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Autore: RubyTuesday_    01/01/2010    5 recensioni
Eleanor Rigby raccoglie il riso in una chiesa dove c'è stato un matrimonio. Vive in un sogno. Aspetta alla finestra... Ma cosa, o chi aspetta? E se il nome Eleanor Rigby non fosse solo un nome trovato su una lapide di un cimitero?
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eleanor Rigby

 

1.Look at all the lonely people...

 

 

Era una mattinata gelida, piovosa e buia, tipica dell’inverno inglese. Una leggera foschia ricopriva l’intera città e i lampioni accesi creavano giochi di luce spettrali, quasi come fossero fantasmi provenienti da un’epoca lontana, ormai conclusa, dimenticata.

Molte persone camminavano sotto la pioggia; tutte avevano un passo spedito e andavano ognuna per la propria strada, senza incrociare lo sguardo con nessuno, senza scambiarsi alcun segno di affetto, amicizia o semplicemente di gioia.

Ormai non c’era più spazio per qualunque sentimento di amore, felicità, o comunque per nessun sentimento positivo in città.

 La vita nel piccolo borgo trascorreva così, lenta e triste, e sembrava sprofondare in un abisso di isolamento senza fondo. Le strade, le piazze, le case parevano abbandonate, dimenticate sotto una profonda coltre di solitudine. Il campanile della chiesa s’innalzava sopra i comignoli, quasi come un tetro vigile che vegliava sugli abitanti, e la chiesa gettava la sua cupa ombra su ogni casa, su ogni via e su ogni persona. Le campane scandivano ritmicamente le ore, i giorni, i mesi, gli anni. Il cimitero sul retro, dietro la cupola, sembrava ormai un’intricata giungla di erbacce, che crescevano indisturbate sulle lapidi di marmo, anch’esse fredde e sole come tutto ciò che le circondava.

 

Una ragazza stava in piedi vicino alla finestra della chiesa. Sembrava che aspettasse qualcosa, o qualcuno; ma Eleanor Rigby aspettava da ventidue anni, e la sua attesa non cessava. Era cresciuta così, aspettando alla finestra, osservando le luci dei lampioni, le gocce d’acqua che scendevano lungo il vetro e i passanti.

Eleanor guardava tutte quelle persone sole che giorno dopo giorno percorrevano lo stesso cammino, alla stessa ora, con la stessa espressione. Le aveva osservate per vent’anni, incessantemente. Tutte quelle persone, senza saperlo, avevano qualcosa in comune con lei.

Anche lei era sola, forse la più sola di tutti. Ma non perdeva la speranza, e testardamente aspettava alla finestra, qualcosa. Viveva in un sogno, sognando una vita migliore, un mondo migliore.

“Vieni, Eleanor. La cena è pronta” disse una voce proveniente da qualche parte nella chiesa.

Quante volte aveva sentito quella voce? In effetti, era una delle poche voci che Eleanor avesse mai sentito, a parte la sua.

Padre McKenzie si sedette a un tavolo; aspettava. Finalmente, sentì dei passi provenire dalla sagrestia. Una ragazza, alta, magra e pallida, simile a un fantasma, fece il suo ingresso nella piccola sala polverosa.

Quanto era cresciuta, pensò il Padre. In ventidue anni, Eleanor era diventata una bella “fanciulla”: il viso snello, sottile e aggraziato era coronato dai capelli color della cenere, e qualche lentiggine spuntava timidamente intorno al naso; ma la cosa che più colpiva della ragazza erano gli occhi. Due occhi di un azzurro chiarissimo, tendente al grigio, penetranti e tristi. Due occhi di ghiaccio sempre vigili per osservare ciò che succedeva intorno. Sì, era una bella ragazza, ma sul suo viso si potevano vedere chiaramente la tristezza, la solitudine, la disperazione. Questi sentimenti non l’avevano mai abbandonata da quando il Padre la conosceva. Da sempre. Ventidue anni prima, in una notte burrascosa e fredda, nel pieno dell’inverno, il battente della porta della chiesa l’aveva svegliato. Si era alzato ad aprire, ma non c’era nessuno. Solo un piccolo fagotto, che anche allora l’aveva guardato con gli stessi occhi di ghiaccio, giaceva ai piedi della scalinata che portava alla chiesa. Il Padre l’aveva raccolto, e da quel giorno Eleanor era divenuta parte della sua vita. L’aveva cresciuta, nella solitudine della chiesa, anno dopo anno. La povera ragazza era sempre stata sola. Sola come tutte le persone della città, sì, ma anche di più. In tutti quegli anni, non aveva mai sorriso, né mostrato alcun segno di gioia… Sognava, osservava e aspettava, con pazienza e perseveranza, sicura che qualcosa sarebbe cambiato, prima o poi.

 

 

 

Note:

Stamattina pioveva e c'era la nebbia, giornata da depressione insomma. Allora ho deciso di ascoltare un po' di musica, è partita Eleanor Rigby e mi si è accesa una lampadina in testa. Ho visto chiaramente uan figura spettrale che guardava dalla finestra di una chiesa e ho deciso di raccontare la storia di Eleanor, probabilmente con scarsi risultati.

Spero vi piaccia, e buon anno a tutti!

  
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