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Autore: Ernil    30/12/2009    12 recensioni
Snape e Harry hanno un’interessante conversazione pindarica sulla neve, i cioccolatini e l’innocenza.
« Nevica... »
« La tua capacità di sottolineare l’ovvio continua a commuovermi. Ti prego, non smettere. Dimmi che ci sono zero gradi, fa freddo, c’è vento e che Hermione Weasley sta preparando berretti per elfi domestici ».
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sommario: Snape e Harry hanno un’interessante conversazione pindarica sulla neve, i cioccolatini e l’innocenza.

« Nevica... »

« La tua capacità di sottolineare l’ovvio continua a commuovermi. Ti prego, non smettere. Dimmi che ci sono zero gradi, fa freddo, c’è vento e che Hermione Weasley sta preparando berretti per elfi domestici ».

Pairing: Severus/Harry

Rating: Giallo (piccolo accenno a bondage e altre pratiche interessanti *___*)

Disclaimer: I do own nothing; these characters don’t belong to me; all rights reserved to the legitimate owner of the copyright. (*se la tira perchè l’ ha scritto in inglese e, ammettiamolo, fa molto feeko*)

Beta: Geilie! Che donna stupefacente, ragazzi. Perfino sotto le feste mi Beta! <3  

Note dell’Autrice/1: Questa storia partecipa alla Criticombola indetta da Criticoni, prompt 76 [Titoli]: “My life”.

Note dell’Autrice/2: vorrei solo dire che, in tempi normali, preferirei la morte al dare un titolo tanto anodino a una delle mie storie. Purtroppo viviamo in tempi oscuri e questo era l’ordine del Supremo Prompt. Tutti i reclami a Criticoni, prego!

 

[Little Jack Horner

Sat in the corner
Eating his Christmas pie,
He put in his thumb

And pulled out a plum
And said "What a good boy am I!"

 

Canzoncina popolare inglese (1)]

 

 

« Nevica... »

« La tua capacità di sottolineare l’ovvio continua a commuovermi. Ti prego, non smettere. Dimmi che ci sono zero gradi, fa freddo, c’è vento e che Hermione Weasley sta preparando berretti per elfi domestici ».

Harry si voltò a guardarlo, le sopracciglia corrugate.

« Come fai a sapere dei berretti di Hermione? »

Snape roteò gli occhi e voltò un’altra pagina del libro.

« Gli elfi continuano a girare terrorizzati per tutto il castello, quindi deduco che la nostra amata professoressa di Trasfigurazione stia ancora nascondendo berretti come tagliole ».

Harry sorrise e tornò a guardare fuori dalla finestra al terzo piano del castello. Poggiò la fronte sul vetro.

« Sono il suo regalo di Natale per gli elfi » disse. Snape inarcò le sopracciglia.

« Un vero peccato che la libertà non possa essere regalata, ma abbia la spiacevole peculiarità di dover essere acquisita coscientemente ».

Harry si voltò ancora una volta a guardare Severus, seduto nella poltrona con il naso adunco seppellito nelle pagine di un libro antico.

« E questa cos’era? » chiese. « La perla quotidiana di Severus Snape? »

Snape alzò il viso e le sue labbra si arricciarono in un ghigno.

« Credo che tu debba ringraziare i baci perugina di Minerva ».

Harry ridacchiò, tornando a voltarsi contro la finestra. Il suo respiro si condensò sul vetro.

« È stato un pensiero gentile... »

« Odio il cioccolato ».

« ...e ne abbiamo fatto buon uso, non è vero? Non fingere, non odi il cioccolato. Perché devi sempre mentire? »

« Riflesso condizionato. Perché devi sempre passare il tempo a ricordare quello che abbiamo fatto a letto? »

« Perversione » rispose Harry casualmente. Severus alzò lo sguardo. Il suo amante era tornato a guardare fuori dalla finestra.

Giovane, snello e desiderabile. Ecco come appariva Harry Potter alla fresca età di ventidue anni.

Severus si rendeva perfettamente conto che, alla non-più-tanto-fresca età di quarantadue anni, pallido, rovinato e cinico, non era esattamente quel che si direbbe “desiderabile”. Harry Potter non avrebbe dovuto essere il suo partner ideale. Loro non avrebbero dovuto trovarsi ogni notte da due anni a quella parte a dar sfogo ai loro istinti più bassi.

Poi pensò all’uso originale che Potter aveva escogitato per i baci perugina di Minerva, e decise che, finché Potter avesse dimostrato di possedere un unico neurone, ma un unico neurone perverso, avrebbe rimandato il pensiero delle loro troppe differenze. 

D’altronde, aggiunse fra sé, sfogliando un’altra pagina, quanto spesso si trovava qualcuno che accettava di stare in piedi alle tre di notte solo perché aveva il cuore troppo morbido per dormire mentre il suo amante si aggirava in preda all’insonnia? 

« Perché non dimentichi per un po’ quel libro e non vieni a vedere la neve? »

E quanto spesso si trovava qualcuno di così irritante?

« La neve è sempre uguale, Potter. Possono scendere milioni di fiocchi, e comunque... »

« Vecchio cinico ».

L’accusa lanciata attraverso la stanza fece inarcare uno dei temuti sopraccigli di Severus.

Harry si voltò verso di lui. Snape vide con irritazione il sorriso su quelle labbra. Decisamente, prima o poi avrebbe fatto in modo di mettergli un bavaglio...

« Vieni a vedere » disse Potter, petulante.

« Se lo faccio, finalmente andrai a dormire, dopo? »

Severus si alzò mentre Harry annuiva. Non ci credeva, naturalmente. Non ci credeva neanche un po’. Ma se Potter non rispettava la promessa (e non lo avrebbe fatto), poi Severus avrebbe avuto modo di fargliela pagare. Di punirlo.

Mmm.

Lo raggiunse accanto alla finestra. I fiocchi scendevano pigri sui campi già innevati di Hogwarts. Nel pieno della notte, c’era solo la luna a illuminare quelle distese infinite di bianco, quei mondi sperduti di candore impossibile.

E il silenzio...

« Non ti piace? »

Naturalmente, il neurone di Potter possedeva anche lo sgraziato potere di rovinare qualsiasi atmosfera facendo parlare il suo proprietario nei momenti meno opportuni.

Severus torse le labbra.

« Come avevo predetto, irritante ragazzino, tutti i fiocchi sono perfettamente uguali, e... » Si bloccò. Il suo sguardo, scivolando sui prati imbiancati, aveva raggiunto la tomba di Albus Dumbledore. Era tanto bianca da mimetizzarsi quasi sulla neve, ma ora che l’aveva notata Severus non avrebbe potuto fingere di non vederla.

Si ergeva sul Lago quasi ghiacciato come un inamovibile monumento alla memoria. La sua memoria.

« Severus? »

« Sì, Potter? » La risposta giunse automatica, mentre gli occhi di Severus erano ancora calamitati dalla tomba.

« Ti piacerebbe andare a toccare la neve? »

Severus si costrinse a staccare lo sguardo dalla riva del Lago. Lo fece vagare sui campi immacolati. 

Erano perfetti, vergini e silenziosi.

« Perché rovinarli? » mormorò.

« Cosa? »

Severus si voltò a guardare il suo amante. Aveva degli occhi verdi che sembravano sempre innocenti e ingenui, non importava che avesse ucciso il Signore Oscuro o avesse proposto, non più di quattro ore prima, un giochino a base di cioccolatini.

Perché rovinarli, pensò Severus.

Forse era davvero troppo vecchio.

« Penso che la neve stia bene lì dove sta » rispose.

« No ». Harry scosse la testa, le sue sopracciglia di nuovo corrugate, notò Severus. « Hai detto “Perché rovinarli” ». Guardò la neve, poi Severus vide lo sguardo innocente tornare su di lui. « Non si tratta di rovinarli, sai? Lasciare le impronte nella neve non è rovinarla. La neve è per giocarci e farci l’angelo dentro ».

« E i cioccolatini sono per essere mangiati con tranquillità davanti al fuoco » replicò Severus. « No, Potter. Se vuoi andare, fa’ pure. Penso che io mi dedicherò a più edificanti attività. Per esempio, il mio libro ».

Si diresse verso la poltrona dove aveva abbandonato il suo libro, ma la mano di Harry si serrò attorno al suo avambraccio. Quello sinistro, non mancò di notare Severus.

Naturalmente, era solo un dettaglio insignificante.

« Perché hai sempre paura di rompere quello che tocchi? »

Snape lo guardò con un sorrisetto ironico a curvargli le labbra.

« E questa cos’era? La perla quotidiana di Harry Potter? »

Harry rise nervosamente. Snape lo fissò.

« Non era presa da un bacio perugina » disse Harry, passandosi una mano fra i capelli. « Era mia. Ed è piuttosto vera, anche. Hai sempre paura che qualsiasi cosa tocchi si rompa ».

Sorrideva ancora, quel sorriso che Snape aveva sempre la tentazione, perfino dopo tutti quegli anni insieme, di cancellargli brutalmente dalla faccia.

Un bavaglio, decisamente.

« È la storia della mia vita » disse Snape, sarcastico, e si liberò della mano di Harry, facendo un passo avanti.

Un altro passo verso la razionalità dei testi di Pozioni, a Merlino piacendo.

« Oh, andiamo » disse Harry, venendogli dietro come un cagnolino. Snape cercò di ricordarsi cosa ci trovasse in Potter.

Ah, i cioccolatini. Giusto.

« È la prima nevicata dell’anno. E non c’è in giro nessuno... »

« Sono le tre di mattina, Potter. Sarei davvero sorpreso se ci fosse in giro qualcuno ».

« ...e il mondo è tutto nostro ».

Snape si assise sulla poltrona come un re e guardò Potter da sopra il suo testo sulle molteplici proprietà della belladonna.

« Questa, invece, è la storia della tua, di vita. No, Potter? »

Potter lo guardò accigliato.

« Se pensarlo ti fa dormire sonni più tranquilli ».

« In realtà, non contribuisce affatto, dato che i miei sonni sono turbati da un maniaco fissato con il fondere cibo e sesso ».

Harry si produsse in un sorrisetto stentato e si sedette sul divano, senza rispondere. Severus finse di leggere il libro, mentre con la coda dell’occhio scrutava il viso giovane del suo amante.

Sembrava piccolo e innocente, rannicchiato sui cuscini, con gli occhi spalancati fissi sulle ceneri del fuoco.

Troppo piccolo.

« Niente neve, allora » disse infine Harry, voltandosi a guardarlo.

« Vedo che il messaggio è finalmente penetrato » grugnì Severus. Harry Potter sorrise in modo strano all’ultima parola. Severus roteò gli occhi e tornò al libro, fingendo ancora una volta di leggerlo mentre guardava Harry.

Ci fu un silenzio di qualche istante, poi Harry disse: « D’accordo. Però sappi che è avanzato qualche bacio, se vuoi ».

Severus alzò gli occhi dal testo. Harry sorrideva candidamente. Il brillio nei suoi occhi, invece, era molto poco puro.

Severus lo guardò interessato.

Harry Potter non era puro come neve, per quanto candido potesse essere il suo sorriso. Harry Potter aveva un’insana passione per il cibo e il sesso. Insieme, preferibilmente.

Harry Potter amava il bondage, la cioccolata e il poker.

E una volta Severus l’aveva sorpreso a stuzzicarsi lentamente con una forcina per capelli. 

Oh, al diavolo. Non puoi sporcare qualcosa che non è pulito, vero?

E così, mentre sospirando si alzava dalla poltrona e si dirigeva in camera, preceduto da un sorridente Potter, Severus non si voltò nemmeno una volta a guardare la neve che cadeva.

Ciò che era puro era bello da vedere... ma ciò che sporcava era bello da toccare, e fin da piccolo non aveva mai resistito a mettere il dito nella torta.

Ecco la storia della sua vita. 

 

 

(1) Little Jack Horner è una poesiola inglese (non chiedetemi dove l’ ho trovata...) che si può tradurre così: “Little Jack Horner / Sedeva nell’angolo / Mangiando la sua torta natalizia / Ci ficcò dentro un pollice / e ne tirò fuori una prugna / E disse: “Che bravo bambino sono!” ”

 

 

Note dell’Autrice:

Il titolo che avrei voluto darle era “Il dito nella torta” XD Avrei riso in continuazione XD

 

   
 
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