HONEY.
Ricordava
solo un paio di cose della notte che aveva appena lasciato alle spalle e
nessuna la rendeva orgogliosa di se stessa. Nessuna pietà per il nemico, però…
Scosse la testa e con occhi socchiusi seguì il tragitto del sangue lungo le
pareti di porcella bianca del lavabo mentre con un dito tracciava i contorni di
quella nuova ferita sul suo avambraccio. Fortuna le pozioni cicatrizzanti
altrimenti sarebbe diventata un campionario ambulante
di ferite come suo padre.
Piegò
il busto in avanti e a denti stretti fece scivolare ancora una volta la ferita
aperto sotto il getto dell’acqua, gemette a labbra serrata
e scosse la testa con forza per impedire alle lacrime di scendere oltre la
barriera delle ciglia. Stava diventando brava a curarsi da sola e ad autoimporsi calma e sangue freddo.
Ormai non aveva più nemmeno bisogno di ricordare i rimbrotti di suo padre . Inspirò profondamente e staccò per un secondo lo sguardo
dalla pelle crepata del suo braccio, aggrottando un sopracciglio in una smorfia
perplessa –Remus.- disse a modo di saluto, quando il
fumo della Smaterializzazione rivelò le forme
cenciose di Remus J.Lupin –
Non ti hanno detto che prima di entrare in bagno si bussa?-
Il
licantropo infilò una mano nella tasca interna del mantello e senza dire nulla
tirò fuori una foglio di pergamenato… Andrea strinse
leggermente le labbra, la prima pagina della Gazzetta del Profeta? Si allontanò
dal lavandino mentre il Mago lo apriva e lo voltava verso di lei. – Oh cazzo.- esalò alla vista di quel titolo a caratteri
cubitali.
-Sirius è fuggito da Azkaban.-
Non soffriva di claustrofobia, ma a furia di
misurare a passi quella cella, qualche sintomo le stava venendo. Sospirò
dal naso e uscì in corridoio, scrollando la testa più confusa da prima. Come
diavolo aveva fatto a scappare? Più ci ragionava e meno riusciva a trovare una
spiegazione che fosse una, masticò una parolaccia e
aggrottò la fronte in risposta alla stretta vigorosa attorno al suo polso destro.
Qualcuno doveva essere stanco di vivere in
quel posto.
Volse la testa sopra la spalla sinistra e con uno sguardo che
avrebbe intimorito Voldemort in persona inquadrò il
volto corrucciato di Kinglsey Shackelbot.
Lo fissò per un momento in silenzio, poi abbassò lo sguardo sulle sue dita che
la trattenevano – Lasciami.- gli disse pericolosamente
calma, socchiudendo gli occhi in un modo che non prometteva nulla di buono.
Era conosciuta per avere lo stesso caratteraccio del padre.
-Andrea, hanno emanato l’Ordine
66 a favore di Sirius.-
-L’Ordine 66…? – fece eco la
ragazza a occhi bassi.
-DEAD OR ALIVE.-
Sul viso della ragazza
comparve un sorrisetto compiaciuto. L’Ordine 66 non
era altro che un invito dei membri del Ministero a far fuori quella mina
vagante che Sirius Black –Bene.- gli disse sollevando
su di lui gli occhi grigio cielo -… Un cadavere si trasporta
meglio ed è più ragionevole.-
Ritirò il braccio con un potente strattone e riprese a camminare.
Se a Kingsley non
stava bene quella decisione non era con lei che
doveva lamentarsi, lei aveva in mano le indagini, ma chi tirava avanti il circo
era qualcuno molto più in alto di lei –Andrea.- si sentì richiamare.
Sbuffò un imprecazione e si volse verso l’enorme Auror, un “NON
ROMPERMI LE PALLE!” scritto a chiare lettere sulla fronte.
-Tu gli volevi bene.-
-Volevo. Sei stato grammaticalmente corretto.-
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Dopo
un anno di ricerche, false piste e cazziatoni da parte dei superiori.
finalmente Andrea era riuscita a scavare la tana del
sorcio che inseguiva. Seduta a calvalcioni su quella,
che all’inizio aveva scambiato per la tana di un lupo, attendeva con il mento
appoggiato nel palmo sinistro. Sfilò la bacchetta dalla cintura e con la calma di un avvoltoio sorrise alla nuca china di Harry Potter. Il ragazzo stava
strisciando fuori dalla buca a carponi, seguito dal
rosso che gli stava sempre appresso e alla ragazzina riccetta
, probabile fidanzatina di uno dei due. Sapeva così tanto di loro grazie a Piton. Quando Sirius
era sparito da Hogwarts, il buon professore le aveva
suggerito di tenere d’occhio Harry & co se voleva mettere le mani sulla sua preda. Il ragazzo si
tirò su spolverandosi i pantaloni con la mano, si volse e alla vista di Andrea sbiancò. La ragazza si premette un dito sulle
labbra mentre abbassava la bacchetta contro la nuca dell’appena sbucato Sirius Black.
-Ciao
Sirius.-
L’uomo
chiuse gli occhi – Ancora tu?-
-Già.-
Andrea sapeva essere davvero odiosa quando voleva e in quel
momento, neanche si stava impegnando per esserlo. Avanzò di un passo verso la
fonte di tutti i suoi guai e ghignò quando la punta della sua bacchetta affondò
nella spalla del Mago – Andiamo con le buone.- gli disse calma – Oh ti devo
fare un po’ male per convincerti?-
Sirius strinse i pugni. Era un anno
che scappava da quella stronza, più di una volta
aveva rischiato di lasciarci le penne con i suoi attacchi, guardò verso Harry. No, non poteva ingaggiare battaglia con lui e i suoi
amici presenti, poteva finire in mezzo a qualche
attacco e fargli del male, anche solo per sbaglio, era l’ultima cosa che
avrebbe potuto sopportare.
-Andiamo.- le rispose alzando le mani in segno di resa –Auror.-
[Andrea Moody, dannato
Puffo!]
[Non prendertela con me è la tradizione]
Andrea sentì il sangue andarle al cervello “Possibile che non si ricordi di me?”
-HARRY JAMES POTTER NON CI PROVARE!- scattò in direzione del
ragazzino che aveva portato la mano destra in direzione della bacchetta. Si volse
verso di lui, assomigliava così tanto a James e
questo in qualche modo lo rendeva caro al suo cuore- Non farti stendere
ragazzino!-
Tornò a Sirius e un urlo le morì in gola.
Un
animagus illegale.
Un
cane.
Andrea
si sentì proiettare all’indietro dal peso della bestia addosso a lei mentre
quei denti affilati coi rasoi le straziavano la carne
della spalla destra. Un urlo di dolore invase l’aria mentre la sua schiena
impattava contro l’erba e per puro istinto di sopravvivenza sollevava il
braccio sinistro e lo puntava contro la gola dell’animale per allontanarlo da sé.
-CAZZO!-
strillò mentre il sangue le ricopriva a fiotti il petto e le bagnava la nuca visto la posizione. Il cane rotolò lontano da lei,
tornando umano sotto lo sguardo spiritato dei tre Grifondoro
che aveva assistito alla scena impotenti. Con la coda
dell’occhio lo vide portare una mano alla bocca e pulirla dal sangue che la
bagnava.
-Schifoso
bastardo.- soffiò nella sua direzione.
Lo
sguardo di Sirius saettò dal palmo della sua mano
coperto di sangue, alla ragazza inarcata contro il prato per cercare di
rispondere al dolore atroce che sembrava intenzionato a spaccarle in due la
schiena – Profuma di miele.- mormorò
[Ben ti sta Bestiaccia!]
[Buon Natale Sirius!]
-Andrea?-
Una parete di roccia ricoperta a tratti da un sottile strato di muschio, Andrea socchiuse gli occhi e una smorfia le
aggrottò i lineamenti. No, decisamente quello non era
il paradiso. Nonostante il dolore alla spalla sopito da un cuscino di erbe mediche e la testa leggera e confusa per via dell’emorragia
–Che diavolo?- sussurrò voltandosi.
Sirius era chino su un focherello a scaldarsi le mani, la ragazza aggrottò le
sopracciglia e lui sollevò lo sguardo per donarle un’occhiata divertita –
Svegliata da mezzo minuto e già incazzata?-
-Stronzo!- soffiò la
ragazza voltando la testa.
L’Animagus ridacchiò. Per via del
soffitto basso si spostò a gattoni verso Andrea, le prese il braccio sano al
livello del polso e facendo forza su quello le si portò
a cavalcioni in grembo. La ragazza gli rivolse uno
sguardo scioccato –CHE DIAVOLO FAI!?- urlò mentre già
scalciava per toglierselo di dosso.
-Adesso parliamo.-
-Non abbiamo nulla da dirci.-
-Andre…AH!- Sentì
entrambe le ginocchia della ragazza colpirgli i reni, si ritrovò in
avanti e poi sotto la ragazza ora seduta su di lui. Remus , in quei due giorni che lei aveva passato a dormire, lo
aveva bene informato. Sapeva che la sua mocciosa era diventata uno degli Auror più temuti d’Inghilterra.
-Anche meglio così.-
-Meglio?-
Sirius si allargò in un sorriso
angelico mentre tirava su le ginocchia e sollevava il bacino contro quella della ragazza,
strusciandolo leggermente. Andrea, ovviamente, cambiò colore per l’imbarazzo-
CHE DIAVOLO FAI?- urlò mentre gli mollava un
manrovescio.
-AHIA ANDREA… SCUSAMI, MA CHE POSSO FARCI?-
-FARCI?-
-Dopo 13 anni mi ritrovò un culo
da Oscar piazzato sull’inguine , scusa se non sono fatto di legno!-
La ragazza gli donò un'occhiata agghiacciante - A me sembra il contrario.-
FINE PRIMA PARTE!