily.

Tipico di Albus avere l’accortezza di evitargli quel dolore, e la delicatezza di farla passare per una sua spontanea iniziativa.

Ma forse l’aveva fatto per salvaguardare l’incolumità dei suoi studenti, che altrimenti l’avrebbero trovato di umore ancor più nero.

Severus sbuffò scuotendo la testa e si avviò alla sua aula.

Fermandosi davanti alla porta, si concentrò per scacciare la tristezza e le preoccupazioni, per indossare la sua maschera fatta di sguardi duri e parole taglienti, di modi bruschi e sprezzanti.  Fece un respiro profondo, e varcò la soglia.

 

 

Allora? Vi è piaciuta? O almeno non vi ha fatto schifo? ? Me lo lasciate un commentino-ino-ino? Please! E’ la prima fanfiction che scrivo, fino ad ora mi ero limitata a tradurre le opere di fanwriters molto più brave di me.  T_T

Buone feste a tutti i fantastici frequentatori di EFP e lasciate un’opinione, mi raccomando! ?

 

  
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