Your Kiss Kills Me When .. Desire!
Capitolo 6
Paura.
Lo vedo immediatamente, disteso sul letto.
Sta riposando, il suo respiro lento e
regolare me lo conferma. Avanzo di qualche passo e mi ritrovo davanti a lui. Ha
qualche ferita; c’è una benda che gli ricopre la fronte, e parecchi tagli
dispersi in gran parte del volto e del collo. Le sue mani sono fasciate da
delle bende pulite. Vedere tutto ciò per me non è affatto un bello spettacolo,
tutt’altro; mi sento ancor peggio di quanto avessi mai potuto immaginare. I
suoi tagli fisici sono lo specchio di tutte le ferite che sento dentro, di
tutto quell’odio che sento agitarsi contro me stessa.
Mi soffermo ad osservare qualche particolare
del suo volto che mi è sempre piaciuto.
I suoi capelli sono morbidi come sembrano?
Allungo una mano, troppo presa dal desiderio di accarezzarglieli da poter
essere fermata dalla timidezza. Accarezzandoglieli mi accorgo che sì, sono davvero morbidi come danno a sembrare.
Assorta nei miei pensieri, lo vedo aprire gli occhi con un sussulto. È forse ..
spaventato? I suoi occhi sembrano rivelare molto più di quanto io in realtà
desideri sapere.
“Ehi.”
“Ciao.”
A volte sembri
tu quella che è stata quasi appena ammazzata in un incidente, Kristen.
Oh, grazie. Mi raccomando, i tuoi commenti sono sempre
graditi.
“Allora..ehm come stai?”
Che domanda
sciocca.
“Abbastanza bene, direi.”
Vederlo così.. ferito mi fa troppo dispiacere; sento le parole incastrate in gola, il fiato
debole e stanco.
Ma devo
prendere coraggio. Non posso comportarmi da vigliacca, perché non lo sono.
“Robert io…”
“Senti Kristen, non è il caso di scusarsi.” Mi interrompe
immediatamente, e così facendo mi rende così
difficili le cose, come se non fossero già abbastanza complicate!
“Non è colpa tua, Kristen.”
Non ce la faccio più.
“Oh, e così non sarebbe colpa mia? Di chi credi sia la
colpa? È..”
Le parole mi muoiono in gola. Quello che tento di dire è
davvero troppo difficile. Mi tormento le mani, cerco di raccogliere qualche
parola mentre con gli occhi vago per la
stanza buia.
Un suo sguardo di incoraggiamento mi invita a proseguire
il discorso.
“Senti Robert, io non volevo. Mi dispiace per tutto ciò
che è successo, mi dispiace per averti ridotto in questo stato.. ma non volevo.
Io non ho mai voluto niente di tutto quello
che è accaduto.”
I suoi occhi si fanno più cupi, quasi sofferenti.
Perché.. perché quell’espressione? Perché mi guarda in quel modo?
“A cosa ti riferisci..?” Mi sussurra.
“A tutto quello che.. voglio dire, a ciò che è successo.
A quello che è accaduto fra di noi, non meno di due settimane fa.” Bene, ho detto tutto.
Quasi tutto,
Kristen.
“Non… cosa? Cioè, tu non hai mai voluto nulla? Quello chè
è successo… non l’hai mai voluto? Non ti è mai piaciuto?” I suoi occhi feriti bruciano nell’oscurità
della stanza.
So che il loro ricordo mi tormenterà in ogni momento.
“No, forse no.”
Guardo in basso, fisso le mattonelle del pavimento. Mi vergogno troppo
per osare guardarlo negli occhi. Ma forse non è solo la vergogna; è qualcosa
d’altro, qualcosa che mi rifiuto di provare a pensare perché ne ho troppa
paura. La questione si ingigantirebbe, e non è assolutamente quello che voglio.
Preferisco lasciar riposare questa cosa nel buio della mia testa, non posso
permettermi di correre un simile pericolo. Non posso pensare di rimanerne
ferita, non è affatto ciò che mi serve in questo momento. Dopotutto, se non si
provano emozioni, non si rischia di rimanerne scottati.
Non lo sento più parlare. Questo mi spinge ad alzare la
testa, e a tentare di scoprire a cosa stia pensando. La visione non è affatto
consolatoria: i suoi occhi sono spenti, fissi sulle coperte del letto.
Avvicino la mia mano alla sua, ma Robert riprende subito
animo. Mi fissa con occhi ostili, e allontana subito la sua mano
dalla presa della mia.
La sua espressione, i suoi gesti.. fanno male. Mi
colpiscono proprio lì, dove c’è il mio cuore.
Ma lo sento! È proprio questo ciò che mi mette in
discussione. La vitalità di questo
sentimento, seppur così tanto dolorosa, mi ravviva. Mi fa capire, assieme ad
uno sguardo di cui non posso ormai più fare a meno, che questo è tutto ciò che
voglio. Voglio lui, voglio provare
sentimenti. Voglio sentirmi così viva come mi sento ora, seppur nel dolore.
Tutto ciò mi si agita nel petto come un vortice, e sento
quasi le vertigini che mi impediscono di rimanere in piedi.
Sì, e voglio lui. Voglio solo lui. Lui che mi fa sentire
così bene, così male, così talmente piena di emozioni da poter scoppiare!
Ma perché diavolo ho mai pensato di poter rinunciare a
lui? Come potevo pensare di non avere l’unica persona per la quale valesse la
pena svegliarsi alla mattina? L’unica persona che.. mi fa sentire viva. Ed il
pensiero di tutto ciò che gli ho fatto e gli ho detto mi uccide.
E mi lascia un tale disgusto! Oh! Dio solo sa quanto!
Ma Kris.. se ti
sforzi bene bene ce la puoi fare, non credi? Puoi.. beh dirgli tutto. Non
sarebbe una cattiva idea. Almeno, per quanto riguarda la tua igiene mentale.
Oh, taci. Mi sento così rinvigorita da mettermi a
rispondere a quella insopportabile vocina.
Che comunque ha ragione.
“Robert, io…”
“Oh, stai zitta. Non voglio più sentirti parlare.”
Qualcosa di grosso e pesante si incastra nella mia pancia
e nella mia gola, e qualcos’ altro di pungente sale nei miei occhi. Ci riprovo.
“No, senti..”
“Non voglio più vederti. Mi hai capito?”
“No, non capisci! Lasc..”
“Cosa cazzo non capisco, Kristen?!”
“Lasciami parlare. Ti prego.” Prendo la sua mano nelle
mie e gliela stringo. “Ti prego.”
Forse incuriosito, forse animato da qualsiasi altra cosa,
alza la testa e con gli occhi mi invita a parlare. Non mi sarei aspettata che
accettasse di starmi ad ascoltare.
“Robert, io… ho sbagliato tutto.” Con un sorriso di
derisione per me stessa, tento di spiegargli tutto.
“Vedi, quello che ho detto prima è vero. Effettivamente
io non ho mai voluto che nulla di quello che è successo fosse accaduto.”
I suoi occhi ritornano spenti, sembrano perdere quella
debole speranza di cui poco prima erano animati.
“Ma.. non mi fraintendere. Non ho mai voluto che nulla
accadesse perché.. beh perché ed essere sincera non volevo provare. Non volevo provare niente. Assolutamente
niente. Nessuna emozione; né piacere, né gioia, né passione, se tutto ciò
poteva evitare di farmi provare dolore.
Penso che il dolore sia ciò di cui io abbia più paura, forse perché ne
ho provato troppo. E certo, paura del dolore.. ma soprattutto paura di
perdere.. te.”
Abbasso gli occhi a terra. Bene. Ce l’ho fatta. Gliel’ho
detto. E mi sento così… oppressa.
Perché?! Non mi dovrei sentire magnificamente libera e serena?
Lui si rianima, i suoi occhi, ora brillanti, mi cercano.
Con una mano calda mi prende per il mento e mi fa alzare
il viso per poterlo guardare negli occhi. “Cos’hai detto?”
Il vigore che vedo in lui arriva anche a me, e prendo
coraggio per continuare il discorso. “ Voglio dirti che.. ho sempre cercato di
allontanarti. Anche adesso, non vedi? Tendo sempre a fare la stessa cosa. Tendo
ad allontanarti, per evitare di ferirmi. Ma tutto quello che voglio.. sei tu.
Ti ho voluto da sempre, ma non l’ho mai voluto ammettere. Ho lasciato che
questo sentimento rimanesse ai margini della mia mente perché non ne volevo
tener conto. Non ne volevo sapere di te, perché non volevo soffrire. Volevo
evitare in tutti i modi di rischiare di soffrire. Lo so, può essere una cosa
stupida, infantile, senza senso..”
“Ecco il termine esatto. Senza senso.” Mi interrompe con
un sorriso sulle labbra.
“Sì, senza senso.. ma era l’unica cosa che potevo fare.
Mi capisci..?” Mi passo una mano fra i capelli per allentare la tensione che
sale e continua a crescere, ma..
Ma un suo sorriso l’annulla. Mi annulla completamente
perché mi perdo in esso. Dio, a quanto ho rinunciato finora. L’ho capito solo adesso.
A quanto cavolo
ho rinunciato.
La sua mano, calda e soffice, mi tira verso di lui.
E la sua bocca rosea, così tremendamente bella da non poter
essere concepita da alcuno, è il centro del mio universo, e mi attira a sé.
Ed io, volentieri, accetto.
E scopro quanto possano mai essere morbide le labbra di
un uomo.