Piove…
Vedo le
gocce fragili di pioggia precipitare dalle nuvole, giù, sempre più giù, e
infrangersi contro la terra….
…prima una…poi un’altra…sempre di più, e sempre più forte…
L’aria è
impregnata del loro malinconico profumo, ma io non riesco a sentirlo, chiusa
qui dentro…
Avverto
appena il loro battito continuo sulla mia finestra…è talmente leggero da essere
quasi impercettibile, ma sottile e cadenzato, come una
melodia ipnotica, e così triste...
Di colpo,
il richiamo del cielo mi fa alzare lo sguardo in alto…sorrido
internamente.
Un tempo avevo paura dei tuoni, ora invece li trovo incantevoli…
Sono
l’unica voce che ha il cielo…in passato si credeva che
i tuoni fossero le urla divine, e le nuvole scure e la pioggia, la rabbia celeste
che si riversa sulla Terra…invece è solo l’ordine delle cose, così perfetto e
immutabile…il sole non può sempre far brillare la nostra anima, infiammare il
cuore, il mondo ha bisogno anche della pioggia per fermarsi un po’…per pensare
e rigenerarsi…il cielo lo sa, e non fa altro che ripetercelo…come un padre che richiama
il figlio, troppo giovane e impulsivo….
E’ così, il cielo è il nostro padre…il cielo è il nostro signore, il vero
padrone del nostro mondo…
Il cielo è
il tutto, nella sua immensità …
Il cielo
ci dà la vita del sole per riscaldarci, ci dà la
pioggia per farci vivere, le nuvole per sognare…
Oggi sono
nere, però…allora è vero che anche l’anima del cielo può incupirsi…?
La mia lo
è, oggi…è nera, oscura, ma la mia anima non è come il cielo immenso, la mia…è
rinchiusa qui dentro…prigioniera e piccola…
Io non
sono come il cielo…
Allora mi
chiedo, cosa sono io?
Distolgo
lo sguardo dal cielo…vedo le sue minuscole perle staccarsi da lui, e cadere
giù, e poi morire…mi incanto a guardare quei diamanti
così sottili e dolci scivolare lungo il vetro della finestra, lasciando una
scia umida dietro di loro…si uniscono insieme…poi guizzano via, in
basso…infrangono l’acqua in cerchi concentrici…
Li guardo mentre cadono dal cielo…non cadono sempre allo stesso
modo…prima sono più forti, poi diminuiscono…poi si allontanano, poi vengono
tutti contro la mia finestra…
Strano…
C’è chi
dice che le gocce di pioggia sono libere…
Invece
anche loro sono prigioniere, prigioniere del vento…
Si, è
così, della loro breve vita, loro non hanno voce in capitolo, perché non
possono reagire contro il vento, che le scaglia
ovunque voglia, le trasporta lontano, le precipita in basso, le scaraventa via…
Mi ritrovo
ad immaginare il vento che sibila ad una goccia: “Dimmi, preferisci
spiaccicarti su una finestra, o sfracellarti al suolo?”
Crudele…
La piccola
goccia di pioggia non può avere l'audacia di risponderti…e così tu la finisci senza
pietà.
Rifletto
su questo…e alla fine capisco...
Io sono una goccia di pioggia prigioniera del vento….
Io sono
solo una minuscola goccia di pioggia fra le tante, che non può
decidere il suo destino…
Perché
il vento impetuoso mi travolge e mi porta via, ed io non posso oppormi a lui… non
posso sfuggire a lui…non posso affrontarlo, non posso neanche nascondermi…
incatenata nel suo vincolo invisibile, non posso fare altro se non continuare a
precipitare verso il basso, sempre di più…
…fino a
morire…
…non posso
fare altro…
Posso solo
restare qui seduta alla finestra e guardare la pioggia…
E ascoltare il vento che mi sibila, malignamente sarcastico: “Dimmi,
preferisci spiaccicarti su una finestra, o sfracellarti al suolo?”
Ho rivisto queste righe che ho scritto ieri notte
all’una…all’inizio volevo parlare della mia reale
prigione, poi ho finito per parlare del destino…solite cose…scusate la dislessia e la sconnessione dei pensieri, ma loro
successione nella mente di una persona non è mai razionale…almeno non nella mia
^^’’’ Siccome è la mia prima introspettiva, mi farebbe piacere un minuscolo
commento…anche solo per dire che nel cadere dal cielo ho dato una capocciata
alla finestra…e da allora, poveretta me, ho perso la ragione…baciotti e grazie per aver letto fin qui…vostra junjun*