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Autore: Caska    30/06/2005    2 recensioni
Miki e Yu si amano.Tuttavia il destino avverso li porterà verso sentieri tra loro lontani e opposti. Riusciranno i due a ricongiungersi e a vivere finalmente quell'amore che da sempre li lega?
Genere: Romantico, Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci al secondo capitolo: in queste pagine ci sarà un lungo flashback riguardo le vite dei giovani protagonisti, dove verrà r

Eccoci al secondo capitolo: in queste pagine e in quelle seguenti, ci sarà un lungo flashback riguardo le vite dei giovani protagonisti, dove verrà raccontato cosa accadde tra loro negli anni del liceo. Diciamo che, riguardo sempre i volumi della collection, la storia tra il primo e il quarto volume non cambia, ma da lì in poi è tutto di mia invenzione, a parte alcune cose.

Buona lettura!

 

L’amore supera ogni cosa…

 

Capitolo 2

 

FLASHBACK

Era passato un anno e Miki finalmente si era abituata alla sua nuova vita con la famiglia Matsura. Ma soprattutto era riuscita finalmente a fare chiarezza all’interno della sua vita sentimentale: era perdutamente innamorata di Yu. Era da troppo tempo che viveva in una costante e insopportabile indecisione tra Yu e Ginta, poi, dopo l’episodio di Meiko e Nacchan, aveva capito: i falsi tentativi di Arimi di portarle via Ginta l’avevano fatta ingelosire si, ma solo perché non voleva che lei le portasse via il suo migliore amico e nonostante il bacio che c’era stato tra loro dopo le lezioni e la successiva dichiarazione di lui, Miki aveva compreso che la persona che amava veramente e profondamente fin dal primi sguardo era solo Yu. Doveva parlargliene, sia  a Yu che a Ginta. Avrebbe fatto chiarezza.

La ragazza stava uscendo dall’aula per andare ai suoi allenamenti di tennis, quando il suo sguardo incontrò una coppia a lei ormai famigliare. Yu e Satoshi erano accanto alla finestra del corridoio e parlottavano tra loro come ormai accadeva da tempo.

 

Miki: *Com’è bello Yu* - pensò lei sentendo il suo cuore perdere qualche colpo - *il vento che entra dalla finestra e gli scompiglia i capelli gli conferisce un’ aria quasi divina… si… non ho più dubbi.*

 

I due avevano un’espressione piuttosto rilassata, cosa strana questa, dato che spesso, quando parlava con Satoshi, Yu aveva sempre uno sguardo malinconico e perso nel vuoto, come se avesse appena ricevuto una brutta notizia. Decise che gliel’avrebbe detto adesso, in questo momento, gli avrebbe confessato una volta per tutte i suoi sentimenti. Stava per chiamarlo quando una frase pronunciata da Satoshi, che lei ascoltò senza volere, la bloccò.

 

Sotoshi: “A proposito Yu… ieri ho visto quella ragazza che spesso viene qui a trovarti, mi pare si chiami Arimi. Devo ammettere che è proprio una splendida ragazza!!! Mi hai detto che siete stati insieme. Come mai un uomo affascinante come te ha rinunciato ad un partito come lei? Non era il tuo tipo forse?!”

 

Miki non riusciva a muovere un muscolo. Cosa avrebbe risposto Yu?! I secondi passavano e Satoshi aspettava una risposta. Poi, dopo un tempo che a Miki sembrò infinito, Yu parlò:

 

Yu: “Sai Satoshi… effettivamente devo ammettere che hai ragione!”

 

Improvvisamente le ginocchia di Miki sembravano non volerla più sostenere, il suo cuore non voler più battere…

 

Yu: “Arimi è davvero una ragazza meravigliosa. E’ carina, gentile, spiritosa e nonostante sia piuttosto irascibile e a volte troppo “appiccicosa”, devo riconoscere che è una ragazza d’oro. A volte mi capita di pensare che forse sarei dovuto rimanere con lei…”

 

Era troppo. Con molta fatica, Miki si girò e cominciò ad andarsene, prima camminando lentamente e in silenzio, ma ben presto si ritrovò a correre a perdifiato, come se stesse scappando dalla morte stessa.

 

Yu: “… questo però lo pensavo prima di conoscere Miki.”

Satoshi: “Miki?! Che vuoi dire?”

Yu: “Voglio dire che io sono innamorato di Miki dal primo momento che l’ho vista seduta in quel ristorante.”

Satoshi: “ … “

Yu: “Non so come ci riesca, ma quando sono vicino a lei mi sento meno oppresso dal mondo e meno solo. Lei ha il potere di rendermi felice anche solo con la sua presenza.”

Satoshi: “Sai, sono molto felice per te, ma credo che queste parole dovresti dirle a lei allora, non a me”

Yu: “Si, le parlerò. Dopo aver sistemato alcune questioni incresciose nella mia vita le chiarirò i miei sentimenti e le mie intenzioni. Dopotutto anche lei deve chiarire la sua situazione: non dimenticare che tra noi c’è ancora Ginta e credo che a Miki non sia del tutto indifferente. Devo dire che è la prima volta che desidero veramente stare con una persona, ma ho deciso che se lei dovesse scegliere Ginta, non le parlerò mai di ciò che provo adesso e mi comporterò semplicemente come un normale fratello.”

Satoshi: “Credi di riuscirci? Non è facile reprimere dei sentimenti per una persona che oltretutto ti trovi davanti tutte le mattine.”

Yu: “Lo so, ma io sono un campione nel nascondere i miei stati d’animo non ricordi?!”

Satoshi: “Già… è vero.”

Yu: “… anche quel giorno che Miki era in infermeria… sono andato a trovarla. Era lì che dormiva… bellissima… e io avevo una voglia irrefrenabile di baciarla…”

Satoshi: “ … perché non l’hai fatto?”

Yu: “…ho avuto paura. Ti sembrerà ridicolo lo so, ma temevo che se l’avessi fatto poi sarebbe stato più difficile per me fingere che non provassi nulla per lei. Non voglio che lei se ne accorga, o almeno non adesso: se veramente prova qualcosa per me, sarà lei a dirmelo, sarà lei a scegliere tra me e Ginta. Non voglio sottoporla a nessun tipo di pressione.”

Satoshi: “… io l’avrei baciata ugualmente… anche con il rischio di beccarmi uno schiaffo in piena faccia!!!”

Yu: “Ci avrei scommesso!! Ah Ah Ah Ah!!!!”

Satoshi: “… a parte gli scherzi… sei pronto per andare?... te la senti?”

Yu: “… si… sono pronto… andiamo da tuo padre.”

 

[…]

 

Il rimbombo dei passi di Miki era scomparso, si era ritrovata nel cortile della scuola senza nemmeno accorgersene. Si fermò, e solo allora si accorse di avere il volto solcato da copiose lacrime salate.

 

Miki: *… Arimi… come ho potuto anche solo pensare di paragonarmi ad una ragazza come lei! Come ho potuto pensare che Yu potesse in qualche modo ricambiare i miei sentimenti, dopotutto ci conosciamo veramente poco… avrei dovuto accorgermene dal comportamento distaccato e “fraterno” che Yu ha sempre nei miei confronti. Lui mi considera solo un altro membro della famiglia.*

 

Questa consapevolezza cadde addosso a Miki come un secchio di acqua gelata; il dolore che le scoppiò in petto le fece desiderare di non aver mai conosciuto Yu, di non aver mai guardato in quei profondi occhi nei quali tanto spesso si era persa, di non aver mai odorato il suo profumo che era tanto radicato in lei da temere che non l’avrebbe mai più abbandonata. Era un dolore mai provato, che le faceva paura. Desiderò non essere lì in quel momento. Desiderò non essere mai nata.

[…]

 

Nelle settimane che seguirono Yu percepì un cambiamento nell’atteggiamento di Miki verso di lui: era più freddo e meno spontaneo. La cosa lo turbò e lo rattristò tanto da provocare involontariamente un maggior allontanamento dalla ragazza.

 

Yu: *non capisco cos’è che l’affligge; mi dispiace vederla così giù di morale. In questo momento ho troppi pensieri in testa per potermi dedicare a lei, ma le parlerò presto.*

 

Ma quell’ attesa gli costò la sua felicità.

 

[…]

 

Miki: “Devo parlarti.” La ragazza si era avvicinata a Ginta con queste parole cogliendolo di sorpresa. Aveva riflettuto in quei giorni: aveva sofferto molto per le parole di Yu e tutt’ora soffriva sapendo di non poter mai avere la cosa che desiderava di più al mondo, ma non voleva approfittare dell’amore di Ginta verso di lei e usarlo come ancora di salvezza.

 

Miki: “In questi ultimi mesi ho capito che entrambi contate molto per me, ma in questo momento non ho intenzione di iniziare una storia, non mi sento emotivamente in grado di intraprendere questa strada e…”

Ginta: “Tu lo ami Miki?”

Miki alzò lo sguardo sugli occhi azzurri di Ginta, quegli occhi così famigliari, dolci, ma che ora apparivano solo molto fermi e decisi.

Miki: “Non ne sono sicura. E comunque anche fosse… lui mi considera solo come un membro della famiglia per cui non farebbe nessuna differenza.”

Ginta: “E per me… cosa provi?”

Miki: “ … “

Ginta: “Sinceramente.”

Miki: “… io ti voglio molto bene, sei il mio migliore amico e occupi un posto importante nel mio cuore, ma non so se può definirsi amore…”

Ginta: “Una volta sei stata innamorata di me, cosa ti fa pensare che non possa essere più così?”

Miki: “ … “

Ginta: “Senti Miki, io credo che potrebbe funzionare. Io ti amo da sempre e sono sicuro che, se tu me ne dessi l’opportunità, potrei risvegliare quell’amore che provavi per me. Ti chiedo solamente di lasciarmi provare, di darmi una possibilità.”

 

Miki iniziò a piangere. Cosa doveva fare? Sapeva che non sarebbe stato giusto nei confronti di Ginta stare con lui consapevole di essere innamorata di un altro, ma le sue parole non le sembrarono del tutto assurde. Nonostante tutto lei l’aveva amato molto, ancora adesso provava dei sentimenti forti e poi… voleva dimenticare il dolore. Vedendola confusa e incerta, Ginta istintivamente si avvicinò a lei chiudendola in un abbraccio dolce, ma presente.

 

Ginta: “Lascia che io entri nel tuo cuore e farò di te una ragazza felice.”

 

Così dicendo mise una mano sotto il mento della ragazza e alzandole lentamente il volto la baciò con dolcezza.

 

Miki: *Dopotutto l’ho amato una volta… e poi… voglio dimenticare il dolore…*

 

[…]

 

Yu si senti come se fosse stato schiacciato da tutto il peso del mondo. Erano a tavola tutti insieme quando squillò il telefono. Fu Rumi a rispondere.

 

Rumi: “Si un attimo… Miki!! C’è Ginta al telefono!!”

 

Miki si alzò da tavola con lo sguardo fisso a terra. Quando tornò a sedersi aveva il volto colorato da un leggero rossore.

 

Rumi: “Allora tesoro. Perché Ginta ti chiama all’ora di cena?” – disse la madre maliziosamente avendo intuito cosa stava succedendo.

 

Miki: “Niente. Cose di scuola.” – disse lei, ma quella scusa non convinse nessuno, Yu compreso. Dopo insistenti domande e insinuazioni da parte di tutti, la verità venne a galla.

 

Rumi: “Davvero tu e Ginta state insieme!!! Ma è meraviglioso!!!” – disse la donna con un megasorriso stampato in faccia – “sono sempre stata favorevole al tuo rapporto con lui, sono davvero contenta!” E non era l’unica. Tutti si congratularono con lei, persino suo padre nonostante tutti sapessero che la sua approvazione non era totale.

 

Rumi: “Yu, tu che ne dici? Hai avuto occasione di conoscere bene Ginta. Che ne pensi?”

 

Per la prima volta dall’inizio della conversazione, Miki alzò lo sguardo: Yu aveva gli occhi fissi sul tavolo, indifferenti, come il suo interesse per lei. Alzò lo sguardo e l’unica cosa che disse fu:

 

Yu: “Complimenti Miki.”

 

Poi si alzò da tavola e andò in camera sua. Per Miki fu come ricevere una pugnalata allo stomaco; sentì il gelo di quell’indifferenza come la lama di un coltello, penetrarle nella carne. Era finita.

 

Yu entrò in camera. Una volta chiusa la porta, vi si appoggiò con la schiena e scivolò lungo il legno fino a ritrovarsi seduto a terra. Aveva detto a Satoshi che se Miki avesse scelto Ginta, lui si sarebbe fatto da parte e sarebbe diventato solo un fratello per lei, ma non era affatto preparato alla valanga di dolore che s’impadronì di lui; non riusciva a capire perché si sentisse così distrutto: possibile che il suo amore per Miki fosse cresciuto fino a questo punto, tanto da pervaderlo fino nel profondo? Non riusciva a credere che si potesse provare tanto amore per una persona e con la consapevolezza di aver perso per sempre quell’amore, fece una cosa che per tanti anni era riuscito a controllare e a reprimere: pianse.

 

[…]

 

Da quel giorno in poi tutto cambiò nelle loro vite. Il rapporto tra Yu e Miki divenne pressoché inesistente. Quando erano a casa lei passava la maggior parte del tempo in camera sua, per evitare quegli occhi colmi di gelo, ma che ancora la scuotevano nel profondo; quando erano a scuola lui cercava di stare il più lontano possibile dalla coppia, ringraziandoli mentalmente per non abbandonarsi in chiare effusioni e manifestazioni d’affetto. Passarono così due anni. Miki riuscì ad ingannare tutti, perfino Meiko, perfino se stessa riguardo i suoi sentimenti per Ginta. Tutti tra compagni e genitori pensavano che quella sarebbe stata di certo una coppia felicissima.

Con l’avvicinarsi della consegna dei diplomi l’aria cominciò a farsi tesa, non solo a scuola, ma anche a casa. Una sera in particolare fu come se fosse precipitata una bomba in sala da pranzo.

Yu: “Ho bisogno di parlarvi.” – le parole del ragazzo attirarono l’attenzione di tutti nel giro di cinque secondi.

 

Chiyako: “Cosa devi dirci con quell’aria seria?” – chiese stupita la madre.

 

Yu prese coraggio e parlò:

 

Yu: “Per quanto riguarda la scelta dell’università, mi piacerebbe molto frequentare la facoltà di Architettura. Prendendo informazioni tra studi di architetti e varie altre facoltà, mi è stato detto che la migliore tra tutte, se voglio frequentarla seriamente, si trova in America, più precisamente a New York… ed è lì che voglio andare.”

 

BOOOOMMMMM. Come se fosse appena avvenuta la detonazione, la voce di tutti esplose in contemporanea. Quella di Chiyako era sicuramente la più sconvolta.

 

Chiyako: “Che cosa?! Vuoi andare in America?! Ma è così lontano da qui, non puoi ripensarci?”

 

Non ci fu nulla che riuscì anche solo a far ragionare Yu: la sua decisione l’aveva presa sicuramente molto tempo prima, dopo aver passato in rassegna ogni possibile soluzione. Tutti la pensavano così e ben presto si arresero vedendo la decisione stampata sul volto del ragazzo. Era vero che la decisione era stata ponderata a lungo; era vero che a New York c’era una delle migliori facoltà di Architettura del mondo, ma il motivo per cui Yu aveva scelto “l’esilio” era un altro. Aveva passato due anni nel girone più brutto dell’inferno: vedere tutti i giorni la donna che ami più della vita, ma con la quale non riesci nemmeno a parlare era davvero troppo; il suo sforzarsi di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato verso di lei, era ormai giunto al limite. Sapeva che prima o poi il suo corpo avrebbe fatto qualcosa che non avrebbe dovuto: una carezza, un abbraccio,… un bacio. Non poteva permettere che ciò accadesse, anche perché sembrava che le cose tra Miki e Ginta andassero molto bene e lui non aveva nessun diritto di intromettersi. Era per questo che doveva partire, andarsene il più lontano possibile da lei, dal quel dolore… per dimenticare.

L’unica voce che non si era udita nel pandemonio era quella di Miki: lo shock l’aveva completamente paralizzata. Nel giro di pochi secondi immaginò se stessa alzarsi al mattino, scendere per la colazione e trovarci tutti… tranne Yu. Fu come se qualcuno le avesse strappato una parte del cuore, l’avesse gettata a terra e ora ci stesse saltando sopra. Non l’avrebbe più rivisto. Per quanto tempo? Anche se praticamente non si parlavano più, solo la presenza di Yu nella stessa casa bastava a tenere in equilibrio il suo mondo; ora tutto si sarebbe scombinato in un eterno caos. Non ebbe coraggio di pronunciare una sola parola, ne tanto meno di alzare lo sguardo: se l’avesse fatto probabilmente alla vista di Yu avrebbe iniziato a gridare. 

Ben presto la notizia si diffuse tra i loro amici, che rimasero tutti piuttosto sorpresi, ma Ginta no. Lui era preoccupato… per Miki… per loro due. In questi due anni era stato con lei pur sapendo che il fantasma di Yu era sempre presente tra loro; non poteva negare che Miki provasse un profondo affetto per lui.

 

Ginta: “Miki come ti senti?” – le disse lui quando ebbero modo di parlare liberamente in disparte.

Miki: “Che vuoi dire?” – rispose lei facendo finta di nulla, ma sapendo benissimo cosa intendesse dire.

Ginta: “Ora che Yu se ne andrà dalla tua vita come pensi che starai? Ti mancherà? Siamo stati insieme per due anni, ma sento che per te lui è comunque molto importante. Forse questa immediata partenza ti ha fatto capire che lui ti è più caro di quanto lo sono io e…” – non riuscì a terminare la frase, perché lei glielo impedì con un bacio. Era la prima volta che accadeva, che si baciassero a scuola. Praticamente nessuno ci fece caso… tranne una persona. Neanche Miki si spiegava cosa le fosse preso per reagire in quel modo… o forse lo sapeva, ma non voleva ammetterlo: il fatto di dover pensare se Yu le sarebbe mancato o meno, aveva scaturito una voragine di malinconia in lei e di riflesso aveva cercato di esorcizzare quella paura baciando il suo ragazzo. La cosa peggiore fu che Ginta la interpretò come una cosa positiva: nell’intimità erano sempre stati molto passionali entrambi, ma vedere Miki che così istintivamente lo baciava di fronte a tutti, lo convinse che dopotutto la sua ragazza lo amava veramente. Con tutto il coraggio di cui era dotata, Miki sciolse l’abbraccio da Ginta e disse:

 

Miki: “Si, lui mi mancherà. Come mi mancherebbero mia madre o mio padre, perché lui è mio fratello. La mia vita è con te ora.” – mentiva e si vergognava per questo, ma in quegl’anni aveva riscoperto il suo amore per Ginta e sperava che passato questo momento, dopo la partenza di Yu, tutto sarebbe andato a posto. Quanto si sbagliava.

 

[…]

 

Così fu. Dopo la partenza di Yu, Miki intraprese la carriera di arredatrice d’interni, Ginta quella di avvocato. Si laurearono entrambi a ventidue anni e un anno dopo Ginta la chiese in sposa. Lei accetto senza neanche pensarci: era riuscita nel suo intento… era riuscita a dimenticare. Ora aveva venticinque anni. Erano otto anni che non vedeva Yu, ne sentiva la sua voce. Tutto ciò che aveva provato per lui era come scomparso, o almeno così credeva lei, perché a causa di una maledettissima foto, tutto il suo mondo si capovolse di nuovo e tutto quello che aveva provato per Yu, riemerse più forte e più doloroso che mai.

 

Continua…

 

 

  
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