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Autore: AmyFav    27/12/2009    1 recensioni
Era qui un attimo fa, è come se ne fosse andata da dieci minuti, come se fosse uscita a prendere le sigarette e stesse per tornare da un momento all' altro (Dal quarto capitolo)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che ci lega- cap1

   Lineamenti immobili, pallido, al punto da sembrare scolpito nel marmo. Occhi rossi, sguardo perso nel bianco del muro che ha davanti. Barba di parecchi giorni.

   That's Nico: non nei suoi momenti migliori, ma non mi è nuova questa immagine sfatta; a essere sinceri c'è ben poco che non conosciamo l'una dell' altro.

   Si dice che a pensare troppo si rischia di perdere il contatto con la realtà e credo che questo stia capitando a lui.  Tocca a me andare a vedere dove l'hanno buttato i pensieri e riportarlo indietro.

  Funziona così.

  Telefonata di Mauro:

- Vale, scusa, mio fratello fa di nuovo lo stronzo, puoi venire tu?

  E allora riprogrammo un paio di settimane. Appena posso mi metto in macchina, guido tutta una notte e all’arrivo mi trovo di fronte quasi sempre questa scena.

  Neanche mi spreco a bussare, Mauro mi ha dato le chiavi. Sono la sola che lo sa prendere, quando sta così.

  In realtà il trucco è abbastanza semplice: mi siedo accanto a lui, gli porgo una birra e gli chiedo che succede.

- Pensavo a Giulio...dimmi che sai già...

- Non so, che cosa devo sapere?

  I suoi occhi si riempiono di lacrime, l'angoscia mi gela il sangue.

- Dimmi che non...

Mi manca il fiato per dirlo.

Si schiarisce la voce e comincia a raccontare.

- Non è morto, no, è in coma, sta malissimo... pensavo che se lui...

Ho smesso di ascoltare dopo le prime tre parole.

- Muoviti,dimmi dov'è!

  Dieci minuti dopo siamo all'ospedale. L'infermiera dice che non possiamo vederlo ora, dobbiamo parlare con un medico.

  Il medico arriva dopo un'eternità e ci dà ascolto solo perché con lui c'è Gaia, la fidanzata di Giulio. Avrei preferito non vederla in questo momento.

Gaia non mi tollera, è morbosamente gelosa per una vecchia storia che io e Giulio abbiamo avuto da ragazzini. In questo doloroso momento, non appena mi vede corre ad abbracciarmi.

  Il medico ci spiega che Giulio ha un edema cerebrale, un trauma toracico, un ginocchio rotto. Il coma  farmacologico, dovrebbe durare ancora una settimana, più o meno, il tempo di riassorbire l'edema, soprattutto...e parzialmente il trauma toracico.

  Durante questa settimana ci alterniamo tra il suo capezzale e la cappella dell'ospedale.

  Gaia ne approfitta per chiarire i motivi della sua antipatia nei miei confronti, scopro che è dettata da una profonda insicurezza: Giulio è una persona fantastica e lei spesso non si sente all’altezza di stare con lui.

  E un po’ invidia il nostro rapporto…il fatto che io lo conosca così bene.

  Riesco a sdrammatizzare queste sue confessioni dicendole che, in fondo, frequentare Giulio era stato, per me, solo un modo per arrivare a Nico.

  Ma ovviamente Giulio è ben altro che un mero mezzo per il raggiungimento dei miei scopi…è parte del mio passato e non posso immaginare un mio futuro senza di lui. E lo stesso vale per Nico.

  L’unica cosa positiva di questa orribile esperienza è che io e Gaia ci leghiamo molto. Per il resto, ci sentiamo smarriti, anelli deboli di una catena…una catena che si spezzerebbe se il nostro guerriero di cavi, cannule e tubicini decidesse di lasciarci.

  Una mattina arriviamo subito dopo il giro dei medici. Ci informano che hanno risvegliato Giulio e possiamo parlargli, ma senza affaticarlo troppo.

  Annuiamo e accompagniamo Gaia, in lacrime, alla porta della stanza.

  Anche io e Nico stiamo piangendo, questa volta per la gioia ed il sollievo.

Aspettiamo Gaia e ci prepariamo all'incontro. E' stato via poco, giusto una decina di giorni... ma era così lontano, irraggiungibile, che  abbiamo avuto continuamente paura di perderlo..ci sembrava di  ritrovarlo dopo decenni.

Quando Gaia esce dalla stanza ha le lacrime agli occhi ed un ampio sorriso sulle labbra.

- Entrate, forza, se non vi vede entro cinque secondi muore!

Strana battuta, viste le circostanze, ad ogni modo poso una mano sulla spalla di Nico e lo spingo verso la porta. Si passa rapidamente una mano sul viso per asciugare le lacrime ed entra. Quando esce mi indica la porta, alle sue spalle, con il pollice. Entro.

Giulio mi fissa mentre chiudo la porta e mi fa cenno di avvicinarmi.

Se non fosse per quell’intrico di cavi, elettrodi e cannule gli salterei al collo.

- A momenti muoio di paura! - lo rimprovero.

- Io a momenti muoio in senso letterale! –

 Bene, non ha perso il senso dell’umorismo.

- Ma cosa ci facevi con la macchina contro quel pioppo? - già che questo è il tono della conversazione, proseguiamo con le battute di spirito.

- Quello che non capisco è che cosa ci fanno tutti quei pioppi sul ciglio della strada! -

- He già, me lo chiedo spesso anch'io! -

- Come ve la siete cavata senza di me? - improvviso cambio di tono, è serio adesso... che rispondo? Benissimo? Malissimo? Ci sei mancato? Without problems?

- Oh, Giulio, non ce ne fare più di 'sti scherzi, he! -

- Ma che, mi prendi per pazzo? Non mi piacciono mica gli ospedali, sai! -

- Va bene, dai, riposati un po'. Torno più tardi! -

- Va bene, corri via, ma torna, non fare come il solito che sparisci! -

Sono ormai sulla porta.

-Torno, torno, e chi ti lascia solo? Sapessi la paura fottuta di perderti che ho avuto!-

 

  
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