Dance&love
Occhio per
occhio
Kagome correva più veloce che poteva.
Non riusciva a credere di essere caduta in
trappola.
Non voleva pensare al fatto che, mentre lei
se la spassava con Inuyasha nel suo letto, sarebbe
potuta succedere qualsiasi cosa.
E, a grandi linee, aveva già capito cos’era
successo e…a chi.
Aveva corso troppe volte in quei pochi giorni…minimo sarebbe dimagrita di 3 chili.
Eppure non le sembrava un buon motivo per
fermarsi, anzi, il rimorso la faceva correre più veloce, incurante degli alberganti
contro cui andava a sbattere ogni tanto.
Non si curava neanche di controllare se Inuyasha le stava dietro, e quello fu un altro dei suoi
errori.
Finalmente, arrivò davanti alla camera
della professoressa Aruna, dove la folla di persone
curiose aveva iniziato ad allontanarsi. Kaggy si fece
spazio ed entrò nella camera che, però, era deserta. Dov’era andata
l’insegnante?
La ragazza chiese informazioni ad uno degli
uomini fuori dalla porta, che le disse testuali parole:
-Ho visto una donna correre via accanto ad
una barella con sopra il corpo di una ragazza…-
A quelle parole, Kagome
impallidì. Il corpo?? Un corpo esanime? Detto così sembrava proprio
esanime!
-Mi dica dov’è andata!- si affrettò Kaggy, anche urlando un po’.
-Non gridare, che ci sento benissimo! Credo
sia andata verso l’infermeria…- rispose lui,
sturandosi l’orecchio col mignolo destro.
-Bene, grazie.- ringraziò di sfuggita e si
mosse in direzione dell’infermeria, anche se non sapeva dov’era esattamente, ma
le bastò seguire l’orda di gente ammassata su una sola porta. Per fortuna era
sullo stesso piano e non avrebbe dovuto farsi anche le scale.
Finalmente raggiunse la folla e si mise a
spintonare senza neanche più parlare e fortunatamente nessuno le disse parole
cattive perché immaginavano come dovesse sentirsi dopo aver perso una cara
amica. Peccato che loro non sapessero che Kagome e
London erano sorelle.
Non appena entrò nella stanza, Kaggy udì distintamente dei brevi respiri affannati,
rumorosi e spaventosi.
-Riusciamo a farla tranquillizzare?- chiese
una voce maschile.
-Non credo che sia agitata…-
rispose una donna.
-Non riesce proprio a respirare!! Chiamate
qualcuno, un dottore, un’ambulanza!-
urlò la professoressa Aruna, che non riusciva
a mantenere la calma.
-Non ce ne sarà bisogno.- gridò di rimando
un albergante tra la gente. –Sono un medico.-
Quando tutti si diedero da fare per
scostarsi affinchè il medico potesse passare, Kagome riuscì a intravedere il fisico della sorellastra
distesa sul lettino, mentre si agitava e respirava a fatica. Aveva i capelli e
i vestiti fradici e accanto a lei vi era una spessa corda bagnata.
-L-London!- chiamò Kaggy sperando che
l’amica potesse sentirla.
-Fuori, Higurashi,
fuori.- il professor Myoga la spinse nuovamente fuori
dalla stanza, allontanandola più che poteva.
-Ma, signore, io…-
-Tu niente. Stanne fuori per favore.- disse
l’altro serio. –E vai a chiamarmi quell’incosciente di Uzumaki,
che qui manca solo lui.- aggiunse con un’ultima spinta, e la ragazza si ricordò
improvvisamente di Inuyasha. Non era con lei..? E
allora dove se n’era andato? Si voltò e percorse la strada a ritroso,
afferrando nel mentre il cellulare che si era infilata frettolosamente in
tasca. C’era un messaggio da leggere.
“Hai perso l’uomo dei tuoi sogni? Non preoccuparti…Lo tengo d’occhio io.”
Kagome lo lesse inconsapevolmente ad alta voce e, quando
distolse gli occhi dal telefonino, aveva gli occhi più infuocati del diavolo.
Se si azzardava a toccare Inuyasha, chiunque fosse,
avrebbe passato dei guai enormi.
A grandi falcate raggiunse la stanza
dell’insegnante e spalancò la porta con un piede. Dentro era buio e non si
percepiva alcun rumore. Ne dedusse che non c’era nessuno. Fece ancora qualche
metro e, con un altro colpo deciso, aprì la porta della sua camera e, chissà
perché, quando si ritrovò l’inconfondibile schiena di Naraku
che lottava con Inuyasha, non si stupì affatto. In
fondo, aveva sempre avuto la sensazione che l’autore di tutti quei misfatti
fosse qualcuno di vicino a lei, qualcuno che avesse occupato un posto
importante nella sua vita. Ma perché tanto accanimento? Solo per il fatto che
si erano lasciati? Ma era un’esagerazione, anche per un tipo eccentrico come
lui. Aveva tanto altre domande che avrebbe voluto fargli, ma era talmente
arrabbiata che tutto quello che riuscì a fare fu di urlare rabbiosamente il suo
nome.
-Bastardo! Allora sei stato tu, eh?- chiese
Kaggy con tono di sfida.
A quella voce, Naraku
smise di attaccare Inuyasha e si voltò lentamente,
mostrando di proposito un coltello a serramanico.
-Kagome, ben arrivata. Ormai non ci speravo più. Pensavo
riuscissi a scoprirmi prima…Mi sei davvero caduta in
basso. Dov’è finita la tua perspicacia?- chiese l’altro di rimando, con una
faccia da pazzo.
-Non parlarmi così, idiota!- Kagome era furiosa.
-Come? Eppure una volta ero il tuo ragazzo
o sbaglio?- fece ancora.
-Cosa..?- intervenne Inuyasha,
che si era già messo in piedi. Kaggy lo ignorò.
-Esatto, hai detto bene. Una volta. Ora non
più, quindi ti sarei grata se mi lasciassi in pace una volta per tutte!- Dopo
aver urlato, la ragazza si accorse di averlo sfidato fin troppo. Conosceva Naraku, e sapeva che non si sarebbe mai arreso così
facilmente. Toccato nell’orgoglio, l’ex ragazzo si mosse velocemente verso di
lei e la inchiodò sulla porta, spingendola con violenza. Lei emise un lamento e
strinse gli occhi.
-Dai, prova a ripeterlo adesso..- la istigò
Naraku, alitandole in faccia. Inuyasha,
ormai dimenticato, se ne stava in fondo alla camera e osservava la scena per
decidere il momento adatto in cui intervenire.
-Tu.Non.Sei.Più.Il.Mio.Ragazzo.- Kaggy scandì
coraggiosamente le parole e, quando vide che Naraku
digrignava i denti per la rabbia gli sputò in faccia mormorandogli un diretto “Vaffanculo”.
Naraku provò ancora a non alzare le mani.
-Kagome, non capisci che io ti amo? Ho fatto tutto questo per
te, per farti capire che non puoi fuggire da me, che non puoi rifiutarmi.- il
ragazzo aveva i lati della bocca che gli tremavano, i capelli lunghi e neri
sulla fronte e davanti agli occhi. Sembrava un demone.
-E tu non capisci che in questo modo mi hai
fatto solo soffrire e arrabbiare?- ribattè Kaggy dimenandosi. –Hai quasi ucciso due componenti
fondamentali della mia famiglia, ti rendi conto?- cercò di assestargli dei
calci in mezzo alle gambe, ma senza successo.
-No, no, no. Loro non sono fondamentali. Io
sono fondamentale. L’unica persona che devi guardare sono io, capisci? Gli
altri non hanno importanza..- gli occhi spalancati avevano una sfumatura di
rosso e la sua mano fece scattare il coltello a serramanico. –Solo così potremo
vivere felici, io e te.-
-Tu sei pazzo! Lasciami stare, merda!- ora Kagome era quasi disperata. Riusciva a vedere la pazzia
negli occhi del ragazzo e sentiva che se non si fosse liberata subito, si
sarebbe fatta male. Quel coltello le faceva paura e non poteva fare altro che
tremare.
-Vedi? Tremi d’amore.- Naraku
non pensava ad altro; era ancora convinto di poter riuscire a far passare l’ex
dalla sua parte. –Allora? Mi ami..?- fece poi.
-Nhn…No!- urlò Kaggy e vide l’ombra
minacciosa del coltello su di lei.
-E adesso?-
-No!- non voleva mollare, anche se ormai le
tremavano anche le gambe per il terrore. L’arma affilata le si avvicinò alla
guancia.
-E adesso?-
-N…- con la bocca impastata, Kaggy
faceva fatica a rispondere ma, fortunatamente, arrivò qualcuno a salvarla dalla
situazione. Inuyasha afferrò Naraku
dalle spalle e lo trascinò indietro, verso il centro della stanza. Finalmente
libera, Kagome poté finalmente respirare e aprì gli
occhi per poi assistere impotente alla scena.
Inuyasha cercava di bloccargli le braccia, ma Naraku sembrava volerle tenere saldamente alzate,
dimostrando la sua forza paragonabile a quella dell’insegnante. Gli occhi gli
si colorarono completamente di rosso e Kaggy intuì
che anche quella sera avesse preso una delle sue strane droghe: aveva
decisamente l’aspetto di un malato.
Naraku iniziò a tirare gomitate nello stomaco di Inuyasha, che si contorceva per il dolore, pur non mollando
mai la presa, e gli tirava i capelli per farlo stare fermo. Vedendo il suo uomo
in difficoltà, Kagome si fiondò in avanti e si mise a
tirar pugni all’impazzata all’ex che, con qualche calcio, la spinse di nuovo
contro la porta. Inuyasha la vide mentre faceva
smorfie di dolore e, distraendosi, allentò la presa sulle braccia di Naraku, che ne approfittò e portò la mano col coltello
all’indietro, centrando in pieno l’occhio destro di Inuyasha.
Questo cadde a terra tra lamenti strazianti e Kagome,
alla vista di tutto quel sangue che si spargeva sul pavimento, strillò più
forte che poteva. Urlò come una matta, tanto che persino Naraku
dovette tapparsi le orecchie. Le urla furono udite in tutto il piano e subito
qualcuno accorse per vedere cos’altro stava accadendo. Una parte degli
insegnanti abbandonò London e si spostò nella camera da letto dalla quale
provenivano le urla. Kaggy lasciò che aprissero la
porta e che vedessero coi loro occhi il responsabile del caos degli ultimi
giorni. Con sorpresa di Kagome, entrò anche Sesshomaru che, con le spalle ancora sotto medicazione,
fece di tutto per aiutare il professor Myoga a
fermare Naraku. Questo si vide in trappola, senza
alcuna via d’uscita e, ingenuamente, o forse per un attacco di paura, lasciò
cadere il coltello a serramanico al suo fianco e i due ne approfittarono per afferrarlo
da destra e da sinistra e per poi stenderlo a terra, bloccandogli braccia e
gambe.
-Qualcuno chiami la polizia.- ordinò Myoga a quelli sulla soglia della porta.
-E un’ambulanza!- aggiunse Sesshomaru, non appena vide il fratello rannicchiato per
terra, col sangue che lo circondava e gli impregnava i vestiti.
Kagome piangeva a dirotto e non riusciva a muoversi, né aveva
il coraggio di aprire gli occhi.
“Aiuto, qualcuno lo aiuti.” Continuava a
urlare nella sua testa.
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Ciao cari lettori e care lettrici.
Eccomi durante le vacanze di Natale, il giorno della
vigilia.
Che dire? Sono in ritardo perché non avevo più tempo
per scrivere :( Sapete com’è la scuola appena prima di qualsiasi vacanza: un po’
hanno bisogno di voti, un po’ vogliono confermarci un voto, un po’ devono farci
recuperare i compiti in classe, eccetera eccetera.
Che noia!
Così, ora che non sono costretta a studiare tutto il
giorno e che mi hanno concesso l’uso del
pc portatile, ho concluso il mio capitoletto ^^.
Come avrete capito, non manca molto alla fine della ff…Finalmente!, direte voi XD Perché chissà da quanto la
tirò avanti…un anno? Due anni? O di più? Chissà
quanti lettori si sono persi, chissà se ce ne sono stati di nuovi…Comunque,
se la mia storia vi è piaciuta, leggetela fino alla fine, tanto manca poco ^__^
Alla prossima!
Mirokia