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Autore: kannuki    27/06/2005    24 recensioni
“Nel mio paese si dice ‘Ascolta la donna quando ti guarda, non quando ti parla.’”
“E cosa leggi nei miei occhi?” domandò stringendosi a lui.
L’uomo la fissò per un po’ e poi esplose in una risatina ironica “Un bel niente, c’è troppo buio qua dentro!”
“Bestia!”
“Non so quanto durerà…magari qualche mese, o forse tutta la vita.” Mormorò facendole sgranare gli occhi a quelle parole “se durasse per sempre non mi dispiacerebbe.”
La donna annuì con un groppo in gola “neanche a me. Strano, siamo d’accordo su una cosa
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Cazzo, quello si che ha le palle

“Cazzo, quello si che ha le palle!” esclamò Natt rimediandosi uno schiaffetto dalla moglie “che c’è?!”

“Non dire parolacce in chiesa!”

Ma non siamo in chiesa” rispose frastornato tornando ad interessarsi del cazziatone di Votan che stava facendo abbassare pericolosamente la cresta a Maret.

 

“Hai 30 anni e fai ancora storie come una ragazzina di 16! Se fossi stata la mia donna, al primo pezzo del genere ti avrei cacciato a calci nel sedere dalla mia vita! Non ti meriti un sant’uomo come quello!” continuò mentre Shaz sprofondava nella vergogna, Ariel rideva tramortita addosso al fidanzato e Natt annuiva cercando un sigaro in tasca per gustare meglio la scena.

Quando si accorse della mancanza, si girò verso Jesus che attendeva con l’aria depressa e sofferente. “Chico, ce l’hai una sigaretta?” domandò scostandosi dalla moglie che lo fulminò con un’occhiata “Che ti ha detto il medico, mister polmone bucato?” sibilò facendolo mugolare.

Si rivolse all’amico che aveva chiuso gli occhi e si strisciava sempre più nervoso una mano sulla mandibola, masticando pericolosamente “tu sei proprio sicuro di volerlo fare, eh?”

“Mica tanto…”

 

“Devo sempre incazzarmi con te, stupida scimmia urlatrice!” sbottò vedendo che il panico che trapelava dai suoi occhi passava, soppiantato da un’ira funesta.

“Non darmi della scimmia, troglodita sessuomane”

Shaz perse tutto il colore che le rimaneva chiedendosi perché diavolo non avesse tenuto la bocca cucita e una foresta di occhi interessati si sollevò su di lei.

 

“Non ho finito, di parlare! Ti sembra che abbia finito? Ascolta le mie parole: potrei essere tuo padre, brutta mocciosa viziata senza spina dorsale!” gridò facendo perdere l’equilibrio a Shaz che impallidì: ma se io e Maret abbiamo si e no due anni di differenza… o mio dio!  

La donna cominciò ad iperventilare mentre Natt sghignazzava senza ritegno alla sua faccia.  

“Fai poco lo stupido, ti sei mai fatto un conto di quanti anni abbiamo di differenza, tu ed io?” gli domandò Lyse sedendosi con la schiena indolenzita e di cattivissimo umore.

Lui la guardò e mosse le dita “tanti…” borbottò a mezza bocca “sono troppo vecchio per te?” domandò con una voce da bimbetto che la fece sorridere nuovamente.

 

E va bene!”

Maret fissò Votan negli occhi scostando il velo e facendogli una smorfia “mi sposo, mi sposo! Contento?! Rompipalle” sibilò voltandosi su se stessa, alzando il mento e aggiustando il vestito che le stava alla perfezione.

Jesus la vide ondeggiare sui tacchi sensualmente e attese finchè la donna non arrivò davanti al prete “Si, lo voglio” mormorò con voce ben modulata rivolgendogli uno ‘scusa’ a mezza bocca.

Jesus non disse niente: aveva già incamerato nozioni a sufficienza da quell’uomo, per fargliela pagare una volta soli.

 

Votan tornò al suo posto schiarendosi la gola e guardando la piccola folla con aria interrogativa.

“Guardatevi la cerimonia, voi!” ringhiò facendoli girare tutti alla velocità della luce.

Shaz lo guardò per un po’ allibita: si sarebbe comportato in quel modo anche colei? Dio, mi ricorda mio padre! Pensò tirando un sospiro spaventata.

 

Natt le lanciò uno sguardo di compatimento che si trasformò in un ghigno divertito: ecco come aveva fatto a domarla!

 

***

 

“La smetti di frignare? Capisco commuoversi, ma ora stai esagerando”

Il ringhio basso e cupo di Votan non distoglie Shaz dalla contemplazione dei due sposi che si scambiano le fedi.

“Non posso farci niente, è più forte di me. Sono bellissimi!” esclamò a bassa voce tamponandosi gli occhi con un fazzolettino delicato.

Il suo compagno alzò gli occhi al cielo annoiato a morte, guardando attorno a se i presenti e chiedendosi come facessero a commuoversi tutti in quel modo.

Lanciò uno sguardo alla schiena di Natt che cingeva amorevolmente la moglie e alla piccola Ariel, appiccicata al suo grande amore. Lei si girò, gli fece l’occhiolino e tornò a stringersi al ragazzo che la prese per mano. 

E vabbè! Pensò arreso. Se questi non fanno mostra di sentimenti, non sono contenti! Si girò verso Shaz con le labbra tremanti e gli occhi lucidi e la strinse con forza. Lei lo guardò stupita e si appoggiò a lui con un sorriso dolce.

“Non ti ci abituare” le sussurrò facendola ridere in silenzio.

Noo...il bacio!” mormorò rizzandosi per godere meglio della scena romantica.

“Oh madonna mia! Ma da quando in qua sei così smielata?!” sibilò vedendola protendersi con un sorriso che le arrivava alle orecchie.

Shaz lo fissò soppesando la domanda per alcuni secondi “lo sono sempre stata, solo che non lo ammettevo neanche a me stessa” gli disse serenamente “ti dispiace?”

 

Il modo in cui lo guardò dritto negli occhi, smorzò il suo irriverente sarcasmo “no” sussurrò attirandola a se teneramente.

Quella strana inquietudine si agitava dentro di lui, vedendola abbigliata in quel modo, con quello sguardo lucido e vibrante… era quasi insopportabile.

Cristo santo, mi ha messo il cappio al collo! Pensò restando discosto dagli altri mentre si congratulavano con gli sposi e Maret ficcava decisa il bouquet in mano a Shaz, paralizzata dalla sorpresa. “Sai cosa farci, tu e quel tipo la dietro” esclamò vedendolo assorto in qualche strano pensiero che lo faceva sorridere.

 

Shaz guardò il mazzo senza emettere un fiato e lo strinse leggermente. “Come no.. 

Restò in fondo al corteo giocando con il nastro di seta perlato avvolto attorno ad esso e un lampo le attraversò la mente…lei stava per sposarsi. Una volta!

Fece una smorfia al ricordo e lo posò sul bancone ingombro di fiori dove era stata celebrata la messa privata.

La vedo difficile, con uno del genere. No, non mi sposerò mai, pensò voltandosi e trovandosi di fronte il suo compagno che la fissava in maniera strana.

“Qual è il problema?” lo domandò con la voce che vibrava di una nota sconosciuta.

“Nessuno…”sussurrò cercando di aggirarlo, mentre Votan le sbarrava la strada e la abbracciava. 

 

Shaz restò aggrappata a lui con il respiro pesante, in silenzio, respirando l’odore buono dei fiori

 

“Non so quanto durerà…magari qualche mese, o forse tutta la vita. Mormorò facendole sgranare gli occhi a quelle parole “se durasse per sempre non mi dispiacerebbe. 

 

La donna annuì con un groppo in gola “neanche a me. Strano, siamo d’accordo su una cosa”

 

“Bene” annuì continuando a stringerla e a fissarla intensamente “lo sai quanti capelli bianchi mi sta costando, questa scenetta strappalacrime? Una marea! Quindi accetta di sposarmi e facciamola finita, prima che tiri giù qualcuno!” esclamò cambiando di tono, la voce un po’ isterica e facendole alzare gli occhi sorpresa.

Ma ti sembra il modo?!” urlò mezza arrabbiata e mezza contenta. “In ginocchio, con un anello in mano e forse, se mi va, se c’è la giusta congiunzione astrale e un’umidità che mi soddisfa, ti dico anche di si

Mhh…che palle!” sbottò ficcando una mano in tasca e facendola sbiancare alla vista della scatoletta di velluto rosso. Ridacchiò come uno scemo mentre, sospirando e tirando su leggermente il pantalone elegante, s’inginocchiava, facendola rimanere a bocca aperta. Le prese la mano con un sorriso smagliante e sospirò comicamente “se non mi dici di si, ti rompo la testa” esclamò con un

brillante in mano che quasi l’accecava.

 

Shaz lo fissò. Fissò lui, l’anello, il bouquet e se stessa. Non era possibile e non stava succedendo a lei.

“No, nononononono! Ma siamo matti?!” strillò imbarazzata fino alle ossa e presa in contropiede. “Ma non ci penso neanche!” gridò allontanandosi in direzione delle porte aperte.

Votan la guardò allontanarsi per un attimo. Si alzò ringhiando fra i denti e camminò nella sua  direzione, con aria parecchio incazzata. 

Quando la prendo, la strangolo! Pensò uscendo all’aperto della Villa, dove la folla discreta festeggiava brindando.

Al buio era difficile da individuare, quella pazza che correva verso il garage a tutta velocità.

Dove vai? Sei scema? Torna indietro e digli di si! Urlò la coscienza impicciona mentre lei frugava con le chiavi nella prima macchina libera.

Mi ha preso alla sprovvista, non mi sento pronta! Pensò mettendo in modo e uscendo con uno stridore di gomme dal garage. 

                     

Brutta disgraziata!

Votan la guardò allontanarsi in tutta fretta lanciandole uno sguardo infuriato. “Ehi ragazzo!” ringhiò in direzione di Natt che stava contemplando la scena visibilmente confuso “hai a disposizioni mezzi pesanti per la caccia alla femmina?”

“Caccia?” domandò senza raccapezzarsi.

“E’ scappata. Mi costringe a fare il cavernicolo, adesso!” ringhiò facendoli girare dalla sua parte.

 

“Shaz è scappata?” Jesus lo guardò trattenendo un risolino “è scappata davvero?!”

 

“E’ scappata?!”

“Davvero?”

E perché?”

 

“Ripetetelo in coro, vedrete che in testa vi ci entra!!” tuonò depresso alla miriade di domande tutte parecchio divertite.

Mugugnò a mezza bocca e alzò una mano, sventolandola in aria “argghhh…lo sapevo io! Femmine! Dai loro quello che vogliono e ti ritroverai col culo a terra!”

 

Jesus lo guardò con una sorta di compatimento, battendogli una mano sulla spalla, subito linciato da un’occhiataccia di Maret “tu stai muta!” esclamò prevenendo le sue rimostranze.

 

In silenzio, Votan si allontanò dal gruppo spensierato e sghignazzante, camminando e sbuffando al tempo stesso, dirigendosi verso il roseto. Si sedette sulla panchina di marmo che prima non c’era e imprecò scocciato. Come aveva detto ad Ariel tempo fa? ‘.. Se ti ama davvero..’

Seee, vabbè…questa non è normale! Pensò rigirando svogliatamente l’anello che aveva comprato un giorno, passando di fronte alla vetrina di una gioielleria dopo aver notato che Shaz non portava mai anelli o gioielli di alcun genere. Gli era sembrato un gesto carino, non voleva certamente comprarle un anello di fidanzamento...poi l’aveva visto scintillare sul cuscinetto di raso blu ed era stato automatico indicarlo al commesso.

Lo rimise nella scatolina con un gesto rassegnato, posandola accanto a se e sospirò per l’ennesima volta. Ci era voluta una vita a convincerla a stare con lui, figurarsi se l’avrebbe sposato alla prima richiesta!

Respirò a fondo un profumo conosciuto e un fruscio di seta gli solleticò le orecchie dolcemente.

Shaz sedette accanto a lui, stringendo la scatolina fra le mani e aprendola con un gesto timoroso.

 

“E’ stupendo… e tu sei matto” sussurrò in preda all’emozione “sono arrivata fino al cancello e sono tornata indietro.…”

“Per forza, il telecomando ha le batterie scariche” borbottò un po’ irritato.

“Funziona, invece…” replicò osservando il diamante “non sono tipa da anelli” aggiunse a bassa voce.

“Lo so, tu solo orologi”

 

Shaz alzò lo sguardo allarmata “non è vero, non devi dire una cosa del genere.”

Si rese conto di quanto l’avesse ferito con il suo comportamento e posò la scatolina accanto a se velocemente.

Votan fece finta di niente mentre s’inchinava verso di lui e gli sollevava il mento con un dito  “mi sono messa paura per un attimo, perché era troppo bello per essere vero..” Sussurrò incontrando il suo sguardo duro “non me l’aspettavo, non pensavo che avessi una cosa del genere con te. Non mi sembri tipo da matrimonio”

“Quando ti sbagli” mormorò rimettendola a sedere “ci sono andato vicino una volta…Shaz, tu non lo sai, ma io ho una figlia.

 

Quella rivelazione la lasciò a bocca aperta.  

 

“Ha 14 anni…” sussurrò togliendo la foto dal portafoglio e porgendogliela.

La donna gliela strappò quasi dalle mani e restò inebetita di fronte alla striscia colorata “ e chi…e perchè..

“Sua madre mi ha cacciato quando ha scoperto cosa facevo per vivere e non sapevo che fosse incinta” spiegò con un certo dolore nella voce, tanto che Shaz si voltò a guardarlo. 

“Te l’avrei detto…prima o poi..” Le disse fissandola negli occhi per leggervi qualcosa che non conosceva neppure lui.

Shaz taceva ancora e Votan non sapeva più cosa dirle.

Si mosse a disagio, togliendole la foto e contemplandola per qualche istante “la vado a trovare una volta al mese e ci vediamo di nascosto, perché se lo sa Margot da di matto”

“Margot…”sussurrò con voce tremante “tua…moglie?”

Votan la guardò storto “No! Non ci siamo mai sposati” affermò con una certa durezza. “Ma mi stai ascoltando?!”

“Scusa…sono rimasta indietro. Hai una figlia…non ci posso credere…” biascicò crollando contro di lui “io non ho neanche la macchina e lui ha una figlia di 14 anni: un uomo già accessoriato…che tragedia”

 

Restarono per un po’ in silenzio finchè Shaz non si sollevò rigidamente dalla posizione scomoda “la prossima volta che vai a trovarla, posso venire anche io?”

Votan la guardò ed era talmente meravigliato che Shaz lo notò e sorrise, accarezzandogli una guancia “ti deve mancare molto, vero?”

Lui annuì facendo una smorfia “un po’..

“Da morire” precisò sollevando un dito e spingendoglielo sul naso.

“Da morire” confermò lasciandosi abbracciare.

 

La donna lo coccolò per un po’ finchè non lo sentì sospirare. “Va meglio, adesso?”

“Si, sei brava a consolare” affermò baciando il primo lembo di pelle scoperto che gli venne a tiro.

“Shaz…mi sposi?”

“Certo che ti sposo...ma non voglio sentire storie per il bagno” dichiarò con lo sguardo perso nel nulla, commossa fino all’ultimo capillare “e il dentifricio lo schiaccio come pare a me”

“Uhm..”

Votan la guardò di traverso notando il suo sguardo divertito e il sorrisino che balenava sul viso felice. “Ho fatto una figuraccia con gli altri. Dovrei trovarmi una sostituta”

Shaz lo fissò sorridendo “io ti amo, per quello sono tornata. Tu sei mio… e non voglio sentire discussioni!” esclamò porgendogli la mano e la scatolina. “Come hai fatto per la misura?”

“La fortuna sorride agli audaci” Votan la fissò ghignando “sono cazzi tuoi se riprovi a scappare, lo sai, vero? Non sono certo come il biondino…ah: se ti rivedo abbracciarlo in quel modo, pregherai di non essere fuggita davvero!”  

Il riso incontenibile di Shaz si confuse con lo stormire delle foglie agitate dal vento estivo “Vedremo...intanto non rompermi le scatole e andiamo a mangiare. Ho una fame che non ci vedo!” esclamò alzandosi baldanzosa e portandolo con se, l’anello che scintillava al dito.

Votan mugugnò comicamente, stringendola con forza “mi ritroverò una moglie chiattona”

“E’ carenza affettiva.” lo rimbeccò ridendo. “La colpa è tua che non fai il tuo dovere”

 

L’occhiata cattiva che le arrivò, la mise in allarme “chi era quella esausta? Comincia a scappare, bimba.” Sghignazzò facendola arretrare con un sorriso a 36 denti.

“Non hai il fiato per inseguirmi” Ridacchiò mentre si allontanava a ritroso.

 

L’ammirò mentre saltellava all’indietro con il vestito che svolazzava leggero nell’aria e ficcò le mani in tasca. Bellissima, dispettosa e instabile sui tacchi, pensò muovendosi nella sua direzione.

 

Shaz voltò su se stessa e gli planò in braccio “ti adoro” mormorò stringendolo a se e aspettandosi una dichiarazione con i fiocchi. Lo scappellotto leggero che le arrivò, la lasciò inebetita “Ehi! ?!”

 

“Quello perché sei scappata!”Votan la guardò seriamente mentre si massaggiava la testa facendo un sacco di storie finte ed esagerate “anche io ti amo, ma sempre una gran rompicoglioni rimani!” Ringhiò tirandola verso di se e trascinandola in direzione della villa “ti ci voglio proprio vedere in bianco…”

 

“Attento a come ti comporti o ti ci mando io, in bianco!”

 

“Sto finendo di parlare! Posso finirlo, un discorso? Uno?!”

 

“No!”

 

“Te l’ho già detto che ti amo?”

 

“Si. Anche troppe volte, in un giorno solo. Ciò non cambia la sostanza: sei nato rompipalle...e l’anello mi va un po’ stretto, come te!”

 

“Lo so, è per quello che mi adori.”

 

“Già…”

  
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