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Autore: Fanny Jumping Sparrow    02/01/2010    2 recensioni
*Completamente revisionata*
La maledizione dell'Olandese Volante è spezzata grazie all'amore fedele di Elizabeth, ma Calipso ha ancora una richiesta da fare al Capitano Turner...
Nel corso della sua ricerca, affiancato dalla moglie e dal figlioletto, ritroverà i vecchi compagni d'avventura, ma Jack continuerà a creare non pochi problemi...
Ringrazio chi continuerà a leggere e chi la metterà tra le preferite!
- E mi avevi fatto promettere "niente segreti" - sospirò Will reprimendo della sana collera.
- Non riguardava te e me. Questo è un segreto di storia della pirateria! - Elizabeth non si smentiva mai: piratessa fino alle budella.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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Capitolo 40: Promesse e desideri

- Jim! – gridò Will con un misto di apprensione, incredulità e rabbia.
- Papà! – vociò di rimando il bambino, scollandosi i capelli dalla faccia e accingendosi ad andargli incontro, tuttavia una forza improvvisa lo sollevò da terra, un reticolo di alghe rosse gli si attorcigliò attorno alle gambe e, quando provò a strapparle via, si allungarono rapidamente fino ad intrappolargli anche le braccia, inviluppandolo ben stretto come un baco in un bozzolo.
- Ci mancava solo lui! – proferì con accento nervoso Jack, mentre Will continuò a dimenarsi invano e Barbossa e Worley imprecarono a denti stretti.
Calypso si fece avanti, svolazzandogli attorno e scrutandolo con un sorriso oscuramente raggiante: - Finalmente ci conosciamo di persona … Quanto sei carino, William James Weatherby Turner! – asserì languida, lisciandogli una guancia con il dorso della mano, inclinando il viso sulla spalla destra.
- Non toccarlo! – la aggredì Will dibattendosi nelle stringenti catene vegetali e spingendosi con il busto in avanti – Farò tutto ciò che vuoi, ma non lo devi toccare!
Per tutta risposta la dea dischiuse le labbra provocandolo con un sogghigno sadico e si apprestò a ripetere il gesto, ma il bambino allontanò di scatto la testa: - No, papà, lei vuole me – disse duramente, pur con voce incrinata – Mi è venuta in sogno prima che arrivassimo alla Baia dei Relitti – confessò accigliandosi e fissandola con rancore quando la sentì di nuovo sogghignare – Ed è stato un incubo – sibilò rabbioso, fulminandola con uno sguardo schifato e arrogante.
Suo padre restò senza fiato al pari degli altri uomini che notarono il cambiamento di colore nel viso della signora del mare, la quale divenne paonazza e allargò gli occhi nerissimi scrollando le spalle come per scacciarsi di dosso quelle parole. Si aspettavano una sua immediata punizione nei confronti del ragazzino, ma quella li stupì ancora: - C’è un così ardente coraggio nel tuo piccolo cuore – la sua voce era colma di adorazione e finzione, mentre gli girava intorno fissandolo con malignità – Ma non devi ripudiarmi. Io potrei esaudire il tuo più grande desiderio, piccolo umano … - gli sussurrò all’orecchio così che gli altri non poterono sentirlo.


Il tranquillo ed impassibile Capitan Taft stava seriamente iniziando a considerare che non era stato tanto azzeccato intromettersi negli affari di quelle furenti piratesse che battibeccavano su ogni cosa con foga inaudita. Anche lui avrebbe avuto il suo tornaconto, alla fine; solo quel pensiero lo spingeva a sopportare i loro capricciosi umori.
- Aspetta, forse non ho capito bene: ti opponi a bruciare le carte nautiche e la bussola di Jack, e vorresti che io distruggessi l’Olandese Volante?! – sbraitò Elizabeth inferocita, incrociando le braccia sul petto per trattenere l’impulso di un’aggressione fisica.
- È soltanto una nave! E ne fabbricano tante di navi al giorno d’oggi – ribatté senza scomporsi Anamaria, camminando avanti e indietro senza guardarla e così facendo irritandola ancor di più.
- No! No! È tutto sbagliato, signore mie! – si decise ad intervenire Taft, quando capì di aver innescato due bombe ad orologeria – Da ciò che ho letto c’è stata una e una sola cagione che ha ancorato precipuamente quella infida creatura ai nostri lidi – affermò alzandosi con il Codice in mano e picchiandovi sopra l’indice.
Le due donne si studiarono per qualche secondo, riflettendo su quelle parole, e tesero il viso in una smorfia incredula e sconvolta avendo colto l’allusione del bucaniere.


Will osservava suo figlio sentendosi orribilmente impotente, folle e sciagurato per averlo coinvolto in quella storia. Calypso lo aveva stregato promettendogli chissà quali doni con le sue arti ingannatrici e, nonostante lo chiamasse a gran voce, il bambino aveva cessato di rispondergli ascoltando solo le parole della dea, di cui lui non riusciva a cogliere che un basso brusio, simile allo scorrere di un rivolo d’acqua in lontananza.
Barbossa e Worley criticavano il giovane Capitano, chiedendogli di tacere perché era tutto inutile e con le sue urla stava soltanto graffiando i loro timpani. Jack, invece, ebbe un inatteso fremito di rimorso e umanità rivolgendosi a lui con sincera pena: - Quando siamo stati attaccati dall’Orca, lei mi ha offerto l’immortalità se io l’avessi lasciato morire – trovò la forza di confessare a mezza voce a Turner che stava alla sua destra, evitando di incrociarne il viso.
- Perché? – impallidì quello, indirizzando la richiesta alla dea che si era girata verso di loro con aria stupefatta.
Sparrow, sostenne il suo sguardo indagatore e oltraggiato, rispondendo al posto suo: - Perché lui è prova dell’amore vivo che ha tenuto Elizabeth legata a te in questi anni. Non è forse così? – proferì guizzandole un sogghigno astuto.
Calypso si spostò nell’atmosfera impalpabile assumendo una colorazione grigiastra che rifletteva il suo livore, fino a fermarsi a pochi centimetri da lui e da Will: - Tanti uomini, sin dalla notte dei tempi, hanno goduto della mia benevolenza, delle mie profferte. E hanno avuto fama, potere, la fortuna dalla loro parte per realizzare ciò che volevano. Ma mai! – si bloccò scuotendo la mano destra e alzando il tono – Mai nessuno ha osato contraddirmi! Sono sempre stata io a decidere quando privarli di ciò che avevo concesso – giurò tornando indietro con movenze indignate.
- Hanno fatto tutti una brutta fine – attestò Jack col solito sarcasmo, facendo l’occhiolino a Turner perché lo appoggiasse a distogliere ancora la dea dai suoi oscuri intenti.
- Hanno cercato di approfittare della mia clemenza oltre misura! – si infervorò lei ingrandendo le sue dimensioni, e Barbossa e Worley lanciarono un’occhiataccia in tralice a Sparrow che a loro giudizio sembrava stesse peggiorando le cose.
- Io non ho fatto niente di simile! – si schernì Will con faccia innocente, sostenendo il gioco del filibustiere; anche se non aveva capito del tutto dove volesse arrivare, almeno Jim al momento era fuori dalle attenzioni di Calypso.
- Mi hai deluso lo stesso, mio diletto – languì quella sfiorandolo – Proprio come Jack, tanto tempo fa che mi ha rinnegato – pronunciò con le labbra iridescenti segnando con un dito il profilo di quello – Buttare via la promessa di restare sempre giovane e bello, forte e invincibile, libero dalla corruttibilità del tempo, padrone della nave più grande e distruttiva che abbia mai solcato i mari! Per che cosa? Per una vita scialba! Identica a quella di migliaia di altri mortali che strisciano nella polvere, giorno dopo giorno, finché non diventeranno polvere anch’essi! Senza fare mai nulla che li innalzi, intrappolati in una ripugnante immobilità, ma soggetti al disfacimento e all’oblio – terminò acquietandosi e librandosi nuovamente verso Jim rimasto a bocca aperta, non avendo capito gran che di quei discorsi ma essendosi spaventato per la crudeltà e l’odio profusi dalla donna nel pronunciarli, tanto che la sua pelle aveva mutato più volte colorazione, riflettendo il suo caleidoscopio di emozioni.
- Potrai pure riprenderti il mio cuore, ma non ti apparterrà mai! – urlò Will fiero e disperato.
Gli occhi di Calypso si intorbidirono: - Tutta colpa di quella … donna – si trattenne dall’usare una parola più spudorata – Vi ha raggirati tutti e tre. E considerate me cattiva – li beffeggiò corrugando le sopracciglia e mostrandosi offesa, le guance livide e tese. – Tanto non la rivedrete più! – sbottò poi antipaticamente, scoprendo i canini.
Turner padre e figlio ovviamente reagirono scurendosi di avversione, ma lei si divertì di più spiando attentamente il volto di Jack: - Oh, per te c’è un’altra che conta ora, lo so …


- È probabile che ci sia ancora? – domandò Elizabeth incedendo con passo svelto dietro Sputafuoco, il fiato corto, incerta se abbandonarsi all’angoscia o alla speranza.
- Che io sappia Capitan Turner non ha gettato via nulla – la rassicurò quello facendo scattare la serratura della stiva e lasciandola passare insieme ad Anamaria, Taft e Gibbs. Tutti e cinque con le loro lampade riuscirono ad illuminare a sufficienza lo spazioso locale senza oblò, ma la ricerca si rivelava piuttosto complicata, data la quantità di arnesi accatastati lì sotto.
- Dobbiamo trovare un medaglione? – richiese Gibbs poco convinto dalle sbrigative spiegazioni di quello stravagante Capitano cui le due donne, invece, sembravano stranamente riporre una cieca fiducia.
- Esattamente, buon uomo. Perché a quanto mi riferiscono, sarebbe un’altra prova del legame di quello spirito maligno con uno della nostra sorta – chiarì con garbo proprio Taft.
- Ecco l’organo – attestò Bill rimuovendo un telo scuro da una sagoma informe. Gibbs lo aiutò poggiando a terra la lanterna e gli uscì un gridolino agghiacciato quando si accorse che l’imponente strumento musicale era ridotto ad un ammasso di ferraglia.
- Will ha voluto smontarlo, perché diceva che gli provocava un senso di disagio – riferì Sputafuoco, piegandosi e incominciando a spostare i singoli rottami.
Un lieve tintinnio, differente dal suono freddo dell’altro metallo, fece drizzare loro le orecchie. Subito Elizabeth scattò in direzione di quella melodia accennata, frugando freneticamente ogni frammento alla luce della candele e spronando i compagni ad imitarla. E stava arrendendosi alla convinzione che l’avessero soltanto immaginato, quando Anamaria si fermò rapita sollevando tra le mani un cuore argentato.
Pochi minuti dopo quel particolare carillon, che era stato pegno di un amore impossibile e tormentato, finì sul fondo di una pentola di rame riempita per metà di alcol. Taft, emozionato, vi gettò dentro alcune pozioni di segreta composizione e uno stoppino acceso sotto gli sguardi scettici e speranzosi dei presenti riuniti sul ponte, ammutoliti e inquieti.
- Ma quelle sono le carte nautiche di Sao Feng! – esclamò Elizabeth vedendo il rotolo di legno nelle mani di Taft.
- Proprio così, frutto di un vantaggioso arrembaggio operato dai miei ai danni della Perla Nera circa un’oretta fa – rispose semplicemente l’uomo, riponendo l’orologio da taschino e lasciando cadere tra le fiamme quelle preziose mappe.
- Noo! – strillarono adirati Anamaria e Gibbs sporgendosi verso di lui.
- Signori, dobbiamo assicurarci che non ci sia più nulla che appartenga a lei fra di noi – insistette irremovibile quello, protendendo il braccio verso la Jucard e ammiccando alla bussola di Jack che pendeva dalla sua cinta.
Prima che la piratessa aprisse bocca, però apparve un breve lampo verde a rischiarare il cielo all’imbrunire. Il fuoco che stava annichilendo le carte e il medaglione sussultò e si tinse di un celeste pallido, innalzandosi come un pennacchio che, serpeggiando e ruotando, si compose in una forma umana, incorporea e tremolante: - Calypso? – esalò una voce tagliente e cupa che sembrava provenire dall’oltretomba.
- D … D … Davy Jones? – balbettarono sconvolte Elizabeth e Anamaria, non potendo fare a meno di fissare con insistenza lo sguardo ostile e colmo di risentimento del fantasma che si spostava fra di loro facendoli arretrare e cadere dallo sgomento.
- Calypso? – ripeté ancora più impaziente e alterato.
- Lei è … - si offrì di informarlo Gibbs, ma le parole gli si spensero in gola quando quello lo raggiunse arrestandosi ad una spanna da lui.
 - Lo so – proferì lentamente l’ombra annuendo tenebroso, e girandosi si avviò verso il parapetto per poi discendere in acqua senza produrre alcuna alterazione nella superficie.
- Santi numi! Le mie capacità mediatiche sono decisamente migliorate! – proruppe Taft commosso, mentre tutti gli altri marinai ripresero a fare commenti sbalorditi su ciò a cui avevano appena assistito, spingendosi l’un l’altro per tentare di guadagnare la visuale migliore.


Erano quasi allo stremo, la vita stava scorrendo via dalle loro membra e si sentivano sempre più deboli e incoscienti. Jim aveva cominciato a piangere osservando i loro occhi diventare vitrei e opachi e i loro corpi asciugarsi e scolorire senza più spirito:
- Non è così che voglio diventare adulto! Voglio la mia testa, la mia anima! I miei sentimenti! – gli faceva una certa impressione sentire la sua voce così profonda.
Calypso non prestava ascolto alle sue infantili lamentele: lo aveva prescelto come involucro del suo essere speciale, creato da lei per fargli da compagno e servitore.
Ogni desiderio ha il suo prezzo”, lo aveva ammonito, concedendogli di diventare un uomo. E ora avrebbe unito gli animi degli altri favoriti così che l’uomo da lei prodotto sarebbe stato perfetto, fornito di tutte le qualità che lei desiderava per il suo compagno di vita eterna.
Jim si tormentava. Aveva commesso un altro errore insensato: come gli era venuto in mente che, distraendo la terribile dea, sua mamma e gli altri sarebbero riusciti ad ucciderla con le formule magiche del Codice? Ma forse era stata proprio Calypso a chiamarlo a sé.
Il suo destino era inevitabilmente intrecciato con il mare, lo aveva sempre saputo, lo aveva sempre sentito scorrergli dentro. Lui lo amava, e sua madre se ne era già accorta in passato quando, indipendentemente dalle stagioni, la supplicava di portarlo alla spiaggia o quando passava intere notti a guardarlo attraverso la finestra dalla loro casa sulla scogliera.
Con suo sbigottimento avvertì una potente vibrazione propagarsi tra lui e gli altri: la malvagia dea si contorse tutta, come se qualcuno di gigantesco la stesse stritolando nel suo pugno. Vide le scie spiritiche ritornare lentamente al petto dei quattro Capitani che poco a poco riacquistarono colore e mossero debolmente la testa, riacquisendo i sensi.
Osservò le sue gambe e le sue braccia rimpicciolirsi e ricadde a terra sbattendo la faccia sulla sabbia. Era di nuovo un bambino!
Percepì un vento gelido passargli di sopra e restò di sasso quando indirizzò gli occhi su una figura impalpabile che aveva agguantato Calypso tenendole le braccia trasparenti attorno alla vita.
Lei sembrava totalmente indifesa e terrorizzata: - Ti ricordi cosa mi avevi promesso? Mi avresti donato il tuo cuore e saremmo rimasti insieme per sempre. E una dea non può sottrarsi in eterno ad un giuramento – asserì con perfidia l’uomo spettrale, stringendola più forte mentre il suo cuore emergeva dal petto, nero e palpitante, fondendosi con lei che urlava di dolore come glielo stesse strappando.
Jim si voltò e si coprì le orecchie, poi sentì lo sciabordio dell’acqua e delle dita attorno ai suoi polsi: - Jim, prendi più fiato che puoi e tieniti a me! – gli raccomandò suo padre.
Allora vide che erano tutti liberi e sani, ma anche che la sala stava lentamente svanendo. Un’enorme massa d’acqua li avrebbe presto sommersi e schiacciati.
   
 
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