Crossover
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Autore: Crybaby    30/12/2009    4 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E rieccomi a voi…
Lo so, sono in un ritardo mostruoso, e perdipiù continuo a propinarvi capitoli di transizione dove di azione ce n’è ben poca… con l’anno nuovo però cercherò di migliorare la situazione, promesso!

Approfitto delle feste e dell’imminente capodanno per ringraziare chi ha inserito Witches 5 Strike Back tra le seguite, le preferite e chi ha lasciato recensioni:

Anonimo9987465
eugeal
kiri_chan
Lan
Lebron
lolla20
nico2283
Nicoranus83
Suikotsu
Targul

BUON 2010 A TUTTI!!!

...

Dal Manuale Delle Witches 5: Come Distruggere Un’Amicizia (Prima Parte)

Goten azzannò con voracità il suo panino con hamburger ricoperto di senape, e così fece anche la fidanzata Valese seduta accanto a lui. Nonostante fosse rimasta chiusa in quel piccolo e un po’ sporco fast food per quasi diciotto ore ad aspettare il suo ragazzo, la svampita moretta non sembrava affatto arrabbiata, anzi.
Lo stesso Goten appariva anch’egli molto sereno e rilassato, tutt’altro umore rispetto a quello con cui aveva iniziato la giornata. Le maldicenze sul conto del suo amico Trunks erano già un ricordo, e tra un boccone e l’altro il ragazzo si augurava di non doverne sentire più per quel giorno.
Ma le sue speranze furono prontamente disilluse. La squillante voce di una ragazza intenta a parlare al cellulare, infatti, attraversò tutto il locale e giunse alle sue orecchie, mandandogli di traverso il pranzo.
-Pronto? Carissima, quanto tempo!… Come dici? Sì, ho sentito la faccenda di Trunks, gran brutta storia…
Goten strinse i denti e i pugni, ma anche per non spaventare Valese decise di non fare nulla. Per un attimo volle addirittura sperare che la ragazza prendesse le difese del suo amico. Ma fu puntualmente deluso.
-…all’inizio nemmeno io volevo crederci, però bisogna ammettere che ci sono un sacco di prove contro di lui! Innanzitutto, la fantomatica videocassetta col filmato che inchioda il vero colpevole: com’è possibile che Trunks l’abbia distrutta per sbaglio, semplicemente camminandoci sopra distrattamente? A meno che non abbia una forza sovrumana, è fisicamente impossibile!…
-Ce l’ha, una forza sovrumana…- sussurrò Goten a sé stesso, cercando in tutti i modi di non ascoltarla.
-E sempre a proposito del nastro, perché nonostante sapesse di cosa si trattava ha ammesso di averlo gettato invece di tenerlo e darlo poi alla polizia?…
-Perché altrimenti nessuno l’avrebbe più guardato… Trunks lo starà facendo proprio adesso, e avrà già scoperto il vero colpevole…
-Per non parlare della sua versione dei fatti che non sta né in cielo né in terra! Insomma, prima dice di aver ricevuto una telefonata da parte di quell’uomo delle pulizie, e neanche cinque minuti dopo lo trova incosciente insieme alla nipote di Mister Satan. E guarda caso nei dintorni non c’era nessun altro. A parte lo stesso Trunks. E aspetta di sentire questa! Pare che questa mattina il nostro caro Trunks sia stato visto arrivare alla Capsule Corporation in un’auto di lusso, vestito di tutto punto con tanto di occhiali e capelli impomatati come mai lo si era visto prima d’ora! Un cambiamento repentino, oserei dire molto sospetto viste le circostanze. Inutile negare l’evidenza a questo punto: è lui il colpevole di tutto, ed è solo questione di tempo prima che quel mostro faccia...
-ADESSO BASTA!!!
In un impeto di rabbia, Goten si alzò di scatto e rovesciò tavolo e tutto quanto vi era sopra. Il ragazzo era sul punto di gridare ancora, ma gli sguardi e le facce ammutolite dei presenti gli fecero capire che aveva davvero esagerato.
-Scu… scusatemi. Scusatemi tutti- mormorò, mortificato. Tenendo lo sguardo basso, Goten cercò di rimettere a posto il disastro che aveva combinato, quindi pagò il pranzo lasciando qualche soldo in più come risarcimento e uscì, seguito a ruota da una Valese più incuriosita che spaventata.

Dal tavolo dove era seduta, Mimete rimase ad osservare Goten e fidanzata abbandonare il locale, seguendoli con gli occhi anche attraverso una finestra che dava sulla strada. Una volta andati, la strega prese il cellulare -col quale aveva sempre finto di parlare- e chiamò un numero in memoria.
-Sono io. Avevi ragione, il ruolo della pettegola mi si addice proprio! Hai fatto proprio bene a rivolgerti a me!… Goten? Beh, diciamo che l’ho cotto a puntino. Adesso è tutto nelle tue mani.

Viluy chiuse il telefonino e lo infilò nella borsetta, quindi si rivolse alla persona seduta di fronte a lei.
-C’è qualcosa che la preoccupa? La vedo distratto.
-Eh? No no, affatto! È che… non sono mai stato in un posto del genere prima d’ora…
Trunks si guardò attorno per l’ennesima volta con aria spaesata. Il ristorante in cui Viluy l’aveva quasi trascinato era quanto di più lussuoso avesse mai visto in vita sua, forse anche troppo: nonostante fosse il presidente di una grossa compagnia il saiyan era sempre stato abituato alle cose semplici, e l’essere catapultato all’improvviso in un ambiente come quello lo rendeva imbarazzato, se non addirittura intimorito.
-Le assicuro che qui si troverà perfettamente a suo agio. Davvero, non c’è nulla per cui valga la pena preoccuparsi.
-Non… lo nego, però… non per offenderti Viluy, però mi sarei accontentato benissimo di un panino veloce alla mensa… sai, stavo per iniziare un lavoro urgentissimo e perdere tempo in questo modo non mi sembra proprio l’ideal…
-Per favore, cerchi di rilassarsi. Si tratta solo di staccare la spina dal lavoro, non mi sembra chiedere troppo… Se proprio non vuole farlo per sé stesso, lo faccia almeno per me… La prego…- fece ancora la strega, sporgendosi in avanti ed esibendo un micidiale sguardo languido. Al quale, il saiyan non fu proprio capace di resistere.
-Va… va bene… come… come vuo…
-Oh, grazie signor presidente! Non se ne pentirà, glielo assicuro! Adesso mi scusi un secondo, devo correre un attimo alla toilette: se arriva un cameriere la prego le dica di aspettarmi! Ci metterò pochissimo!
Senza dare a un inebetito Trunks il tempo di replicare, la ragazza si alzò del tavolo e si allontanò. Non visto, sul volto innocente della ragazza comparve un ghigno soddisfatto.
“Tsk. Quello stupido mi sta rendendo le cose più facili ogni giorno che passa. Non mi stupirei se volesse perdonarmi, quando scoprirà che ci sono anch’io dietro quello che sta succedendo ai suoi cari… ad ogni modo, vediamo di completare la missione di oggi.”
Giunta la toilette femminile, per prima cosa Viluy controllò che non ci fosse nessuno dentro. Quindi si rimboccò la manica sinistra, rivelando il suo bracciale elettronico, e lo sfiorò con un dito: una delle sue luci si illuminò, per poi generare verso l’alto un piccolo ologramma, che rappresentava la mappa tridimensionale della Capsule Corporation.
“Se Mimete ha davvero compiuto il suo lavoro come da copione, fra non molto Goten farà il suo ritorno nell’ufficio di Trunks, intenzionato come non mai ad aiutarlo a far tacere una volta per tutte le voci sul suo conto. Ma non troverà il suo amico quando arriverà, no. Solo la mia trappola, pronta a scattare.”

E proprio come la strega si aspettava, Goten era sulla via della Capsule Corp. Dopo aver riaccompagnato Valese a casa sua, il saiyan aveva subito spiccato il volo verso il grattacielo dove qualche ore prima aveva salutato Trunks. Stava per raggiungere gli ultimi piani, quando improvvisamente si bloccò a mezz’aria. Sentì subito che qualcosa non andava.
“Non sento l’aura di Trunks… strano, non può essersene andato. Non dopo quello che aveva detto stamattina…”
Il saiyan chiuse gli occhi e si concentrò, localizzando dopo pochi secondi l’aura a lui familiare, e ripartì a tutta velocità in quella direzione.

...

Accoccolato su una roccia nel giardino della villa, il piccolo Kirìs osservava con attenzione il fratello maggiore, Ub, intento a raccogliere quante più informazioni possibili dai domestici di Mister Satan, ripensando ancora alle sue parole di poco prima.
-Ecco… come posso spiegarti… un mio amico, Gohan, e la sua famiglia stanno passando un brutto momento. Io sto cercando di aiutarli a superarlo, in tutti i modi possibili. Quella che gli ho fatto è una promessa, e quando si fa una promessa bisogna sempre impegnarsi al massimo per mantenerla, anche a costo di fare qualche piccola rinuncia. Hai capito?
La “rinuncia”, in quel caso, consisteva nell’aspettare ancora un po’ prima di andare a mangiare qualcosa. Kirìs, infatti, prima aveva detto al fratello di avere molta fame, ma adesso non la sentiva più. Quasi si sentiva in colpa per averlo pensato, mentre il suo fratellone e quell’altro ragazzo si facevano in quattro per aiutare il loro amico in difficoltà. Sentiva che in qualche modo doveva farsi perdonare. Sì, si decise, anche lui avrebbe dato una mano!
Carico d’entusiasmo, il piccolo saltò giù dal sasso e si guardò attorno, riflettendo sul da farsi e ricordando quello che Goten e Ub avevano fatto finora.
Fare domande a tutte quelle persone? No, e Kirìs scacciò via quella possibilità scuotendo la testolina: gli dicevano sempre di non parlare agli sconosciuti, e poi, non sapeva proprio cosa chiedere. Cercare dappertutto in quel grande giardino, per trovare quelli che Ub e Goten chiamavano “indizi”? Sì, quella senza dubbio era una cosa che poteva fare! Il piccolo inizò così a camminare per il parco, tra alti alberi, stagni artificiali e viottoli di pietra. Ma cosa poteva mai essere, si chiese tra sé, questo “indizio”? Una cosa strana, di sicuro. Probabilmente una cosa che in un posto del genere non avrebbe mai potuto trovarsi. Lì però non c’era assolutamente nulla di strano…
A un certo punto gli occhi curiosi del bimbo non si girarono verso la grande casa al centro del parco. Lì dentro, se Kirìs ricordava bene, suo fratello e l’altro ragazzo c’erano rimasti poco. Forse era proprio lì che l’inizio si nascondeva! Trotterellando, Kirìs raggiunse la costruzione e cominciò a girarle attorno in cerca di un qualsiasi sistema per poterci entrare. Fino a che, nel suo cammino, non s’imbattè in qualcosa di decisamente strano. Un gigantesco cumulo, addossato a un muro della casa, composto da assi di legno, pezzi di muro crollato, pietre e altri detriti polverosi. Il piccolo non dovette faticare molto a capire da dove fosse caduta tutta quella roba: alzando di poco la testa, trovò un enorme squarcio nella facciata della casa, un paio di piani più in alto da dove si trovava lui. Troppo in alto perché potesse raggiungerlo, però poteva sempre salire su quell’ammasso di rottami e cercare lì in mezzo l’indizio di cui tanto aveva sentito parlare.
E così fece. Prima con un paio di saltelli, poi Kirìs per salire ancora di più dovette letteralmente iniziare ad arrampicarsi, ma non gli importava più di tanto: pur di dare una mano al suo fratellone, avrebbe fatto questo ed altro.
Non era nemmeno a metà della scalata quando, in uno spazio vuoto del cumulo, trovò qualcosa che attirò la sua attenzione. Il piccolo allungò una manina verso quell’oggetto, ma era ancora fuori dalla sua portata, così si sporse in avanti.
Era quasi riuscito a sfiorarlo, quando perse l’equilibrio.

...

“Trunks sarebbe là dentro?!”
Perplesso, Goten scese a terra ed entrò correndo nell’atrio del lussuoso ristorante, trovandosi subito a disagio in mezzo a tutte quelle persone ricche ed eleganti. Distratto, nella sua corsa il ragazzo sbattè contro il petto di un mastodontico usciere dall’aria molto poco amichevole.
-Dove credi di andare tu?
-Ehm… sto cercando Trunks Brief, sono un suo amico. Gentilmente puoi dirmi se…
-Non penso proprio che uno dei nostri clienti abbia per amico un pezzente come te. Adesso gira i tacchi ed esci immediatamente da qui, non accettiamo straccioni nel nostro ristorante.
-Pezzente e straccione?! Ritira subito quello che hai detto, altrimenti…
-Goten?! Che diavolo sta succedendo qui?
A parlare era stato Trunks, che attirato dalle voci aveva lasciato il proprio tavolo. Dopo aver convinto l’omone che Goten era sincero, il saiyan prese il compare in disparte e cominciò a parlargli sottovoce.
-Goten, si può sapere cosa ci fai qui?
-Ecco… senti, non ce la faccio a ignorare le voci che girano. Ovunque vado trovo sempre qualcuno che parla di quella storia, convinto che sia vero… ho provato a non ascoltarli, davvero!…
-Così sei venuto a cercarmi per darmi una mano… aspetta, ma tu non dovevi essere con Ub a setacciare la casa di Mister Satan?
-Beh… vedi… adesso ti spiego…

L’ologramma proiettato dal bracciale di Viluy si spense di colpo; al suo posto, comparve una scritta rossa a grandi lettere: “SOGGETTO IN AVVICINAMENTO”.
“Soggetto in… stai dicendo che Goten sta venendo qui? No, sono sicura che ti stai sbagliando…”
La strega aprì leggermente la porta della toilette e sbirciò di fuori.
“Invece eccolo lì. Questo non era nei piani, dannazione! Però… forse non tutto è perduto…
Da uno sportellno nascosto del suo bracciale, con due dita Viluy tirò fuori una microscopica cimice elettronica.
“Credo proprio sia giunto il momento di sperimentare la mia ultima creazione.”

-…così hai lasciato il resto del lavoro a Ub e sei corso a recuperare Valese. Bah, non preoccuparti. Anch’io avrei fatto lo stesso, davvero.
-Meno… meno male… Tu invece Trunks? Perché diavolo ti trovi in un posto come questo?
-Eeeeeeh… “Devo inventarmi qualcosa alla svelta, che figura ci faccio se scopre che anch’io ho lasciato i miei doveri per andare a mangiare con una ragazza?” Eh beh, è per un pranzo di lavoro, sai come sono i miei impegni! Sai, stavo appunto per analizzare finalmente quel nastro e…
-Presidente Trunks, allora è qui! Quando ho visto il nostro tavolo per due vuoto ho pensato che fosse andato via!
Trunks quasi sobbalzò dallo spavento: Viluy era appena comparsa alle sue spalle. Per l’imbarazzo il povero saiyan cominciò a sudare copiosamente.
-Tavolo per due, eh?- fece Goten, con un ghigno malizioso.
-Ah, Son Goten, c’è anche lei! Scusate, non volevo interrompere la vostra conversazione. Vado via subito.
Detto questo, la strega tornò a sedersi al tavolo.
Non prima di aver lanciato verso Trunks la minuscola cimice elettronica, che senza alcun rumore gli si appiccicò alla nuca.

  
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