Come neve
Seduto come al
solito sulla sua piccola e affezionata altalena nel giardino dell’Accademia,
Naruto osservava il cielo, perso nei propri pensieri. I rami spogli e sottili
dell’albero cui l’altalena era appesa permettevano al ragazzo una completa
visuale delle grandi nuvole grigie che coprivano interamente il cielo, senza
lasciar trasparire nemmeno un flebile raggio di sole.
Quante volte era
rimasto lì, da bambino…?
Di solito, su
quell’altalena stava a testa bassa, timoroso, come
cercasse riparo…
I ricordi di lui
che da bambino si nascondeva su quella piccola asse di legno appesa da due
corde al ramo di un ombroso albero gli tornarono in mente, e con loro tutta la
sofferenza di allora.
Col viso
seminascosto da una delle due corde alle quali si aggrappava osservava gli
altri bambini, che a loro volta lo scrutavano con sospetto e timore.
A differenza
loro, Naruto li guardava con immensa tristezza, il suo sguardo lasciava
trapelare un grande dolore, e l’espressione del suo volto riportava la rabbia
del suo cuore, mentre si chiedeva perché mai doveva sentirsi chiamare di
continuo “mostro”, senza ricevere come spiegazione un valido motivo.
Cos’aveva di
così sbagliato? Erano quegli strani segni sulle guance simili a baffi a
spaventare la gente? Ma era solo un bambino, cos’avrebbero mai potuto essere
quei segni di tanto terrificante?
Lui non lo
capiva, non riusciva a spiegarsi il comportamento di tutta quella gente,
riusciva solo a soffrire, a piangere, mentre gli altri lo chiamavano mostro e lo trattavano male, come fosse
un oggetto, come non fosse degno di vivere…
E dentro di lui
cresceva l’invidia verso gli altri bambini della sua età, che potevano giocare tutti insieme senza essere presi in giro, che avevano un
padre che li coccolava, una madre che li amava, che potevano vivere…
Mentre lui… lui
era solo, abbandonato al suo pianto e alla sua solitudine, seduto su
quell’altalena che al contrario di altri non lo tradiva, perché lei era sempre
lì, per lui, a fargli un po’ di compagnia, mentre teneva la testa bassa,
nascondendo le lacrime.
Quel giorno,
invece, Naruto, cresciuto ed ormai sedicenne, sedeva sulla piccola altalena, ma
stava a testa alta.
Questa volta era
lui a tenere compagnia all’altalena, intrappolata su quell’albero, incapace di
muoversi, rimasta sola.
Perché lui aveva
trovato qualcuno con cui stare, e non aveva più bisogno di quella piccola asse
di legno…
« Nevica… »,
sussurrò quasi meccanicamente, fissando il cielo, come se fosse lì soltanto con
il corpo e non con la mente. Il suo sguardo era perso sulle nuvole grigiastre,
mentre vedeva i piccoli fiocchi di neve vorticare sulla sua testa e scendere
lenti, per poi infrangersi e sciogliersi sul terreno freddo.
In quella
situazione però si rendeva conto più che mai di essere solo, in realtà. Nessuno
era lì con lui…
Anche se ora
aveva trovato validi amici che lo sostenevano e lo incoraggiavano, e che lui
sosteneva a sua volta, che gli volevano bene, ora si trovava solo su di
un’altalena altrettanto sola.
« Sembra che
anche quest’anno passeremo questa giornata insieme… », sussurrò ancora, rivolto
all’altalena sotto di lui, abbassando leggermente il capo e lo sguardo.
Fu allora che
scorse con la coda dell’occhio una figura di fronte a lui. Abbassò di più la
testa per vedere meglio chi fosse e con grande sorpresa si accorse che si
trattava di Hinata.
Mai si sarebbe
aspettato di vederla lì, proprio in quel luogo in cui mai una volta l’aveva
vista.
« Oh, ciao
Hinata… », nonostante si fosse sforzato, non riuscì a cancellare completamente
una nota di tristezza dalla voce. Deglutì, sperando che il secondo tentativo sarebbe andato meglio ,e così fu, lasciando nella voce
soltanto la sorpresa e non più la tristezza. « Come
mai da queste parti? »
In effetti, la
ragazza abitava dalla parte opposta.
Hinata era in piedi,
immobile a pochi passi da lui, stretta in un pesante cappotto chiaro per
ripararsi dal freddo e dalla neve che scendeva lentamente. I capelli, lunghi e
scuri, scintillavano per via di qualche fiocco che vi era caduto sopra.
« Io… beh, stavo
facendo una passeggiata… » disse, tradita dal respiro un poco accelerato che
suggeriva una lunga ricerca, arrossendo appena e distogliendo lo sguardo, incerta.
« Una passeggiata? Con questo tempo? », il biondino ridacchiò, anche lui con qualche fiocco tra i
capelli, ma non fece troppe domande a riguardo.
« E tu non rischi di ammalarti, stando qua
fuori con solo quella giacchetta? », chiese lei,
riferendosi al suo abbigliamento. Sopra la tuta indossava solo una leggera giacchetta
nera. Ma il suo tono di voce non somigliava per niente ad un rimprovero, come
invece avrebbe fatto Sakura.
Il biondo
ridacchiò ancora. « No, non preoccuparti! », poi
sollevò lo sguardo e lo fissò nei suoi occhi lilla. « Tu, piuttosto, non dovresti essere con la tua famiglia? »
Famiglia…
Già, ora poteva
dire di averla davvero. Con il padre sembravano essersi risolte le cose e con
Neji andava tutto bene. Questo lo doveva a Naruto, che aveva fatto comprendere
al cugino che non doveva pensare alla vendetta, avvicinandolo di più ad Hinata
ed al resto della famiglia.
« N-Noi abbiamo
già festeggiato… », ammise la giovane, ricordando quel lauto pranzo con amici di
famiglia e parenti al quale il padre l’aveva in un
certo senso obbligata.
« Ah… capisco…
», disse tornando a chinare il capo qualche secondo. «
Ti va… di restare un po’ qua con me? », chiese tutto
d’un fiato avendo trovato il coraggio chissà dove, rialzando gli occhi.
Hinata sobbalzò
a quella richiesta, mentre le guance si coloravano di un delizioso rosa e
sentiva il calore salirle dal collo.
Un sorriso
illuminò il volto di Naruto, mentre si fece più indietro sull’altalena, in modo
da lasciare più spazio. « Forza, vieni, in braccio c’è posto », concluse
mantenendo quel sorriso fra il tenero ed il divertito.
« M-Ma non sono
pesante? », chiese Hinata, cedendo alla richiesta e
avvicinandosi, un po’ imbarazzata.
Appena gli diede
le spalle, lui le prese con un braccio la vita e la attirò a sé, indietro,
spingendola a sedersi sulle sue gambe.
« Su, non farti pregare! », aggiunse
ridendo, ancora divertito, conscio di metterla un poco
in difficoltà.
A quel contatto
e a quelle parole, la Hyuuga rimase piuttosto
sorpresa, con il cuore che batteva a mille, mentre il suo respiro si condensava
in una nuvoletta di vapore davanti a lei, per poi sparire nel nulla.
Naruto poggiò
appena la fronte sulla schiena della ragazza, con un sorriso amaro ed una voce
che lasciava trasparire tutta la sua tristezza, incapace di trattenerla oltre.
« Scusami… mi
serve qualcuno che mi ricordi cos’è il Natale… », sussurrò, ma la ragazza lo
sentì benissimo e ne rimase piuttosto sorpresa, percependo tutto il suo dolore.
« Io… », continuò lui, tentando di parlare con ironia per sdrammatizzare, ma
riuscendoci appena. « Non ricordo più cosa sia, non
ricordo come lo festeggiavo. Anzi, forse non l’ho mai festeggiato in tutta la
mia vita. Nessuno mi ha mai fatto un regalo, in questa giornata, nessuno si è
mai ricordato di me… » concluse, con la voce sempre
più roca, e alla fine una lacrima scese lungo la sua guancia.
« Naruto… »,
sussurrò la ragazza, triste, sentendosi tremendamente in colpa per non averci
mai pensato. Strinse qualcosa nella tasca e poi strinse la mano di Naruto, che
ancora la avvolgeva. Quello che le aveva appena detto l’aveva lasciata senza
parole. « Io… mi dispiace… », disse alla fine, chinando il capo, mortificata e
ferita dal suo stesso comportamento, sentendosi stupida per aver trovato una
risposta così banale.
« Non è colpa
tua… » aggiunse il biondo, mantenendo tuttavia quel tono di voce. Non ce
l’aveva per niente con lei, solo non riusciva ad essere il solito allegro per
riuscire a consolare in lei quel dolore che lui stesso le aveva provocato con
le sue parole, perché capiva che era sincera mentre gli aveva detto di essere
dispiaciuta…
Hinata allora si
alzò e si voltò verso di lui. Le mani strette in tasca.
« Io… Naruto, io
in realtà ero venuta a cercarti per darti questo… », ammise, porgendoli un
piccolo pacchettino avvolto in carta rossa e con un nastro bianco.
Naruto ne rimase
a dir poco sorpreso, si sarebbe potuto aspettare di tutto, ma non avrebbe mai
immaginato che qualcuno potesse ricordarsi di lui per fargli un regalo.
Che Hinata potesse ricordarsi di lui il
giorno di Natale.
Il cuore prese a
battergli molto più velocemente e arrossì appena.
« Hi-Hinata… », balbettò
osservando il piccolo pacchetto, come se fosse la cosa più fantastica che
avesse mai visto in tutta la sua vita.
« Naruto… », lo
interruppe lei. « Sai, io credo che il Natale… Credo che sia un giorno in cui
essere felici, un giorno che si deve passare accanto
alle persone a cui vogliamo bene. Non dico che non lo si debba
fare anche durante tutti gli altri giorni dell’anno, ma penso che a maggior
ragione bisogna dimostrarlo a Natale, scambiandosi qualche pensierino per
ricordarsi delle persone a noi care. Oggi devi essere felice, Naruto, non devi
restare qui, da solo…» spiegò, un po’ emozionata. Sapeva
che per lui i giorni tristi, con quello che aveva passato, erano molti, e che
quel giorno non poteva passarlo in famiglia, ma non voleva che restasse da solo,
nel suo dolore. « Io… Vuoi passare il resto del Natale
con me? », trovò il coraggio di chiedergli, sperando
che gli fosse chiaro che per lei lui era importante.
Dal canto suo,
Naruto era rimasto a dir poco sbalordito dalle parole della mora, che ancora
gli porgeva il regalo. Il ragazzo si alzò, lasciando che l’altalena dondolasse
da sola, almeno per una volta, e prese le mani di Hinata fra le sue. Il freddo
aveva congelato le mani di entrambi. Le accarezzò appena, facendo roteare i
propri pollici.
Fissando ancora
il pacchetto che tenevano insieme, Naruto cominciò a parlare.
« Hinata…
scusami, io purtroppo non sono riuscito a farti nessun regalo… », spiegò
dispiaciuto, ma le labbra gli si arricciarono automaticamente in un sorriso. « Ti ringrazio tantissimo, non sai quanto significhi per me
questo tuo gesto. È la cosa più bella che tu potessi fare… ricordarti di me,
oggi. Non sai quanto io sia felice ».
« Non… L’ho
fatto per… Ricevere qualcosa in cambio… », spiegò, con le guance in fiamme ed
un sorriso sincero, ancora un poco incredula ed intenerita
dalla reazione che Naruto aveva avuto.
Naruto alzò lo
sguardo e lo fissò negli occhi della mora. Quegli occhi puri come la neve che
ancora scendeva lenta dal cielo grigio e si depositava in un sottile strato candido
sul terreno freddo. Quegli occhi così belli, così sinceri, così dolci.
Il cuore di
entrambi prese a battere forte, mentre un leggero rossore colorava loro le
guance.
« Però mi devo
sdebitare… », disse Naruto, serio, con un filo di voce, sapendo già come fare.
« Non ti devi
preoccupare per questo…», disse con un sorriso timido, tuttavia incapace di
scollare lo sguardo dagli occhi azzurri del ragazzo, così limpidi, belli,
eppure tristi…
« Hinata… », la
chiamò lui, dolcemente, per farla zittire. « Ti amo… », aggiunse, una volta
sicuro che l’avrebbe ascoltato.
Quasi la ragazza
cadde a terra per lo stupore e per la felicità, incredula. Sentiva un forte
calore nascere dal petto, come se proprio lì si fosse acceso un fuoco. E il
calore saliva fino ad arrivare alle guance e a renderle ancora più rosse. Non
faceva più tanto freddo, lì fuori.
« A-Anche io…
Naruto… », ammise timidamente. « Ti amo anche io… », solo lei poteva sapere da
quanto tempo amava quel ragazzo e desiderava dirglielo…
Il cuore del
ragazzo sussultò a quelle parole. Già gli sembrava inverosimile che qualcuno
potesse ricordarsi di lui il giorno di Natale, e gli sembrava ancora più
inverosimile che quella stessa ragazza gli avesse detto di amarlo.
Preso dalla
gioia, non riuscì ad impedirsi di sorridere, finalmente di un sorriso felice.
« E se il mio regalo fosse questo? », domandò.
« Che cos-…? », non
terminò la frase. Non poté, perché Naruto aveva annullato la distanza fra le
loro labbra e ora la stava baciando.
La ragazza
chiuse gli occhi e si lasciò andare a quel momento magico che desiderava da
sempre.
Sentì il braccio
di Naruto scivolare dietro la sua schiena e l’altra mano sul suo fianco, così
anche lei lo abbracciò, attirandolo ancora più vicino.
Si staccarono
poco dopo, restando tuttavia abbracciati, mentre si guardavano con gli occhi
che brillavano di felicità, di amore, e con un sorriso. Un sorriso dolce, un
sorriso felice. Il sorriso di chi ama.
E mentre sopra
le loro teste continuava a nevicare, Hinata interruppe il silenzio con un
flebile sussurro che solo lui avrebbe sentito, prima di rubargli un altro di
quei regali.
« Buon Natale, Naruto. Oggi è anche per
te… ».
Angolo dell’autrice
Il
mio lavoro di correzione, in questo caso, si limita tutto sommato agli errori
di battitura, per cui i contenuti sono rimasti invariati.
Spero
che la breve storiella vi sia piaciuta, anche se un’Hinata
“normale” sarebbe svenuta prima…xD (per questo la considero un po’ OOC)
Colgo
l’occasione per fare a tutti voi i miei più sinceri auguri di
buon Natale e di buon anno!!!^^
Inoltre,
ringrazio tutti i lettori “passati e futuri” (la fic conta
infatti 681 visite), chi l’ha inserita nei preferiti (Harumin, Himeko Kuroba, Layla, naruhinafra), nelle ricordate (byebye00, kry333, WinterMoon) e nelle seguite (tama_:chan_), e, non meno importanti, tutti coloro che hanno
recensito la storia (kry333, Tsukuyomi_Sama,
Elly93Otaku, SuperEle94).
Un
GRAZIE enorme a tutti! <3
WolfEyes
(ex dolceGg94)