Eccomi a
contaminare anche questo stupendo fandom con i miei obbrobri xD
Allora,
questa storia ha partecipato al concorso “Quando la Morte
bussa alla tua porta” indetto da
Pagliaccio di Dio, che ringrazio di cuore per i consigli e le belle parole.
Mi congratulo inoltre con tutte le altre partecipanti e, in particolar modo,
con le podiste. BRAVE!! ^^
Due parole a proposito di questa storia così
vi lascio il tempo di chiudere la pagina e scappare il più lontano possibile
dal computer xD Si tratta di una Madame RedxGrellXSebastian, anche se è
particolarmente incentrata sul rapporto tra i primi due personaggi. Purtroppo,
sono la prima a riconoscerlo, il personaggio di Grell non mi è riuscito troppo
bene. Diciamo che qui non si dimostra abbastanza idiota come invece succede
nella serie originale^^” Peccato, ma mi migliorerò!!
Ultima cosa, questa storia è per gran parte
basata su un fatto avvenuto realmente nell’opera, pertanto sono riportati
dialoghi lì presenti, qui riconoscibili perché scritti in corsivo. Però,
trattandosi di una fanfiction per molti versi introspettiva, le suddette frasi
sono spesso inserite tra i pensieri dei personaggi.
Ultima, ma
proprio ultimissima cosa xD, Grell si rivolge a Madame Red alternando il “tu” e
il “voi”, ma questa è una cosa voluta perché ho notato che nella serie lo
shinigami utilizza il “voi” quando veste le sembianze del maggiordomo, mentre
parla con il “tu” quando ha il proprio aspetto.
Ok, la
smetto di blaterare e auguro una buona lettura agli eventuali sopravvissuti a
questa presentazione ^^
Bye
P.S. BUON NATALE!!
Amaranth
“ C’è sempre qualcosa di ridicolo
nelle emozioni delle
persone che si è cessato di amare”
[ Oscar Wilde, “ Il
ritratto di Dorian Gray”]
Vi era stato un tempo in cui Grell Sutcliff avrebbe potuto
affermare di essere innamorato… di una donna.
Lui, uno shinigami, un bizzarro scherzo della natura, un
uomo che da sempre aveva cercato di reprimere il suo vero essere, ripudiando se
stesso. Lui, un pazzo dal sangue caldo, il cui desiderio più grande era quello
di non essere nato maschio.
“ E’ davvero così peccaminoso sognare di sentire una
nuova vita dentro di sé?”
A nulla era servito celare palesemente le proprie sembianze
dietro ad abiti ed atteggiamenti femminili. Non era bastato lasciare che, anno
dopo anno, i capelli di quell’amaranto che
tanto amava crescessero, ricadendo morbidamente sulle spalle fino a superare
l’altezza del fondo schiena.
Indubbiamente, Grell Sutcliff assomigliava per molti
aspetti, perfino nella corporatura sottile e slanciata, ad una donna. Eppure,
ciò non bastava per renderlo tale.
Col tempo aveva iniziato ad odiare ciò che più desiderava
essere. Guardava con disprezzo le belle ragazze che, per i loro futili
interessi, non comprendevano quanto grande fosse la loro fortuna.
Perciò aveva cercato l’amore di altri uomini, non potendo
provare un così profondo sentimento nei confronti di qualcuno la cui sorte era
stata più felice della sua.
Tuttavia, con lei era stato diverso. Con quella donna il
destino aveva giocato tanto crudelmente quanto aveva fatto con lui. Insieme,
uniti dal filo scarlatto della disperazione,
avevano deciso di attuare la loro vendetta.
Con le mani sporche di sangue e le anime macchiate di
colpa, insieme, nel dolore, si erano amati.
- Torniamo a casa, Grell.-
Un invito posto in tono autoritario. Un ordine che
accendeva una fiamma vermiglia nel cuore
dello shinigami.
- Sì, Madame. –
Una mano intrisa di sangue portata al petto ed il capo
chinato, a mostrare il profondo rispetto che provava nei confronti di quella
donna.
Lasciandosi alle spalle i cadaveri delle ennesime vittime,
facevano ritorno a quella villa londinese nella quale ormai da anni vivevano
condividendo perfino il letto, nonostante agli occhi di tutti non fossero altro
che la povera vedova regina dell’alta società ed il suo inefficiente maggiordomo.
Sapevano entrambi che quell’illusione che si erano creati
non sarebbe durata a lungo. Presto avrebbero attratto l’attenzione delle forze
dell’ordine, sarebbero iniziate le indagini ed esse avrebbero partorito
sospetti.
Ciò, però, non sarebbe bastato a fermarli. Non avrebbero
rinunciato all’unico piacere che, dopo innumerevoli delusioni e sofferenze, li
faceva finalmente sentire vivi. Avevano promesso vicendevolmente e avevano
continuato ad uccidere, finché non era giunto quel giorno.
***
- Sono venuto a prendervi, mia signora.- l’inefficiente
maggiordomo si accostò alla propria padrona, porgendole l’ombrello e
scortandola alla carrozza.
- E’ ancora presto, prima voglio far ritorno alla villa.-
asserì la donna, volgendo un ultimo sguardo alle proprie spalle per assicurarsi
che Sebastian avesse già chiuso il portone d’ingresso della villa e non potesse
udire le loro parole.
Nell’atto di aiutarla a salire sul cocchio, il maggiordomo
le si rivolse con un ghigno quasi disumano, mostrando i denti acuminati – Non
ci avrete ripensato, Madame Red?-
La donna gli intimò di tacere – Non sfidarmi, Grell.-
Il servo rise, soddisfatto, per poi prendere posto sul
sedile esterno e guidare i due cavalli morelli legati al calesse lungo le
strade londinesi, sotto la pioggia scrosciante.
Una volta giunti alla villa, la donna precedette il
maggiordomo nelle proprie stanze e quest’ultimo, congedata la servitù, la
seguì. Chiusa a chiave la porta della camera, si voltò in direzione della
propria padrona, il cui corpo nudo adagiato sul letto era celato unicamente da
un sottile lenzuolo.
- Non ditemi che avete deciso di tardare il nostro impegno
per questo.- la provocò.
- Tu limitati a soddisfare il volere della tua padrona.-
ordinò lei in tono di sfida.
- Che capricciosa…- sospirò Grell, avvicinandosi al letto.
Ad ogni passo che muoveva i tratti del suo viso mutavano ed i capelli si
tingevano di un sanguigno vivo.
Si sedette accanto alla donna ed il silenzio calò per
alcuni minuti, per essere poi rotto dalla voce di quest’ultima - Non ci è
voluto molto perché scoprissero che il visconte Druitt non era il vero “Jack lo
Squartatore”.- volse lo sguardo sul volto dello
shinigami e aggiunse – Questa volta potrebbe essere l’ultima.-
Il ghigno del dio mutò in una smorfia di disappunto – Non
mi sbagliavo prima, stai davvero pensando di tirarti indietro.-
Madame Red accusò quelle parole – Non mi fermerò fino alla
fine, se tu rimarrai al mio fianco.-
Nel dire ciò avvicinò la bocca a quella di Grell, per
incatenarle in un lungo bacio. Sentì il sapore della saliva di lui sulla propria
lingua, i suoi denti affilati le graffiarono le labbra.
Mise tutta se stessa in quel gesto, per dimostrare a
quell’uomo la profonda gratitudine che provava nei suoi confronti. Riconoscenza
che era mutata in un sentimento più profondo e ricambiato, almeno fino a quel
momento.
La donna si scostò bruscamente, infastidita dal quasi
totale interesse dimostrato dallo shinigami – Cos’è? Pensi ancora a quel
maggiordomo?-
Solo allora Grell la guardò negli occhi, senza tuttavia
dire nulla.
- Ti piace, non è vero? - continuò lei – Ho visto come lo
guardi. Mi abbandoneresti per lui…-
Madame Red strinse spasmodicamente le lenzuola, mordendosi
le labbra, irata. Poi sentì il contatto delle dita dello shinigami sulle guance
e lasciò che le sollevasse il volto, per portarlo all’altezza del suo. Vi vide
dipinto un sorriso sinistramente divertito. Erano come gatto e topo e il felino
stava giocando con la sua preda.
- Tu non deludermi, Madame Red, ed io non ti lascerò.-
Un altro bacio che, seppure più intenso del precedente, non seppe di quell’amore che a lungo li aveva uniti. Madame
Red se ne accorse, ma non vi badò. Tirò a sé il corpo di lui, per sprofondarvi
insieme nel soffice materasso. Dapprima lentamente, poi con sempre maggior
bramosia, aprì la camicia dello shinigami e ne rivelò il corpo perfetto e
femmineo, non eguagliabile a quello di una donna per la sola mancanza del seno.
Grell la lasciò fare ed infine si fece trasportare dalla
sua frenesia, chinandosi su di lei ed accarezzandone la morbida pelle, fino a
soffermarsi sull’evidente cicatrice che le attraversava il ventre.
A quel contatto, Madame Red si arrestò, abbassando
tristemente lo sguardo sulla mano del Dio della Morte poggiata là, dove sotto
la pelle una volta vi era l’utero, con dentro il suo bambino. Si sentì
nuovamente travolgere dalla rabbia e dal dolore, al ricordo di come tutta la
sua vita era rovinosamente crollata nell’arco di così poco tempo.
- Avanti, Madame, un po’ di contegno.- il rimprovero che
scivolò dalle labbra di Grell sembrò giungere da lontano. La donna riemerse dai
propri ricordi per tornare a fissare gli occhi dorati dello shinigami,
circondati da un paio di occhiali dalla montatura rossa.
- Tra poco pregusteremo nuovamente il sapore della
rivalsa.- proferì lui, assalito da un forte piacere al pensiero di quelle
prostitute ricoperte del colore che più amava. Vivificata, Madame Red fece
mentalmente voto di fedeltà alla promessa stretta con il Dio della Morte, per
poi affogare gli ultimi accenni di insicurezza tra le labbra di lui.
Con le mani sporche di sangue e le anime macchiate di
colpa, insieme, nel dolore, si erano amati.
Eppure ad entrambi pareva che quell’amore stesse svanendo
troppo presto. Consapevoli che oramai quei gesti significassero ben poco,
fecero l’amore per l’ultima volta.
***
Solita routine. La prossima vittima portava il nome di Mary
Kelly, ultima della lista. La seguirono per le strade fradice, avvolti
dall’oscurità della notte che aveva quasi cessato di versar lacrime. Quando la
donna fu giunta dinnanzi all’uscio di casa propria, le lasciarono appena il
tempo di far scattare la serratura, prima di arrivarle alle spalle e spingerla
violentemente all’interno dell’abitazione, richiudendo poi la porta d’ingresso
per celarne dietro l’orrore che presto avrebbero commesso. Un unico grido di disperazione
fu concesso alla preda, prima che fosse violentemente privata della vita.
Madame Red si portò in disparte, assistendo allo scempio del corpo della
prostituta compiuto per mano dello shinigami, ora celato sotto le mentite
spoglie da maggiordomo. La carne fu dilaniata, le ossa spezzate, il sangue
cosparso sul cadavere schizzò su mobilio e pareti. Un sorriso sadico di pura
pazzia piegava le labbra del carnefice, bagnate da macchie color carminio. Tali screziature gli insudiciavano
vestiti e capelli, conferendogli un aspetto maggiormente sinistro e folle.
Inaspettatamente, la porta fu spalancata. Il cane della
regina aveva fiutato il loro odore. La figura di Ciel Phantomhive comparve sull’uscio e vi
rimase immobile per lo shock dovuto alla raccapricciante visione. Alle sue
spalle, il fedele maggiordomo gli coprì gli occhi e lo allontanò da
quell’atroce teatro di morte. Dal vicolo giunse la sua voce, calma e profonda – L’avete fatto schizzare in modo eccessivo,
non è così, “ Jack lo Squartatore”?-
Grell lanciò un caduco sguardo alla compagna, prima di
uscire allo scoperto e lasciarla sola, immersa tra oscurità e sangue.
- O forse dovrei dire
Grell Sutcliff.-
Lei represse l’istinto di fermarlo, soffocando quel
terribile presentimento che ormai da giorni la divorava dall’interno. Avrebbe
voluto gridargli di non andare, di rimanere e cercare una via di fuga insieme,
invece stette a guardare, mentre la sua immagine scompariva di vista e ciò che
restava era il suono delle voci echeggianti per strada.
- E’ la prima volta
che incontro uno come te nel mondo degli umani.- continuò il maggiordomo demoniaco.
Allora Madame Red udì quella voce acuta e sinistra che
tanto conosceva, spesso celata dietro un tono timido ed innocente – E’ vero, io sono un attore…-
Si era rivelato. Grell aveva mostrato il suo vero volto a
qualcuno al di fuori di lei. Si scoprì gelosa a questo pensiero e si maledì per
ciò. Pazza incosciente. Cosa le era venuto in mente? Innamorarsi di uno
shinigami, un Dio della Morte. Tuttavia, per quanto potesse essere razionale,
non riusciva a privare il suo cuore di quel sentimento.
- …perché uno come te, che è più simile ad un dio, è diventato un
maggiordomo?- domandò
Sebastian.
Già…perché? Solo un espediente per attuare la propria
vendetta? In fondo, Grell non le aveva mai rivelato cosa provasse realmente nei
suoi confronti.
- Possiamo dire, per
ora, che mi sono innamorato di una donna.-
Madame Red si sentì morire il respiro in gola. Eccola, la
dichiarazione a lungo attesa. Forse posta con troppa superficialità, ma lei era
la prima a sapere che, se mai quel sentimento era esistito veramente nel cuore
dello shinigami, oramai si stava estinguendo, velocemente come si era acceso.
- …e chi è questa
donna?-
Si fece avanti, risoluta, e ancor prima di mostrarsi esordì
con tono di sfida, rivolta al demone – Puoi arrivarci anche da solo, no?-
Si portò a fianco del compagno, attendendo la reazione del
nipote e del suo maggiordomo a quella rivelazione. Eppure, si sorprese nello
scoprire che fin dall’inizio lei e il suo complice erano stati i primi
sospettati, non incolpabili solo grazie al loro alibi perfetto. Il cane della
regina e la sua “ pedina” avevano scoperto che, tra le vittime, vi erano dei
fattori simili: tutte visitate nell’ambulatorio in cui la sospettata lavorava,
tutte donne, tutte private dell’utero al momento della morte.
Astuti, ma Madame Red non aveva alcuna
intenzione di perdere, non quel giorno, non senza lottare.
- Questa volta non
perderò sicuramente!-
Alle sue parole, Grell attaccò, sfidando il maggiordomo
demoniaco e provocandolo con ripetute avance, alle quali il diretto interessato
si dimostrò indifferente. Eppure, dietro a quel tono beffardo, lo shinigami
celava un reale sentimento, divenuto maggiormente concreto alla vista del corpo
agile e leggero di Sebastian che sembrava danzare mentre, con estrema
destrezza, evitava ogni suo colpo.
Un desiderio perverso gli venne alla mente, la smodata
voglia di vedere quell’affascinante demone avvolto nel cremisi,
nel sangue.
In quel momento la voce di Ciel Phantomhive interruppe il filo dei suoi
pensieri.
- Catturalo!-
Vide
il demone inchinarsi rispettosamente dinnanzi al padrone e rispondere – Yes,
my lord. –
L’ira
e la gelosia lo assalirono. Non riusciva a sopportare l’idea che quella
creatura così fiera rispondesse agli ordini di un piccolo umano capriccioso. Soprattutto,
però, si scoprì confuso, quasi smarrito. A lungo aveva creduto di amare la
donna al cui fianco si era schierato per anni, mentre ora si scopriva accecato
dalla bellezza di quel maggiordomo demoniaco. Attaccò nuovamente, questa volta
con maggior determinazione, riuscendo infine a mettere il nemico amato con le
spalle al muro.
Nel
frattempo, Madame Red aveva assalito il giovane nobile, intrappolandolo. Con
una mano gli ferrava il collo, pronta a dargli il
colpo definitivo con un lungo coltello impugnato nell’altra.
- Non sareste mai dovuto
nascere!-
Gridò
quella frase per se stessa, per infondersi coraggio e riuscire così a compiere
quel gesto disperato. Ma ciò non la persuase ad affondare l’arma nel debole
petto dell’amato nipote. Nell’osservarlo, la donna riconobbe gli stessi occhi
di sua sorella e lo stesso viso dell’uomo che, nel profondo, non aveva mai
cessato di amare.
Sebastian
scattò per proteggere il proprio padrone, venendo così ferito dalla falce dello
shinigami. Incurante del dolore fece per colpire Madame Red, ma ad un ordine
del giovane Phantomhive fu costretto a fermarsi.
Il
coltello scivolò di mano alla donna, producendo un suono acuto nel cadere a
terra. Ella si coprì il volto nel tentativo di celare a sguardi esterni le
lacrime copiose che le rigavano le guance. Non voleva che altri scorgessero
quel suo lato debole. Non voleva che lui la deridesse.
Grell
si avvicinò, lodando l’audacia del demone. Lo stimava,
un rispetto che mai nessuno si era guadagnato prima di quel momento.
- Mettiti a confronto,
Madame, sbarazzati di quel bambino!-
Ringhiò
quell’ordine crudelmente. La trovava ridicola. Ridicolo il suo modo di pensare,
ridicoli i suoi sentimenti. Tutto in quella donna
aveva cessato di attrarlo. Eppure era legato a lei da una promessa e finché
questa non fosse stata infranta le sarebbe rimasto a fianco.
- Non posso…- singhiozzò Madame Red.
E lui
si sentì tradito.
- Questo è il mio…-
Non le
lasciò il tempo di terminare le sue ultime parole. Le affondò la propria falce
nel petto, squartandola. Il sangue ne ricoprì il corpo ormai inerme, steso al
suolo.
- Sono così deluso, Madame Red. –
Si era
rivelata falsa, eguale a tutte le altre donne. Grell si vide scorrere dinnanzi
il flash back della vita di colei che un tempo aveva amato, ed ora non era che un’ ennesima vittima avvolta in una pozza punicea. Si scoprì indifferente alla vista dei
momenti trascorsi insieme, quasi ne fosse estraneo. Quel sentimento rodeva per
qualcun altro, ora.
- Ti ho amata, coperta del sangue degli altri, Madame Red. –
Innegabile.
- E pensare che eri una donna ridicola…-
Si
avvicinò a quel corpo freddo, privandolo del cappotto rosso che vestiva. Lo
indosso, gettando il proprio, per poi rivolgerle un ultimo saluto.
- Addio, Madame.-
Avrebbe
portato con sé una parte di lei, l’unica donna che era stata capace di fargli
battere il cuore.
Così,
voltate le spalle a quel vicolo sudicio del sangue di troppi, fece per
allontanarsi.
- Non è ancora finita.-
Già,
il giovane Phantomhive aveva ragione. Le danze erano appena cominciate e in quel
ballo Grell ed il suo amato Sebastian avrebbero ballato insieme, come Giulietta
e Romeo.
Volgendo
lo sguardo verso il demone, si perse per qualche istante nei
suoi occhi color rubino. Quegli occhi
lo avevano attratto fin dalla prima volta ed avevano rappresentato il presagio
della fine.
Lo
shinigami sorrise follemente, prima di riprendere il confronto con
l’avversario. I loro corpi si sfiorarono, fremettero, si irrigidirono per lo
sforzo, e il Dio della Morte fu nuovamente rapito da un’euforia incontrollabile,
la fiamma della passione ora più ardente che mai.
***
Vi era stato un tempo in cui Grell Sutcliff avrebbe potuto
affermare di essere innamorato… di una donna. Ma ora di quel sentimento non restava
che una vaga reminescenza, impossibile da obliare, marchiata con lettere porporine nel cuore di quell’essere tanto vicino
ad un dio, eppure così simile ad un umano in scelte ed errori.