28/12/2009
4 recensioniFandom: Naruto.
Personaggi/Pairing: Gai Maito, Rock Lee, GaiLee.
Disclaimer: I personaggi e la storia (ahimé) non mi appartengono, ma sono solo e soltanto di proprietà di Masashi Kishimoto. La fiction non è stata scritta a scopo di lucro, bensì per piacere personale
Avvertenze: Flashfic, "lieve" Yaoi.
Genere: Introspettivo, Angst (relativamente lieve), accenni Erotici.
Rating: Verde.
Conteggio parole: 272 (con Word).
Introduzione: Sbagliato. Era tutto sbagliato. Ecco le parole che Gai Maito si ripeteva ogni giorno, da un mese a quella parte.
Note Autrice: Eh-ehm. *tossisce* Ebbene sì, l’ho scritta. Una GaiLee.
Comunque sia. Ho approfittato dei cinque prompt liberi nel One Hundred Prompt Project per inserire questo – “sbagliato”, appunto – e scrivere su questi due pg. Perché adoro Maito Gai e Rock Lee e questa flash ce l’avevo in mente da secoli, lo ammetto. Ebbene, eccomi qui. Spero sia di vostro gradimento. u_u *ri-tossisce*
Ah, giusto per rompervi ancora, vorrei dedicare questa mini-fic a LadyOfDevilNanto86 ed a Lyla (lo so che non ti piacciono le yaoi… lo so che ti non ti piacciono le yaoi ma concedimela! ><) per aver continuato a resistere a questo fandom creando bellissime fic su Gai, Lee e (per quanto riguarda la seconda) il team Gai in generale. E perché le ammiro!
Bon. Buona lettura!
Sbagliato.
Sbagliato.
Era tutto sbagliato. Ecco le parole che Gai Maito si ripeteva ogni giorno, da un mese a quella parte.
Era sbagliato essere attaccati in quel modo ad una persona – tanto da farla diventare il suo credo ninja, il suo motivo di vita.
Era sbagliato permetterle di tutto – da insegnarle tecniche proibite ad abbracciarlo in quel modo; perché lo aveva abbracciato in quel modo?
Era sbagliato ridursi in quella maniera solo per una minima sofferenza, una sua minima sofferenza – qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, e Gai si sentiva stringere il cuore in una morsa.
Ma soprattutto era sbagliato quello.
Non aveva mai voluto arrivare a quel punto, mai l'aveva desiderato. Era tutto in regola, in un certo senso, Lee era il suo mondo, erano entrambi maggiorenni – ma lui aveva solo diciotto anni, solo diciotto anni! –, sapevano entrambi quel che facevano.
Eppure, per Gai questo era enormemente sbagliato. Amare Lee in quel modo, lasciare che toccasse le sue labbra ed entrasse nel suo letto, era tutto enormemente sbagliato, così come il fatto che Gai nella situazione non avesse scelta.
Se lo avesse rifiutato in qualche modo – detto di no alle moine, a quei sorrisi ed a quei baci – Lee avrebbe sofferto. La persona per la quale Gai Maito viveva avrebbe sofferto. Ed allora, gli rimaneva solo il fatto di ricambiare, di trasmettergli tutto l’amore che provava per lui in quel modo.
Ma, d’altra parte, la cosa che più faceva ribrezzo a Gai era proprio questa: permettere a sé stesso di toccare in quella maniera il proprio pupillo. La cosa più sbagliata, quella di provare piacere nel farlo.