Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    02/01/2010    1 recensioni
[Prequel di Kowaii Kitsune]Come è nato il CP9? Perché Lucci è il più forte assassino mai visto dalla sua creazione, e qual'è il perché della sua rivalità con Jyabura? In questa storia, racconterò la nascita del CP9 aggiungendo il mio OC alla vicenda. [Kaku si tranquillizzò al tono di voce di Kokitsune, ora più o meno incolore. Lei era fatta così, ma dopotutto nella visita medica della scorsa settimana le erano stati riscontrati chiari segni di schizofrenia, ma a lei non sembrava importarne molto. Kalifa sosteneva che la sua amica era perfettamente normale e non era pazza, ma a volte non ne sembrava convinta neanche lei.
Kokitsune: -Aspetta, ora tocca a me farti qualche domanda… Che ne so, pensi che io sia pazza?-
Kaku: -No, assolutamente… Perché?-
Kokitsune: -Lo so che lo pensi. Tutti lo pensano. Anche Kalifa, ma per bontà o forse pietà non me lo dice! Io ti faccio pietà, ammettilo!-
Suonava aggressiva, di nuovo nervosa...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cipher Pool 9, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New

Eccomi qui!

Colgo l’occasione per augurare a tutti un buon Capodanno (dato che per il Natale sono PARECCHIO in ritardo. XD)!

 

xAmericanpeople95: Non ti preoccupare, quella è solo una sua strategia per adescare Kokò. XD

Vedo che hai aggiornato di un bel po’ di capitoletti, ma penso che li leggerò appena sarò più ‘lucida’ (al momento della battitura di questa risposta, sono le 2 e 45 minuti. Non ci posso fare niente, sono una nottambula).

Dorian Gray non l’ho mai letto, ma l’ho sentito nominare. Un po’ di Wikipedia e dovrei informarmi. XD

 

 

Kokitsune si grattò pensierosa la zazzera di capelli castani e si rialzò come se niente fosse. Riprese immediatamente le sue solite sembianze: il Frutto agiva come per volontà propria. Si domandò come mai fosse stata distesa lì e soprattutto perché ci fossero tutti quei Marine e Sengoku in persona attorno a lei, ma poi… Poi ricordò. Aveva tentato di ucciderli. Vide Jyabura e Kalifa, m fece finta di nulla per non incrociare il loro sguardo: come avrebbe potuto avere il coraggio di rivolgergli ancora la parola?

 

Spandine: -Grand’Ammiraglio… Chiedo scusa…-

Sengoku: -Taci, Spandine! Tu, essere… Tutto a posto?-

Kokitsune: -Io credo di sì… Ma veramente credo che dovreste preoccuparvi di più per Kalifa e Jyabura…-

Sengoku: -Uno dei nostri con i poteri del Frutto del Diavolo ha provveduto a modificare la loro memoria, quanto basta a non far ricordare loro quel che è successo poco fa…-

Kokitsune: -Allora vi prego… Fate dimenticare anche a me. Fatemi dimenticare chi sono, quel che ho fatto… Lasciatemi libera da questo incubo… Voglio tornare all’okiya dove abitavo prima…-

Sengoku: -No, impossibile. E anche se potessimo… Non lo faremmo-

Kokitsune: -Perché, se mi è permesso chiederlo?-

Sengoku: -Avanti… Sei brutta, una volpe col muso deforme… Tutti non faranno che etichettarti come mostro! Il mondo non sa cos’è la pietà… Se resti con noi, nessuno potrà parlar male di te! Ti ricordi, noi ti abbiamo dato una casa, degli amici! In cambio non ti chiediamo altro che eliminare proprio chi a ucciso tua madre, i pirati, in modo che nessun altro soffra come hai sofferto tu… Ma se vuoi andartene, come una piccola ingrata…-

Kokitsune: -No… Ha ragione…-

Sengoku: -Brava, hai capito. E poi, chi vorrebbe una… Ahem, ‘bambina’ brutta come te?-

Kokitsune: -… Nessuno-

 

Si asciugò una lacrima. Sengoku la prese per le spalle e la scrollò violentemente.

 

Sengoku: -E allora perché mi fai queste domande, razza di stupida sottospecie di lucertola! Che non ti venga in mente di lasciare la Marina, il tuo destino è nel CP9!-

Kokitsune: -… Chiudi il becco, maledetto vecchio!-

 

Gli occhi di lei si illuminarono improvvisamente di rosso, e il Grand’Ammiraglio capì che aveva esagerato: dopotutto, a Damu (e magari anche a Roger) non piaceva essere trattata in quel modo… Il Frutto che lei aveva creato aveva pur sempre una parte di lei.

 

Kokitsune: -Ricorda che posso sempre ripensare alla tua proposta, e allora potrai dire addio alla tua ‘arma vivente’!-

Sengoku: -Ma, Damu sama…-

Kokitsune: -Ci sono altri modi per convincerla a restare… Sta attento, altrimenti…!-

 

Disse, aprendo e chiudendo gli artigli. Gli occhi della volpe tornarono normali. Sembrava che non si fosse accorta di nulla.

 

Kokitsune: -Beh, Grand’Ammiraglio… Allora posso andare tranquilla dai miei amici, se non ricordano nulla…-

Sengoku: -Sì, certo… Vai pure…-

 

Kokitsune si avviò verso i suoi amici, Sengoku ancora sudava freddo.

 

Sengoku: -Bisogna stare attenti… Meno male che Roger si è costituito, non gli avrei potuto assolutamente tenere testa, con quel potere spaventoso…-

Spandine: -Ma… Perché quel frutto è così speciale?-

Sengoku: -Quello era il frutto posseduto dal Re dei Pirati! Egli tuttavia non lo usava solo per combattere. Quando, per esempio, doveva andare velocemente da qualche parte con tutta la sua ciurma, si trasformava in un enorme drago rosso, inghiottiva la sua nave con tutto l’equipaggio e volava via! Pensa che le leggende di dragoni non raccontano altro che di uomini che avevano mangiato quel Frutto! E pare anche che, una volta morto il possessore, le sue memorie vengono conservate nel frutto e diventano quindi accessibili a chiunque lo mangi di nuovo. Appartiene a una categoria quasi del tutto sconosciuta, la ‘Belva Sacra’. Il nome farebbe pensare a uno Zoan, ma non lo è. Non è né uno Zoan, né un Paramisha, né un Rogia. Sappiamo che ce ne sono solo altri tre al mondo, di cui uno in possesso di Barbabianca, il Belva Sacra Avis Avis modello Fenice. Poi ci sono il Belva Sacra Cow Cow modello Kirin e il Felis Felis modello Tigre, della medesima categoria. Quello di Kokitsune è il Belva Sacra Kon Kon modello Kyuubi Ryuko. Il nome riconduce le leggende delle mitiche volpi dotate di nove code. E si dice che l’unico modo per ucciderne una sia quella di farla divorare da un drago. Ma ‘RYUko’ indica che lei è un mezzodrago. Quindi…-

Spandine: -… Quindi è inarrestabile-

Sengoku: -Teoricamente sì, ma Damu sama mi ha assicurato che Kokitsune è troppo debole per resistere al mio Haki e al suo combinati insieme, è così che la controlliamo, sperando che non prenda la ‘strada di Roger’ e non cominci a diventare immune all’Haki. Inoltre, anche se questa è solo una leggenda, quella donna mi ha raccontato che mai e poi mai i quattro possessori di questi frutti si devono incontrare-

Spandine: -E perché mai?-

Sengoku: -Beh, diciamo che secondo un’altra bella storiella, il mondo venne creato dalle quattro Belve Sacre. Il Dragone, che da una perla originò il Mondo, il Kirin, che originò le Acque, la Fenice che creò i Cieli e la Tigre che creò la Terra. E’ stato predetto che il loro prossimo incontro significherà l’Apocalisse, in quanto ognuna delle Quattro Belve si riprenderà ciò che appartiene loro. Molto suggestivo, non credi?-

Spandine: -Suggestivo e alquanto spaventoso… Preferisco non pensarci-

 

I giorni, gli anni si susseguirono.

Kokitsune non era tanto ingenua da non sapere che Lucci stava complottando qualcosa, la sua gentilezza era la più falsa che avesse mai visto. Non aveva mai avuto l’occasione di parlargli di quando l’aveva visto piangere, con quella foto, all’ospedale. E perse tutta la voglia di farlo quando la crocifisse e le diede fuoco con una falsa accusa. Inoltre, ora che era ufficialmente entrata nel CP9, doveva sottostare agli ordini di Spandam. Il figlio dello stesso uomo che le aveva marchiato a fuoco la croce del Governo, che le aveva fatto l’orecchio monco.

Ormai aveva compiuto ventitrè anni. Non era più una bambina, così come colui che l’aveva sempre odiata. Kaku invece era quindicenne, Kalifa appena maggiorenne.

 

Spandam: -SGUATTERA, IL MIO CAFFE’ QUANDO ARRIVA?!-

Kokitsune: -ORA, ORA! Non era certo questo il lavoro che mi aspettavo di fare nel CP9!-

Kaku: -Avanti Ko, iniziano tutti con i compiti minori-

Kokitsune: -…Parla quello a cui hanno già dato una missione!-

 

Disse stizzita Kokitsune, mentre correva sui tacchi a spillo per la base della Marina, reggendo un vassoio con una tazzina in porcellana e una caffettiera che traboccava caffè bollente, che ogni tanto schizzava sulla faccia di lei. Kaku, sebbene da poco nel CP9, era già maestro (o quasi) nell’arte delle spade, e gli era stata da poco affidata una missione.

 

Kaku: -Sì, ma è Lucci a fare tutto il lavoro, io devo solo sbarazzarmi… Di quello che lascia dietro!-

Kokitsune: -Almeno non sei a servire un idiota che non fa che comandarti a bacchetta, come un cagnolino! Però ammettiamolo, è un idiota molto carino…-

Kaku: -Ah, l’amore non corrisposto… Che cosa fantastica-

Kokitsune: -Ho solo fatto un’osservazione! Il mio cuoricino appartiene a una sola persona-

 

Sbuffò, emettendo una nuvoletta a forma di cuore dalle fauci.

Percorsero insieme il corridoio che portava all’ufficio di Spandam e bussarono alla porta, o meglio, Kokitsune con una pedata scardinò la porta, che cadde addosso al suo capo che stava venendo a cercarla proprio in quel momento. Lei si finse dispiaciuta e lasciò ‘accidentalmente’ cadere il vassoio e il caffè bollente su Spandam.

 

Kokitsune: -Ops! Come sono maldestra… Mi perdoni, capo-

Kaku: -Non l’ha fatto apposta, signore… Cattiva Ko, cattiva!-

 

Disse scherzosamente lo spadaccino, facendole ‘no’ con il dito.

Facendo finta di non vedere il suo capo, Kokitsune gli passò addosso con i suoi tacchi a spillo, ma non ottenne alcuna reazione se non un flebile…

 

Spandam: -Accidenti a te…-

Kokitsune: -Oh, mi scusi! Lo sa che sono miope e non vedo bene…-

Kaku: -Sei miope?-

Kokitsune: -Sì. Io non vedo bene, ma è un problema che ho sempre avuto. I dottori della Marina mi hanno detto che andando avanti con gli anni potrei diventare cieca-

Kaku: -Non sei preoccupata?-

Kokitsune: -Sì e no. Non sono preoccupata perché così non vedrei l’orribile mondo che mi circonda, gli sguardi malevoli e la guerra attorno a me. Preoccupata perché non potrei vedere neanche il volto di chi amo ,la luce della luna, la notte e le stelle. Le uniche cose a cui non potrei mai fare a meno. E poi, la sola Vista non è quella degli occhi…-

 

Kaku raccolse la caffettiera di metallo e la tazzina in porcellana che, cadendo sulla faccia di Spandam, non si era rotta ma era semplicemente rotolata a terra.

 

Kaku: -Dici che dovremmo fare qualcosa per lui…?-

Kokitsune: -Perché dovremmo, non ci ringrazierebbe di certo. E poi che vantaggio ne avremmo noi?-

Kaku: -Haha, vero. Hey, andiamo a importunare Jyabura-

Kokitsune: -Ma allora vedi che sei tu che te le cerchi? E poi ti lamenti che è intrattabile-

Kaku: -Ma l’amicizia non è bella se non è litigarella…-

Kokitsune: -Ma non era l’amor…-

Kaku: -… Come te e Lucci?-

 

Kokitsune lo guardò malissimo, stringendo i pugni. Il ragazzo capì che aveva toccato un nervo scoperto.

 

Kokitsune: -Io. Con quello. Dopo quello che mi ha fatto-

Kaku: -Scusa… Pensavo… Che tu l’avessi perdonato… Come fai sem…-

Kokitsune: -Errare è umano. Perseverare è diabolico. Perdonare è divino. Dio perdona, non io-

Kaku: -Ca… Capito-

Kokitsune: -Andiamo a importunare Jyabura-

 

Concluse, lapidaria.

Mentre si avviarono per la camera di Jyabura (nel più assoluto silenzio, Kokitsune più seria che mai), Kaku decise di rompere il ghiaccio.

 

Kaku: -Allora… Ahem… Sai, non abbiamo mai avuto modo di conoscerci bene… Vorrei sapere qualcosa di più… Di te-

 

Lei grugnì.

 

Kaku: -Dunque… Hemmm… Hai fratelli o sorelle?-

Kokitsune: -Tutti morti ammazzati dai pirati, insieme a quella che ho creduto mia madre per una vita…-

 

Kaku deglutì sentendo il tono minaccioso con cui Kokitsune gli rispose. Non aveva iniziato bene. Forse sarebbe stato meglio non farle domande sulla sua famiglia, ma non resistette...

 

Kaku: -Oh… Cosa è successo?-

Kokitsune: -Kalifa è stata tanto gentile con me. Mi ha preso con sé e mi ha insegnato a parlare. Le devo molto. Vive da sola con suo padre, sua madre morì proprio mentre la partoriva, così cerco di essere una buona sostituta e la proteggo. Non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa-

Kaku: -Così… Hai vissuto tutti questi anni con lei?-

Kokitsune: -No, suo padre mi ha tenuta solo per un mese, poi mi ha abbandonata in un freddo inverno nel villaggio nel quale abitavamo. Avevo undici anni… Pensai seriamente che quel giorno sarei morta, e lo sarei stata, se non fosse stato per la signora Yamanbako. Le devo la vita e anche lo shakujo che mi regalò il giorno che lasciai la sua accogliente casa con suo figlio… Eheh, da quel giorno smisi di essere una maiko. Mi ricordo ancora cosa mi disse la vecchia Kitsunebi quando le dissi che non sarei più tornata… ‘Possa la strada fartisi incontro e beccarti dritta sul muso’-

 

 

Chi indovina la citazione di Kokitsune (mentre parla con Kaku sull’ “amicizia”) vince un biscotto. :P

(Suggerimento: è un film nel quale un pezzo di colonna sonora si chiama ‘Il Cane, il Gatto, la Volpe’)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: KyubiKonanOfAkatsuki