RISVEGLIO
L’inizio dell’anno accademico segnava anche la fine della mia storia con Victoria. Sebbene ella non volesse ammetterlo con se stessa, eravamo giunti al capolinea già da un pezzo. Forse già da quando avevo scoperto la sua tresca con James. Lei aveva spergiurato amore eterno, e aveva cercato di negare le evidenze, anche quando le avevo mostrato gli scatti rubati commissionati a posta per smascherarla. L’avevo sbattuta fuori. Su due piedi. Storia chiusa.
Due mesi dopo.
L’incessante suonare di quella fastidiosissima sveglia mi mise subito di malumore. Cercai di spegnerla senza uscire del tutto dall’intorpidimento in cui stavo. La voglia di alzarmi era pari a zero, però, dovevo alzarmi e dovevo farlo subito. Iniziavano le lezioni e non potevo fare tardi, un professore della Stanford University non poteva fare tardi. Specie se avevi appuntamento con il capo dei capi John L. Hennessy.
Cercando a tentoni di spegnere il dannatissimo congegno spacca timpani, riuscii a non far altro che rovesciare il bicchiere d’acqua che avevo sopra al comodino. Giornata interessante professor Cullen, iniziamo proprio bene. Decisi in quell’istante che dovevo alzarmi prima di combinare altri danni. Trovai la sveglia e la spensi. Grattandomi la schiena sbadigliai. Occorreva urgentemente della caffeina per connettere quel poco che necessitava ai miei neuroni per mettersi in moto. La signora Darcy bussò lievemente alla porta, chiedendomi il permesso di entrare. Sentivo l’aroma di caffè sebbene si trovasse al di là della porta chiusa. Decretai che la giornata non poteva che migliorare.