‘Indovina
chi viene alla cena di Natale?’ Altrimenti detto
‘Ecco perché i Leto sono
scapoli’…
Constance
sistemò per bene
l’ultimo coperto sul suo bel tavolo Chippendal presente nella
sala da pranzo,
nell’esatto momento in cui in campanello di casa
suonò.
Sapeva
già chi poteva
essere.
Era
la sera di Natale e
Constance aspettava per cena i suoi adorati figli con le loro mogli,
per la
prima volta.
Finalmente
avrebbe potuto
conoscere le sue nuore.
Erano
anni che i figli
gliene parlavano, di quanto fossero belle, gioiose e fondamentali per
loro, ma
lei non le aveva mai conosciute, dopo il matrimonio lampo avvenuto
tempo prima,
ed era ora che questa lacuna si colmasse.
E
allora quale occasione
migliore della sera di Natale?
Una
serata così intima e
familiare come quella, coronata in quel modo?
Constance,
anche un
tantino emozionata, guadagnò la porta e la aprì,
giusto per trovarsi davanti
Jared e Shannon.
“MAMMA!!!”,
gridarono
entrambi, saltandole al collo, esultanti.
“Jared,
Shannon… quanto
tempo!”, la voce di Constance rivelava una commozione mal
celata. I suoi figli
erano tutto per lei, lo erano sempre stati.
“La
tournee, mamma… siamo
stati in tournee tre anni!”, le disse subito Jared, vestito
con un cappotto
azzurro scuro, sciarpa di lana al collo e capelli sparati in aria,
sciogliendosi dall’abbraccio.
“Sold
out, ogni sera…
abbiamo fatto un sacco di soldi…”,
rincarò Shannon, tenendole le mani, vestito
come al solito di nero, con il berretto di lana in testa e la barba
lunga, “E
lo sai che ora… abbiamo una famiglia da
mantenere…”
Constance
annuì: “Certo,
ne sono felice e…”
I due
uomini le sorrisero,
gli occhi che brillavano: “Sì. Sono qui.”
A
mamma Constance un
brivido percorse la schiena: “E posso…”
“Vederle?
Ma certo, mamma!
Siamo qui per quello!”, disse Shannon.
I due
fratelli si
spostarono come se un sipario si aprisse.
“Princes?”,
chiamò subito
Jared e una ragazza con gli occhiali, capelli ed occhi scuri si
presentò sulla
porta, sorridendo, con un pacchetto dono in mano.
“Mamma,
questa è Princes,
mia moglie…”, declamò Jared, orgoglioso.
La
ragazza, sicura, avanzò
di un passo tendendo la mano: “Piacere, signora
Leto.”
La
donna sorrise e le
strinse la mano. “Chiamami Constance e dammi del tu, mia
cara. Benvenuta in
famiglia.”
“Grazie.
Questo è per
lei.”
Constance
accettò il
pacchetto e lo appoggiò su un tavolino
dell’entrata e poi, non resistendo
oltre, abbracciò Princes, contenta di quella nuora,
dicendole: “Accomodati pure
in sala da pranzo.”
La
ragazza ringraziò e poi
si avviò lungo il corridoio, sparendo oltre una porta.
Constance
si mise a
guardare Shannon, che annuì, si sporse dall’uscio
e disse: “Shanna_b?”
La
ragazza che comparve
alla porta sorprese Constance, visto che aveva anche un bambino di
circa un
anno in braccio, oltre ad un regalo.
“Questa
è mia moglie.
Shanna_b.”, disse subito Shannon. “E il bambino si
chiama Shannon Junior.”
Constance
si mise a
fissarli: la ragazza era castana, con grandi occhi azzurri ed un
sorriso timido
e il bambino era preciso ed identico a Shannon da piccolo, la sua
fotocopia a
colori.
La
donna si commosse: era
addirittura diventata nonna?
Shanna_b
si avvicinò
porgendole il pacco: “Auguri, signora Leto.”
Constance
accettò il
pacco, lo mise sul tavolino sopra a quello ricevuto prima e poi
allargò le
braccia per accogliere nel suo abbraccio nuora e nipotino, emozionata.
“Chiamami Constance, mia cara… E’ un
piacere conoscerti…”, disse, sull’orlo
delle lacrime, accarezzando la testolina del bambino. “E
accomodati pure tu di
là…”
Shanna_b
sorrise e si
allontanò con il suo bambino in braccio.
“Bene.”,
disse Jared e
guardando fuori chiamò: “Ithil?”
Un’altra
ragazza giovane,
alta, con capelli lunghissimi e con uno splendido sorriso, apparve
sulla porta,
con un pacchettino in mano: “Mamma, questa è
Ithil, mia moglie…”, declamò Jared.
“Oh
cara, che piacere…”,
disse Constance, prendendo il pacchettino ed abbracciandola.
“Il
piacere è mio, signora
Leto.”
“Chiamami
Constance ed
accomodati, dai…”
Mentre
la ragazza si
allontanava lungo il corridoio, Shannon esclamò:
“Bene, tocca a me. Fedifaith?”
Una
ragazza molto giovane
e con capelli ed occhi castano scuro comparve sulla porta,
anch’essa con il
pacchetto in mano, mentre Shannon declamava: “Questa
è Fedifaith, mia moglie…”
“Ma che
piacere!”, esclamò Constance,
ritirando il pacchetto ed abbracciandola.
“Buonasera,
signora
Leto.”, le sorrise la giovane.
“Ma
chiamami Costance,
grazie per il regalo e vieni pure avanti, vai in sala da
pranzo…”
“Aglaja?”,
chiamò Jared,
mentre la moglie di Shannon si allontanava. E un’altra
ragazza con un bambino
piccolo sputato Jared apparve sulla soglia. “Mamma, questa
è mia moglie Aglaja.
E il bambino è Jared Junior…”
“Cara,
vieni pure avanti,
chiamami Constance e grazie del regalo.”, disse la donna,
accarezzando il
bambino in viso.
Aglaja
si accomodò come le
altre, mentre Shannon diceva: “Kore82?” e una
ragazza alta, con un sorriso
dolce e con i capelli rossi comparve sulla porta.
Constance
la abbracciò
dicendo: “Che piacere conoscerti, accomodati in sala da
pranzo e chiamami
Constance…”
Ed
improvvisamente, per
Constance tutto divenne come una catena di montaggio, veloce e
perfetta…
Presentazione,
da parte di
Jared, di sua moglie. Apparizione ragazza con pacchetto e/o pargolo/a
annesso
preciso a Jared. Saluto e riscossione pacchetto natalizio. Appoggio
pacchetto
su tavolino. Abbraccio con moglie Jared ed eventuale buffetto ad
eventuale
Jared Junior. Ordine di chiamarla Constance. Indicazione di andare in
sala da
pranzo…
Presentazione,
da parte di
Shannon, di sua moglie. Apparizione ragazza con pacchetto e/o pargolo/a
annesso
preciso a Shannon. Saluto e riscossione pacchetto natalizio. Appoggio
pacchetto
su tavolino. Abbraccio con moglie Shannon ed eventuale buffetto ad
eventuale
Shannon Junior. Ordine di chiamarla Constance. Indicazione di andare in
sala da
pranzo...
E,
velocemente, i nomi
delle ragazze si susseguivano e cominciavano a confondersi nella testa
di
Constance, mentre la fila delle sue nuore-echelon alla porta di casa
aveva
fatto il giro dell’isolato, era finita in tangenziale e ora
avvolgeva due volte
Los Angeles…
E il
tavolino aveva
cambiato forma e si era trasformato in un nastro trasportatore che
faceva
finire i pacchettini di Natale in un enorme mucchio dentro un capannone
esterno, all’uopo attrezzato…
E la
sala da pranzo era
diventata grande come le regge di Versailles e Caserta messe insieme,
piene di
decorazioni natalizie, alberi di natale luccicanti e in sottofondo
musiche
adatte…
E il
tavolo Chippendal
erano diventati centinaia, lunghi chilometri e ognuno con migliaia di
posti,
con piatti, posate, tovaglioli e bicchieri e centinaia di tacchini
natalizi,
miliardi di lenticchie, tonnellate di torrone e puré di
patate…
E il
pianto di centinaia
di piccoli Jared Junior e Shannon Junior le cominciavano a lacerare i
timpani e
l’olezzo dei loro pannolini sporchi a darle il
voltastomaco…
E
ormai aveva le guance in
carne viva per le migliaia di baci ricevuti e un principio di gomito
del
tennista per le migliaia di abbracci praticati…
E
l’idea delle migliaia di
compleanni da ricordare/festeggiare per i quali le sarebbe servito il
computer
della NASA e un contratto vita natural durante con la Oracle per
gestire il
DataBase, cominciarono ad angosciarla…
E i
milioni di dollari
spesi in regali per i suddetti compleanni e che rasentavano il valore
di una finanziaria
di uno stato medio-piccolo, cominciarono a preoccuparla…
E
l’idea che Jared e
Shannon con tutte le loro mogli uscissero ogni tanto a cena da soli e
le
lasciassero da accudire tutti i nipoti, che l’avrebbero
chiamata
nonna-nonna-nonna-nonna-nonna lei che era così giovanile,
cominciò ad
impensierirla…
E…
E Constance si svegliò
lanciando un urlo e alzandosi
di scatto dalla poltrona su cui si era addormentata dopo la cena di
Natale in
casa dei figli.
Si lanciò verso il
divano dove i due erano stravaccati
a guardare la TV e a bearsi di uno dei loro concerti registrati e gli
si mise
davanti imballando la visione e costringendoli a togliere i piedi dal
tavolino.
“Intendete sposarvi, per
caso?”, chiese, con fare
inquisitorio, sovrastandoli.
Shannon e Jared spalancarono gli
occhi: “Ehm… no.”,
risposero, in coro.
“Vi siete fidanzati
recentemente, per caso?”
Entrambi
scuoterono la testa: “No.”
“Avete una quasi-ragazza,
per caso?”
“Io no!”,
rispose subito Shannon.
“E tu?”,
indagò Constance, puntando un dito su Jared.
“No.
Ma…”
“Zitto. Avete una ragazza
che vi piace, per caso?”
“No!”, si
affrettò a dire Jared.
“E tu?”,
stavolta il dito di Constance si puntò su
Shannon.
“No, ma
perché…”
“Zitto, ho
detto.” La voce di Constance diventò
tagliente, mentre i suoi occhi azzurri ridotti a due fessure passavano
da un
figlio all’altro. “Ascoltate bene tutti e due. Non
lo ripeto una seconda volta.
Lo dico una volta soltanto e poi mai più. Se osate
fidanzarvi, sposarvi,
trovarvi una compagna e/o procreare dei marmocchi, io vi tolgo la pelle
e mi ci
fodero il divano!”
La donna fece un silenzio scenico e
poi, sotto lo
sguardo stupito dei figli, prese borsa e giacca ed uscì di
casa sbattendo la
porta.
Jared e Shannon si guardarono, sorpresi.
"Tutta colpa tua.", proruppe dopo un attimo Shannon. "Ti avevo detto di non prepararle il tofu per cena che non lo digerisce e poi le vengono gli incubi...".
FINE
Questa
one-shot è dedicata a FediFaith: dopo avere ‘subito’ entrambe uno
schifoso pranzo di Natale, ci
siamo ritrovate su Twitter a parlare di ‘suocere’ e
lei ha detto: ‘Tutte
vorrebbero avere una suocera così’, riferendosi a
Constance Leto… e il mio
neurone è partito subito verso questa One-shot! Grazie per
l’ispirazione, mia
cara!
La
dedico anche ad Aglaja, che penso mi
ucciderà per averle appioppato un Jared Junior,
ringraziandola per seguire i
miei deliri.
Ringrazio
anche le mie beta readers, che
questa volta sono state Blue_Moon (AKA Ithil), Princes_of_the_univers e
Artemide82 (AKA Kore82). Aggiunta a posteriori perchè me la sono scordata prima (scusa, Lory, è l'età!): ma certo che il tofu è un'idea tua! Era una citazione alla tua ff!!! Se fa male a Shannon, quella schifezza, figurarsi alla madre!
Baci!
Alla
prossima!
Shanna.