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Autore: Serena Van Der Woodsen    02/01/2010    2 recensioni
e se tutto si capovolgesse? se Edward e Alice non fossero vampiri, ma comuni umani e se Bella fosse un vampiro? spero di avervi incuriosito....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The .:*Sunset*:. Saga'
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.:*Sunset*:.

La mia testolina vuota ha prodotto un'altra storia, o almeno l'inizio. spero vi piaccia.

Alice’s POV

Un nuovo trasloco. Papà e mamma non riescono a restare in un posto per più di un anno. A me e a mio fratello Edward non è che dispiaccia tanto, alla fine noi non abbiamo tanti amici, ce ne stiamo sempre in disparte. Nessuno ci considera minimamente. Io ho una stana dote che non mi piace condividere. A volte mi capita di immaginare cose che poi accadono realmente. O forse non le immagino, ma le vedo. Ma di questo ho sempre parlato solo con Edward, mai con la mia famiglia o con altri. Comunque non mi capita quasi mai, vedo solo persone a cui sono legata, ma noi non amiamo tanto legarci alle persone, soprattutto Ed. Le poche volte che ci abbiamo provato, poi andarsene e cambiare città diventava una tragedia. Così ora evitiamo.

Siamo in macchina, io ho le cuffiette dell’i-pod nelle orecchie e anche mio fratello. Entrambi guardiamo fuori dal finestrino la strada che scorre veloce. Siamo molto legati. Tra di noi c’è poca differenza di età, solo un anno, siamo nati tra un trasloco e l’altro dei miei genitori! Facciamo tutto insieme da sempre, ci vogliamo un bene dell’anima. Lui è molto bravo a capirmi, capisce molto la gente, a volte sembra che mi legga nella mente! Ha questa bellissima dote di capire dallo sguardo se qualcosa ti turba o ti preoccupa. Ci siamo sempre dati l’un l’altro affetto, quello che ci mancava dai nostri genitori. Loro escono di casa al mattino presto e tornano tardi. Poi sono troppo stanchi per stare con noi! Non ci hanno mai fatto mancare niente di ciò che si può comprare, anche perché i soldi ci sono, ma non possono comprare la felicità o l’affetto di un genitore. Da quando siamo nati abbiamo vissuto sempre e solo con la tata, che cambia ad ogni trasloco.

“Allora ragazzi siete contenti?” chiede mia madre. Lei fa la stilista, è molto famosa per la sua posizione e mi piacciono molto i suoi abiti, però passa tutto il giorno in ufficio. Il suo nome è una grande firma: Renèe Cullen, a scuola nessuno crede mai che possa essere nostra madre, ma a noi non interessa, non vogliamo farlo sapere. Mio padre invece fa l’avvocato. Anche lui gode di grande fama, perché non ha mai perso una causa. Quando si parla di avvocato per antonomasia si dice Charlie Cullen, ormai. Ma tutto questo solo perché lui vive per il suo lavoro!

“Si, come no!” dice Edward con tono scocciato.

“Alice? Spero che tu mi dia più soddisfazione!” mi dice mio padre.

“Dovrei essere contenta di traslocare di nuovo e andare ad abitare nella città più piovosa d’America, dove si conoscono tutti e tutti spettegolano!” rispondo un po’ scocciata.

“Dai ragazzi, Forks vi piacerà, sono tutti molto gentili ed ospitali, e poi contiamo di rimanere di più qui, perché io ho trovato molti clienti nelle vicinanze, e tutti mi vogliono come avvocato fisso” dice con aria altezzosa. Ci spero di poter rimanere di più, ma solo se mi piace.

“Alice?” mi chiama Ed.

“Dimmi?” gli dico io voltandomi.

“Secondo te davvero rimarremo qui più tempo?” mi chiede speranzoso e un po’ triste.

“Lo spero tanto” gli rispondo.

“Eccoci arrivati” grida mia mamma euforica.

Un cartello con scritto Forks segna l’inizio della cittadina. Piove! Quanto odio la pioggia, mi arriccia i capelli e mi bagna i vestiti e le scarpe. Brrr. Odio la pioggia e tutto ciò che c’è di freddo e bagnato. Amo l’estate, il sole e il caldo, cose che qui, mi sa, non sono contemplate.

“Woooow” diciamo io ed Ed in coro con voce spenta. Papà percorre ancora qualche chilometro e ci troviamo di fronte una casa magnifica. Deduco sia la nostra, penso che solo noi potremmo permettercela. L’immenso giardino con al centro una grande fontana e qualche aiuola qua e là precede la villa. È sera e dei fari piantati interra la illuminano, come illuminano anche il giardino. Da fuori è indescrivibile. È bianca, ma con le luci sembra tutta d’oro. Non ho idea quanti piani e stanza abbia, comunque tantissimi. Guardo mio fratello, che sembra stupito quanto me. Abbiamo sempre avuto case grandi e di lusso, ma mai come questa! Un maggiordomo mi apre la portiera della macchina, io mi levo le cuffiette dalle orecchie e scendo.

“Signorina” mi dice, consegnandomi delle chiavi. Le osservo e le riconosco. Sono quelle della mia macchina. È arrivata sana e salva!

“Dov’è?” chiedo.

“Nel garage, madame” mi risponde con molta cortesia. Guardo Edward e vedo che anche lui ha in mano le chiavi della sua e le fa dondolare per farmele vedere. Io faccio lo stesso e lo raggiungo. Insieme ci facciamo accompagnare fino al garage dal maggiordomo di prima. Mi è molto simpatico! Apriamo ed eccole. I nostri gioiellini sono parcheggiati una accanto all’altra. La mia Porche gialla brilla come la sua Volvo grigio metallizzata.

Dopo aver controllato che non abbiano graffi ci facciamo accompagnare in casa.

Solo l’ingresso è enorme. Molto illuminato, che da poi su una scala lussuosa, su una enorme sala e su un’altra sala, che sembra una sala da ballo.

“Le vostre camere sono di sopra. I vostri bagagli sono già su e le cameriere li stanno sistemando”. Ci dice il maggiordomo.

“Grazie” risponde Ed.

“Grazie” rispondo anche io “Come si chiama lei?” aggiungo. Lui rimane un po’ spaesato da questa confidenza, ma mi risponde: “io sono Anthony, signorina” mi dice lui.

“Oh io di secondo nome faccio Anthony!” dice mio fratello quasi sorpreso. “Comunque piacere, io sono Edward” gli dice porgendogli la mano. Anthony gliela stringe.

“Ed io sono Alice, sua sorella” gli dico porgendo anche io la mano. A differenza di prima ora me la bacia.

“Incantato di fare la vostra conoscenza!” ci risponde. Mi sa che dovremmo farlo sciogliere un po’.

“Quando te la senti, potrai darci anche del tu!” gli dico io ed Ed annuisce.

“Va bene signori” ci risponde. Noi sorridiamo e saliamo le scale.

Arrivati in cima alla prima rampa c’è una specie di atrio con quattro porte. Apro la prima e capisco che è camera di mamma e papà. Richiudo. Guardo mio fratello che ha aperto un’altra porta.

“Bagno” mi dice lui.

“Mamma e papà” dico io.

Apriamo le due rimanenti.

“Sala relax” dice lui. Io apro.

“Sala sport e palestra” dico io, ammirando un campo da golf, pallavolo, basket e poi ce ne saranno altri sicuramente oltre le altre porte in quella immensa stanza.

Saliamo di un altro piano, credo il penultimo. Solito atrio con quattro porte. Questa volta però ci sono le indicazioni. Su due c’è scritto ospiti o amici, e sulle altre due Edward e Alice. Apro la mia ed entro in una mondo irreale. È una stanza enorme, potrebbe essere un appartamento forse. Una cameriera sta mettendo in ordine le mie cose. Il letto è a baldacchino, il mio preferito! È al centro della stanza con la testata contro il muro. Le lenzuola sono viola, il mio colore preferito, oltre al blu. È luminosissima, perché ci sono delle vetrate che danno su un balcone. Le apro ed esco. Mi affaccio e vedo mio fratello che sta facendo lo stesso dal suo balcone. Lo saluto con la mano, e lui fa lo stesso.

“è magnifica” mi dice.

“Concordo” rispondo rientrando.

Finisco di osservare. Su una parete c’è un gigantesco televisore a schermo piatto. In un lato della stanza c’è un caminetto circondato da un divano e qualche poltrona in pelle. Ci sono due porte. Apro la prima ed entro in un bagno che sembra un salone di bellezza! Ha sia doccia che vasca idromassaggio, un enorme specchio e uno più piccolo per i lavori di precisione. Le luci lo illuminano come se fossi sotto i riflettori. Esco e corro verso l’altra porta. La apro ed entro nel paradiso. Una cabina armadio gigantesca. Tutto è diviso per colori, magliette manica lunga o corta, pantaloni lunghi o corti, scarpe estive, invernali, con tacco o senza tacco, accessori, il sogno di ogni ragazza. Rimango ancora un po’ ad ammirare il tutto poi vado in camera di Ed.

Lo vedo ancora sul balcone. Lo raggiungo e lo faccio spaventare.

“Ma sei pazza, mi vuoi far morire a diciannove anni!” mi dice.

“Certo!” rispondo io ridendo. Rientriamo. Anche la sua camera è enorme. È quasi identica alla mia, solo molto più maschile. Il letto è normale, due piazze come il mio. Televisione, camino, divano e poltrone. Anche lui ha il bagno in camera, ma senza tutti i gadget femminili che ho io. La sua cabina armadio è uguale alla mia, ma al posto degli accessori lui tiene gli orologi, che per altro non mette mai! La cameriera è dentro che sistema. Mio fratello mi fa segno con la mano, come dire che è carina. Ha ragione. Avrà vent’anni, molto alta, bionda la classica tipa che fa perdere la testa. Ma Edward non è uno così. Non ha mai preso una vera cotta. Solo ragazze da una botta e via. Io non mi sono mai innamorata veramente, però non sono neanche mai stata con un ragazzo per una sola notte! Mio fratello comunque è da qualche anno che ha smesso con la vita fumo, droga, ragazze.

“Alice, andiamo a vedere al piano di sopra” mi dice Edward.me ne ero scordata.

“Ok”gli rispondo avviandomi fuori dalla porta. Saliamo la scala e troviamo al centro del solito atrio una scala a chiocciola e le quattro porte. Apro la prima e vengo invasa da un’ondata d’aria calda. Mi giro verso mio fratello:

“Sauna” dico.

“Piscina coperta” mi dice lui. Vado verso un’altra porta, la apro e vedo una piscina, forse idromassaggio e una piscina fangosa.

“Terme e fanghi” dico rivolgendomi a Ed.

“Sala cinema” mi dice con faccia stupita.

“Vieni saliamo” gli dico io. Percorriamo tutta la scala a chiocciola e arriviamo in cima. Il paesaggio che si presenta ai nostri occhi è magnifico. La vista è sensazionale, da qui si può vedere tutta Forks dall’alto. Rimaniamo lì ad osservare per ore, quando il sole tramonta ci giriamo per scendere e ci accorgiamo che qui sulla terrazza c’è anche una piscina, è talmente bello, che non ce ne siamo neanche accorti. Scendiamo, io me ne torno in camera mia e ci rimango fino all’ora di cena. Quando scendo mi accorgo che dalla sala da pranzo si accede alla cucina e ad altri locali. Finito di cenare torno in camera e preparo le cose per domani. Il primo giorno di scuola alla Forks High School! Io ed Ed saremo la novità e tutti cercheranno di diventare nostri amici, ma quando scopriranno che siamo restii a nuove amicizie, torneremo nell’ombra!

 

 

  
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