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Autore: nephaelibatha    27/12/2009    3 recensioni
Una dolce storia tra le sorelle Black facendo un tuffo nel passato...Perchè l'affetto che c'è tra sorelle brilla di una luce speciale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorelle Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana da quando era svenuta eppure a Narcissa sembrava di aver dormito solo per qualche ora. Aprì gli occhi e si accorse di essere sola, in camera sua e di Lucius. Nessuno stava vicino a lei per vedere se fosse guarita, o se stesse meglio, nessuno vegliava su di lei e questo la fece sentire molto sola.

Si alzò dal letto e si diresse al suo armadio, lo aprì e prese una piccola ciotola argentata. Era decorata con disegni raffiguranti creature magiche e ai bordi erano incise le lettere “Narcissa Malfoy”.
Posò l’oggetto sul letto e dalla tasca di un vestito estrasse una fialetta contenente un liquido denso verde acqua. Rovesciò la miscela nella ciotola e vi immerse il viso dentro.
Per evitare di sentirsi così sola, Narcissa entrò nei suoi ricordi e si ritrovò ad osservare la villa che abitava quando era piccola.
La scena raffigurava tre bambine intente a parlare del loro futuro.
Erano tutte e tre sorelle, ma mentre due si somigliavano molto di aspetto, l’altra era totalmente diversa da loro.
Infatti due avevano i capelli castani e ricci, gli occhi neri quasi privi di ingenuità e le palpebre pesanti, mentre l’altra era bionda, aveva gli occhi azzurri, grandi pieni di dolcezza e i lineamenti delicati.
La prima che parlò fu quella dissimile dalle altre “Papà ha detto che diventerò una signora bella ed intelligente. Sposerò un pumosangue…
Questo sarà il mio futuro e il vostro?”disse emozionata e felice.
“Si dice purosangue Cissy!” La corresse la ragazza di nome Bellatrix.
“E comunque non ho intenzione di sprecare la vita accanto ad un mago comune, io voglio di meglio, seguirò Lord Voldemort. E’ un mago eccezionale e molto affascinante che predilige i purosangue e vuole pulire il mondo dai Babbani  e i Mezzosangue.” Affermò con ammirazione e orgoglio Bellatrix. L’altra ragazza che non aveva ancora parlato  scrutava le sorelle con incredulità. “Siete ancora così giovani e progettate già il vostro futuro? Io non ho intenzione di programmare il mio avvenire…Voglio che sia una sorpresa, altrimenti non c’è gusto!” Disse saggiamente la ragazza. Delle tre era la più ribelle e aveva ideali diversi dalla sua famiglia.
“Andro, andiamo a giocare in giardino avevi detto che c’era un regalo per me…Era una bugia?” Chiese la bambina soprannominata Cissy.
La ragazza chiamata Andromeda sorrise e rispose dolcemente alla sorella “Ma no, non era una bugia! C’è veramente un regalo per te…Vieni andiamo però devi chiudere gli occhi e aprirli solo quando te lo dirò io. Ah e non sbirciare!”
La bambina fu felice nel sentire che c’era un regalo per lei e rise contenta. “Bella tu non vieni con noi?” Domandò Narcissa alla sorella.
“Si arrivo Cissy…Vai avanti devo parlare con Andromeda, ti raggiungiamo dopo.” Rispose accennando un sorriso molto debole, facendo un grosso sforzo.
Cissy si allontanò da loro saltellando lasciandole sole e Bellatrix fu la prima a parlare “Ma cosa ti salta in mente? Farle un altro regalo! E che cos’è, un pony alato? Finirai per viziarla e quando smetterai di farle queste sorprese lei rimarrà delusa!” Disse aggredendola.
“E’ soltanto un regalo Bella! Piuttosto tu, ti sembra normale parlare di Mezzosangue e Purosangue con una bambina di sette anni? Non sa neanche chi sono. Lasciala vivere tranquilla come dovrebbe!” Si difese la ragazza. Bellatrix parve sorpresa dalle parole della sorella. “Stai per caso dicendo come mi devo comportare con Cissy? Stai al tuo posto Andromeda!” Ringhiò Bellatrix andandosene.
La scena mutò raffigurando sempre la stessa villa, ma stavolta c’era Cissy che correva nel giardino. Il viso era rigato dalle lacrime e gli occhi blu erano arrossati. Da lontano Bellatrix la inseguiva “Cissy! Cissy torna indietro! Dove vai? Fermati! Narcissa ascolta tua sorella!!”
Disse chiamandola a gran voce. Ma la sorella non voleva ascoltarla e correva più veloce che poteva. Rallentò e si addentrò in un piccolo labirinto. Sentiva Bellatrix scocciata chiamarla ancora. Ad un tratto Narcissa avvertì una forza incontrollabile trascinarla indietro senza che lei potesse opporvisi. La portò fino a Bellatrix che, stufa di inseguire la sorella, aveva ricorso alla magia. “Bella!? Solo perché sei maggiorenne questo non ti permette di usare la magia quando vuoi e su chi vuoi! Lasciami!” Si lamentò Narcissa agitandosi per liberarsi dalla stretta della sorella. “Così impari ad ubbidirmi! Devi ascoltarmi Cissy, sono tua sorella maggiore. Non sei più una bambina…Perché sei scappata?”
La rimproverò Bellatrix. “Nessuno ti ha dato il diritto di pietrificare Clio! Ti odio! Era il regalo di Andromeda per me! Lasciami!” Disse singhiozzando. “Quello stupido gatto mi ha graffiata e per poco mi cavava un occhio! Ha avuto ciò che meritava! Non puoi affezionarti ad una belva!” Le urlò contro Bellatrix. “Non è uno stupido gatto, è come un patronus…Lui mi salva dai pericoli. E poi è colpa tua se ha reagito così, gli hai pestato la coda di proposito. Ti odio!” Si difese Cissy.
“Era nella mia stanza e si era messo sul mio letto! Me l’ha sporcato tutto! Dovresti insegnare come comportarsi alle tue bestie…Ora chiedimi scusa e giurami che non dirai più che mi odi.” Disse Bellatrix con un tono di rimprovero.
“Non sono io che devo chiederti scusa, sei tu che devi liberare Clio e imparare a trattarci bene…” Si lamentò Narcissa con voce triste.
“Facciamo un patto: devi tenere quell’ animale lontano da me e giurare che non dirai più che mi odi. E come segno di questo patto ci scambiamo i nostri braccialetti, io ti do quello azzurro e tu mi dai quello argentato.” Propose concisa Bellatrix. “Va bene,  grazie Bella! Clio non ti disturberà più, promesso. E…io non ti odio.” Accettò Cissy sorridendo. Si scambiarono i braccialetti. Anche Bellatrix accennò un sorriso. “Bella e tu mi odi?” Chiese preoccupata Narcissa. “Cosa? Io no…no che non ti odio! Come ti vengono in mente simili sciocchezze!” Rispose Bellatrix. “Ti voglio bene Bella…” Disse Narcissa abbracciando la sorella dolcemente.
“Anche io Cissy…” Confermò Bellatrix ricambiando il gesto d’affetto.
Narcissa tornò alla realtà. Rimase ferma sorridendo al pensiero dei suoi ricordi d’infanzia. Rimise il Pensatoio nell’armadio e infilò la fialetta con il liquido verde acqua nella tasca di un vestito.
Era tutto più facile quando era una bambina, non doveva badare a molte cose e si sentiva libera da pensieri brutti. Anche comunicare qualcosa le riusciva meglio quando era piccola.
Il futuro delle sorelle era diventato come loro l’avevano pensato. Soltanto Andromeda non aveva fatto progetti. Quest’ultima aveva incontrato un Babbano di cui si era innamorata suscitando sdegno tanto da venire ripudiata dai genitori. Narcissa da quel momento aveva dovuto rompere ogni legame con la sorella e non considerarla tale, se voleva continuare a far parte della famiglia Black. Aveva ignorato Andromeda controvoglia al contrario di Bellatrix che l’aveva fatto con immenso piacere. Non c’era mai stato un buon rapporto tra queste due sorelle, a causa dei loro ideali totalmente diversi.
Narcissa invece era l’unica che era andata d’accordo con entrambe senza difficoltà.
Ad interrompere i pensieri della donna fu Lucius che irruppe nella stanza e rimase sorpreso nel vedere la moglie sveglia “Cissy! Ti sei ripresa! Come ti senti?” Chiese colmo di gioia abbracciandola.
“Lucius! Io sto bene…Perché non dovrei sono solo svenuta per un paio d’ore, deve essere stato un mancamento dovuto alla stanchezza tutto qui.” Rispose la donna tra le braccia del marito.
“Cissy sei svenuta per una settimana…Eravamo tutti in pensiero! Ma come stai? Ti senti in forze ora?” Domandò l’uomo preoccupato.
“Una settimana? Oh santo cielo…Io…non me ne sono resa conto!
Comunque mi sento un po’ debole, ma cos’ho?” Chiese Narcissa sorpresa. “Bè le pozioni di Severus hanno fatto un po’ effetto…Bella vieni Cissy si è svegliata! Corri!” Disse Lucius chiamando la donna.
Bellatrix si precipitò nella stanza e abbracciò la sorella “Cissy! Cissy, ti senti bene?”Le chiese preoccupata. “Si, si io sto bene…Ma cos’ho? Che è successo?” Domandò sia a Lucius che alla sorella. “Devi riposare sei troppo debole…Vado ad avvisare Severus del tuo miglioramento.”Disse il marito lasciando la stanza.
Narcissa sbuffò impaziente “Mi vuoi dire che cos’ho, Bella?”
La sorella la scrutò per un attimo “Sei svenuta Cissy, sei debole e ora ti devi riposare!” Affermò sinteticamente.
“Ma perché non mi rispondi? Sei incredibile!” Gridò Narcissa spazientita. “Cissy non ti agitare, è per il tuo bene! Ascoltami!” La rimproverò Bellatrix afferrandole i polsi. “Lasciami! Mi vuoi dire che cos’ho?”La implorò Narcissa. “Fermati, non devi agitarti…Non sappiamo se è una malattia oppure solo stanchezza. Dobbiamo chiamare un medico e poi provvederemo noi con la magia. Qualunque cosa sia guarirai”. La rassicurò Bellatrix.
D’un tratto la porta della camera si aprì ed entrò il nuovo elfo domestico Lenny “Padrona! Padrona! Non voglio disturbarla, ma  ho sentito che era guarita allora sono subito venuto…Guardi, guardi cosa le ho fatto: la sua torta preferita! E le ho lavato e stirato tutti i vestiti…Sono contento che si sia ripresa. Non ho mangiato durante questa settimana per farle tutto questo. Ero molto in pensiero, avevo paura che fosse colpa mia se lei stava male e così mi sono punito…Ma ora lei è salva e io sono così contento!!” Affermò l’elfo saltellando di gioia e accarezzando le mani di Narcissa. Questo gesto fece inorridire Bellatrix che diede un calcio alla povera creaturina “Come osi feccia? Stai al tuo posto e ringrazia che non ti abbia ucciso per la figuraccia che hai fatto fare a Narcissa, una settimana fa, quando hai interrotto la riunione col Signore Oscuro…” Gli gridò contro la donna. E l’elfo spaventato si raggomitolò vicino al letto singhiozzando.
“Bella! Non gridare, non è stata colpa sua! Portagli rispetto.” Intervenne Narcissa tranquillizzando Lenny. “Portargli rispetto? Ma sei matta Cissy? Loro sono come vermi ed è lì il loro posto, ai nostri piedi…”
Sbraitò Bellatrix piena di follia. “Bè per te è così ma per me no, e si dà il caso che siamo in casa mia e devi rispettare chiunque ne faccia parte.” Affermò Narcissa asciugando le lacrime dell’elfo. Quest’ultimo le sorrise “Grazie padrona lei è molto buona…Sono onorato di servirla” Le disse dolcemente la creaturina.
“Ora è meglio se vai a mangiare, devi avere molta fame…Riposati e grazie di tutto quello che hai fatto per me!” Lo ringraziò la donna.
Lenny sorrise e sgattaiolò in cucina affamato. “Perché ti fai odiare così Bella?” Domandò Narcissa. “Quando eravamo piccole avevamo fatto un patto e avevi detto che non mi odiavi…”Le rammentò Bellatrix. “Ti ricordi ancora di quella giornata? Non ti sei dimenticata!” Esclamò Narcissa. Bellatrix sorrise, ma si ricompose subito “Non essere sciocca, ho soltanto un vago ricordo…” Disse per coprire il suo sorriso. Narcissa prese il polso della sorella, tirò su la manica del vestito e vide il braccialetto argentato che le aveva regalato da bambina come segno del loro patto. “Ce l’hai ancora! Anche io.” Disse mostrandole il braccialetto azzurro sul suo polso sinistro.
“Si…mi sarò dimenticata di levarmelo probabilmente, però mi sta bene forse è anche per questo che l’ho tenuto…” Si giustificò Bellatrix.
Narcissa sorrise e abbracciò la sorella.
“Come da bambine…” Sussurrò Bellatrix ricambiando il gesto d’affetto.
  
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