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Autore: B_Regal    29/12/2009    2 recensioni
Per Anna Gori non è stato semplice portare a termire la sua ultima missione, e ne è rimasta così scossa che ha deciso di lasciare la polizia. Ma è davvero la scelta giusta? Un riadattamento in due capitoli dell' ultima puntata di Distretto di Polizia 9. Ho cercato di immaginare quello che secondo me è mancato, e il continuo che avrei voluto ci fosse. Un prima e un dopo il finale, insomma. E il ritorno di un personaggio..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il Mio Posto

Avete mai provato quella sensazione di soffocamento, come se aveste due mani che vi stringono il collo con forza e non riusciste a liberarvene?
Ecco, io adesso mi sento proprio così. Soffocata. E ho bisogno di respirare.
La verità è che non sto bene. Sono stanca, confusa. Questi mesi mi hanno ridotto allo stremo.
Ho avuto una vita difficile, eppure sono sempre stata in grado di rialzarmi. Da sola, con l’ aiuto di persone speciali, ma ce l’ ho sempre fatta. Adesso però, sento di non avere più la forza.
Mentre mi sfrego nervosamente le mani, istintivamente poso lo sguardo sulla garza bianca che ho attorno al braccio. Copre una cicatrice. Una cicatrice che rimarrà sul mio corpo per sempre. Ma ce n’ è un'altra. Una ancora più grande, e che brucia di più. E’ quella dentro di me, quella che so che non potrò mai cancellare. Dorian. Dorian che è morto. Ed è morto per me. Perché mi amava. Non dimenticherò mai il suo ultimo sguardo, quando, prendendomi forte la mano, mi chiese di andare via con lui. E non dimenticherò mai il suo corpo senza vita, disteso sull’ erba, mentre Abel gli accarezzava dolcemente la guancia, e io mi sentivo cosi.. cosi vuota.
Avrei voluto gridargli scusa. Ma non l’ ho fatto. Non potevo. I miei colleghi non avrebbero capito. Una poliziotta che si innamora di un criminale. Uno scandalo.
Eppure loro non lo sanno. Non sanno cosa ho provato. Non sanno quanto sto male.
Gli ho chiesto di scusarmi per dieci minuti, e mi sono chiusa in bagno. Avevo bisogno di sfogarmi. Cosi, mi sono accucciata contro la porta e ho cominciato a piangere. Sempre più forte. Volevo cacciare via da me il senso di impotenza, per non essere riuscita a fare niente per lui.
E sono ancora qui, seduta, a pensare.. pensare.. pensare. Penso a tutto. Agli ultimi mesi, a tutti i casini che ho fatto, con tutti. Con le persone a cui voglio bene. Con Dorian, con Luca.
Penso a quello che sono diventata. Mi alzo, mi guardo allo specchio.. e non mi riconosco. Non so chi sono, non so che voglio. Vorrei solo scomparire.
Bussano alla porta “Anna, tutto bene?”
Elena. Apro, e me la ritrovo davanti “si..”
“come stai?”
Alzo le spalle “cosi..”
Lei mi abbraccia, e mi bacia la guancia ancora umida “ti voglio bene!” mi dice soltanto.
Elena lo sa. Come ci si sente, ad assistere alla distruzione di una persona a cui vuoi bene, senza poter fare niente. C’ è passata prima di me. E sa quanto siano inutili le parole.
“Devi venire di là. Abbiamo bisogno anche di te.. Luca mi ha detto di venirti a chiamare, ma mi ha fatto capire che.. se non ti va..”
Scuoto subito la testa “no, non ti preoccupare. Andiamo..”
Insieme ci dirigiamo verso l’ ufficio del Commissario. Quando faccio il mio ingresso, tutti mi fissano. I miei occhi rossi sono inequivocabili. Ma non me ne vergogno.
“Come stai?” mi domanda Luca.
“Meglio, grazie.. allora?”
“Purtroppo non è ancora finita. Alcuni dei patriarchi ci sono sfuggiti. Per incastrarli, dobbiamo conoscere i loro nomi. Sai qualcosa?”
“No. Non me ne hai mai parlato nei dettagli!” Mi riferisco a Dorian ma non pronuncio il suo nome, non ci riesco “Nadja?”
“In ospedale. Il tempo di medicarla, e sarà qui!”
“Lei li conosce, sicuramente!”
“Va bene.. vorrà dire che la metteremo sotto torchio!”
“Vorrei farlo io..”
“Sicura?”
“Si. E’ arrivato il momento della resa dei conti. Devo parlarle io!”
“Come vuoi..”
Annuisco, e faccio per andare di là “a dopo allora!” E mi chiudo la porta alle spalle.

Nadja viene portata al decimo circa venti minuti più tardi. La scortano fino alla sala interrogatori. Elena, Luca e Lorenzo sono già dietro il vetro, assieme a Castelli e Patrizi. Io sono fuori. Prendo un respiro profondo, apro la porta ed entro.
“Lo sapevo che ci saresti stata tu..” mi dice lei non appena mi vede.
“Non era così difficile arrivarci..” con calma mi siedo di fronte a lei.
“Credevo che mi avresti uccisa, lo sai? Dopo quello che ho fatto a Dorian..”
“Non mi sporco le mani per una come te! E comunque lascia fuori Dorian. Ormai è morto, non è di lui che dobbiamo parlare..”
“Troppo doloroso, pensare a lui?”
“Senti Nadja, vedi di non farmi incazzare. Non sono più Giulia..”
La donna alzò le mani, in segno di resa “che vuoi da me?”
“Nomi. Di tutti quelli che erano coinvolti nel vostro giro. Soprattutto dei patriarchi. E li voglio adesso..”
“E credi davvero che io te li dica?”
“Si. Perché se non lo fai, da qui dentro non esci..”
“Stai perdendo tempo.. io non dico una parola!”
“Come vuoi. Vorrà dire che rimaniamo qua.. ti ho sopportato per mesi, cosa vuoi che siano poche ore..” incrociò le braccia.
“veramente, sono io che ho sopportato te! E non è stato per niente facile..”
“Che non ti sono mai stata simpatica l’ avevo capito.. solo che inizialmente temevo che sospettassi di me, invece poi ho capito che eri solo gelosa..”
“Di te?” chiese, ridendo nervosamente.
“No, del rapporto che avevo con Dorian..”
“La mia era solo curiosità.. di sapere che cosa ci trovasse Dorian in una come te, così.. normale!”
“Basta Nadja.. dammi quei nomi!”
“Ancora me lo chiedo, lo sai? Come sia possibile che un uomo così intelligente si sia fatto fregare come un cretino! Era completamente andato, avrebbe fatto di tutto per te! E l’ ha fatto.. ha ucciso il suo migliore amico! Ha fatto la fine che si meritava..”
“Chi stai cercando di convincere? Me o te stessa?”
“Che stai dicendo?”
“Che eri innamorata di lui!”
“Non è vero..”
“Si, come no! Dai Nadja, era palese.. l’ avevano capito tutti! Persino Pavel..”
“Pavel non ha mai saputo niente! Gli ho sempre mostrato rispetto!”
“Ti stai sbagliando. Non era uno stupido, l’ aveva capito. Me l’ ha detto lui. Quando ha cercato di violentarmi.. diceva che era un suo diritto, perché Dorian aveva te e lui doveva avere me!”
“Stai mentendo!”
“No. Perché dovrei?”
“Perché vuoi scaricarmi addosso i tuoi sensi di colpa..”
“i miei sensi di colpa?”
“Si. E’ colpa tua e lo sai bene! Dorian l’ ha ucciso per difenderti! Quel bas*ardo ci ha traditi tutti!”
Sbatto la mano sul tavolo, incazzata “Basta! Ti ho detto di lasciar perdere Dorian! L’ hai ammazzato,te la sei presa la tua vendetta!” Poi mi volto di scatto verso il vetro trasparente, ricordandomi che ci sono persone che stanno ascoltando e che mi sto lasciando coinvolgere troppo.
“Invece no! E’ te che voglio vedere morta.. solo allora avrò compiuto la mia vendetta!”
“Beh, mi dispiace.. ti è andata male! E ora i nomi!” urlo, mettendogli davanti il blocchetto.
“Adesso fai la dura, perché c’ hai quella!” indica con lo sguardo la mia pistola “ma non sarai sempre al sicuro, bambolina!”
“Mi stai minacciando?” Mi avvicino, voglio guardarla negli occhi “Rispondi Nadja.. mi stai minacciando?”
 “Ti sto solo avvertendo.. non sei contenta? Molto spesso ho cercato di farti fuori senza neanche che te ne accorgessi!”
“Per esempio il paracetamolo nel Napitok? Credi davvero che non l’ avessi capito?”
“Se Abel non l’ avesse preteso, l’ avresti bevuto.. a proposito, come sta il piccoletto?”
“Bene, nonostante tutto.. e ora smettila di tergiversare e dammi quei ca**o di nomi!”
“Non molli, eh? Pazienza, tanto io non parlo!”
“Non hai niente da perdere...”
“Appunto. Perché darti questa soddisfazione?”
“Guarda che a me non dai nessuna soddisfazione! Se parli, ci guadagni solo tu..”
“Per due anni di meno? No, grazie..”
“Magari, un peso di meno sulla coscienza..”
“Io sono a posto!”
“Fossi in te, non lo sarei.. ormai non hai più niente, Nadja!”
“Stai zitta..”
“Hai perso tutto. A partire dalle persone che ti volevano bene.. tuo zio, Pavel, Dorian, Abel.. sei sola!”
“Stai zitta ho detto!” Si sta innervosendo, è chiaro. Forse ho trovato la via giusta.
“E la cosa peggiore è che li hai traditi tutti!”
“Non è vero!”
“Si, invece! Tuo zio è morto perché hai rivelato il suo segreto a Dorian, Pavel non l’ hai mai amato veramente, hai ucciso Dorian e hai privato Abel di un padre..”
“Dorian se l’ è cercata!”
“Non era un buon motivo per ammazzarlo..”
“E tu che ne sai, eh?”
“Non c’ è mai un buon motivo per ammazzare una persona!”
“L’ odio, forse..”
“O l’ amore.. ce l’ avevi con lui, perché non ti amava, mentre tu si!”
“Non è vero!”
Aumentiamo sempre più il tono di voce. Sta funzionando, le da fastidio che le parli cosi. Infondo, per quanto possa essere crudele e senza scrupoli, anche lei è umana. L’ ho sempre creduto.
 “E allora perché gli hai raccontato il segreto da cui dipendeva la vita di tuo zio? Lo so io perché, perché ti fidavi! Critichi Dorian eppure sei stata la prima a lasciarti sopraffare dai sentimenti!”
“Smettila! Non hai il diritto di parlarmi così! Non mi conosci!”
“Dammi quei nomi, e ti lascio in pace!”
“Mai!”
“Nadja non ne esci! Voglio i nomi!”
Afferra di scatto il blocchetto e comincia a scrivere velocemente. Poi lancia la penna per terra “eccoli, sei contenta?”
Sorrido. Finalmente. Prendo il blocchetto e leggo quello che ha scritto “brava..” faccio segno ai colleghi che stanno dietro il vetro, e pochi secondi dopo Lorenzo e Gabriele entrano e si avvicinano a Nadja, per portarla via.
Lei si alza, guardandomi con odio “Non finisce qua..”
Non mi fa paura, non me ne ha mai fatta “Io credo proprio di si!”
Mentre escono, vedo Luca ed Elena entrare e raggiungermi. Lui mi poggia una mano sulla spalla “bravissima..”. Io abbozzo un sorrisino ed esco.
Quando siamo nell’ atrio, io ho già intenzione di uscire a prendere una boccata d’ aria, quando la vedo liberarsi dalla stretta di Gabriele e voltarsi verso di me, furiosa “non servirà a pulirti la coscienza! E’ colpa tua! E’ morto per te!”
Urla. Non me l’ aspettavo, stavolta. Anche se non vorrei, le sue parole mi colpiscono come frecce.
“basta.. la smetta!” le intima Lorenzo.
Ma Nadja continua. Stavolta ha capito anche lei, che mi sta facendo del male “Ti amava e tu l’ hai tradito! E’ colpa tua!”
“Non ascoltarla Anna!” Mi bisbiglia Elena all’ orecchio. Io annuisco, eppure non posso fare a meno di pensare che ha ragione. Dorian è morto a causa mia. C’ è poco da fare.
Davanti agli altri mi mostro impassibile, soprattutto quando anche Castelli e Patrizi ci raggiungono.
“Abbiamo già mandato i miei uomini a prendere gli altri..” spiega Patrizi “E’ finita davvero..” Da Luca, passa a guardare me “complimenti davvero, Ispettrice. Ha fatto un ottimo lavoro. Se li abbiamo arrestati è grazie a lei..”
“dovere..” rispondo, provando a mostrarmi soddisfatta.
Non devo essere molto convincente, perché lui continua “Non si senta in colpa. Lei si è comportata in maniera eccellente. Lo sapevo che non mi sarei pentito di questa scelta..”
Si, come no. Parla facile lui. Intanto la parte della str** l’ ho fatta io “e io la ringrazio per aver creduto in me..”
Ci interrompe una voce di bambino che risuona in tutto l’ atrio “Giulia! Giulia!”
Mi volto. Ormai, mi viene istintivo. E poi quella voce la riconoscerei tra mille “Abel..”
Neanche il tempo di fare un passo che me lo ritrovo quasi addosso. Mi inginocchio, per poterlo abbracciare “ciao, amore!”
“Non voglio andare con quella! Non voglio!”
“Ma quella chi?” Mi alzo, e vedo una donna venirmi incontro. E’ l’ assistente sociale.
“stavamo per andarcene..” mi spiega “ma ha insistito. Voleva vederla..”
“Non farmi andare con lei.. ti prego!” mi implora.
Io non so che fare. Mi volto verso gli altri, che assistono alla scena. Poi torno a fissare Abel. E’ sul punto di piangere.
“Papà ha detto che sarei restato con te! Ti ricordi? Ha detto che tu mi vuoi bene, che ti saresti occupata di me!”
Mi mordo le labbra. E’ vero, ha detto proprio cosi “Certo che me lo ricordo, tesoro. Però adesso devo sistemare altre faccende. Tu adesso vai con questa signora, ma ti prometto che ti vengo a prendere!”
“lo giuri?”
“Assolutamente. L’ ho promesso anche a papà, no? Non ti preoccupare, vai su.. ci vediamo prestissimo!” lo abbraccio, baciandogli una guancia. Lui si stacca malvolentieri da me, e anche mentre si allontana continua a fissarmi. Io gli sorrido, e lo saluto con una mano.
Noto che Luca mi sta guardando con troppa serietà. Già lo so cosa sta pensando. Che mi sono affezionata troppo ad Abel, che mi sono immedesimata nel ruolo di madre di famiglia e che mi sto preoccupando di una promessa fatta a Dorian. Lui non riesce a capire. Ma non gliene faccio una colpa. Probabilmente, non avrei capito nemmeno io.
Mi riscuoto dai miei pensieri perché vedo Castelli che mi porge la mano, per salutarmi. Continuano a complimentarsi con me, e io ringrazio, quasi meccanicamente. Ma sento il suo sguardo addosso e mi sento a disagio. Elena si allontana con Davide, e rimaniamo soli.
“vieni un secondo con me?”
Annuisco. E ci ritroviamo nel suo ufficio.
“Perché hai fatto quelle promesse al bambino?”
“Perché non dovevo?”
“Perché non le manterrai, forse?”
“Chi te l’ ha detto?”
“Svegliati, Anna! E’ finita la copertura! Non sei sua madre!”
Quando fa cosi non lo sopporto. Mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi “non lo sono, ma potrei diventarlo!”
“cosa?”
“voglio chiedere l’ affidamento!”
Annuisce, senza replicare. Poi mi squadra “Lo fai per Dorian?”
“Lo faccio per Abel, Luca! E’ un bambino, ha dieci anni ed è la seconda volta che perde i genitori! Sono l’ unica figura familiare che ha, adesso..”
“Già! E poi l’ hai promesso a Dorian!”
“Luca smettila!” urlo, quasi senza rendermene conto “basta! Non ne posso più! Ma cosa vuoi da me, eh? Cosa vuoi sapere? Se l’ ho amato? Si, va bene? L’ ho amato! Sarà stato pure un criminale, ma era una persona stupenda..”
“Tu sei matta..” scuote la testa, e mi guarda davvero come se fossi pazza.
“Si, infatti. Sono una matta perché continuo a cercare di spiegarmi, di chiarire con te. Eppure avrei dovuto capirlo da tempo che è inutile..”
“E certo! Tanto io ormai per te non sono più niente..”
“No, non dare la colpa a me, Luca! La verità è che tra me e te non c’ è più la complicità di un tempo!”
“Non certo per colpa mia! Almeno non solo..”
Annuisco “Infatti. Non è colpa tua. Non è colpa mia, non è colpa tua.. non è colpa di nessuno. E’ successo e basta! Ma non ti preoccupare, questa situazione non durerà a lungo!”
Non capisce “In che senso?”
“Nel senso che me ne vado!”
“Che cosa?” E’ incredulo. E continua a guardarmi come se fossi una pazza.
“Me ne vado. Sono stanca, non ce la faccio più! Ho bisogno di cambiare..”
Adesso annuisce. Ma i suoi occhi sono strani. Glaciali. “Va bene. Allora quando vuoi vieni nel mio ufficio che ti firmo la richiesta di trasferimento!”
Sta per andarsene ma io lo fermo “non hai capito..”
Luca si volta e mi guarda interrogativo.
“Voglio lasciare la polizia!”
“Ma che stai dicendo Anna? Sei impazzita?”
“No. Sono lucidissima! Non voglio più fare questo mestiere!”
“No Anna. Finchè si tratta di lasciare Roma lo capisco, e va bene, ma lasciare la polizia.. è assurdo! Come puoi pensare una cosa del genere?”
“Non ci trovo nulla di strano!”
“Ah no? Beh io si invece! Senti, adesso tu dici così perché sei scossa.. ma se ci pensi lo capisci anche tu che è una ca**ata!”
“Ma perché? Non posso essermi semplicemente scocciata?”
“No! No Anna! Non dopo tutto quello che è successo! Non dopo quello che sei diventata! Io me lo ricordo quando sei arrivata qui, lo sai? Me la ricordo quella ragazzina inesperta, timorosa.. e mi ricordo tutti gli sforzi che hai fatto, tutte le difficoltà che hai affrontato, e superato. Sei cresciuta, sei diventata una poliziotta bravissima, la migliore che abbia mai conosciuto. E dopo tutto questo percorso, vuoi abbandonare così? No, io non ci sto Anna!”
Ho ascoltato tutte le sue parole senza fare una piega. Ha ragione. Me le ricordo anche io quelle cose. Anche io so bene cosa ho dovuto passare, per arrivare fin qui. Ma questo non cambia le cose. Altra forza per reagire non ne ho. “Mi dispiace, Luca. Ho deciso!”
E ho mantenuto la mia decisione. Non l’ ho detto a nessuno. Lo sa solo Luca. Alla fine abbiamo chiarito, lui ha accettato la mia scelta, anche se mi ha esplicitamente detto di non condividerla. Pazienza.
Oggi salutiamo Lorenzo. Anche lui lascia. Lo festeggiamo e lo abbracciamo tutti. Anche se è stato poco con noi, abbiamo imparato a volergli bene.
Io e Luca ci ritiriamo in ufficio, per parlare. Lui vuole che dica a tutti che vado via. Ma io non ci riesco. Non riuscirei a guardarli in faccia e a dirgli che li lascio. Mi farebbe troppo male, e non voglio piangere. Voglio salutarli con il sorriso.
Ho deciso che mi trasferisco a Trieste, a studiare biologia marina. E sto cercando di ottenere l’ affidamento di Abel. Prometto a Luca che per me non sarà mai “roba vecchia”, come si definisce lui. Ed è vero. Nonostante tutto, rimarrà per sempre una persona troppo importante per poterla dimenticare. Mi ha cambiato la vita, e gliene sarò grata per sempre. Per il resto, nessun chiarimento. Su quello che è successo tra noi due, sui baci rubati di questo periodo, sui nostri sentimenti palesemente cambiati, ma che entrambi non riusciamo a comprendere. Forse è meglio cosi.
Il giorno dopo porto a Luca i fogli delle mie dimissioni. Ci siamo guardiamo silenziosamente, nessuno osa dire una parola. Poi gli chiedo di radunare tutti in ufficio, è il momento della verità.
Entrano uno ad uno, un po’ preoccupati.
“Ma che succede, Luca?” domanda Elena “non mi dire che non è finita..”
Parlo io “No. No invece è finita. Ho chiesto io di farvi venire, vi devo parlare..” Mi mordo il labbro inferiore. E’ più difficile di quanto pensi, già mi viene da piangere “Innanzitutto, la cosa più importante. Vi chiedo scusa. A tutti. Mi dispiace di avervi mentito, e mi dispiace di aver tradito la vostra fiducia..”
Vittoria mi interrompe “Anna, ma che stai dicendo? Tradito cosa.. non hai fatto niente!”
“Non è vero. Vi ho presi in giro.. in buona fede ma l’ ho fatto. Ma la cosa peggiore è che non è servito a niente. Ho sbagliato tutto, ho fatto errori dopo errori e ho messo a repentaglio anche la vostra vita, oltre che la mia..”
“Scusami Anna a me non pare che tu abbia sbagliato. E’ grazie a te se li abbiamo arrestati!” protesta Gabriele.
Io gli sorrido, grata “grazie, ma non è proprio così. Comunque adesso è meglio che arrivo al dunque altrimenti non riesco a finire. Ho preso una decisione, ed era giusto che ve lo dicessi di persona. Lascio la polizia..”
Un coro di declamazioni di stupore riempie la stanza. Sono tutti sconvolti, e io un po’ me l’ aspettavo. Guardo Luca e lui alza le spalle, come a dirmi che era ovvio che avrebbero reagito cosi.
“Anna ma che stai dicendo? Sei impazzita?” Elena, ovviamente, è quella che ho sorpreso di più. E forse anche deluso di più.
“No, mi dispiace però credo sia la soluzione migliore, dopo quello che è successo!”
“Ma successo cosa? Ti stai creando delle paranoie assurde! Hai svolto il tuo lavoro, punto!”
“Anna, Elena ha ragione!” continua Vittoria “se il tuo problema è che ti sei affezionata troppo a lui, guarda che è normalissimo. Anzi, è una cosa positiva perché non fa che confermare che bella persona sei. Ma l’ importante è che nonostante l’ affetto hai seguito la via della giustizia.. non ti devi rimproverare niente!”
E io che come una stupida credevo di aver mascherato bene. Invece hanno capito tutti. Ma come poteva essere diversamente? L’ hanno vista tutti la mia faccia sconvolta quando Dorian è morto.
“Non è solo questo, Vittoria. E’.. dio, è difficile spiegarvelo.. io..”
Luca mi salva da quella situazione “Ragazzi, Anna ha preso la sua decisione. E’ inutile insistere.. Adesso credo che la cosa più giusta sia salutarla come merita..”
Adesso le facce dei miei colleghi sono ancora più sconvolte. Una reazione così distaccata da Luca proprio non se l’ aspettavano. Probabilmente erano convinti che quello che si sarebbe opposto di più a questa decisione sarebbe stato lui.
Giuseppe obbedisce al suo commissario “hai ragione. Beh, Anna.. credo di parlare a nome di tutti se dico che ci mancherai. Ma rispettiamo la tua decisione. Però, sappi che non ci hai traditi, mai. Ci fidiamo di te. E, per quanto mi riguarda, sei stata e sarai una delle colleghe migliori con cui abbia mai lavorato..”
Le parole di Giuseppe mi colpiscono. E’ sempre stato cosi.. burbero, e non avrei mai immaginato che potesse dirmi delle cose così belle. Mentre le lacrime hanno già cominciato a scorrere copiosamente sul viso, vado verso di lui e lo abbraccio.
“grazie.. mi mancherete tantissimo!”
Uno ad uno anche gli altri mi abbracciano. Elena mi sussurra pure un “non credere di sfuggirmi adesso..”, e mi stampa un bacio sulla guancia. Devo uscire da questa stanza, altrimenti so che non riuscirò più a trattenere i singhiozzi. “scusate, io esco un attimo..” abbozzo un sorrisetto forzato ed esco dall' ufficio.

  
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