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Autore: CipDebbi    03/01/2010    1 recensioni
Vorrei capovolgermi, per vedere finalmente diritto questo mondo storto.
Jennifer racchiudeva se stessa in quella frase. Non riusciva ad urlare al mondo quanto male le facesse, quanto dolore si celava in quel suo bellissimo corpo. Era stanca di quella falsa felicita' che ogni volta era costretta a mostrare agi altri. Si rassegna alla vita, ma non sapeva che un incontro speciale l'avrebbe cambiata radicalmente.
"A volte nella vita, ci capita di fare scelte sbagliate, ma il segreto piu' grande per riuscire ad essere felici è seguire sempre il proprio cuore.."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 7


Sedetti su una sedia scomoda imbottita da un tessuto rosso sangue. Un tantino inquietanti, in effetti.
Incrociai le gambe e tirai indietro un ciuffo di capelli ribelli che era sfuggitito dalla mia coda. Andrew mi sorrise, dall'altra parte della stanza, e ricambiai. Mi soffermai a guardarlo, osservai i suoi capelli corvini, i suoi occhi verdi con delle stranissime striature marroni. Il suo viso era dolce, a tratti ed era bellissimo. Mi guardo'. Probabilmente si era accorto che mi ero imbambolata a fissarlo. Scosse la testa come a chidermi cosa c'era che non andava.. Sorrisi per rassicurarlo e distolsi lo sguardo.
Mi guardai intorno, e vidi due decine di uomini ridere e scherare, guardandomi. Sbuffai stizzita. E guardai Sam entrare impettito.

"Benvenuti a tutti.." Ci alzammo.

"Sedetevi, vi prego.." Ubbidimmo.

"Bene, vi ho portati qui perche' volevo spiegarvi alcune cose riguardo alla missione.. Innanzi tutto, dovete sapere che siamo qui per lavorare sodo, chiaro. Sodo!  Vi voglio svegli, competenti, e soprattutto all'erta. Non sappiamo con chi abbiamo a che fare e cio' potrebbe rivelarsi molto pericoloso. In base a quello che abbiamo analizzato fino ad adesso, sono persone molto astute, non sara' un gioco da ragazzi, trovarli.. I moduli che ora le ragazze vi stanno consegnando sono molto importanti, leggeteli attentamente." Detto questo indico' le ragazzine di sedici anni che entravano fiere di se stesse, e consegnavano dei vecchi fogli ingialliti, sorridendo.
Mi guardai attorno, ma di David neanche una traccia.
Sbuffai e mi impegnai a guardare il fogliaccio che stringevo tra le mani, accartocciandolo ai lati.
Vi era stato inserito, in quel modulo, tutti i dati che aveva archiviato sul caso della principessa di Inghilterra fino a quel momento, e dovevo osservare, che erano veramente pochi. In fondo, la polizia era umana, e percio', erano riusciti a trovare ben poco.

"Adesso potete andare. Ci troviamo nel ufficio dell'areoporto dieci minuti dopo che saremo atterrati." Il vizio di dare appuntamenti mi era consono.
Si alzarono tutti, ma io rimasi li', a contemplare i moduli. Volevo sapere di piu', e soprattutto volevo sapere cosa avevano fatto alla piccola principessa. I bambini mi erano a cuore.

"Jenni, che fai?" Andrew stava dritto innanzi a me e mi guardava curioso.

"Oh, emh, resto ancora un po' qui.. Non mi va di immischiarmi di nuovo in mezzo a tutti quelli.." Sorrisi di sbieco e tornai a guardare i fogli.

"Sei sicura che vuoi rimanere da sola? Potrei restare con te.."
Alzai il capo distratta.

"Oh, no capo. Non preoccuparti. Vai pure." Non sentii altro, perche' mi persi in tutte quelle scritte, che ad un'occhio umano sarebbero state incomprensibili.

Stetti seduta per una mezzoretta buona, calcolando e ipotizzando varie tattiche per scoprire il rapitore. Volevo scovarlo, e ci sarei riuscita.

"Come mai tutta sola?" La sua voce mi fece fare un balzo sulla sedia.
Avvampai di colpo, e i fogli fecero per cadere a terra, ma con una mossa felina, riusci' ad afferrargli.

"Ammirevole. Davvero." Increspo' le labbra e scosse la testa.

"Perche' non c'eri?"

"Non c'ero dove?"

"Un'oretta fa, all'assemblea sul caso.." Strizzai gli occhi.

"Oh, quella. Non ne ho bisgono.." Alzo' le spalle, con nonchalance.

"Non, non ne hai bisogno?"

"No." Rispose semplicemente. Non volevo altre spiegazioni, e lui non me le avrebbe date, io lo sapevo.

"Allora.. Non mi hai ancora detto cosa ci fai qui.." Si accomodo' su una sedia davanti a me, beh', non del tutto delicato.

"Sto analizzando queste.." Ci pensai un'attimo. "..cose"

"Sei molto presa da questo caso.."

"Si.. Beh'.. I bambini, insomma. Non si toccano i bambini. Non c'è niente piu' innocente di loro, non vedo perche' rapirli per dei miseri soldi.."

"Forse non è stata rapita per soldi.."

"Certo e per cosa senno'.." Mi fermai. "Tu hai scoperto qualcosa.." Lo accusai. La mia non era una domanda.

"Certo che no!" Disse ridendo.

"Oh, si.." Mi alzai puntandoli un dito contro. Diventai rossa, comprendendo solo in quel momento di essermi spinta troppo in avanti. Mi risedetti.

"Non è stata rapita per denero quindi.." Lui Ammicco'.

"Per cosa allora?" Mi guardo' senza dire nulla.

"Oki.. ho capito che non mi vuoi dire nulla.." Conclusi. "Allora ci arrivero' da sola.."
Analizzai le opsioni da brava spia.

"Vediamo.. è stata legata, cio' significa che era sveglia, e che avrebbe potuto urlare da subito. Ma i genitori quando l'hanno sentita sono corsi, e lei era gia' sparita.. Non possono averla bloccata e legata in due persone. Dovevano essere almeno tre.."
Sorrise. Ci avevo preso.

"E.." Feci per proseguire ma mi blocco'.

"Basta. Dai." Si alzo' e mi porse la mano.
Mi attiro' a se', facendo aderire i nostri corpi.

"Sai ballare?" Chiese ad un soffio dal mio viso.

"No.." Mentii.

"Bugiarda." E mi bacio'. Mi bacio' con passione, ardore. Le sue labbra non erano come immaginavo.
Erano fredde, ma comunque morbide e si strusciavano sulle mie, veloci, con fretta. Si stacco' e sentii la assurda voglia di averlo ancora, cosi'gli strinsi i capelli e lo baciai ancora, per minuti interminabili.

"Jennifer.." La voce di And mi fece sobbalzare.
Non trovavo le parole, la voce mi si soffocava in gola.

"Andrew.."

"Scusate.. Non volevo interrompere.." Si volto' e se ne ando'.
Mi scusai con David, e anche se con malavoglia, lo lasciai solo. I miei appunti erano ancora nella sedia.

"Andrew, fermo! Andrew, ti prego.." Si blocco' di colpo. Quando si giro', i suoi occhi mi spaventarono.

"Mi dici cosa ti è preso?" Dissi con il fiatone.

"Cosa mi è preso?? Vuoi sapere cosa mi è preso??" Urlo'cosi' forte da farmi paura. Feci un passo indietro.

"Si.." Sussurrai impaurita. I suoi occhi erano divenuti rossi, e il suo corpo stava tremando e si stava surriscaldando.

Fece dei respiri profondi, per calmarsi, ma non ci riusciva.

"Andrew, calmati. Mi spaventi cosi'.. dai.." Sussurrai, mentre le lacrime minacciavano di uscire. Non volevo che il mio And perdesse il controllo.

"Andrew.." La mia voce era fleibile. Solo lui avrebbe potuto sentirla.

Sentii il sapore amaro delle lacrime, che mi accarezzavano le guancie. Le mie labbra tremavano nervose.

Lo vidi aprire gli occhi, e quando mi vide si calmo' immediatamente. Mi accarezzo' una gota, leggero, un tocco che mi fece rabbrividire. Chiusi gli occhi, gustando quel momento. Le gambe erano come sparite, non toccavo piu' terra.

Si avvicino' a me, e mi strinse nell'abbraccio piu' vero che mi avesse mai dato.

"Mi dispiace.." Sussurro' fra i miei capelli.

Piansi. Non so per quale motivo preciso, ma mi lasciai cullare da lui che mi cingeva forte, non mi avrebbe lasciata.

"Ci sono io.. Ci saro' sempre, scusa.." Fu le ultime parole che sentii, perche' non vidi piu' nulla.

 

David mi tendeva una mano, la sua bellezza era sublime, era attraente, passionale. Ma qualcosa mi diceva che non dovevo farlo. Lo desideravo, con tutta me stessa, lo volevo, e potevo averlo. Dall'altra parte c'era Andrew, dolce, apprensivo. Mi chiamava, da lontano, ed io non capivo cosa mi dicesse. Vedevo David e lo desideravo, vedevo Andrew e il cuore mi si struggeva. All'improvviso, pero', presi la mano di David, contro la mia volonta' e sprofondai nel vuoto. Urlai, fino a che una presa salda non mi blocco', senza farmi toccare terra.

"Jenni! Jennifer!" Mi alzai di scatto guardandomi intorno. Andrew era accanto al mio letto e mi guardava perplesso.

"Dove.. Dov'è David?" Il suo viso si rabbuio'.

"E' sceso.."

"Cosa? Che, che ore sono?" Chiesi toccandomi la fronte.

"Le 5 del mattino.."

Sospirai e feci per alzarmi.

"Puoi dormire ancora un po'.. Sam ha trovato i tuoi appunti e voleva guardarli per bene. Staremo a bordo per ancora qualche ora.." Spalancai la bocca e strabuzzai gli occhi.

"E perche'.."

"Basta domande!" Mi mise due dita sulla bocca, e mi sentii di nuovo travolta dall'emozione che avevo provato poche ore prima. L'incontro tra me e David, Andrew arrabbiato nero..

"Perche' Andrew?"

"Perche' cosa?" Mi guardo'.

"Ieri sera.. Ti sei arrabbiato.."

"Lui ti fara' del male.." Mi fisso' negli occhi, e i suoi meravigliosi mi scilolsero come neve al sole.

"Tu non puoi saperlo." La mia espressione si fece dura. Non poteva evitare di togliermi anche questo dalla vita? Non era gia' abbastanza avere un patrigno che ti "picchia", una madre morta, e un fratello scappato di casa giusto quand'ero tredicienne?

"Oh, si. So piu' cosa di quanto tu creda."

"Bugiardo."

"No." Si.

"Si!" Lo accusai.

"Ti ho detto quello che penso, piantala." Mi ammoni'. Sbuffai stizzita e mi girai dall'altra parte del letto.

Rise e si avvicino' a me.

"A volte mi dimentico che hai diciassette anni.." Voleva darmi della mocciosa?

Mi alzai furibonda ma lui era gia' sparito. Al diavolo tutto.

  
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