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Autore: miseichan    28/12/2009    1 recensioni
"Saper rivivere con piacere il passato è come vivere due volte" Non sempre è possibile. A volte, anzi è quasi impossibile ricordare il passato senza soffrire, però ci si lascia andare comunque ai ricordi, in fondo errare è umano... e cercare di rivivere momenti della nostra vita degni di essere ricordati, non può mai essere definito del tutto sbagliato. (I ricordi sono quelli della storia "Bacio di mezzanotte")
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Midnight Lovers'
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Flashback

 

“Ciò che è stato non va dimenticato, se quando fu, eri felice.”

“Per quanto forte, potente e indistruttibile tu sia, devi sapere che i ricordi avranno sempre la meglio!”

 

Stavo male.

Avevo la febbre.

Non riuscivo quasi a respirare. Avevo la gola in fiamme. Gli occhi iniettati di sangue. E la testa mi scoppiava.

Avevo chiesto a Maurizio di chiamare Ilaria per annullare l’appuntamento di quella sera.

Non ero in condizione di fare niente.

Odiavo essere vulnerabile.

E non volevo assolutamente che lei mi vedesse in quello stato… Ero sdraiato sul divano.

Con la televisione spenta: non faceva assolutamente niente.

Non avevo sentito il campanello e quando Maurizio mi disse che avevo visite lo guardai con gli occhi sgranati e con voce atona gli chiesi se scherzasse.

Lui negò:

- Ho chiamato Ilaria  ma lei mi è sembrata preoccupata e… lei mi piace Davide,  non volevo che rovinassi tutto anche con lei e perché sei malato poi!

Perciò le ho detto che non volevi vederla perché avevi la febbre: lei ha riso e poi ha  attaccato -

E poi la vidi.

Lì, poggiata allo stipite della porta.

Con quel sorriso che mi faceva impazzire.

Si avvicinò lentamente e si inginocchiò vicino al divano.

Mi fissava con quei suoi occhioni.

Posò leggermente le labbra sulle mie. Quel piccolissimo contatto bastò a farmi dare i numeri.

Sorrisi anch’io. Dimentico della febbre. Del dolore. Della vergogna.

C’era solo lei. Lei lì davanti a me.

Aprì la busta che aveva in mano e tirò fuori dei dvd.

Ne mise uno e poi si sdraiò accanto a me. La avvolsi con un braccio e tirai la coperta anche su di lei.

Poggiava la testa sul mio petto. Ogni tanto si girava verso di me e mi guardava.

Poi metteva le sue labbra sulla mia fronte per sentire la temperatura, scostava con delicatezza i capelli che, scompigliati, mi ricadevano in viso e mi baciava, per poco tempo, come se avesse paura che la mia poca riserva d’aria non mi permettesse di reggere più a lungo.

E forse aveva ragione.

Ma non aveva importanza, avrei rischiato.

 Avrei rischiato il tutto per tutto con lei. Lei che era venuta da me.

Lei che mi aveva visto malato.

Lei che mi avrebbe potuto mandare al manicomio in qualsiasi momento, lei che era inutilmente preoccupata per me.

Fui io a baciarla questa volta, per tanto tempo… davvero, davvero tanto.

La parte finale del bacio era stata eccezionale. 

Quando non riuscivo quasi più a respirare, avevo lei lì con me,  e sapevo che era più importante anche dell’aria…    

 

 

   
 
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