Era passata una
settimana da quando era svenuta eppure a Narcissa sembrava di aver
dormito solo per qualche ora. Aprì gli occhi e si accorse di
essere sola, in camera sua e di Lucius. Nessuno stava vicino a lei per
vedere se fosse guarita, o se stesse meglio, nessuno vegliava su di lei
e questo la fece sentire molto sola. Si
alzò dal letto e si diresse al suo armadio, lo
aprì e prese una piccola ciotola argentata. Era decorata con
disegni raffiguranti creature magiche e ai bordi erano incise le
lettere “Narcissa Malfoy”. Posò
l’oggetto sul letto e dalla tasca di un vestito estrasse una
fialetta contenente un liquido denso verde acqua. Rovesciò
la miscela nella ciotola e vi immerse il viso dentro. Per
evitare di sentirsi così sola, Narcissa entrò nei
suoi ricordi e si ritrovò ad osservare la villa che abitava
quando era piccola. La
scena raffigurava tre bambine intente a parlare del loro futuro. Erano
tutte e tre sorelle, ma mentre due si somigliavano molto di aspetto,
l’altra era totalmente diversa da loro. Infatti
due avevano i capelli castani e ricci, gli occhi neri quasi privi di
ingenuità e le palpebre pesanti, mentre l’altra
era bionda, aveva gli occhi azzurri, grandi pieni di dolcezza e i
lineamenti delicati. La
prima che parlò fu quella dissimile dalle altre
“Papà ha detto che diventerò una
signora bella ed intelligente. Sposerò un
pumosangue… Questo
sarà il mio futuro e il vostro?”disse emozionata e
felice. “Si
dice purosangue Cissy!” La corresse la ragazza di nome
Bellatrix. “E
comunque non ho intenzione di sprecare la vita accanto ad un mago
comune, io voglio di meglio, seguirò Lord Voldemort.
E’ un mago eccezionale e molto affascinante che predilige i
purosangue e vuole pulire il mondo dai Babbani e i
Mezzosangue.” Affermò con ammirazione e orgoglio
Bellatrix. L’altra ragazza che non aveva ancora
parlato scrutava le sorelle con incredulità.
“Siete ancora così giovani e progettate
già il vostro futuro? Io non ho intenzione di programmare il
mio avvenire…Voglio che sia una sorpresa, altrimenti non
c’è gusto!” Disse saggiamente la
ragazza. Delle tre era la più ribelle e aveva ideali diversi
dalla sua famiglia. “Andro,
andiamo a giocare in giardino avevi detto che c’era un regalo
per me…Era una bugia?” Chiese la bambina
soprannominata Cissy. La
ragazza chiamata Andromeda sorrise e rispose dolcemente alla sorella
“Ma no, non era una bugia! C’è veramente
un regalo per te…Vieni andiamo però devi chiudere
gli occhi e aprirli solo quando te lo dirò io. Ah e non
sbirciare!” La
bambina fu felice nel sentire che c’era un regalo per lei e
rise contenta. “Bella tu non vieni con noi?”
Domandò Narcissa alla sorella. “Si
arrivo Cissy…Vai avanti devo parlare con Andromeda, ti
raggiungiamo dopo.” Rispose accennando un sorriso molto
debole, facendo un grosso sforzo. Cissy
si allontanò da loro saltellando lasciandole sole e
Bellatrix fu la prima a parlare “Ma cosa ti salta in mente?
Farle un altro regalo! E che cos’è, un pony alato?
Finirai per viziarla e quando smetterai di farle queste sorprese lei
rimarrà delusa!” Disse aggredendola. “E’
soltanto un regalo Bella! Piuttosto tu, ti sembra normale parlare di
Mezzosangue e Purosangue con una bambina di sette anni? Non sa neanche
chi sono. Lasciala vivere tranquilla come dovrebbe!” Si
difese la ragazza. Bellatrix parve sorpresa dalle parole della sorella.
“Stai per caso dicendo come mi devo comportare con Cissy?
Stai al tuo posto Andromeda!” Ringhiò Bellatrix
andandosene. La
scena mutò raffigurando sempre la stessa villa, ma stavolta
c’era Cissy che correva nel giardino. Il viso era rigato
dalle lacrime e gli occhi blu erano arrossati. Da lontano Bellatrix la
inseguiva “Cissy! Cissy torna indietro! Dove vai? Fermati!
Narcissa ascolta tua sorella!!” Disse
chiamandola a gran voce. Ma la sorella non voleva ascoltarla e correva
più veloce che poteva. Rallentò e si
addentrò in un piccolo labirinto. Sentiva Bellatrix
scocciata chiamarla ancora. Ad un tratto Narcissa avvertì
una forza incontrollabile trascinarla indietro senza che lei potesse
opporvisi. La portò fino a Bellatrix che, stufa di inseguire
la sorella, aveva ricorso alla magia. “Bella!? Solo
perché sei maggiorenne questo non ti permette di usare la
magia quando vuoi e su chi vuoi! Lasciami!” Si
lamentò Narcissa agitandosi per liberarsi dalla stretta
della sorella. “Così impari ad ubbidirmi! Devi
ascoltarmi Cissy, sono tua sorella maggiore. Non sei più una
bambina…Perché sei scappata?” La
rimproverò Bellatrix. “Nessuno ti ha dato il
diritto di pietrificare Clio! Ti odio! Era il regalo di Andromeda per
me! Lasciami!” Disse singhiozzando. “Quello stupido
gatto mi ha graffiata e per poco mi cavava un occhio! Ha avuto
ciò che meritava! Non puoi affezionarti ad una
belva!” Le urlò contro Bellatrix. “Non
è uno stupido gatto, è come un
patronus…Lui mi salva dai pericoli. E poi è colpa
tua se ha reagito così, gli hai pestato la coda di
proposito. Ti odio!” Si difese Cissy. “Era
nella mia stanza e si era messo sul mio letto! Me l’ha
sporcato tutto! Dovresti insegnare come comportarsi alle tue
bestie…Ora chiedimi scusa e giurami che non dirai
più che mi odi.” Disse Bellatrix con un tono di
rimprovero. “Non
sono io che devo chiederti scusa, sei tu che devi liberare Clio e
imparare a trattarci bene…” Si lamentò
Narcissa con voce triste. “Facciamo
un patto: devi tenere quell’ animale lontano da me e giurare
che non dirai più che mi odi. E come segno di questo patto
ci scambiamo i nostri braccialetti, io ti do quello azzurro e tu mi dai
quello argentato.” Propose concisa Bellatrix. “Va
bene, grazie Bella! Clio non ti disturberà
più, promesso. E…io non ti odio.”
Accettò Cissy sorridendo. Si scambiarono i braccialetti.
Anche Bellatrix accennò un sorriso. “Bella e tu mi
odi?” Chiese preoccupata Narcissa. “Cosa? Io
no…no che non ti odio! Come ti vengono in mente simili
sciocchezze!” Rispose Bellatrix. “Ti voglio bene
Bella…” Disse Narcissa abbracciando la sorella
dolcemente. “Anche
io Cissy…” Confermò Bellatrix
ricambiando il gesto d’affetto. Narcissa
tornò alla realtà. Rimase ferma sorridendo al
pensiero dei suoi ricordi d’infanzia. Rimise il Pensatoio
nell’armadio e infilò la fialetta con il liquido
verde acqua nella tasca di un vestito. Era
tutto più facile quando era una bambina, non doveva badare a
molte cose e si sentiva libera da pensieri brutti. Anche comunicare
qualcosa le riusciva meglio quando era piccola. Il
futuro delle sorelle era diventato come loro l’avevano
pensato. Soltanto Andromeda non aveva fatto progetti.
Quest’ultima aveva incontrato un Babbano di cui si era
innamorata suscitando sdegno tanto da venire ripudiata dai genitori.
Narcissa da quel momento aveva dovuto rompere ogni legame con la
sorella e non considerarla tale, se voleva continuare a far parte della
famiglia Black. Aveva ignorato Andromeda controvoglia al contrario di
Bellatrix che l’aveva fatto con immenso piacere. Non
c’era mai stato un buon rapporto tra queste due sorelle, a
causa dei loro ideali totalmente diversi. Narcissa
invece era l’unica che era andata d’accordo con
entrambe senza difficoltà. Ad
interrompere i pensieri della donna fu Lucius che irruppe nella stanza
e rimase sorpreso nel vedere la moglie sveglia “Cissy! Ti sei
ripresa! Come ti senti?” Chiese colmo di gioia abbracciandola. “Lucius!
Io sto bene…Perché non dovrei sono solo svenuta
per un paio d’ore, deve essere stato un mancamento dovuto
alla stanchezza tutto qui.” Rispose la donna tra le braccia
del marito. “Cissy
sei svenuta per una settimana…Eravamo tutti in pensiero! Ma
come stai? Ti senti in forze ora?” Domandò
l’uomo preoccupato. “Una
settimana? Oh santo cielo…Io…non me ne sono resa
conto! Comunque
mi sento un po’ debole, ma cos’ho?”
Chiese Narcissa sorpresa. “Bè le pozioni di
Severus hanno fatto un po’ effetto…Bella vieni
Cissy si è svegliata! Corri!” Disse Lucius
chiamando la donna. Bellatrix
si precipitò nella stanza e abbracciò la sorella
“Cissy! Cissy, ti senti bene?”Le chiese
preoccupata. “Si, si io sto bene…Ma
cos’ho? Che è successo?”
Domandò sia a Lucius che alla sorella. “Devi
riposare sei troppo debole…Vado ad avvisare Severus del tuo
miglioramento.”Disse il marito lasciando la stanza. Narcissa
sbuffò impaziente “Mi vuoi dire che
cos’ho, Bella?” La
sorella la scrutò per un attimo “Sei svenuta
Cissy, sei debole e ora ti devi riposare!” Affermò
sinteticamente. “Ma
perché non mi rispondi? Sei incredibile!”
Gridò Narcissa spazientita. “Cissy non ti agitare,
è per il tuo bene! Ascoltami!” La
rimproverò Bellatrix afferrandole i polsi.
“Lasciami! Mi vuoi dire che cos’ho?”La
implorò Narcissa. “Fermati, non devi
agitarti…Non sappiamo se è una malattia oppure
solo stanchezza. Dobbiamo chiamare un medico e poi provvederemo noi con
la magia. Qualunque cosa sia guarirai”. La
rassicurò Bellatrix. D’un
tratto la porta della camera si aprì ed entrò il
nuovo elfo domestico Lenny “Padrona! Padrona! Non voglio
disturbarla, ma ho sentito che era guarita allora sono subito
venuto…Guardi, guardi cosa le ho fatto: la sua torta
preferita! E le ho lavato e stirato tutti i vestiti…Sono
contento che si sia ripresa. Non ho mangiato durante questa settimana
per farle tutto questo. Ero molto in pensiero, avevo paura che fosse
colpa mia se lei stava male e così mi sono
punito…Ma ora lei è salva e io sono
così contento!!” Affermò
l’elfo saltellando di gioia e accarezzando le mani di
Narcissa. Questo gesto fece inorridire Bellatrix che diede un calcio
alla povera creaturina “Come osi feccia? Stai al tuo posto e
ringrazia che non ti abbia ucciso per la figuraccia che hai fatto fare
a Narcissa, una settimana fa, quando hai interrotto la riunione col
Signore Oscuro…” Gli gridò contro la
donna. E l’elfo spaventato si raggomitolò vicino
al letto singhiozzando. “Bella!
Non gridare, non è stata colpa sua! Portagli
rispetto.” Intervenne Narcissa tranquillizzando Lenny.
“Portargli rispetto? Ma sei matta Cissy? Loro sono come vermi
ed è lì il loro posto, ai nostri
piedi…” Sbraitò
Bellatrix piena di follia. “Bè per te è
così ma per me no, e si dà il caso che siamo in
casa mia e devi rispettare chiunque ne faccia parte.”
Affermò Narcissa asciugando le lacrime dell’elfo.
Quest’ultimo le sorrise “Grazie padrona lei
è molto buona…Sono onorato di servirla”
Le disse dolcemente la creaturina. “Ora
è meglio se vai a mangiare, devi avere molta
fame…Riposati e grazie di tutto quello che hai fatto per
me!” Lo ringraziò la donna. Lenny
sorrise e sgattaiolò in cucina affamato.
“Perché ti fai odiare così
Bella?” Domandò Narcissa. “Quando
eravamo piccole avevamo fatto un patto e avevi detto che non mi
odiavi…”Le rammentò Bellatrix.
“Ti ricordi ancora di quella giornata? Non ti sei
dimenticata!” Esclamò Narcissa. Bellatrix sorrise,
ma si ricompose subito “Non essere sciocca, ho soltanto un
vago ricordo…” Disse per coprire il suo sorriso.
Narcissa prese il polso della sorella, tirò su la manica del
vestito e vide il braccialetto argentato che le aveva regalato da
bambina come segno del loro patto. “Ce l’hai
ancora! Anche io.” Disse mostrandole il braccialetto azzurro
sul suo polso sinistro. “Si…mi
sarò dimenticata di levarmelo probabilmente, però
mi sta bene forse è anche per questo che l’ho
tenuto…” Si giustificò Bellatrix. Narcissa
sorrise e abbracciò la sorella. “Come
da bambine…” Sussurrò Bellatrix
ricambiando il gesto d’affetto.