Era triste, Sango, anche se era Natale, il periodo più bello dell’anno, era triste.

Perché Kohaku non era con lei? Il suo caro fratellino le mancava tanto, ed era così in pena per lui!

I suoi amici giocavano nella neve a distanza; Kagome stava insegnando a Shippo come si costruisse un pupazzo di neve, mentre Inuyasha, con aria perfidamente divertita, stava compattando una palla di neve pronta per essere lanciata contro il piccolo kitsune ignaro.

Avrebbe riso, se non fosse stata così preoccupata.

Ma un momento, dov’era Miroku?

Quando non lo si vedeva, voleva dire inevitabilmente catastrofe in arrivo; tipo che stesse facendo la corte a tutte le donne nel raggio di un chilometro o che si fosse sentito attratto da un demone sotto le mentite spoglie di una bella ragazza…

La cacciatrice di spettri scosse la testa, contrariata e sfinita dall’infedeltà di quel maniaco di un bonzo pervertito, sicura che di lì a poco lo avrebbe visto camminare mano nella mano con una ragazza.

Per una volta, non avrebbe avuto la forza di malmenarlo, purtroppo.

<< Che ci fai qui sola soletta, Sango? Non vedi che bell’atmosfera che c’è? >> domandò in quel momento una voce inaspettata da dietro di lei, seduta per terra.

Si voltò di scatto e tentò di non mostrare altro che sorpresa, quando lo vide. << Miroku! >>esclamò, con la voce che quasi tremava per il sollievo di vederlo solo.

D’abitudine, lanciò un’occhiata alle sue spalle, sicura di vedere una coda di donne sospiranti. Ma lì non c’era nessuno a parte loro.

<< Dov’eri finito? >>aggiunse, dopo un attimo in cui si guardarono in silenzio.

Lui scrollò le spalle e le si accovacciò accanto. << Ieri mentre venivamo qui ho visto una pianta che mi ha incuriosito nel bosco e sono andato a controllare che fosse proprio ciò che credevo >>

Era strano che non dicesse anche il nome, visto che lei se ne intendeva di erbe, e Sango alzò un sopracciglio.

Improvvisamente il viso di Miroku s’illuminò. << Ti andrebbe di venire a vederla con me? >>domandò eccitato, come se l’idea l’avesse fulminato sul momento.

In realtà Sango sospettava che gli fosse venuta in mente già da un po’, e che l’avesse ponderata tutta la notte: ne rimase colpita.

Mentre esitava, il pianto di Shippo echeggiò per tutta la vallata: si voltarono appena e videro che Inuyasha gli aveva distrutto l’uomo di neve.

<< Osuwari! >>esclamò Kagome, infuriata, e rispondendo subito al comando il rosario al collo dell’hanyou lo spedì al tappeto in un attimo.

Il pianto di Shippo si trasformò subito in una maligna risata di scherno.

Sango tornò a guardare Miroku; era leggermente ansioso, e la fissava col fiato sospeso.

Per un attimo le echeggiò in mente una conversazione avuta con Kagome qualche mese prima: “Nel mio tempo gli uomini regalano degli anelli alle donne che vogliono sposare”, le aveva detto l’amica.

Un anello…, pensò ora, vacua.

Si riscosse ed arrossì. << Ma certo, Miroku >>disse, tentando miseramente di sembrare disinvolta.

Lui ebbe un sorrisino. << Vieni >>le disse, alzandosi e tendendole la mano.

L’aiutò a tirarsi su e cominciando subito a camminare.

Si addentrarono nel bosco scuro ed innevato, dopo pochi metri però Miroku si fermò ed indicò verso l’alto.

Sango intuì subito che pianta fosse: aveva delle foglie lucide, verde scuro, e delle bacche bianche: vischio.

Il sangue schizzò sulle sue guance e gliele tinse di rosso.

<< Volevi mostrarmi… questo? >>gracchiò, indicando a sua volta l’arbusto piuttosto alto, che formava una sorta di cupola.

<< No >>rispose lui, con un sorriso furbetto e affascinante.

Le teneva ancora la mano: la condusse sotto le fronde e le mise le mani sulle spalle.

Sango sapeva esattamente cosa stava per succedere, e si sarebbe opposta in un qualsiasi altro momento, ma non in questo: gli era persino grata, dal momento che le aveva fatto dimenticare la sua preoccupazione per Kohaku, e forse era proprio per quello che l’aveva portata lì.

<< Volevo mostrarti questo >>continuò Miroku e, dopo averla fissata negli occhi per un attimo, la baciò.

Sango non resistette e lo abbracciò con foga, lasciandosi andare al bacio, vagamente sorpresa che le mani del bonzo rimanessero a posto sui suoi fianchi…

Non appena questo pensiero le si delineò con chiarezza nella mente, le sentì spostarsi di qualche centimetro verso il basso.

Un caso…, pensò, senza badarvi.

Le mani si abbassarono ancora.

Sango aprì gli occhi, sospettosa, ma le palpebre di Miroku erano chiuse, e il suo viso aveva un’espressione distesa.

Tuttavia, un attimo prima che accadesse, sentì che le labbra del ragazzo, sulle sue, si arricciavano in un ghigno.

Sospirò e alzò gli occhi al cielo, mentre le mani di Miroku scivolavano sul suo sedere.

Si staccò con forza da lui e la sua mano schizzò verso il suo viso, il palmo di Sango impattò contro la superficie liscia della guancia del ragazzo con uno schiocco.

<< Pervertito! >>gli urlò, andandosene pestando i piedi.

E anche se non lo faceva vedere, dentro di sé sorrideva.

<< Al solito >>stabilì con tono saccente Inuyasha, dall’albero dietro cui si era riparato con Kagome, ora furibonda, e Shippo, annoiato dal solito epilogo.

Miroku si portò con aria sognante la mano alla guancia arrossata, e osservò Sango marciare via, con un sorrisetto sulle labbra.

Alzò gli occhi al vischio e dentro di sé scoppiò a ridere, sfiorando la piccola superficie liscia e tondeggiante dell’anello nascosto nel suo obi.