Colpevoli amanti
Stefano
entrò in casa e si chiuse veloce in camera.
Si avvicinò rapido al letto a castello e salì su quello di sopra. Si era appena
sdraiato che una testa pelata sbucò in cima alla scaletta.
Stefano fece un salto dalla paura e sbattè la testa
contro il soffitto: era troppo cresciuto per quel letto.
Iniziò
a massaggiarsi la fronte e guardò con aria omicida il fratello, seduto ai piedi
del letto:
- Che ci fai qui? -
Chiese con astio e sorpresa mischiate assieme. Il fratello sorrise complice e ribattè allegro:
- Potrei farti la stessa domanda -
Stettero un po’ di tempo in silenzio, quando però Federico si accarezzò
la testa, imitando il modo di fare del fratello, scoppiarono entrambi a ridere.
- Oh, no! Senza capelli non ti viene bene! -
L’altro gli allungò un calcio e sghignazzando replicò:
- Giovane, tu lo hai imparato da me -
Stefano si lasciò andare con la schiena contro il muro:
- Sì, e ti ho anche superato -
Continuarono a ridere ed a schernirsi a vicenda finché Federico, con le lacrime
agli occhi, non cambiò discorso:
- Sono in licenza per un mese: per questo sono qui. Tu? E’ successo
qualcosa? -
Stefano fece per negare ma il fratello continuò ignorando le sue proteste:
- Oh, dai Stef! Sei a casa
di mamma e papà. L’ultima volta che ci siamo ritrovati
entrambi qui è stato più di un anno fa: quando tu eri stato bocciato ad un
esame e a me avevano svaligiato casa -
Stefano sorrise al ricordo: Rico aveva ragione. A casa dei genitori ci
tornava solo quando aveva qualche problema emotivo, mentre il fratello… a
proposito:
- E perché non sei venuto a stare a casa mia? -
Federico
assunse un’aria quasi imbarazzata, facendo sorridere l’altro: non
gli era mai capitato di vedere il fratello a disagio.
Continuò
a fissarlo interrogativo finché questi a bassa voce, non balbettò:
- Io.. non volevo disturbarti, sai com’è…
ho pensato che potesse esserci Viviana con te e …-
Stefano sorrise divertito:
- E quando mai ti sei fatto scrupoli sul trovarmi a letto con qualcuna? -
Federico si grattò il collo come faceva quando era nervoso:
- Non è che mi faccio scrupoli ma Viviana è la tua fidanzata, quindi renditi
conto: il vedere te e la mia futura cognata
avvinghiati assieme non è certo il massimo! Pensa poi se…-
Stefano non lo ascoltava più: si sentiva un mostro.
Come aveva potuto?
Sapeva benissimo che andando a casa di Viviana sarebbe successo… eppure
ci era andato lo stesso, desiderando solo che accadesse quello che poi era avvenuto.
Era un bastardo, con la “b” maiuscola.
Avrebbero dovuto rinchiuderlo da qualche parte, non meritava di vivere.
Era fidanzato.
Fidanzato.
E che stava combinando?
Fra tre settimane si sarebbe sposato e lui se la spassava con la sorella della
sua futura moglie.
No, non andava: in quella frase c’era un errore, un errore enorme.
Lui non se la stava spassando.
Quello per lui non era spassarsela, ma non poteva essere che ne fosse
innamorato, o meglio, sapeva di esserlo ma non voleva ammetterlo a se stesso.
In quel modo stava facendo soffrire tutti: se stesso, Viviana, Elisa.
Tutti.
Lui era diviso fra le due, irrimediabilmente legato ad una ed innamorato
dell’altro. Viviana in quel momento non stava soffrendo ma se mai lo
avesse scoperto… e poi lui la stava umiliando: non era giusto trattarla
in quel modo, per niente, ma come avrebbe potuto rompere il fidanzamento
se…
Elisa, non poteva tralasciarla: lei sì che stava soffrendo.
Per
colpa sua stava tradendo sua sorella, nascondendole il suo primo amore: un
amore proibito.
Avrebbe dovuto andarsene, lasciare il paese: certo le
avrebbe deluse, ma non avrebbe scatenato le furie divine.
Era quella la soluzione, ma come poteva?
Non era abbastanza forte per farlo: per lasciare la
sua Principessa.
Non riusciva a pensare di poter passare anche solo un giorno senza vedere quel
viso, senza poter assaporare quelle labbra, senza poter perdersi negli occhi di
lei.
Tutte cose che non gli appartenevano realmente, cose che avrebbe dovuto
dimenticare.
Ripensò a quello che era successo in camera di Elisa, a come erano andati
vicini all’essere scoperti: se Viviana fosse
entrata in quella stanza, trovandoli mezzi nudi e avvinghiati, probabilmente
l’avrebbe ucciso.
E non sarebbe stato sbagliato.
Stefano ci rifletté.
Era
diviso in due, da una parte gli sarebbe piaciuto essere ucciso: era il minimo
che si meritava!
Dall’altra
temeva di essere ucciso per il semplice fatto che Viviana probabilmente poi
avrebbe tentato di uccidere la sorella.
E lui
si sentiva già abbastanza in colpa: non avrebbe mai permesso che succedesse
qualcosa ad Elisa.
Solo in quel momento si accorse di un movimento davanti alla
sua faccia: Federico gli stava agitando la mano vicino agli occhi:
- Ehy! Ci sei? Tutto bene Stef? Me lo dici che è
successo? -
Stefano finse un sorriso: voleva bene a suo fratello, per questo non voleva
coinvolgerlo.
Annuì e
finse uno sbadiglio:
- Scusa, mi sono distratto. E’ solo che sto morendo di sonno. Ti dispiace
se parliamo domani mattina? -
Federico scosse la testa sebbene ancora scettico e iniziò a
scendere la scaletta:
- ‘Notte Stef -
Stefano lo sentì sistemarsi sul letto sotto di lui ed addormentarsi poco dopo.
Beato
lui che riusciva a dormire.
Stefano
sospirò e poggiò la testa sulle braccia.
Si sentiva bruciare tutto, ogni centimetro anche solo sfiorato da Elisa gli
sembrava stesse prendendo fuoco.
E come avvolto dalle fiamme chiuse gli occhi, vergognandosi di aver desiderato
che a dargli la buonanotte non fosse la sua promessa sposa.
*