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Autore: Maggie_Lullaby    23/12/2009    13 recensioni
- Ti sei mai chiesto quanto sia bella la luna, Nick? - domandò Maggie, gli occhi verdi rivolti verso il cielo. - Io, oramai, la guardo tutte le sere, ed è incredibile le cose che possono succedere semplicemente guardandola.
Fra lacrime, litigi, ritorni e relazioni sul filo di un rasoio l'unica cosa che può resistere, forse, è l'amore.
Sequel di Brothers and Sisters
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Eccomi di nuovo, questa volta davvero è l'ultima prima di Natale, ma ho voluto farvi o farmi (dipende sempre dai punti di vista xD) un regalo di Natale anticipato.

Già in questo capitolo le cose si fanno difficili... possiamo dire che questo è il vero primo capitolo e l'altro una specie di proloogo.

Sono davvero davvero contenta per tutte le recensioni che mi avete lasciato!! *-* 11 in un solo capitolo, 10 preferiti e 3 seguite, grazie mille!!

Passo subito ai ringraziamenti e vi lascio al capitolo, e ancora grazie!!

lolly_pop: ehi, non ti preoccupare, ti capisco perfettamente! Ci sentiamo e grazie per i complimenti!! Un bacio!

KikiNovacaine: davvero immaginavi così Lexi?? Meno male, credevo che non fosse come l'ho descritta fin ora dato che non ho mai accennato alle sue lentiggini... O.o Grazie per i complimenti!! Più sotto un avviso che spero ti faccia piacere anche se non me l'hai chiesto, se vuoi lo cancello, basta che me lo dici! Un bacio!

stellalilly: anche da te nevica? Evvai, non sono l'unica bloccata in casa dal gelo!! :) :) sono contenta di averti fatta felice, davvero!! E ti sprono anche qui ad aggiornare presto la tua fic perchè qui sto avendo un attacco di panico!! Un bacio!

BENNYY: oddio grazie per tutti i tuoi splendidi complimenti *-* Grazie, mi fai felicissima!!! Come vedi ho aggiornato abbastanza presto... spero ti abbia fatto piacere! Un bacio!

nes95: uhm, dammi il tempo di fare la valigia, arrivoooo!!! xD xD allora ti è piaciuto questo capitolo che ti ho mandato in anteprima?? Volevo spiegarti meglio la situazione, ma facebook è impazzito... O.O Un bacione!

jonas_princess: Lexi certo che è andata fuori di testa, naturale! Come me del resto xD Non ti preoccupare, e Buon Natale anche a te!! Un bacio!

_Crazy_Dona_: graaaazie, mi fai arrossire, davvero!! Mi sta colando anche una lacrima di emozione! Sono così felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Spero sia lo stesso anche per questo!! Un bacione!

MeneguzzinaJonassina: ancora mi devo abituare al fatto che io sia la tua scrittrice preferita, davvero, non riesco a capire il motivo! Ma grazie, grazie grazie grazie grazie grazie di tutto!! Per i complimenti, per il sostegno... grazie!! Un bacione!

Danger_Dreamer_93: che bello una nuova recensitrice (se si dice così e sempre se esista questa parola!)!! Grazie per tutti i complimenti e per aver messo questa fic fra i preferiti *__* Non ti preoccupare se non commenti sempre, ti capisco perfettamente! Un bacio!

Melmon: e come vedi eccomi qui prima di Gennaio! Grazie di tutto, al solito, davvero!! Un bacio!

annina94: sìsìsìsì se aggiorni Hey Baby prima di Natale vengo da te e nemmeno so che ti faccio dalla gioia!!! Ti voglio bene anche io!!! Un bacione!

Scusate la brevità ma mia madre alle 11 del mattino ha deciso che devo scegliere il menù di Natale e devo passare la giornata a decidere fra due cose fondamentali: meglio la carne o il pesce? Questo è il dilemma! Seriamente, avete qualche consiglio?? Grazie!

Capitolo 2. Surprise


- Taxi! - urlò Lexi, cercando di attirare l'attenzione di un veicolo giallo che sostava accanto a un marciapiede, sporgendosi verso di lui e muovendo frenetica le braccia. Quello non la notò nemmeno e rimase al suo posto. - Ma com'è possibile che il servizio dei mezzi di trasporto di questa città sia così scadente? - sbottò la rossa, rivolta alle sue sorelle, appoggiata alla loro moltitudine di bagagli.

Maryl alzò le spalle, scostandosi i capelli dagli occhi.

- So solo che sono stanca – sbadigliò, mettendosi una mano davanti alla bocca.

Maggie annuì, come in trance, mentre giocherellava con una catenina stretta al collo, regalo che le aveva fatto Nick quando erano stati una settimana a Londra, da soli.

Lexi, le raggiunse, prendendo il suo bagaglio e portandolo vicino all'orlo del marciapiede, per poi mettersi a strepitare verso l'ennesimo taxi che passava e la ignorava bellamente.

- Lascia fare a me – disse la ventunenne, avvicinandosi a lei e trasportando con sé una delle sue tante valige, poi fece un cenno a un taxi che stava passando lì poco distante, schioccando le dita.

Neanche a dirlo quello si fermò subito davanti a lei, facendone uscire un autista robusto e calvo, con una barba folta e la maglietta sudaticcia.

- Posso aiutarla, signorina? - chiese accennando a un sorriso.

La bionda sorrise raggiante e gli indicò con un gesto di sufficienza i bagagli dietro di lei.

- Prego, potrebbe metterli lei a bordo, sono un po' pesanti – disse con voce angelica e sbattendo le ciglia folte più volte.

Il tassista annuì frastornato e ubbidì, mentre le tre sorelle salivano a bordo, Maggie e Lexi che osservavano Maryl quasi fosse una strana creatura pericolosa.

- Che c'è? - chiese la bionda, accorgendosi delle loro occhiate.

- Come hai fatto? - disse Lexi, puntellandola con l'indice di una mano. - Sembrava una classica scena da film di serie B.

Maryl ridacchiò allegra.

- Oh, è una cosa che si impara nel tempo – sorrise, - il segreto è fare gli occhi da cucciolo abbandonato.

Maggie sbatté le palpebre, ancora più perplessa, poi si lasciò cadere con la schiena sul sedile del taxi, passandosi una mano sulla faccia.

- Sono stanca... - si lamentò.

Quella mattina tutte e tre le sorelle Campbell si erano svegliate alle cinque del mattino, per salutare la famiglia Jonas che sarebbe partita dal Canada qualche ora prima di loro a causa di un servizio fotografico che li avrebbe impegnati nel primo pomeriggio.

Maryl le passò un braccio intorno alla vita e le baciò i capelli maternamente.

- Forse è meglio che appena siamo a casa andiamo a dormire, tutte quante – accennò a Lexi che stava guardando fuori dal finestrino.

- Ho capito, ho capito, niente Deep Purple sparati al massimo volume in salotto, va bene – accettò con una smorfia.

Il tassista risalì a bordo e, dopo aver ricevuto le indicazione dategli da Maryl, partì alla volta di casa Campbell.

Mentre la maggiore conversava con l'autista a proposito del tempo e del Canada, Maggie si era appisolata, la testa appoggiata contro il finestrino dell'auto e Lexi guardava il paesaggio a lei così familiare.

Erano state in Canada per qualche giorno, dal ventisei Dicembre sino al tre Gennaio, mentre il Natale era stato festeggiato ognuno per conto proprio su insistenza delle sorelle Campbell; sapevano che quella festività era molto importante per la famiglia Jonas, da festeggiare solo in famiglia, e non se la sentivano di spezzare quella tradizione, così avevano passato il Natale fra di loro come una volta, giocando a lanciarsi i popcorn e fare a lotta con i cuscini.

- Eccoci arrivati! - disse il tassista a un certo punto, parcheggiando al lato di una strada, davanti a una grande villa a due piani: casa Campbell. - Sono diciotto dollari, signorina.

Maryl estrasse la cifra richiesta dal portafoglio, e Lexi scosse piano la gemella ancora addormentata.

- Maggie, ehi, siamo arrivati... - disse a bassa voce, con dolcezza.

La mora grugnì e si destò piano, ancora assonnata.

- Di già?

Lexi annuì e con un lamento la diciassettenne uscì dal taxi, passandosi una mano fra i capelli.

Il tassista aiutò Maryl a scaricare le valige, che ci tenne a precisare pesavano sicuramente più del taxi, e le salutò con una mano, prima di ripartire alla volta dell'aeroporto.

Le tre sorelle si diressero verso casa, portando ognuna almeno un paio di bagagli, finché non furono davanti alla porta.

La bionda cercò in tasca le chiavi di casa, un mazzo scherzosamente decorato da un portachiavi peloso enorme, e le infilò nella serratura.

- Ma che cosa...? - chiese la ventunenne, guardando il salotto di casa completamente diverso da come l'aveva lasciato quando era partita. Un paio di valige erano lasciate aperte nel bel mezzo della stanza e degli abiti suoi delle sue sorelle erano appesi all'attaccapanni.

- Che diavolo è successo qui? - sbottò Lexi, osservando il salotto.

Maggie si guardava intorno completamente stupita.

- Oh, voi dovete essere Maryl, Alexandra e Maggie! - esclamò una voce femminile, proveniente dalle scale.

Le tre sorelle si voltarono verso la voce in questione; una donna sui trent'anni dal bel viso a forma di cuore e un paio di occhi celesti le osservava sorridendo.

Indossava una vestaglia di seta bianca e ai piedi portava delle pantofole.

Le ragazze incrociarono gli occhi fra loro, sbigottite.

- Lei chi è? - tentò di dire educatamente Maggie, nello stesso momento in cui Lexi esclamava: - Che ci fa in casa nostra?!

La donna fece un sorriso ancora più raggiante.

- Oddio, perdonatemi, non mi sono presentata, piacere, sono Emily – si presentò, arrivando ai piedi delle scale, sperando in un cenno più amichevole delle ragazza. Sperò invano.

- Senta, lei potrebbe essere anche Jacqueline Kennedy per quel che me ne importa, ma che ci fai in casa nostra? - sbottò la rossa.

Emily fece un sorriso tirato.

- Avete tutto il diritto di essere adirate, scusate se mi trovate in simili condizioni, se avessi saputo del vostro arrivo mi sarei resa presentabile... - commentò.

Saputo del nostro arrivo? Ma se neanche la conosciamo!, strillò nella sua testa Lexi.

- Beh, io sono...

- Emily! - esclamò un'altra voce, dalla cucina.

Maggie si voltò verso di essa e rimase pietrificata al suo posto.

- Oh. Mio. Dio.


One thing I know

you never come back

(Never Come Back; Steve Kilbey)


Paul Senior guardava il suo orologio al polso con ansia, picchettandoci sopra con le dita.

- Oh Signore, ma dove si sono cacciati? - sbottò, rivolto alla moglie.

- Papà, posso sempre andare io in televisione, vero? Posso rispondere al posto loro a quelle domande, tante sono sempre le stesse! - saltò su Frankie, allegro.

- Figliolo, fidati che se i tuoi fratelli non si presentano entro i prossimi trenta secondi farò così – disse, sincero, passando una mano fra i capelli del minore.

Denise cinse la vita del marito con dolcezza.

- Caro, non ti preoccupare, staranno arrivando – gli disse, - saranno un po' nervosi tutto qui, e poi sono stanchi, si sono svegliati presto questa mattina...

Paul annuì con stanchezza, ma non appena vide i figli maggiori correre verso di lui si rianimò.

- Sbrigatevi! Stanno aspettando solo voi! - li incitò.

- Scusa, scusa! - esclamarono insieme, prendendo fiato, poi mediante una porta nascosta fecero il loro ingresso al programma TV che li aveva come ospiti quel giorno, Good Morning America, per la seconda volta in un paio d'anni.

Paul Senior e Denise fecero un sospiro di sollievo, mentre Frankie incrociava le braccia al petto, offeso.

Il conduttore era cambiato rispetto alla scorsa volta in cui erano stati lì i Jonas Brothers, ora era un uomo chiamato John.

- Buongiorno, ragazzi! - esclamò con gioia John, con evidente sollievo negli occhi, evidentemente non ce la faceva più a intrattenere la folla che li aspettava.

- Buongiorno – lo salutò cortesemente Nick, a nome anche dei fratelli, stringendogli la mano.

- Prego sedetevi – li invitò il conduttore, indicando le poltrone vicine a loro. - Come state?

- Bene grazie, tu? - chiese Joe, con un bel sorriso. Sapeva che Lexi lo stava guardando da casa, voleva fare un sorriso per lei.

- Bene, bene, avete passato delle belle vacanze? - si informò John, partendo subito in quarta con l'intervista, con non chalance.

- Sì, grazie, siamo stati in Canada per il Capodanno, con amici e parenti – spiegò invece Kevin. - Abbiamo organizzato una festa a Ottawa, il Canada in inverno è davvero bellissimo!

John sorrise e fece loro qualche domanda sulla festa, chiedendo cosa avessero fatto, ma soprattutto chi avessero invitato.

- Con voi a festeggiare il Capodanno c'erano anche le vostre tre belle? Maryl, Lexi e Maggie? - domandò curioso.

Kevin annuì.

- Sì, insieme a molti altri amici – meglio rimanere sul generico, anche se oramai tutti sapevano che i Jonas Brothers erano felicemente accoppiati con le tre sorelle Campbell.

- Bene, bene, e ditemi: i vostri genitori approvano le vostre relazioni con le vostre ragazze?

- Certo, altrimenti non usciremmo con loro, ascoltiamo sempre la loro opinione riguardanti alle nostre relazioni – disse Joe, serio.

Il conduttore riprese a parlare, questa volta spostando l'attenzione del pubblico sui loro futuri progetti lavorativi, come album, film e serie TV.

I Jonas furono ben felici di rispondere a queste domande, dicendo le loro opinioni e ricordando con un sorriso degli aneddoti avvenuti sul set di Camp Rock 2.

In un momento di silenzio all'improvviso dalla tasca dei pantaloni di Kevin partì una suoneria, Much Better.

John inarcò un sopracciglio.

- Scusate – disse il ventiduenne, sentendosi arrossire ed estraendo in fretta e furia il suo iPhone per metterlo in silenzioso, ma si fermò quando vide il nome del mittente del messaggio che gli era arrivato.

- Oh merda – gracchiò leggendo.

John lo fissò sbigottito, Paul Senior si sarebbe volentieri scavato la fossa da solo, mentre Denise si diede una manata in fronte.

Joe e Nick si irrigidirono. Loro fratello non avrebbe detto niente di simile se non fosse stato qualcosa di grave.

- Che succede? - chiese Nick, ansioso.

Gli occhi verdi del maggiore incrociarono quelli castani del diciassettenne.

- E' Lexi – disse, facendo venire un mezzo infarto al mezzano. - Sono a casa e... e con loro c'è il padre.


Stay away from my friends

[…] stay away from me

(Stay away; Rooney)


- P...papà? - disse Maggie con la voce un'ottava più acuta del solito.

Peter Campbell osservava le tre figlie sorpreso, già vestito con gli abiti da lavoro.

- Ragazze – disse, - come mai qui?

Come mai qui?! Ci abitiamo, cretino!, urlò Lexi nella sua testa, fulminandolo con un'occhiataccia.

- Siamo tornate dalle vacanze di Natale – disse seria Maryl, appena ripresosi dallo shock. - Tu non dovresti essere a Miami?

Peter fece un sorriso e incrociò gli occhi con quelli della donna.

Le tre ragazze non ci misero molto a fare due più due.

L'uomo non rispose.

- Vedo che avete già fatto la conoscenza di Emily – disse con un sorriso felice.

- Sì, abbiamo già avuto questo piacere – grugnì ironica Lexi, linciando con lo sguardo la donna.

- Oh bene, beh, volete sedervi dobbiamo dirvi un paio di cose – disse Peter.

Maggie trascinò di peso Lexi sino al divano, mentre Maryl lo raggiunse con finta calma e si lasciò cadere su una poltrona, incrociando le braccia al petto.

L'uomo sospirò, mentre Emily gli sorrideva incoraggiante.

- Bene, figliole, è giusto dirvi che da quando mi sono trasferito a Miami ho fatto la conoscenza di Emily, - iniziò. - E' stata molto gentile, mi ha aiutato con il trasloco e, beh, inutile che vi raccontiamo i dettagli, fatto sta' che abbiamo iniziato a convivere qualche mese fa.

La donna sembrava stesse per saltare di gioia, Maryl vedeva l'adorazione che provava nei confronti di suo padre.

- Vuoi continuare tu, Mily? - le propose Peter.

- Oh, beh, va bene – si schiarì la gola, - poco tempo fa ho scoperto di essere incinta e vostro padre ed io abbiamo deciso di sposarci.

Convivere. Incinta. Matrimonio. Queste erano le parole che rimbombavano nella testa di Maggie, Maryl e Lexi, gli occhi persi nel vuoto.

- Ci sposiamo fra un mese – aggiunse Peter, - a Miami.

Un mese.

- Perdona la franchezza, “papà” - disse Lexi facendo con le mani il segno delle virgolette alla parola 'papà', - ma a noi cosa può importare?

Peter la fissò, mentre il sorriso gli si scioglieva in viso.

- Vedo che non sei cambiata poi più di tanto, Alexandra – commentò amaramente, - ve l'ho detto perchè siete le mie figlie e perchè siete ovviamente invitate al matrimonio!

- Ah, ora ti ricordi di avere delle figlie, un anno dopo esserti trasferito quasi dall'altra parte degli Stati Uniti e senza mai fare una chiamata che fosse per Maggie o me, bravo! - le parole di Lexi erano piene di veleno. Odio e veleno.

- Alexandra! - protestò il padre.

- Vaffanculo! - urlò la rossa senza degnarlo di un'altra occhiata e scappando al piano superiore; poco dopo sì udì una porta che sbatteva che fece tremare il lampadario appeso al soffitto.

Emily sospirò, abbassando il capo sulle pantofole che portava ai piedi, scostandosi i capelli dagli occhi.

Peter sospirò e le cinse le spalle con dolcezza.

- Non ti preoccupare, Mily, le passerà... - disse, poi con la mano scivolò lungo il ventre della donna, - e nostro figlio sarà diverso da lei.

Maryl e Maggie osservarono la scena sbigottite, e con odio. Odio nei confronti del padre, odio nei confronti di quella donna, che in dieci minuti era riuscita a spezzare la perfetta armonia della vita delle tre sorelle.

Maggie guardò la mano del padre posata sul ventre della donna, gli occhi luminosi di pura gioia.

Un figlio. Quindi loro avrebbero avuto un fratello o una sorella? I Campbell sarebbero diventati quattro?

Si alzò e come un'automa salì le scale per andare in camera sua, mentre una lacrima le solcava il viso.

Possibile che suo padre avesse fatto una cosa simile?


Continua...

  
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