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Autore: Lady_KuroiNeko    26/12/2009    1 recensioni
Un pomeriggio di un passato, un dolore presente. Uno spezzone della vita di Itachi prima del massacro. In cui c'era un sogno che non ha mai cessato di essere desiderato...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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le lacrime della sirena

Lady_Kuroi Neko:

Salve a tutti!!
Una piccola one-shot su Itachi e questa fantomatica ‘ragazza’ che avrebbe avuto. M’incuriosisce molto questo fantomatico personaggio e mi sono sempre chiesta come fosse questa fortunata/sfortunata.
Stasera ero particolarmente in vena di fantasticherie ed è venuta fuori cosi…

 

 
Le lacrime della sirena

  

…Si dice che le sirene fossero esseri incapaci di piangere;
condannati alla solitudine…

 L’immortalità a volte è una maledizione…

 

 

“Ahhh che bella! Mi piacciono le storie e le leggende sulle sirene” esclamò commossa stringendo al petto il libro.
“Hm…” mormorò pensieroso il ragazzo che le stava accanto.
“Ma smettila di fare quella faccia Itachi!! Mi prendi in giro” esclamò dandogli un colpetto con il gomito sul petto.
Lui rise ed esclamò “Non ti sto prendendo in giro è solo che…” si bloccò arrossendo per la frase che stava per dire.
“Solo che?” chiese curiosa fissandola con aria interrogativa e rigirandosi le ciocche dei lunghi capelli tra le dita.
Itachi era sempre cosi controllato da sembrare di pietra, almeno era quello che dicevano tutti.
Eppure quando erano insieme e senza nessuno intorno, lei poteva sempre vedere chiaramente il vero volto di quel ragazzo che conosceva come le sue tasche, ciò che dicevano gli altri non le importava affatto, le bastava quello che vedeva nel suo cuore.

Era un pomeriggio come tanti, in cui oziavano beatamente sotto il loro albero, lo stesso sotto il quale si erano conosciuti nove anni prima, lontano dal villaggio e da missioni o doveri vari.
Un tiepido venticello, che indicava la fine del rigido inverno che avevano avuto quell’anno, alzava birichinamente le  foglie, danzando quasi insieme ad esse.
“In realtà…” alzò il viso verso il cielo osservandolo per alcuni istanti, mettendo una lunga pausa nella sua frase, chiuse gli occhi e finalmente continuò “…t’immaginavo come una sirena con una bellissima coda verde scuro con i riflessi azzurri…che incanta con la sua voce”
Anche lei finì con l’arrossire e per un paio di minuti rimasero in silenzio senza guardarsi, le loro mani si sfiorarono per poi stringersi teneramente.
“Per caso tuo padre ti ha già scelto una fidanzata?” chiese d’improvviso con evidente preoccupazione, da tempo quel pensiero era diventato un vero e proprio problema per lei.
Uchiha Fugaku, non vedeva di buon occhio che il suo primo-genito frequentasse un membro di un clan, ai suoi ottusi occhi, inferiore…
“No, credimi al momento non è una sua preoccupazione” asserì con amarezza girando il volto verso sinistra, in direzione delle montagne in cui erano scolpiti gli Hokage, anche se non si potevano vedere dal luogo in cui erano.
Da quella posizione lei poteva osservare i suoi capelli, il taglio dell’orecchio e il collo lasciato scoperto in parte dalla maglietta a colletto alto, cosi d’improvviso gli getto le braccia intorno e nascose il viso nell’incavo tra collo e orecchio, ispirando il profumo inebriante della sua pelle.
Aveva un odore tutto suo, che non sapeva identificare con precisione… profumo di fresco e muschio bianco, di vento tiepido e cioccolata, del tutto in contrasto con il resto.
Lui le afferrò le mani e tornando a guardarla intensamente negli occhi disse teneramente “…e poi, sei tu la mia ragazza. Sei la mia sirena…”
I suoi modi un po’ strani di dirle ‘ ti amo ’ le facevano sempre tenerezza e le riempivano il cuore di speranze e sogni.
Appoggiò la fronte sul suo mento e lui n’approfittò per darle un bacio su di essa.
Si strinsero in un bellissimo abbraccio e si baciavano senza poter smettere, alternando dolcezza a passione, tenerezza ad urgenza.
“Itachi…aishiteru” sussurrò lentamente e dentro di se espresse un desiderio: Rimanere sempre insieme.

 Sangue caldo e lacrime amare...

In quel momento le venne in mente quello spezzone di vita, un ricordo di un passato oramai perso.
Aveva sentito la lama fredda entrare nel suo stomaco, ma il suo sguardo era concentrato su quegli occhi che amava e leggeva solo sofferenza e lacrime velate.
Lei scivolava verso l’oblio, lasciando dietro di se una scia di sangue sul muro che sembrava rappresentare in un disegno, la sua morte.
Sentì confusamente le sue braccia stringerla al petto e il viso contro il suo e piano, lentamente come se fosse solo un sogno disse “Sei tu il mio vero amore. Perdonami se non ho scelto te… “ quelle furono le ultime parole che sentì da lui.
E lei in quel momento desiderò solo di poter vivere e di sistemare tutto…
Moriva e invece desiderava solo che non intraprendesse quel cammino da solo…

Adesso dopo tanti anni di paziente attesa, anni in cui il suo spirito aveva vagato insieme a lui ancora in vita, stavano per ricongiungersi.
Gli era sempre rimasta accanto, aveva protetto la sua fragile vita, devastata dalla malattia che cercava di prenderlo prima del tempo e aveva sofferto con lui di tutte le sue colpe, sua complice invisibile.
Si avvicinò lentamente a lui e carezzandogli il bel viso insanguinato sorrise.
“Am…Amore mio…” mormorò incredulo, guardandola come se fosse un angelo venuto a prenderlo dall’inferno.
“Ti aspettavo amore mio…” disse
“Sono all’inferno?” chiese vedendo l’oscurità intorno a loro.
Si alzò e tutte le sue ferite sparirono all’istante, gli occhi erano guariti e poteva vederla, finalmente dopo tanti anni in cui non aveva desiderato alto che la morte per ricongiungersi a lei.
La ragazza fece cenno di no e prendendogli la mano disse “Vieni con me, staremo per sempre insieme io e te…”
“Sasuke?” il suo testardo fratellino che aveva amato fino alla fine e che continuava a preoccuparlo.
“Farà molti errori, ma non per colpa tua e alla fine capirà” mormorò con le lacrime agli occhi.
Itachi abbasso il viso per baciarla stringendola a se con forza “Perdonami per quello che ho fatto”
“Ti ho già perdonato tanto tempo fa, adesso è tempo di andare Itachi…” disse e lui annuì guardando per l’ultima volta la vita che si lasciava alle spalle e sorrise perché sapeva che lasciva Sasuke alle persone che lo amavano.
E mentre la pioggia batteva sul vecchio maniero Uchiha e i fulmini riecheggiavano in quel luogo silenzioso, due anime strette l’una all’altro raggiungevano insieme il luogo dove avrebbero vissuto e dove avrebbero protetto coloro che avevano lasciato fino a quando non si sarebbero riuniti…

 

Le lacrime delle sirene si erano perse per sempre nel cielo stellato…

  
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