Ecco a voi l’epilogo, ora la storia è ufficialmente finita… Fatemi sapere il vostro parere, mi raccomando, ci
terrei molto… ^^
Ringrazio Ryunosuke, che ha
recensito lo scorso capitolo… Grazie per i complimenti!
Baci e alla prossima!, Pikky
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Epilogo
Riaprii
gli occhi, e mi ritrovai chinata su un letto d’ospedale, mentre stringevo la
mano di Andrea.
Ero
tornata indietro, quindi, nella mia dimensione.
Era
così anche per Andrea?
Alzai
lo sguardo e lo puntai verso il suo viso, e notai che aveva ancora gli occhi
chiusi. Per un attimo venni assalita dal terrore che non ce l’avesse fatta a
tornare indietro, che fosse rimasto nella foresta, a godersi, con Angelica, il
tempo che la vita aveva rubato loro.
Fortunatamente,
qualche istante dopo, aprì gli occhi.
-
Iris? – mi chiamò, non appena aprì bocca.
-
Sono qui. – gli dissi, stringendogli la mano e accarezzandone il dorso con il
pollice.
Andrea
sorrise, non appena mise a fuoco la mia immagine. – Mi hai portato indietro,
eh? – mi chiese poi, alludendo all’esperienza ultraterrena appena vissuta.
-
Sì. – risposi, dopodiché aggiunsi, per sdrammatizzare: - Non ci si libera
facilmente di me, cosa credi?
Andrea
emise una breve risata. – Ne sono felice.
E
così mi sentivo anche io. Avevo però un’ultima curiosità da soddisfare.
-
Posso chiederti una cosa? – azzardai dunque, mordendomi il labbro inferiore.
Andrea
annuì, quindi partii all’attacco. – Perché quella foresta era piena di oggetti
riguardanti noi due?
-
Ah, quello. – commentò Andrea, con un sorriso beffardo. – Beh…
Perché circondandomi di quegli oggetti mi sembrava quasi di averti vicina, sai?
Mi hanno aiutato a ripercorrere tutta la nostra storia, e a darmi la forza per
resistere fino al tuo arrivo. Perché sapevo che saresti arrivata, non so come,
ma me lo sentivo. – mi spiegò, dopodiché aggiunse. – Così, quando ho percepito
la tua presenza, ho mandato Angelica da te chiedendole di mostrarti tutte
quelle cose per fare in modo che anche tu capissi quanto il nostro rapporto è
importante per me.
Avevo
di nuovo le lacrime agli occhi. – Io… Non so cosa
dire. Quegli oggetti hanno aiutato anche a me a capire, o meglio, a
riconfermare, quanto tu fossi importante per me e quanto fossi decisa a non
perderti e a riportarti indietro.
Mi
asciugai le lacrime con la manica della felpa, dopodiché, restando seduta, mi
sporsi sul lettino per dare ad Andrea un bacio a fior di labbra.
-
Ti amo, Iris… Ora più che mai. - mi sussurrò lui poco
dopo, sorridendo.
-
Anche io ti amo, Andrea. – gli dissi di rimando, e dentro di me ero certa che
quelle parole fossero veritiere, lo sentivo con tutta me stessa e desideravo
trasmetterlo anche ad Andrea. Lo baciai di nuovo, questa volta con più
passione.
Poco
dopo ci separammo, e lui mi osservò divertito.
-
Che c’è? – gli chiesi, arrossendo.
-
Oh, nulla. – rispose lui. – Ma non credi che forse sia il caso di chiamare
l’infermiera e dirle che sono uscito dal coma?