Blue Roses.
Dove sei, Harry?
Quanto
tempo è passato?
Giorni, mesi?’
Io non lo so più.
A cosa serve il tempo, quando non hai qualcuno con cui condividerlo?
La
fredda pioggia di Londra mi investe, mentre la mia mano, lentamente,
ti raggiunge.
Raggiunge la foto sulla tua lapide , dove ti mostri sorridente
– eri felice,
lì, ed una lacrima, solo una, impertinente si fa strada sul
mio viso.
Ho
imparato ad essere forte, sai Harry?
Se tu fossi qui saresti fiero di me, penso con un sorriso malinconico.
La
benda che porto sull’occhio
destro è
completamente bagnata, ma non
di lacrime, dalla pioggia.
Credo sia anche tinta di rosso. Regalo del Lord.
Sai,
credo sia un po’ come una punizione.
Già.
Per non aver saputo proteggerti.
Non ne sono mai stato capace, sbaglio, Harry?
Mi
abbasso un po’, giusto per sistemare i fiori.
Sono rose blu. Rarissime. Ricordo quando alla nostra prima uscita,
eravamo
passati per una via, dove si vedeva il giardino di una casa
meravigliosa, ricco
di rose blu. Rammento
che mi dicesti che
finito tutto anche noi saremmo andati a vivere in un luogo
così magnifico. E se
tutto ciò non fosse stato possibile, bastava che ci fosse
almeno una rosa, blu,
in un piccolo vaso, su di un davanzale, a farci compagnia.
E io allora ero felice e dicevo “si”...
Avevo
paura. Avrei dovuto essere io a consolarti, non è forse vero?
Ma non era così, e tu allora mi dicevi :”
Andrà tutto bene, Draco, davvero”
Mi bastava, perché credevo realmente che con te al mio
fianco sarebbe
andato tutto per il verso giusto.
E allora ti sorridevo e ti correvo incontro, e ti dicevo: “Ti
amo, per sempre”
I
fiori sono sistemati, prendo un panno e cominciò a pulire,
nonostante piova.
Prometto
che non scorderò mai la tua espressione, quando ti dicevo
quelle parole, amore.
E quando ti raggiungerò potrai dirmi se ho agito bene, oppure rimproverarmi, con quel
tono che assumevi quando, ad esempio, volevo per forza avere ragione e
mi
intestardivo.
E mi facevi riflettere. Anche per ore, se necessario.
Una
carezza sul marmo freddo.
E
allora ti stringerò, forte, come abbiamo fatto la sera prima
della battaglia,
timorosi di non poterci più vedere.
Ti prometto anche questo, Harry.
Manterrò le mie promesse. Giuro.
Ora vado.
Ci vediamo domani, va bene?
Sarò puntuale. Non si dica mai che un Malfoy arrivi in
ritardo.
Sorriso.
Tu,
però, non muoverti, eh?
Un
ragazzo biondo, di circa
ventiquattro anni posò un leggero bacio sulla foto di Harry
Potter, si girò e
si incamminò sotto la pioggia, calpestando quei sassolini
che ricoprivano il
terreno e che producevano il loro tipico rumore fastidioso.
Sussurrò un “ti amo” al vento,
rivolgendosi a quel ragazzo che qualche anno
prima era stato capace di rubargli il cuore e che ora, ne era sicuro,
gli
camminava affianco, con un braccio stretto attorno alle sue spalle,
silenzioso.
Draco Malfoy varcò la soglia del cancello del Cimitero di
Londra e si diresse a
casa.
Quella che avrebbero dovuto prendere insieme, con tante Rose Blu.
Sarebbe ritornato il giorno dopo, alle nove precise di mattina e alle
cinque e
quaranta del pomeriggio, all’imbrunire del cielo, a trovare
il suo ragazzo.
Come sempre si sarebbe fermato a parlargli, a pensare e a raccontargli
dei suoi
successi e delle sue sconfitte, poi avrebbe accarezzato la lapide e
avrebbe
sistemato i fiori, come un uomo che sistema lo smoking del proprio
partner
prima di un importante ricevimento.
Si sarebbe asciugato quell’unica lacrima che ogni volta
nasceva dal suo occhi
sinistro e avrebbe sorriso mesto.
Non necessariamente in quest’ordine.
E con una promessa, si sarebbe allontanato, pronto a tornare il giorno
successivo.
Aspettami.
Finita
anche questa!
Bene bene bene... grazie per essere arrivati fin qui!!!
Impavidi e coraggiosi, Grazie!!!
Ora...non è che gentilmente
mi direste cosa ne pensate?
Grazie.