Capitolo I – Sweet dream
before the nighmare
“COOSAAA???”
“Sst… Yumi, ti prego!”
“Lui?! Lui… ti ha… E’ riuscito a…?”
“Sì, ma parla piano!”
L’agente Sato si guardò intorno, per controllare
che non ci fossero occhi o orecchie indiscrete in giro.
“Ti ha invitato a cena?!”
“Sì…”
“E… e tu hai accettato?”
Sato si avvicinò alla sua scrivania, mentre tentava
di nascondere il lieve rossore che le stava colorando le guance.
“…”
“Allora?”
“…Sì…”
“WAAAAAA!!!”
Yumi saltò al collo dell’amica, abbracciandola.
“Hey!”
“Congratulazioni! …e figli maschi!”
“Yumi!!!”
“E dove andate, di bello?”
Sato se la scrollò di dosso, divertita.
“Figurati se te lo dico! Non voglio mica ritrovarmi
l’intera centrale alle calcagna, come al solito!”
“Non servirà a nulla… tanto qui, anche i muri hanno
le orecchie!”
Un’improvvisa chiamata al cellulare di Yumi, salvò
Sato da un estenuante interrogatorio. Yumi, dopo aver risposto, si allontanò
sbuffando verso l’uscita.
“Devo andare… ma tu, preparati! Domani mi dovrai
raccontare tutto… anche i più piccoli dettagli!”
Non appena l’amica fu uscita, Sato si lasciò cadere
esausta su di una sedia.
In effetti, anche lei stentava ancora a credere che
Takagi avesse trovato il coraggio di chiederle di uscire… Oddio, c’era voluto
un bel po’, prima che smettesse di balbettare e arrossire (non che lei fosse
stata da meno!)…
Però, era ora che si decidesse! E lei aveva solo
afferrato la palla al balzo.
Aspettava da così tanto, un’occasione del genere…
Sorridendo senza rendersene conto, Sato controllò
l’ora sul suo orologio: le sette in punto…
Tra meno di un’ora, il suo turno sarebbe finito e
Takagi sarebbe passato a prenderla!
Sato prese uno specchietto dalla sua borsa, per
controllare che fosse tutto in ordine. Sperava di non aver destato troppi
sospetti quel giorno, a causa del suo aspetto: si era truccata leggermente e
invece del suo solito tailleur professionale, si era messa una gonna chiara e
una maglietta un po’ più scollata, nascosta durante il giorno sotto un pesante
maglione.
Ormai non mancava molto all’arrivo di Takagi…
Speriamo vada tutto bene…!
Sato ricordò sconsolata, tutti i loro incontri interrotti e andati in fumo (generalmente a causa dei suoi colleghi…): non avevano avuto molta fortuna con gli appuntamenti…
Si tolse il maglione e dopo averlo piegato con cura e lasciato in un cassetto della sua
scrivania, si diresse verso l’uscita della centrale.
Questa volta sarebbe stato diverso: non avrebbe
permesso a niente e nessuno di disturbarli!
Era ora di chiarire la loro situazione… il loro…
rapporto…
…
Sato arrossì al solo pensiero: da quanto aveva
cominciato a considerare Takagi, più di un collega… più di un amico?
Era una sensazione strana, che le era cresciuta a
poco a poco, dentro.
Procedendo a piccoli passi, entrambi si stavano
avvicinando sempre di più l’uno all’altra.
E prima o poi…
Sato fece un respiro profondo, per calmarsi, e uscì
a passo spedito dalla centrale di polizia.
Takagi era già arrivato da un pezzo, e la aspettava
vicino alla sua auto. Ere il suo giorno libero, e lo aveva passato a prepararsi
per quella serata, in un totale stato di agitazione che non gli era ancora
passato.
Il fatto che Sato avesse accettato il suo invito,
lo aveva colto di sorpresa. Una piacevole sorpresa… Quella sera poi, quando la
vide avvicinarsi a lui sorridendo, pensava che il cuore gli sarebbe scoppiato
in petto dalla felicità: era bellissima, come sempre… più di sempre!
“Ciao…”
“Uhm… ciao…”
“…”
“…”
“E’ molto che aspetti?”
“No, no… sono… sono appena arrivato…”
Sì, come no…
“…”
“…”
“Ehm…”
“Uhm… f-forse è meglio andare…”
“Sì…”
Takagi le aprì la portiera, lasciandola entrare
nell’auto. Poi raggiunse il posto di guida, e mise in moto.
Era diverso… profondamente diverso!
Non era solo lui, questa volta, ad essere
imbarazzato… E questo… poteva significare …che forse… forse lei…
Prima di arrossire tragicamente, Takagi tornò a
concentrarsi sulla guida. Quella sera, sarebbe stata un momento decisivo:
doveva essere tutto perfetto.
“Mi scusi?”
“…”
“Mi scusi!?”
“Ah… sì?”
“Avete già ordinato?”
“Uhm… sì, grazie…”
Il cameriere si allontanò dal tavolo, scuotendo la
testa.
Takagi cercò di calmarsi: in fondo stava andando
tutto bene… avevano parlato del più e del meno, scherzato perfino!
Sato gli sorrideva sempre… anche se questa volta…
aveva uno sguardo un po’ strano.
Non sapeva bene come definirlo… quasi liquido…
molto profondo…
Molto… femminile…
Tutte le volte che lo guardava in quel modo, si
sentiva inchiodare al suolo, completamente in fiamme. Aveva un effetto così
devastante, su di lui… chissà se lei se ne rendeva conto?
Sato, di ritorno dalla toilette, si sedette di
fronte a lui, guardandosi intorno.
Takagi aveva proprio scelto un bel locale: un
ristorante italiano, molto accogliente e affollato… non uno di quelli snob, che
lei detestava!
“C’è molte gente…”
“Già… il cameriere mi ha spiegato che questa sera,
hanno come cliente un ricco imprenditore della zona…”
“Ah… dev’essere quel signore, seduto a quel tavolo:
ha proprio l’aspetto dell’uomo d’affari…”
“Sì: sigaro in bocca, taglia XXXXXL…”
Sato rise di gusto e Takagi tirò un sospiro di
sollievo, per la battuta ben riuscita.
Nessuno dei due sospettava minimamente che la buona
metà dei clienti di quella sera, era formata da agenti in incognito (Shiratori
incluso…) che li avevano seguiti per tenerli d’occhio!
All’improvviso, un piccolo orchestra salì su di un
palco, all’angolo della sala, e lo spiazzo centrale, adibito per l’occasione a
pista da ballo, cominciò a riempirsi di coppie: stavano cominciando a suonare
un lento…
Takagi osservò la sua collega di sottecchi: Sato
stava guardando la gente ballare, con
molta attenzione… Prima che potesse chiederglielo lui però, sorrise a
Takagi, alzandosi in piedi.
“Ti va di ballare?”
Ecco, ancora quello sguardo…
“Non sono molto bravo…”
“Oh, andiamo!”
E prendendolo per mano, Sato lo trascinò verso la
pista. Quando si ritrovarono faccia a faccia però, entrambi arrossirono
violentemente, osservando tutte quelle coppie abbracciate: loro due non erano
abituati a quel contatto così stretto, quasi intimo…
Takagi sai fece coraggio e le cinse la vita, portando
la ragazza un po’ più vicina a se’, e Sato gli mise le braccia al collo,
appoggiando il capo al suo petto.
“Bugiardo… balli benissimo…”
Superato l’imbarazzo iniziale, i loro movimenti si
fecero a poco a poco meno rigidi, ed entrambi si abbandonarono tra le braccia
dell’altro, cullati dalla musica.
I used to be lonely…
Una cantante era salita sul palco, riempiendo la sala con la sua voce melodiosa.
I used to be lonely, from
the gracious days…
I used to be
woebegone and so restless at nights…
Sato si strinse ancora un po’ al petto di lui, chiudendo gli occhi. Dava uno strano tepore, sapere di averlo così vicino…
Oh, but now…
Takagi, inutile dirlo, era già irrimediabilmente andato. Con lei così dolce, stretta a se’…
Aveva paura che fosse tutto un bellissimo sogno, dal quale si sarebbe svegliato poco dopo.
Oh, i sogni sanno essere così fragili…
Bolle di sapone, a cui basta un tocco leggero, una
mossa sbagliata, per dissolversi nel nulla.
Takagi cercò disperatamente la voce, le parole che
da così tanto voleva dirle, nel caos di pensieri e strane sensazioni che
affollavano la sua testa. Prima che quel sogno sparisse per sempre, c’era così
tanto da dire…
“Sato…”
No more “I love you’s”…
The language is
leaving me…
Lei sollevò il capo per guardarlo negli occhi, paziente.
Dio, quello sguardo! Toglieva il respiro…
“Io…”
No more “I love you’s”…
Takagi rimase a fissarla, in silenzio: così tante cose da dire… e una voce codarda.
Changes are shifting
outside the words…
Sato cercava attentamente nei suoi occhi, una traccia di ciò che lui stava per dirle.
I used to have demons in
my room, at night…
Aveva un bisogno così disperato, di sentire quelle parole!
Desire… despair… desire… So many monsters !
Non poteva permetterlo, non voleva che dopo quella sera tutto tornasse come prima!
Era lì…
erano lì! Insieme, vicini, talmente vicini, in quella sala dove ormai,
tutto ciò che li circondava era sfuocato, attutito, totalmente privo di
importanza!
Oh, but now…
Takagi continuo a guardarla , per una lasso di tempo che a entrambi sembrò interminabile.
Poi, prese la sua decisione.
No more “I love you’s”…
Lentamente, avvicinò il viso a quello di lei: forse le parole non erano necessarie…
The language is leaving
me… in silence…
Sato intuì le sue intenzioni, un po’ sorpresa da
quella mossa così audace, per uno come Takagi… Rimase immobile, chiudendo gli
occhi.
No more “I love you’s”…
Ora… poteva sentire il respiro di lui farsi più vicino, il suo naso che già le sfiorava la guancia…
Changes are shifting
outside the words…
Anche Takagi teneva gli occhi chiusi… totalmente ammaliato dalle dita di lei, che dalla sua nuca si muovevano leggere, per arrivare a sfiorare il suo viso…
…Outside the words…
Le loro labbra… così vicine, che ormai…
Sarebbe bastato così poco per…
Improvvisamente, uno sparo echeggiò nella sala.
Subito, gran parte dei clienti si buttarono a
terra, terrorizzati.
Sato e Takagi, interrotti (come sempre…) sul più
bello, si sciolsero dal loro abbraccio, guardandosi intorno.
Dall’altro lato della sala, videro Shiratori
chiamarli con un cenno.
Quando lo raggiunsero, entrambi si ritrovarono
davanti uno spettacolo ben poco romantico…
L’uomo d’affari, sul quale fino a poco fa stavano
scherzando, era stato ucciso.