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Autore: Blue_Bones    02/01/2010    4 recensioni
La battaglia è finita da un anno e tutto è cambiato, o quasi. C'è chi, come Draco Malfoy, ha capito i propri sbagli e, pentito e confuso, tenta di riparare. Molti sono contenti, ma c'è anche chi è talmente confuso che non riesce a accettarlo. Ostinazione o vera confusione? Dettata da cosa, poi? [Draco/Hermione]
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dramione'
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New Divide

E’ passato troppo poco perché possa dimenticare. Il cielo plumbeo che preannunciava la guerra imminente e i lampi degli
incantesimi scagliati, quasi alla cieca. I corpi abbandonati sulle pietre millenarie, fredde come la morte. Poi quel grido, una richiesta
d’aiuto che ti è costata tutto il tuo orgoglio. Gli occhi riempiti d’orrore e pentimento che invocavano una pietà che tardava ad
arrivare, perché tu, di pietà, non ne hai mai avuta per nessuno. Pensavi non arrivasse. Una mano nel buio ti ha afferrato e ti ha
tratto in salvo nella sua luce e i tuoi occhi spauriti come non mai, quegli occhi solitamente maliziosi e gelidi, hanno incontrato i miei.
Mi si dia un motivo per cancellare sette anni di cattiverie e insulti. Mi si dia una ragione per aiutarti ora che la guerra è conclusa.
La tua vita è finita fuori strada e dici che sono la tua unica speranza, l’unica cosa in cui confidi. Sono ancora aggrappata al passato e
cancello ogni buona azione che hai compiuto in un anno, quindi dammi una ragione valida e dimmi che sto sbagliando. Non saranno
le lacrime che versano per te che mi faranno ricredere. Mi dicono di dimenticare, il passato è passato, so che dovrei ascoltarli.
Quando i nostri occhi si incontrano è tutto diverso. Siamo così vicini. Sono ancora troppo confusa per accettarti. Sono spezzata,
dentro: divisa a metà. Il desiderio di ricominciare è insistente e mi preannuncia un futuro più felice del mio passato. Il passato è
passato e ci può ferire solo se non siamo capaci di reagire. Io posso reagire. L’ho sempre fatto. Non posso lasciare che queste pietre
di memoria scivolino via assieme al senso di colpa per i morti. Ricordo tutto, come fosse ieri.
I corpi abbandonati sulle pietre millenarie, fredde come la morte. Li si distingueva solo da vicino. La nebbia di polvere e cenere, la
pioggia di scintille rosse d’allarme, tutto copriva tutto. Un tumulto, un caos. Il caos. Nessun posto era sicuro, ti trovavano, ci
scovavano e ci uccidevano: senza pietà, senza guardarci nemmeno in faccia. La cenere e l’odore acre di bruciato si posavano sul
nostro mondo come una nevicata di morte oscura. Nessuno sapeva. Sotto la notte grigia ancora illuminata a giorno dagli
incantesimi. La terra scagliò contro i suoi figli tutta la rabbia repressa. Tremò tutto mentre l’ultimo ansito di vita scivolava via dal
mondo. Un nuovo respiro lo scosse mentre il male si accasciava, ucciso dal suo stesso orgoglio cieco. E quando morì nessuno badò
chi aveva vicino. Ci si abbracciava, le lacrime agli occhi, le perdite che lasciavano quell’enorme vuoto che nessuno poteva colmare.
Come se ci avessero strappato qualcosa che non sarebbe più tornato, ma intanto ci si abbracciava. Non sapevo se lo facevamo per
gioia, sollievo o per consolarci a vicenda, come a dire che tutti avevamo perso qualcosa. Non so se lo feci per le ragioni riflettute solo
in seguito, so che lo feci, come molti altri, senza pensare. Le lacrime che sgorgavano si fermarono quando due forti braccia mi
voltarono per abbracciarmi.
- E’ finita. – sussurrarono le tue labbra, solitamente portatrici di cattiverie. Sorrisi e lo facesti anche tu.
Non si sarebbe ripetuto più, non avremmo parlato mai più con quella confidenza.
Che mi si dia una ragione. Tutti ti trattano diversamente. Mi si dia una ragione per agire diversamente, per cancellare il passato.
Ditemi che ho torto e datemi una motivazione.
Bussano alla porta. Due occhi di ghiaccio mi scorrono addosso, studiandomi. Persa nei miei ragionamenti senza quasi ascoltarti.
Ed ogni perdita, ogni luce, ogni verità negata, ogni cruccio e ogni addio era una scusa, un motivo per nascondersi e non accettare il
futuro. Motivazioni inutili di un ostinazione fiera e testarda.
Mi si sono allontanati tutti, ora sono conscia del rancore che serbo, ma ancora mi domando perché.
La tua voce mi risponde, nemmeno mi avessi letto nel pensiero – dalla vita si ottiene solo ciò che meritiamo. Non lo dico per
supponenza, solo per esperienza. Io ho pagato i miei errori, ho pagato le mie cattiverie. Voglio solo ricominciare, ma come posso
fare se il tuo volto mi ricorda ogni giorno il male che ho fatto? Ti prego di perdonarmi, ti supplico per l’ennesima volta. Tu sai
quanto mi costa. Mi conosci, Hermione, mi conosci meglio di chiunque altro e consci meglio di tutti, anche di mia madre, quello che
sono stato. Possiamo anche dire che le sole conversazioni semi costruttive, per quanto distruttive, le facevo con te. Sei l’unica che
non si è mai arresa a vedere del male in me, nonostante quello che ti facevo subire. Non hai mai pensato che potessi essere così
perso nell’oscurità. Mi hai difeso dai tuoi amici quando pensavano che fossi dalla parte di Voldemort. Non pronuncerei mai il suo
nome se qualcuno una volta non avesse detto “la paura di un nome non fa anche aumentare la paura della cosa stessa”.
Conosco i miei errori, ma sono qui per dirti che sei la prima cosa che mi ha spinto a cambiare. Nonostante tutto la tua bontà ti impediva di
trattarmi male, come avresti potuto. La tua razionalità però ti impediva di fidarti. –
Allora dammi una ragione per dimostrare che ho torto, per farmi cancellare il passato. Lascia che dai tuoi occhi si veda ciò che
pensi, ciò che provi. Divisa. – Allora dammi una ragione per colmare di speranza queste cose senza vita, senza ragione. Dimmi la
verità e me la farò bastare. Dammi una ragione per colmare questa speranza. – un sorriso ironico, falsamente divertito, esasperato.
Ti avvicini e dai tuoi occhi traspare qualcosa di nuovo. Non è compassione, ne pena. Un sentimento mai visto nei tuoi occhi. Mai.
Ti avvicini timoroso, dov’è finito il vecchio Draco? So che sei ancora lì e voglio che sia così. Non voglio bugie. Sovra pensiero non mi
ero accorta della vicinanza. Quando le tue labbra si posano, lievi, sulle mie. Poi vuoi di più e io non te lo nego. Eccolo. Sono divisa in
due, ma posso, anzi voglio, lasciare la ragione.

***

Spazio "Autrice":
Spero vi sia piaciuta, se avete un minuto mi farebbe piacere una recensione anche per dire che vi ha fatto schifo o che vi è piaciuta.
Mi paicciono anche i commenti lunghi però. Non so da dove mi sia uscita questa fan fiction, so che prende il nome da una
canzone dei Linkin Park, New Divide, appunto.
   
 
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