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Autore: crystalemi    25/12/2009    3 recensioni
Sapevo che vivere con loro sarebbe stato praticamente impossibile.
Ma non potevo immaginare che mi sarei ritrovato immischiato in un triangolo!
~ La dura vita dei conviventi raccontata da Strify! ~
[Postato ultimo capitolo -sì, non ci credo nemmeno io!]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Strify
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Operazione VIP
(Vero Inizio del Party)
Phase Seven
- Through the End -







Pensavo sarebbe stato facile. Ci ho sperato troppo, forse.
Al momento siamo qui a guardarci in faccia, uno con l’altro, troppo imbarazzati per spiccicare parola. Dovrei dire qualcosa dato che ho deciso io di incastrarli sul divano, ma non sarebbe la prima volta in questi cinque minuti che apro bocca per poi tacere miseramente.
E’ umiliante! Io, Strify, non riesco a blaterare a caso!
Io che ho fatto di questo difetto un’arte!
Per caso lo sguardo mi cade su Kiro che sta giocherellando con un anello che porta al dito, e subito lo riconosco come quello che gli ho regalato assieme ad una cintura il primo Natale che abbiamo passato assieme, qualche anno fa. Non credevo lo indossasse ancora, e un qualcosa mi stringe il cuore, facendomi sentire assurdamente stupido.
Ho paura di confrontarmi con i miei migliori amici. Me n’ero dimenticato, come un bravo cretino avevo smesso di vederli così e cercavo in loro solo degli amanti.
Loro, invece, non hanno messo in un angolo del cervello il nostro legame.
« Sono un idiota. » Esclamò attirandomi i loro sguardi, che prima vagavano per il salottino. Yu si rilassa leggermente, mentre Kiro si agita sul suo cuscino, ancora lievemente nervoso.
« Ho rischiato di rovinare la nostra amicizia, senza nemmeno accorgermene davvero. » Concludo osservando il sorriso che si è creato sulle labbra di Yu.
« La colpa è nostra che ti abbiamo permesso di agire. Avremmo dovuto legarti e tapparti la bocca con un topo morto. » Esclama Kiro abbozzando un sorriso birichino, mentre io rischio di star male al solo pensiero di poter avere un topo morto a meno di cinque chilometri di distanza.
« Allora stasera pizza o cinese? » Chiede Yu alzandosi, mettendo fine all’argomento. Vorrei poter sorridere e cominciare a sbraitare che certi cibi sono troppi calorici, ma il peso che avevo sullo stomaco non se n’è completamente andato. Non gli ho detto perché ho fatto tutto questo. Non posso accettare un chiarimento simile... anche perché abbiamo chiarito poco e niente!
« Io vi voglio davvero tanto bene. » Spiccico rischiando di ingarbugliarmi fra le lettere, lasciando cadere una coltre di pesante silenzio sulle nostre teste.
« Anche noi. » Mi risponde la voce di Kiro, leggera e distante, e da questo capisco che sto per piangere. Scuoto la testa per cercare di calmarmi.
« Ma non posso scegliere. » Mugolo tentando in ogni modo di tenere fermo il tono, per non lasciar trasparire il dolore di quell’ago che mi punge un angolo del cuore.
Vedo le All Star rosse di Yu appannarsi nella mia visuale e poi le sue braccia forti attorno alle spalle. Il divanetto su cui sono sedutosi inclina sulla sinistra, e la mano di Kiro si posa sul mio volto, lasciandomi percepire il freddo del metallo sopra il bollore della pelle.
Yu mi bacia un lobo, facendomi irrigidire, e Kiro passa il braccio libero attorno alla mia vita.
« Non te lo stiamo più chiedendo. » Mormora il mio chitarrista, mentre il mio tappo soggiunge:
« Da oggi non te lo chiederà più nessuno, promesso. »
Come a voler confermare si scambiano un piccolo bacio proprio davanti ai miei occhi, e sorridono gentilmente.
Probabilmente in questo momento sto facendo la stessa pena che fa un cucciolo abbandonato in un cartone sotto un diluvio, e in condizioni normali questo mi darebbe immensamente fastidio, ma ho appena conseguito il mio obiettivo, non potrebbe importarmi di meno, come l'abbia conseguito!

« Ristorante? » Domando fra un bacio e l’altro, una mezz’oretta dopo.
Kiro annuisce e blocca la mano di Yu, che già mi si stava infiltrando sotto il dolcevita grigio.
Lui sbuffa e si rialza, annunciando che andava a cambiarsi.
Kiro ed io restiamo a fissarci, con un sorriso malizioso, all’idea di cosa potremmo combinargli ‘stanotte, ma l’espressione cade anche a lui dal volto, appena ci rendiamo conto che usciamo a cena.
« IL BAGNO E’ MIO! » Urlo scattando in piedi, senza connettere realmente quello che sto facendo.
Abitudine suppongo, quando ho conquistato la casa base e Kiro mi urla dall’altro lato della porta che ho barato e che anche la volta scorsa l’ho usato io per primo.
Ma mi limito a sorridere e aprire l’acqua della doccia per lasciarla scaldare, facendolo così zittire.

Kiro è ancora imbronciato, e siamo già al secondo.
Il punto è che mi preoccupa più la seconda parte, dato che nel mio stomaco non ci starà molto altro e non vorrei esplodere proprio oggi! E’ una serata importante, anche se nessuno di noi l’ha detto a voce alta; è un po’ come se fosse il nostro primo appuntamento, ma è trenta volte meglio, perché li conosco e so che Kiro brontola solo e non è davvero arrabbiato, così come non mi stupisce la quantità di cibo che Yu ingurgita. Probabilmente qualcuno che non li conosce potrebbe anche restarci male, per me è ordinaria amministrazione tirare un calcio da sotto al tavolo a Yu ogni volta che lui fa qualche complimento ad una cameriera.
Esattamente come in questo momento, solo che, noto compiaciuto, l’azione questa volta è stata supportata da Kiro. Credo saranno queste le piccole cose che cambieranno da oggi in poi, ma non mi da fastidio.
Chissà che così Yu non perda il vizio di fare il cascamorto per ogni paio di tette in circolazione!








Postfazione_
Quando ho letto l'ultimo giorno di aggiornamento, ho pensato che sarei stata da uccidere. Ma non vogliatemene a male: forse ci impiego anni, ma concludo sempre la maggior parte delle cose. Anche se male, come avrete appena notato.
All'inizio, questo capitolo era dedicato a Denni, e nonostante sia orrido, lo è ancora. Perché senza di lei, sicuramente mi sarei dimenticata di aver lasciato uno Strify in ansia sulla porta di un anonimo appartamento berlinese.
Detto ciò, Buon Natale, Denni; e buon Natale a chiunque abbia letto!

   
 
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