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Autore: Inessa    30/06/2005    7 recensioni
Al risveglio, se è giusto chiamarlo così, alcuni hanno raccontato di aver avuto la sensazione, mentre erano morti, di staccarsi dal corpo e di vedere se stessi sul tavolo operatorio circondato da medici e infermieri. Guardavano la scena dall’alto, come se una telecamera zavorrata dentro le loro spoglie mortali (l’anima, per altri), si fosse liberata e avesse compiuto una carrellata indietro e verso l’alto. (Ti prendo e ti porto via – Niccolò Ammaniti)
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad alcune persone è successo di morire e di essere riportate in vita. Questione di pochi secondi, durante i quali i polmoni sono fermi, l’elettrocardiogramma è piatto e qualsiasi segno di vita assente. Sono clinicamente morti. Poi gli sforzi dei medici, l’adrenalina, le scariche elettriche e i massaggi cardiaci resuscitano il cuore che lentamente riprende a battere e questi fortunati riprendono a vivere.

Al risveglio, se è giusto chiamarlo così, alcuni hanno raccontato di aver avuto la sensazione, mentre erano morti, di staccarsi dal corpo e di vedere se stessi sul tavolo operatorio circondato da medici e infermieri. Guardavano la scena dall’alto, come se una telecamera zavorrata dentro le loro spoglie mortali (l’anima, per altri), si fosse liberata e avesse compiuto una carrellata indietro e verso l’alto.

(Ti prendo e ti porto via – Niccolò Ammaniti)

Il tempo, una donna, la città

-Stupeficium!-

Polvere
il vento nella valle scivola
finestre semiaperte stridono
sui muri silenzioso il sole
giace.

Mi sento sollevare dal suolo…il mio corpo, nonostante il peso, vola via come una foglia…

Cosa si prova?

Dolore…

Le mie spalle si scontrano con le mura logore dietro di me…è un impatto violento…urlo…

Poi, lentamente, come se qualcosa mi tenesse attaccato alla parete, scivolo giù…la schiena graffiata…

Sangue…

Scivola giù lungo le spalle e mi macchia la divisa…

Cado finalmente per terra con un tonfo…

Non respiro…ho bisogno di aria…

Si solleva la polvere intorno a me…

…aria…

Batto la testa…

Ho paura…!

Non riesco a respirare…

Delle forme sfocate prendono vita davanti ai miei occhi spalancati…

E’ tutto bianco e nero…non riesco a definire i contorni di ciò che ho davanti…

…aria…

Sento che sto per andarmene…

Non voglio…

Non voglio lasciare questo stupido mondo…

Non voglio morire…

Ho paura…

Poi…

Cosa senti?

Niente…

…nemmeno il dolore…

…vedo tutto bianco…

E’ finita…

Ho sonno…chiudo gli occhi…

Voglio dormire…anche se non dovessi più svegliarmi…voglio dormire…

Se ti addormenti è finita…

Non m’importa, voglio dormire…


Vastità
di strade sconosciute ai passi miei
che suonano indiscreti come chi
violasse un mondo mai trovato
prima
.

Mi alzo lentamente…

Cammino…ho la sensazione di farlo da ore…

Dove sei?

Non lo so…

E’ un posto strano…è buio…vedo una luce lontana…

Vastità…

E’ un universo buio e freddo…

Sei vivo?

Non lo so…

Sento i miei passi rimbombare dietro di me…vanno in ritardo…

Prima un passo…

…poi il rumore secco…

Passo…

toc

Mi danno fastidio, non voglio sentirli…mi sono estranei…mi sento seguito così…

Sei solo?

Si…non c’è nessuno con me…

Nessun uomo ha mai violato questo mondo prima

Nessun uomo…vivo!

Sento qualcosa…è come una presenza…

Sei solo…?

Non so…sento qualcuno…lo percepisco nell’aria…una strana presenza…

La vedi?

Si, adesso si…

Si avvicina lentamente a me
resta in ombra il viso per un po'
è una donna e sembra sia

Non riesco a vederla in faccia…si avvicina…i suoi passi sono leggeri…

…sono anch’essi in ritardo ma meno dei miei…

I miei le fanno compagnia…

Chi è?

Non lo so…

Il suo viso è semicoperto dall’ombra…

Non la vedo ma sono certo di conoscerla…

…è un’immagine sfuggente…sento di sapere chi è…

E’ viva?

Credo di si

Se lei è viva lo sei anche tu…

No, io devo essere morto…non respiravo

…mi sono addormentato…

Sta sorridendo…la conosco…

ma non riesco ad afferrarla…

…come un sogno…

Tu non stai sognando…

Lo so, sono morto…

La morte è…un universo buio…con una donna che sorride?

E’ stupido…

Lo so…

E…hai paura?

No…

Non hai paura della morte?

Se la morte è questa…no!

pur presente e viva
un'immagine sospesa nel tempo
nata alla mente
prima che agli occhi miei.

Ha i capelli lunghi…è bella…

…sembra una figura senza tempo…

E’ giovane?

No…ma lo sembra…

Come fai a saperlo?

Lo so e basta…

Ha il corpo giovane…ma gli occhi…

Gli occhi?

Sono vivi e…tristi…vissuti…

Li sento, sento il suo dolore come se fosse il mio…

…soffre molto…

Dille qualcosa…

Ho paura…della sua sofferenza…

Perché soffre?

Mi guarda negli occhi…e soffre ancora di più…il sorriso sulle labbra è più felice invece…

Sento i suoi occhi nei miei…adesso ho paura…

Ho paura…!

Perché?

Soffre per me…lo sento…

Non è possibile…deve essere una fantasia…non ci credo…

È un ritratto della fantasia
chiedo dove sono e lei chi sia
lei risponde:

Dille qualcosa…ti aspetta…

Apro la bocca…e la richiudo…

Devo farle una domanda?

Una domanda…della cui risposta io non abbia paura…

-Dove sono?-

Non risponde, sorride…adesso soffre di meno…

Un lampo di felicità attraversa i suoi occhi…

E’ pazza?

-Chi sei?-

“Vieni e poi
tu potrai vedere
ciò che il vento e il sole sanno da sempre
ciò che spiegarti
forse neanch'io saprei.

La sua voce…sa di antico…la conosco…

Ma in questo mondo forse non mi è concesso riconoscerla…

E’ lieve…come il vibrare delle corde di un’arpa…

Cos’ha risposto?

Non ho capito…

Che significa!?

Continua a camminare…ha detto di seguirla ed io obbedisco…

I nostri passi scoordinati ci seguono indiscreti…


Lentamente
io la seguo, ho gli occhi su di lei
sto cercando
di sentire veri i passi miei

La guardo…non riesco a staccarle gli occhi di dosso…

E’ come se da lei dipendesse la mia vita…

Quale vita…sei morto!

Forse non lo sono…

o forse da lei dipende la vita che ho vissuto…

No…

Adesso i miei passi sono veri…li sento

quanto prima lieve e poi via via
sempre più presente scopro intorno
da rumori e voci la città
prima spenta
riemergente e viva intorno a me

Vedo qualcosa…non è più buio…

Dove sei?

A Hogsmeade…dove mi hanno lanciato la maledizione…nella stessa strada…

No, TU…dove sei?

Io…?

Mi vedo…sono per terra…

Davanti ad una casa coi muri in cemento…ruvidi…

Ma non sono io…io sono qui…sono…

Morto…?

No…

La città è diversa da prima…è come la ricordo...

I negozi sono aperti, le insegne accese…

Le finestre stridono…sento anche delle voci, dall’interno…

Chi c’è oltre voi?

Nessuno…

anche se oltre noi nessuno c'è
anche se oltre noi nessuno c'è.

Solo io e lei…continua a camminare…

Poi si ferma, guarda dentro un locale…

…I tre manici di scopa…

Mi fa un cenno e le vado vicino…guardo dentro anch’io…ci sono solo tre persone lì dentro…

Le riconosco con rabbia…festeggiano

Cos’avranno da festeggiare?

Intanto inizia a nevicare…

Come se avessi pronunciato le mie parole ad alta voce lei mi fa cenno di star zitto mettendosi un dito sulle labbra…

Taccio…


Voci di uomini in allegria
parlano forte di non so chi
vantano nel vino ognuno con vivaci accenti
come il mondo sfiderebbe
chi non fosse nato vinto

Parlano di qualcuno…qualcuno è morto…e loro sono felici…

e brindano con del vino…

…sembrano addirittura brilli…

Chi è morto?

Non lo so, non riesco a sentire bene…

Era un perdente, lo è sempre stato!

E il mondo non vuole avere a che fare coi perdenti!

Sembrano talmente sicuri di ciò che dicono…

Ma le ombre sui loro volti tradiscono la loro felicità…

Temono qualcosa?

Cosa?


ma nella città si stenta
e si aspetta chi sa che

Un attacco…

Spalanco gli occhi agghiacciato

Non ci credo…mi passo le mani sui capelli…

Che succede?

Ho sentito…

Cosa?

Chi è morto…

Chi?

Io…


Chi ha del coraggio nel mondo va
voce di donna di stanca età
come una preghiera triste a chi si appresta al viaggio

La donna mi guarda…soffre di nuovo…più di prima…

Sa che ho sentito…

La sua voce adesso è stanca…non sembra giovane come prima…

E’ più grande di me…molto di più…

Poi dice qualcosa…

che mi fa rabbrividire…

Dice che morirà?


quando tornerai lo sento
Figlio, io sarò nel vento
possa il mondo risparmiarti
per colei che in mente hai”.

Prima che il significato delle sue parole possa apparirmi completamente chiaro…

Perché ti chiama figlio?

…sento un’altra voce di donna…

Dietro una finestra…

Canta…ma la sua voce è incrinata…


E solitario un canto di fanciulla in una stanza vuota
dietro una finestra chiusa in pianto si tramuta
fra pareti nude che il silenzio consumò
e la mente incerta a cosa esiste e cosa no.

La donna di prima è scomparsa…

Ma esisteva davvero?

Davvero l’ho vista?

Davvero esisteva?

E la donna che ho davanti?

Davvero esiste?

Non lo so…ma piange…

Perché?

Perché sono morto…


Poi la sconosciuta a un tratto il viso mi rivela
ne riscopro i tratti dolci gli occhi d'acqua pura
trasparente contro il sole l'abito di lei
ricomposta immagine di voci udite già.

Rabbrividisco…è lei…

Aspetta un bambino…posso vederlo grazie ai raggi che filtrano attraverso il tessuto del suo vestito bianco…

…non lo sapevo…

…adesso anch’io ho voglia di piangere…

Non dovevo lasciarla…

Ti amo…

Anch’io ti amo…

Allora non lasciarmi!

Non posso, devo andare…se il destino lo vorrà…tornerò…

Al diavolo il destino!


Non violata dall'iniquo tempo
sola e viva dove vive ormai
fredda l'eco di remote ombre
cui sottrarla solo io potrei

Devo tornare da lei…

Sei morto…

Non ancora…non posso essere morto…

Solo io posso salvarla…sta male…è sola…

…ha bisogno di me…

L’hai capito solo adesso?

Si…

Sei stupido…

Lo so…

Fa freddo…

Si appoggia al davanzale…i suoi occhi sono su di me ma sembra non vedermi…

Sei morto…

La sfioro…


prendo le sue mani e breve e intenso è il suo respiro.

-Sono qui...sono tornato…-

Non può sentirti…

No…io so che mi sente…pronuncio il suo nome…

Tace il vento sulle pietre bianche
anche il sole sembra attento a noi
cade il velo che l'attesa antica
forte e fragile le ricamò.

So che mi sente…anche lei pronuncia il mio nome…

…con quella forza che le è caratteristica…

Sembra così fragile ma io so che è forte…è forte…

Una lacrima mi scivola sulla guancia…

Non mi ha sentito…

Si accarezza il grembo sussurrando alla creatura che cresce il lei parole di conforto…

…come se potesse sentirla davvero…

I raggi del sole posano lievi su di noi…tutto sembra star guardando noi…


Cade giù da un muro un sasso rotola e si ferma.
L’aria si chiude al silenzio e poi
s’alza la polvere intorno a noi

Sono di nuovo steso per terra…

Un sasso rotola e si ferma al mio fianco…

Sei vivo?

Appena avrò il coraggio di riaprire gli occhi lo saprò…

io chiudo gli occhi li riapro e…

Fine

Cosa ne dite? Lo so che non è un granché e credo non abbia nemmeno moltissimo senso…ma è una cosa che mi frullava per la testa da un po’…e questa canzone mi ronzava attorno chiedendomi disperatamente di scriverci su una ff…^_^

Se la leggesse Valerio Negrini (l’autore del testo…) mi denuncerebbe…e come dargli torto? Ho rovinato un po’ uno dei suoi più grandi capolavori…

Come avete notato non ho scritto il nome del personaggio che parla, né della donna che ama…né della donna che incontra…non è perché non avessi le idee chiare su chi far parlare (e chi mi conosce avrà già capito…) solo che mi sembrava si adattasse a uno qualunque dei personaggi…fate voi…

Mi farebbe anzi piacere sapere chi immaginate voi come protagonista…

Aspetto (elemosino disperatamente?) commenti…^_^

Izumi

P.S.: titolo della canzone: “Il tempo, una donna, la città” (Facchinetti – Negrini), Pooh

   
 
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