Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Sarren    23/12/2009    1 recensioni
Occhi freddi, spietati, privi di qualsiasi emozione umana; occhi di ghiaccio, puri e disumani.L'incontro con questi occhi, il ricordo di un tempo passato, di una vita diversa, prima di cambiare e il prezzo da pagare per la momentanea felicità che aveva conosciuto.Spero che questa breve storia che ho scritto vi piaccia, è il mio primo racconto che pubblico ma mi auguro che non sia l'ultimo ^_^.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Occhi freddi, spietati, privi di qualsiasi emozione umana, occhi di ghiaccio, puri e disumani.

Uno sguardo che non esprimeva né rancore né odio né altri sentimenti, ma solo l’intenzione di compiere il proprio dovere; questo era lo sguardo con cui mi guardava la persona davanti a me.

Non sapevo il suo nome, né la sua età o altro su di lui, non l’avevo mai incontrato prima di questo giorno, tuttavia lo conoscevo meglio di qualsiasi altro individuo avessi mai conosciuto prima; quegli occhi, quello sguardo…erano gli stessi che avevo avuto anch’io una volta; erano gli occhi di un assassino, di una macchina da guerra priva di sentimenti, di una persona educata a reprimere le proprie emozioni fino a cancellarle per diventare una perfetta arma mortale.

Da quanto tempo i miei occhi avevano perso quell’espressione, quanti anni erano passati dall’incontro con una giovane ragazza che mi aveva cambiato tanto? Ma soprattutto cosa aveva di speciale quella ragazza che mi sconvolse la vita?Io ero il sicario, lei il mio obiettivo. Punto. Niente di complicato.

E allora, perché esitai davanti a quella persona, perché non riuscii ad ucciderla? Eppure avevo ucciso senza pietà donne incinta, neonati piangenti di fronte alle loro madri imploranti, avevo torturato molti uomini senza esitare, avevo commesso i crimini più orribili senza provare nessun rimorso; ma, nonostante tutto ciò, non riuscivo ad uccidere quella ragazza.

Sul momento non capii il perché ma adesso so il motivo; ciò che mi impedì di ucciderla, furono i suoi occhi, il suo sguardo.

Occhi ardenti, decisi, pieni di voglia di vivere; occhi di fuoco, puri e risoluti.

Uno sguardo pieno di forza, di vita, d’intensi sentimenti, questo era lo sguardo con cui mi guardava.

Nonostante fossi lì davanti a lei con un’arma in pugno, nonostante la stessi per uccidere, il suo sguardo non vacillò mai, neppure per un attimo; mi guardava dritto negli occhi, nei miei occhi di ghiaccio, con aria di sfida. Nessuno prima d’allora aveva mai sostenuto il mio sguardo con tale ardore, con tale forza; tutte le altre persone avevano distolto i loro occhi, sconcertati dall’inumanità che vedevano nei miei.

Ma lei no, lei mantenne fisso il suo sguardo su di me, i suoi occhi di fuoco di fronte ai miei di ghiaccio. Fui io ad abbassare lo sguardo per primo, ad arrendermi di fronte a quel fuoco; i suoi occhi avevano risvegliato qualcosa in me che neppure anni d’addestramento finalizzati a sopprimere le proprie emozioni erano riusciti a cancellare completamente; il mio cuore, freddo e insensibili per molti anni, si riempì improvvisamente d’emozioni.

Quel giorno, in quel momento, smisi di essere un’arma e divenni un uomo.

E ora, a distanza di molto tempo da quel giorno, mi trovo davanti questo fantasma del passato, il me stesso di una volta, venuto per chiudere definitivamente i conti. In qualche modo sapevo che sarebbe successo, quel che ero stato non si poteva cancellare facilmente, avevo dovuto imparare a conviverci e adesso dovevo affrontarlo.

<< Sono qui per ucciderti >> parole fredde, vuote, prive di qualsiasi emozione come i suoi occhi.

<< Lo so >> risposi io. La mia voce è calma come il mio cuore, so cosa sta per succedere e lo accetto.

<< Ultime parole? >> il suo tono è piatto, le parole vengono pronunciate in modo automatico, dette non per interesse ma per dovere; quelle infatti erano le frasi tradizionali che c’insegnavano a pronunciare prima di uccidere un uomo; anch’io le avevo pronunciate molte volte. Molte volte? Quante volte?

Troppe, le ho pronunciate troppe volte, le mie mani sono sporche di sangue, sangue che non può venire via se non in un unico modo.

Mi sta guardando, aspetta che io dica o faccia qualcosa. Scuoto la testa, non ho niente da dire adesso.

Alza la pistola, prende un attimo la mira e poi spara; il colpo è preciso e letale, la pallottola colpisce il mio cuore e io cado a terra.

In fondo è giusto che finisca così, penso nei miei ultimi istanti di vita, l’assassino che tante persone ha ucciso viene ora ucciso nel medesimo modo di quelli, ed è anche giusto che, come furono occhi di fuoco a darmi nuova vita, così a togliermela siano occhi di ghiaccio, i miei stessi occhi di un tempo; sì, il cerchio così si è chiuso.

E un attimo prima di scivolare definitivamente nell’incoscienza rivedo chiaramente quegli occhi che mi fecero rinascere, che mi fecero conoscere il vero significato della parola “vita” e mi salvarono dal mio terribile destino di arma senza sentimenti; << Grazie >> mormoro piano << grazie per avermi fatto scoprire tutto questo. >> Chiudo gli occhi e lascio questo mondo.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Sarren