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Autore: _Miss_    27/12/2009    3 recensioni
"L'amicizia può battere l'amore? E l'amore può battere l'amicizia? Tanti sono gli interrogativi che si formano nella testa di Hannah ripensando al suo passato. E poi quella telefonata. Il suo migliore amico. O chiamarlo l'unico amore della sua vita? Il passato, dopo quasi tre anni, torna a farle visita. Ed è un pò scomodo e un pò piacevole. Lui, Robert, è diventato un attore di grande successo. E lei, a fatica, è riuscita a superare gli anni addietro: vero e proprio inferno. E ora che si sono ritrovati.... cosa accadrà?" Questa è l'introduzione della mia prima fanfiction su Robert Pattinson. La vita di Hannah è molto difficile e lentamente s'intreccerà, di nuovo, nella vita di Robert completamente differente dalla sua. Quell'amore che Hannah prova sarà ricambiato? Leggere per sapere come si concluderà la storia tra i due!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Coincidenze

 

Mi rigiro nel letto e mi accorgo che sono le 9:30 am.

Oddio è tardi!!

Devo andare in ufficio stamattina.

Accendo la radio mentre in fretta e furia mi do una sciacquata e al volo indosso qualcosa che a primo impatto dia l’impressione di “persona professionale”.

Alla radio è iniziato il tg del gossip.

 

Robert Pattinson sembra impazzito. Doveva presentarsi alla convention su Eclipse a Los Angeles ma lo si è visto imbarcarsi su un volo diretto a Londra.

Cosa sarà successo al nuovo divo di Hollywood?

I fans sono in delirio e i paparazzi sono arrivati ad assediare la sua vecchia casa di Londra, ma di lui, nessuna traccia.

 

Un colpo al cuore, e mi sembra di morire.

Rob è andato a Londra.

E io sono qui, a Roma, per lavoro.

Ma mi rendo conto che non c’è differenza se sono a Londra, a Roma o in qualche altro posto.

Tanto per lui non c’è più spazio per me, altrimenti mi avrebbe chiamata.

Invece, in due anni e mezzo, l’ha fatto una sola volta.

E mi sento morire al ricordo di quella telefonata.

 

-Pronto?- era il vecchio telefono di casa e non avevo idea di chi potesse chiamarmi all’ora di pranzo, il giorno del mio compleanno.

-Hannah…- era Robert. Erano 7 mesi che non ci sentivamo dalla sua partenza e dopo quella notte tutto era cambiato.

-Robert?-

-Si, chica, sono io.- il mio cuore fece le capriole a sentire la parola chica detta da lui, rivolta a me. -Tantissimi auguri. Sei a 18. Ma resto sempre un anno più grande di te!- Provava a scherzare ma nella sua voce c’era l’incertezza. Lo conosco abbastanza bene da capirlo.

-Grazie, si, sono ufficialmente maggiorenne.-

-Si è maggiorenni con la testa chica, non con l’età.-

-Si però…- volevo chiudere la chiamata al più presto perché ogni secondo in più che parlavo con lui mi alimentavo di false speranze e avrebbe fatto più male il dopo…

-C’è qualcosa che non va?-

-No, niente, sto controllando i bigliettini d’auguri che mi sono arrivati.-

-E dimmi, c’è qualche ammiratore segreto?-

-Si.- non so perché gli dissi si, forse era un modo per chiudere definitivamente i contatti.

In fondo lui era diventato un divo del cinema e non pensava di certo a me.

Anzi, chissà come mai aveva chiamato.

-Bè, quando torno me lo presenti. Ora devo andare. Auguri e divertiti.-

-Ciao.- nessuno dei due aveva detto “ci risentiamo”.

 

E infatti, non ci siamo risentiti più.

E stanotte la sua chiamata.

E’ tutto così strano.

Lui che mi chiama e poi diserta una convention per andare a Londra, la mia vecchia città.

Un po’ mi manca Londra, sono a Roma da 6 mesi per lavoro e la mia vita un anno fa è andata ufficialmente a rotoli.

Nel frattempo mi sono preparata e non ho voglia di fare colazione, allora vado nella mia Aston Martin.

E di nuovo i ricordi tornano a galla…

 

-Ecco! Vedi?- dico indicando una Aston Martin in una concessionaria, -quella sarà la mia auto.-

-Chica, tu sogni troppo. Chissà se prenderai la patente!-

-Oh boy! Non portà sfiga. Ti giuro che mi prenderò la patente e pure la macchina!-

 

E sorrido al nostro modo di chiamarci.

Eravamo la Chica e il Boy!

Entro in auto inspirando il profumo di pelle nuova.

Ho fatto molti sacrifici per quest’auto.

Ha solo due mesi e dovrò pagare le rate per molto, molto tempo…

Ma per avere ciò che si desidera bisogna soffrire…

 

La mattinata in ufficio passa velocemente.

Ormai l’italiano lo comprendo, e lo parlo, benissimo.

Non ho più bisogno del vocabolario per parlare o per compilare qualche documento.

Ovviamente, con tutto il tempo libero che avevo a disposizione ho studiato.

 

Torno a casa verso le 7 del pomeriggio.

Mi tolgo la giacca e le scarpe e metto sotto carica il cellulare.

All’ora di pranzo, quando dovevo chiamare mia madre, mi accorgo che si era scaricato.

Quindi, lo metto sotto carica, lo accendo e vado in bagno a farmi una doccia.

Esco e sento il cellulare squillare.

Chissà…

M’infilo l’accappatoio e corro a vedere chi è ma, tanto per cambiare, la chiamata s’interrompe.

Guardo e trovo 12 chiamate di Robert.

E non riesco a trovare un motivo alle sue chiamate.

Non faccio in tempo a posare il telefono sul mobiletto che riprende a suonare.

Robert.

Stavolta mi tocca rispondere…

 

-Pronto?-

-Oh Hannah…- e lo sento singhiozzare. Mi fa strano sentire a distanza di anni di nuovo la sua voce delicata ma roca. Mi fa strano non sentirlo ridere, anche se l’ultima volta che è successo è stato il giorno prima della sua partenza…

-Robert? Che… che c’è?-

-Chica dove sei?- mi dice dopo alcuni attimi di silenzio.

-Perché?- chiedo a bruciapelo. Forse poi mi pentirò di tutta questa freddezza, ma purtroppo in questi anni sono diventa così.

-Chica io… io… mi manchi.- Le gambe non mi reggono e cado, per fortuna c’era il letto dietro di me.

-Rob…- e sono io adesso a singhiozzare.

-Chica. Ti prego dimmi dove sei. Ho setacciato Londra ma non ti ho trovata da nessuna parte. Sono stata  casa tua ma mi hanno detto che l’avete venduta. Ti prego…- mi sta supplicando.

-Sono a Roma. Sono a Roma ma, non so se conviene vederci… Non è tutto come prima. Tu… tu sei partito e quella notte…-

-Può tornare tutto come prima se vogliamo.- dice svelto.

-No Rob… non può. Tu sei un divo del cinema e hai i tuoi impegni e io… io sono cambiata. Tanto.-

-Sono un divo del cinema, questo è vero, ma sono sempre lo stesso. E credo che anche tu, sotto sotto sei sempre la stessa splendida ragazza.-

-Robert… non sai quanto ti sbagli. Io non penso che tu sia lo stesso perché hai cambiato radicalmente vita. E per me è uguale. Sono sei mesi che lavoro a Roma. Agenzia import-export. Volevano mandarmi a Los Angeles ma non sono voluta andarci per paura di incontrarti, Rob. Un anno fa è morto mio padre e ho dovuto affrontare un funerale da sola perché mia madre era caduta in depressione perché mio padre per un anno intero è stato male. E non potevamo pagargli le cure perché io non lavoravo e mia madre, come sai, non ha mai lavorato. Sono stata un anno al suo capezzale perché sai quanto ero legata a lui e il giorno che è morto, ero a un colloquio, dove poi mi hanno preso. Rob io la notte mi addormento con il rammarico di non aver detto addio a mio padre. Ho scoperto di avere dei cugini, qui a Roma, e anche per questo motivo sono venuta a lavorare qui. E mia madre sta ancora male. Abita con me. Robert ho 20 anni ma mi sembra di averne 45. E perciò io sono cambiata. Tu forse no, ma io si.-

-Hannah… potevi chiamarmi. Per te ci sarei stato.-

-Ma perché spari cazzate? In due anni e mezzo una mezza volta mi ha chiamata e io dovevo chiedere la tua compassione e i tuoi soldi? No. In questo non sono cambiata. Non chiedo niente a nessuno. I miei problemi me li risolvo da sola, come ho sempre fatto.-

-Mezza volta? Tu mi hai detto che avevi un ammiratore segreto, e sembrava che fosse un modo per dirmi che eri impegnata. Io volevo spedirti un biglietto per venire a LA.- ora stava urlando.

-E perché non l’hai fatto? Eh? Perché?- adesso anch’io urlavo.

-Perché mi sentivo di troppo nella tua vita. Avevamo detto che ai tuoi 18 anni saremmo stati insieme ma non è stato così. Abbiamo infranto una promessa.-

-Non è l’unica.- rispondo secca.

-Tra un paio d’ore sono a Fiumicino. Vieni a prendermi?-

-Robert…-

-Vieni?- e non so perché gli dico SI chiudendo il telefono e iniziando a piangere come una bimba accasciandomi su me stessa.

 

 

Ringrazio chi mi ha già messo la ff tra le storie seguite

fire and ice

gabrycullen

_screps_

 

e chi l'ha messa tra le preferite.

suxpicci_89

Annina88

GRAZIE!!!!

E ringrazio chi legge soltanto..
   
 
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