Flashback
“Ciò che è stato non va dimenticato, se quando fu, eri
felice.”
“Per quanto forte, potente e indistruttibile tu sia, devi
sapere che i ricordi avranno sempre la meglio!”
- Chi ci sta?-
Era stato Andrea a chiederlo. Al tavolo
eravamo Maurizio, Veronica, Andrea, Ilaria ed io.
Maurizio lasciò. Veronica anche.
Toccava a lei. La guardai. Non
traspariva nessuna emozione dal suo viso.
Una perfetta faccia da poker.
Quando mi aveva sfidato a giocare io
avevo riso. L’avevo abbracciata e le avevo sussurrato:
- No, piccola, non mi va di farti
perdere dei soldi-
Ma lei non aveva riso. Anzi, se
l’era presa. E si era intestardita fino a quando non avevo accettato di
farla giocare.
E ora eccola lì. La mia piccola. Con una
perfetta faccia da poker. Incredibile.
Sollevò lo sguardo… e puntò. Ci
stava.
Andrea sorrise, credendo di averla in
pugno. Solo io l’avevo vista.
Quella luce che si era accesa nei suoi
occhi. Le guardai le unghie: non erano viola. Non era nervosa.
Niente da fare, doveva avere un buon
punto in mano. La mia piccola.
Toccava a me. Puntai. Andrea ormai
fremeva, convinto di poter vincere tutto.
Ma io mi fidavo di lei. E se ci stava
significava che gli avrebbe fatto rimpiangere di averla sottovalutata.
Io l’avevo fatto e avevo
sbagliato… ma come si dice? L’importante è capirli i propri errori.
Maurizio abbassò le sue carte. Full di
donna, niente male.
Toccava a lei, ma la precedetti e
abbassai le mie di carte: solo un tris di nove.
Non ero andato per vincere.
Ero andato per vedere Andrea
perdere… e lei vincere.
Rimaneva solo una persona. Andrea già si
stava allungando verso le fiches.
Lei con lentezza calcolata abbassò le
carte. Scala reale.
Eruppi
in un’esclamazione di gioia.
Maurizio e Veronica ridevano e si
complimentavano con la vincitrice.
Andrea crollò sulla sua sedia,
distrutto, con una faccia degna di essere fotografata.
Aveva perso.
Lei aveva vinto. Aveva vinto alla
grande. Aveva stravinto!
La presi per mano e la portai con me in
balcone. Passando per la cucina avevo preso due bicchieri di champagne.
- Dobbiamo festeggiare-
Lei mi sorrise ancora, emozionata.
- Sei stata magnifica-
Prese un bicchiere dalla mia mano e mi
sussurrò nell’orecchio:
- Non te lo aspettavi eh?-
Ero raggiante, la strinsi a me con il
braccio libero:
- E sbagliavo, non lo farò mai più
piccola-
Bevemmo un sorso di champagne… mi
passò un braccio dietro il collo per coprire quei centimetri che ci separavano.
La aiutai stringendola di più a me.
Mi ero perso ancora una volta nei suoi
occhi…