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Autore: Haydee    29/06/2005    3 recensioni
...Nella digradante calura del tramonto, mentre il disco rosso del sole spariva tra i palazzi di stucco, colorandoli insieme all'atmosfera di un romantico rosa pastello, si fronteggiavano nel giardino interno, mentre nell'aria aleggiava il profumo degli aranci e il silenzio era rotto dallo zampillare di una fontana... ...Quando vide la sottile falce di luna apparire delicatamente nel cielo rosa, capì che il suo mondo incantato iniziava da lì...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note: sarò anche una maniaca della lettura (in questo periodo mi sto dedicando ai russi Tolstoj, Puškin e Dostoevskij e al ted

Note: sarò anche una maniaca della lettura (in questo periodo mi sto dedicando ai russi Tolstoj, Puškin e Dostoevskij e al tedesco Goethe), ma non sono ancora arrivata al livello di farmi fuori la Bibbia, ho semplicemente un’edizione con l’indice dei nomi alla fine. Capirete, capirete…

 

 

7 peccati capitali

 

Venerdì, ore 13

 

Il “7”, nome per esteso “7 peccati capitali”, era la discoteca più in voga in quel momento. Ambientata in un giardino lussureggiante, con tanto di piscine e fontane, era fuori città, ed era uno dei locali più freschi in quel periodo dell’anno, quando l’estate incombe, il caldo soffoca e l’afa è tangibile come una cappa di vetro rovente.

Questa almeno era la descrizione entusiasta che Phénice stava dando ad Haydée, sedute all’ombra di un tiglio nel giardino dell’università a mangiare un paio di tramezzini. Si erano incontrate per il pranzo, lo facevano almeno una volta la settimana, tanto per stare in compagnia:

- Dai, dai, daiii!!! L’hanno aperta da poco, e scommetto che noi siamo le uniche a non esserci ancora andate!! – quel giorno la rossa era più assillante del solito:

- Comincio a pentirmi di essere venuta a pranzo qui. Comunque, se ci tieni tanto… - non aveva ancora finito di dirlo che una pazza saltellante le si era aggrappata al collo:

- Grazieee!! Farò le pulizie per due settimane di fila, te lo giuro!! -

- Sissì, come no… ma dimmi, perché non ci vai con Selim? -

- Perché ci troveremo là… ci va con i suoi amici, e mi ha detto di andarci con qualche amica. Lo diciamo anche a Winter? – chiese sorridente:

- Ah, è vero, tu sei uscita prima che lei si svegliasse! È andata al suo vecchio appartamento per recuperare il resto della sua roba, dice che tornerà domani. – proseguirono il loro pranzo in silenzio, poi Phénice prese a guardarla storto:

- Sei sicura che la nostra nuova inquilina fosse tua amica al liceo? – chiese con sguardo indagatore. Haydée mantenne tutto il suo self-control:

- Che razza di domanda è? -

- No, niente… è che non sembrate molto amiche… - la mora alzò le spalle:

- In effetti non siamo mai state troppo in confidenza, ma cercava un appartamento e visto che abbiamo una stanza vuota e dividere le spese non fa mai male, ho pensato di invitarla da noi. – sperò di averla convinta:

- E perché non me ne hai parlato prima? – insisté:

- Perché è stata un’improvvisata, te l’ho detto: mi ha chiamata ieri mattina e mi sembrava scortese non ospitarla. Ti dispiace che non ti abbia consultata? O il tuo problema è che non ti è simpatica? – fece tentando di rovesciare la situazione:

- No, no! Anzi, mi piace, è così curata in tutti i particolari, sembra una modella! Ero solo curiosa di sapere perché non parlavate quasi ieri sera a cena… - Haydée rise:

- Se è amica mia ti pare che sia una chiacchierona?? – scherzò facendo ridere la rossa:

- In effetti… avete un carattere molto simile. Forse è per questo che vi siete trovate simpatiche! – la mora rise forzatamente. Ti stupirebbe il fatto che la conosco solo da una manciata di ore più di te, vero?

- Ah, dimenticavo: quando finisci in ufficio mi verresti a prendere? Vorrei fare un salto al centro commerciale perché non ho niente di carino per stasera… - miagolò tentando di convincerla:

- Cooosaa?!?? Devo anche accompagnarti a fare compere?!! – non ne era per niente soddisfatta…

- Beh, sì… e poi neanche tu hai qualcosa di adatto, mi pare!! – brontolò irritata:

- E va bene! Ma dopo questa non chiedermi favori per altri due anni minimo! – sapeva che però la sua minaccia sarebbe andata a vuoto. Non riusciva mai a dire di no al musetto che metteva quando voleva qualcosa a tutti i costi! Scosse il capo tra sé, pensando che con una sua ipotetica figlia sarebbe stata sicuramente più severa…

 

~~~~~

 

Venerdì notte

 

Haydée si guardò attorno, nella calca sudaticcia che la circondava, e venne presa da un disperato bisogno di aria pura e di solitudine. Accidenti, non sono fatta per questi posti, io!!

Guardò Phénice al suo fianco che si muoveva appena percettibilmente a ritmo di musica, che in fin dei conti non trovava poi tanto male anche lei, e si ripromise che la prossima volta sarebbe stata irremovibile.

- Selim dovrebbe essere da questa parte!! – si sentì urlare in un orecchio. Annuì e la seguì faticosamente, distribuendo spintoni a destra e a sinistra per riuscire a passare. L’angolino che il ragazzo e i suoi amici si erano fatti riservare non era niente male: poltroncine di vimini, bassi tavolini dello stesso materiale, e cuscini a volontà. Quando Phénice le presentò il ragazzo non si stupì che fosse proprio lui, la faccia da idiota non l’ha persa, anche se devo ammettere che è migliorato.

La ragazza infatti glielo aveva mostrato anni prima, una volta che era andata a prenderla alla fine delle lezioni visto che Phénice, per quanto avesse la patente, non aveva la macchina, e aspettava di potersela comperare con i suoi soldi.

Si scambiarono qualche battuta, poi il ragazzo prese a parlare nell’orecchio della rossa, facendola ridere allegramente.

Altri ragazzi si presentarono, ma non udì nemmeno i loro nomi. Ogni tanto osservava la sua amica: era lievemente arrossata per il caldo, gli occhi brillanti, e pareva divertirsi.

Una sete bruciante la assalì, e lo disse a Phénice. Prontamente Selim le offrì un bicchiere di un qualche strano intruglio superalcolico, che lei rifiutò:

- Niente alcool stasera cocco. Devo guidare al ritorno, e non credo che poteri fare affidamento sulla mia amica… - brontolò osservando la ragazza già brilla. Le parlò all’orecchio, dicendole che andava a prendere qualche succo di frutta tropicale e intimandole di non toccare più niente di quello che le offrivano quei ragazzi. Credette di averla convinta e si allontanò rapidamente, puntando risoluta verso il bancone più vicino.

 

Madian stava scherzando con Faust, il ragazzo non era per niente cambiato da quando era un ragazzino pestifero, terrore del villaggio di pescatori nel quale era cresciuto con Arkel. Quest’ultimo era sprofondato in una poltroncina, ascoltava i due chiacchieroni e ogni tanto sparava una battuta.

Poco distante Mitja intratteneva due ochette sghignazzanti, e ancora non aveva capito se era la mora o la bionda tinta a chiamarsi Aida…

Ad un tratto Madian la vide: aveva un vestitino vaporoso che le arrivava alle ginocchia e che le svolazzava attorno come una nube azzurrina, i capelli raccolti morbidamente sulla nuca e alcune ciocche a sfiorarle le spalle dorate dal sole. La osservò avvicinarsi ad un bancone e sporgersi per ordinare qualcosa al barman:

- È lei… - mormorò fra sé.

Senza pensarci mise il bicchiere che teneva tra le dita in mano a Faust e si allontanò senza una parola, mentre i suoi due interlocutori seguivano sorpresi le sue mosse.

 

Haydée si sgolò per ordinare un succo tropicale, poi per ingannare l’attesa prese a guardarsi attorno, magari anche lei conosceva qualcuno.

Volse lo sguardo prima a destra e poi a sinistra, e si bloccò.

Tornò a guardare alla sua destra e non ebbe dubbi: il moro del motoscafo, in camicia bianca semitrasparente e leggeri pantaloni neri, era lì a pochi metri, l’aveva riconosciuta e puntava dritto verso di lei.

La vocina della Razionalità e del Passato Doloroso nella sua testa le ordinò di scappare, e lei la ascoltò.

Prese a sgusciare rapidamente tra la folla senza guardarsi alle spalle.

Dopo un buon tratto credette di averlo seminato e si volse continuando a camminare all’indietro.

Non fece in tempo a distinguere nessuno dei visi che la circondava: urtò qualcosa con il polpaccio, perse l’equilibrio e si sentì cadere all’indietro, mentre un vago rumore di acqua zampillante le riempiva le orecchie. Oh, cazzo…

 

…..

 

Un improvviso strattone ad un braccio e una presa decisa attorno alla vita la salvarono dal disastro, attirandola contro un solido corpo maschile, vagamente profumato di… di…

- CK…one… - balbettò inebetita dal contatto, non rendendosi conto di aver parlato ad alta voce:

- Esatto! Hai buon fiuto… –una voce bassa e dai toni caldi le aveva risposto dall’alto.

Alzò lentamente lo sguardo e incontrò per la seconda volta nella sua vita gli occhi più belli che avesse mai visto, blu zaffiro, più scintillanti delle stelle che ammiccano nel cielo. Sbatté le palpebre più volte, accecata dal suo sorriso, mentre il profumo che le saliva alle narici le annebbiava la mente.

Sentì una mano muoversi appena attorno alla sua vita per stringerla meglio, e il cervello chiudere bottega per sovraccarico, mentre con l’altra mano le stringeva ancora il braccio destro, salendo lentamente alla mano:

- Uhm… va… tutto bene? -

- S-sì… credo di sì… - mormoravano, ma la reciproca vicinanza consentiva loro di sentirsi alla perfezione:

- Sai che… stavi per finire in una fontana? -

- Ti dirò, lo sospettavo… - Madian rise piano e lei lo guardò con un sorrisetto svanito, mentre nella sua mente un cinesino accendeva saltellando le micce di centinaia di fuochi d’artificio colorati.

Ma il momento idilliaco era destinato ad avere vita breve. La maledetta vocina Razionale tornò a farsi sentire, sbraitando come un’ossessa che era completamente premuta contro un uomo, E che uomo…, abbandonata fra le sue braccia come una qualsiasi svenevole oca!

L’espressione della ragazza mutò completamente, divenne seria e scontrosa:

- Ti dispiacerebbe lasciarmi andare? – fece dura. Lui sgranò gli occhi:

- Oh! Ma certo… - obbedì a malincuore, salutando mentalmente quelle curve mozzafiato. La vide sistemarsi appena, poi guardarlo con aria gelida. Che diavolo è successo?!? Qualcuno me lo spiega??

- Grazie per avermi evitato una figuraccia colossale, sei stato molto gentile. – era rigida e formale, e gli allungò la mano destra. Lui non si lasciò scoraggiare: riprese quella manina delicata e portandosela alle labbra la baciò:

- Di nulla… - mormorò sorridendo. Quando tornò a guardarla si stupì di quanto sembrava furibonda. Decise di ignorarla, voleva conoscerla e niente lo avrebbe distolto dal suo obiettivo. Era o non era un grande ladro?? Uno che si prende tutto quello che vuole senza chiedere il permesso?!

- Ti ricordi di me? Ci siamo visti domenica scorsa al molo. Ero sul fuoribordo che ti è passato dietro… -

- Sì, lo ricordo. – rispose telegrafica. Lui le teneva ancora la mano:

- Io sono Madian. Scusami se ti ho contrariata. – la ragazza lo guardò, sentendo la rabbia sciogliersi come neve al sole, dicendosi che non doveva considerarlo un maniaco solo perché l’aveva salvata da un naufragio. Accidenti a lui, ci sa fare con le donne…

- Haydée. Scusami tu se ti sono sembrata maleducata. – lo vide sorridere per l’ennesima volta:

- Allora, posso offrirti qualcosa da bere? – la mora tentennò, incerta sul da farsi, poi si disse che in fondo non c’era niente di male, che non era più una sprovveduta 18enne, e che un succo di frutta non avrebbe comportato… ehi, questi sono affari miei!

- Beh, dovrò pur farmi perdonare la mia cafonaggine… ma niente di alcolico per favore! – sorrise a sua volta e il ragazzo rimase impalato a guardarla. Dopo un istante si riscosse:

- Benissimo, e… che bel nome Haydée, da dove arriva? – chiese sempre tenendola per mano e trascinandola verso l’angolino che occupava con i suoi amici:

- Mia madre adorava leggere Dumas, si è ispirata a “Il Conte di Montecristo”. Anche Madian è bello, non l’ho mai sentito! – lui scosse le spalle:

- Mio nonno era fissato con la Bibbia, l’aveva letta un paio di volte e non so dove ha pescato il mio nome, obbligando i miei ad affibbiarmelo! – commentò ridendo. Lei alzò gli occhi su di lui e lo guardò. Mai visto un tipo così sexy…

 

Dopo pochi istanti si trovò un ragazzo simpatico, ciarliero e sorridente, fulvo di capelli, attaccato ad una mano:

- Devo ammetterlo Madian, hai gusto nello scegliere le donne! Perdoni signorina, io sono Faust, un vecchio amico di questo spilungone! – Haydée spostò lo sguardo sul moro e dovette convenire che era veramente alto… come mai non se n’era accorta prima?… Subito dopo Madian le presentò un tipo strano, indubbiamente affascinante ma poco propenso al dialogo. Lo sentì mugugnare qualcosa di incomprensibile, e probabilmente aveva fatto una faccia esageratamente buffa perché Madian le si era avvicinato e le aveva mormorato ridendo:

- Ha detto Arkel. – all’orecchio. Nel farlo il suo alito caldo le aveva sfiorato il collo, mandandola in crisi per la seconda volta nel giro di 20 minuti. Lo guardò storto, maledicendo il suo esorbitante tasso di fascino maschile.

Infine le indicarono un tipetto strambo, vestito in modo assurdo, biondo ed evidentemente alticcio, con due bellone attorno:

- Dubito che riesca a parlare visto il suo stato, faccio prima a dirti io che questo è Mitja, e che consuma più vodka lui di quanto una Ferrari consumi benzina… - disse facendola ridere.

Parlarono del più e del meno, tallonati da Faust e osservati dal taciturno Arkel, poi la ragazza si ricordò della sua amica e saltò sul posto, sbraitando:

- Oh, Cristo, ho dimenticato Phénice! – a quell’uscita i tre la guardarono:

- È… una tua amica? – chiese Faust:

- Sì, e le avevo detto che sarei tornata subito, cioè 40 minuti fa! -

- Non era sola, vero? – per la prima volta sentì chiaramente la voce di Arkel. Lo guardò un istante:

- No, ma era con gente di cui non mi fido per niente! – si mosse per andarsene, salutandoli e ringraziandoli:

- Ti accompagno. – sentenziò Madian. Lei lo lasciò fare, limitandosi ad annuire, perché aveva uno strano presentimento…

 

  
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