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Autore: Glance    27/12/2009    5 recensioni
La guardo ed ho timore di toccarla perché il mio mostro personale è sempre in agguato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Il chiarore della luna illumina la sua pelle.
Sembra d'alabastro. Dorme tranquilla e il suo respiro regolare accompagna il battito del suo cuore. La melodia più bella che mai avrei immaginato di ascoltare.
Sospira e si stringe a me. Fiduciosa e tranquilla mi sfiora nel sonno.
C'è silenzio tutt'intorno. Riesco a sentire i rumori della foresta provenire da fuori.
Il silenzio!
Non ricordavo più che sensazione desse.
Posso ascoltare solo i miei pensieri e intuire i suoi.
Con lei posso solo immaginare quali siano.
Richiamo alla mente gli attimi più belli di tutta la mia intera esistenza e devo essere grato solo a lei per avermeli regalati.
Ancora il suo sapore alberga in me. La sensazione delle sue labbra morbide e calde sulle mie.
La sua bocca che si schiude per accogliermi, il suo respiro che mi restituisce quell'alito di vita che ho rincorso invano per tutto questo tempo. Lei il mio primo amore, il mio unico amore.
Non avevo avuto il tempo da umano di provare questo sentimento e proprio da un corpo palpitante di quella stessa vita che ho perso, mi è stato regalato.
E' come avere avuto una seconda possibilità, come avere potuto fare un salto nel mio passato così lontano e mai dimenticato.
Il sapore, il suo sapore intenso di ciò che è vivo lo sento ancora sulle labbra, nella bocca.
La sua bocca calda, morbida, liscia come la seta, ancora brucia sulla mia di ghiaccio.
Il suo cuore che batte impazzito e il suo respiro sempre più caldo, così caldo d'avere l'impressione di non essere capace di sopportarlo. Lei è viva e mi ama, lei è viva e vuole me, lei è viva ed è mia.
Per la prima volta non sono stato in grado di quantificare il tempo.
In quel nostro primo bacio tutta la mia eternità. Tutto il mio passato, quello che sono stato e ciò che sono diventato.
Tutto per un istante si è annullato, paure, rimpianti, angosce e tormenti di un'esistenza alla ricerca di quel qualcosa che ora so doveva essere lei.
La guardo ed ho timore di toccarla perché il mostro è sempre in agguato.
Lo odio con tutto me stesso, se potessi morirei pur di annientarlo, lo farei.
Sempre presente, non mi abbandona mai.
Anche adesso.
Lei è mia, ma lui la reclama con la stessa intensità.
Lo odio perché per colpa mia lei è stata costretta a baciare anche lui, perché quello che le è rimasto sulle labbra non è più il mio sapore, perché il terrore che il suo veleno possa farle male ora mi tormenta, ma la vedo dormire serena , sorride e spero che adesso stia sognando me.
La amo, ma non posso tenerla lontana da lui, da quello che sono e questa consapevolezza mi rende furioso.
Rinuncerei mille volte ancora a ciò che sono stato per avere lei nella mia esistenza, ma so che per lei tutto questo, tutto quello che rappresento equivale a morire e non posso permetterlo.
Prenderò quello che verrà solo per il tempo che questo non rappresenterà un pericolo per lei e se sono fortunato sarà un periodo relativamente lungo, dopo di che anche per me cercherò la parola fine, perché ora ho la certezza che non potrà esserci veramente nulla per me dopo questo.
Lei era il mio traguardo da raggiungere, il mio solo e unico scopo e ora lo so e non voglio niente e non cerco più nulla. Il mio cerchio si è chiuso. Tutto quello che sono le appartiene e tutto quello che farò sarà solo per lei.
Non so se mi è permesso averlo, non pensavo nemmeno mi fosse permesso sperarlo, ma ho desiderato il suo amore e per una ragione a me ignota sono stato esaudito. Allora prendo il coraggio a due mani, quello stesso coraggio di cui pensavo uno come me non avesse mai dovuto avere bisogno e con delicatezza le sfioro una guancia nella speranza che il mio mostro non se ne accorga e non mi costringa a fuggire via da qui e da lei.
Piano l'accarezzo e quel calore nuovamente torna in me, a scorrere come fuoco e la sento così tanto da non riuscire a contenere la felicità.
Sospiro profondamente e il suo odore intenso e unico ridesta quell'altro me e la mia bocca si colma del gusto acre del suo veleno. Il mio disgusto e la mia rabbia cieca, ma la sua mano si allunga e si posa a sfiorare la mia come a consolare il mio dolore, come se comunque continuasse a sentirmi.
Mi calmo, cerco in me la forza e mi avvicino tanto da sfiorarla mentre a fior di labbra le regalo il mio “Ti amo”. E' come se mi avesse sentito.
Il suo corpo scivola accanto al mio, non mi ritraggo e aspetto che l'alba mi regali un nuovo giorno con lei e mai attesa fu più dolce.
La mia eternità adesso è tutta qui, stretta tra le mie braccia.
  
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