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Autore: ballerinaclassica    04/01/2010    3 recensioni
Per lo meno, si dice Shikamaru, Choji ha avuto la decenza di non mentire.
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Andiamo, è solo un appuntamento. Cosa può esserci di male?»
Era stata quella frase, semplice e breve, ma pronunciata con una certa ironia a cambiare radicalmente il corso della sua esistenza, a mutarla e rivoltarla.
«Un appuntamento al buio.»
Proprio come si fosse trattato di una calzino: senza fare troppi complimenti l'aveva girato e rigirato, fino quasi a fargli venire una nausea pazzesca, ma di quelle che gli contorcevano il viso in un'improbabile smorfia.
«Non credo sia il caso.»
Shikamaru guarda Choji. La voglia di fare qualunque cosa sembra essere affondata metri e metri – se non chilometri – sottoterra. Non che ne abbia mai avuta, ma arrivano certi momenti in cui decide davvero di scomparire del tutto senza lasciare traccia. Avete presente quando vi chiedono di alzarvi la Domenica mattina alle sette e voi siete rincasati alle quattro e nel letto c'è quel bel tepore mentre fuori dalle coperte vi sembra che la temperatura crolli a meno cinque gradi?
«Avanti, tu sei un amico!»
Sgranocchia un'altra patatina e sputacchia qualche residuo qua e là. Choji a volte sa davvero rendersi odioso.
«Addirittura un amico?»
Shikamaru ruota gli occhi al cielo – al soffitto di uno schifoso appartamentino, abbastanza sporco che le sue pareti in origine possono essere perfettamente scambiate per quelle di un colore assurdamente tendente al grigio topo. La vita da universitario era stata così, niente di più, niente di meno.
«Certo!»
Sorride. Se Shikamaru non gli volesse bene lo avrebbe già picchiato.
«Perché dovrei farlo io al posto tuo?»
Domanda diretta che esige una risposta altrettanto chiara. E possibilmente che non sia una delle solite, stupidissime scuse.
«Hai presente la pasticceria in centro?»
«No.»
«Perfetto. La inaugurano questa sera e c'è cibo gratis a non finire.»
Per lo meno, si dice Shikamaru, Choji ha avuto la decenza di non mentire.
«Mi scarichi per questo?»
Choji sorride e addenta un'altra patatina. Quasi con violenza ed anche con un pizzico di ironia – l'ironia nel masticare può mettercela solo un elemento come lui.



L'appuntamento se l'era scelto lui, no? Anche la ragazza, il posto e tutto il resto.
Choji si era trovato una su internet, non aveva nemmeno chiesto una foto: gli era bastato leggere “capelli biondi” e “bel fisico” per saltare a conclusioni affrettate.
Shikamaru ne è fermamente convinto: sta per incontrare una sottospecie di megattera con i capelli ossigenati ed il reggiseno imbottito. Come si fa ad essere così polli da crederci? Choji deve proprio essere un idiota.
Shikamaru si spalma una mano in faccia e contorse il viso: lui è sicuramente più stupido e tonto. L'ha fatto al posto suo, ha accettato ed ora gli toccherà incontrare una che certamente nemmeno gli piace. Certamente.
Si accende una sigaretta – in realtà vorrebbe darsi fuoco – e aspetta all'entrata del locale
Cinque, dieci, venti. Arriva a sessanta minuti e poi telefona Choji. Per un attimo gli era balenata anche in testa l'idea di entrare e scolarsi una buona dose di Martini; probabilmente, una volta ubriaco, sarebbe tornato a casa senza troppi ripensamenti o sensi di colpa.
Afferra il cellulare e comincia a battere sui tasti. “Choji!” vorrebbe urlargli “razza di idiota, sei sicuro di non aver sbagliato giorno?” vorrebbe chiedergli “è una seccatura stare qui”. Si vabbé, quello lo dice praticamente in ogni situazione. Tanto lo sa bene, poi, che la sua telefonata si limiterà ad un “blablabla devi imparare ad assumerti le tue responsabilità blablabla seccatura”.
«Pronto?»
«Dov'è?»
«Chi?»
«Ma come chi?! Dico la tua tipa.»
«Ah, ha detto che avrebbe fatto un po' di ritardo.»
Un altro “munch” di patatina e Shikamaru ha davvero voglia di lanciare quel cellulare dall'altra parte della strada. Altri cinque, dieci, forse venti minuti che quella dannata donna non si fa vedere.
Probabilmente lui aveva ragione: quella ragazza era così brutta da vergognarsi addirittura di andare all'appuntamento.
«E tu me lo dici ora?»
«Tu non me l'hai di certo chiesto!»
L'ennesimo sgranocchio dall'altra parte e Shikamaru fa un profondo respiro, conta fino a dieci e poi cerca di riacquistare il controllo delle sue facoltà mentali. Deve essere calmo e paziente, calmo e paziente. Calmo e paziente.
«Scusa
«Se non arriva entro un paio di minuti me ne vado. Stare qui è una seccat-»
«Ehi, tu, mi vuoi rispondere?»
E allora Shikamaru si volta. No, perché non è mica giusto prenderti per una spalla e scuoterti mentre tu parli al telefono e sei sull'orlo di una crisi di nervi. E rischi anche di mandare in frantumi quella fama che ti sei fatto in tanti anni, di ragazzo calmo e posato, rispettoso delle regole. Ma soprattutto calmo.
«E tu potresti evitare di agitarmi? Sono al telefono.»
Poi si accorge che è una donna. E lui, Shikamaru s'intende, lo sa bene che razza di seccature siano le d-
«Ho rinunciato a una magnifica serata tra ragazze, a passare un paio d'ore a spettegolare, per questo stupido appuntamento!»
Bionda, occhi azzurri, di quelle che ne vedi soltanto in televisione. Coi vestiti attillati e i tacchi sottili come chiodi, una scollatura indecente e le clavicole che spuntano come due matite. Shikamaru guarda per un attimo il display del cellulare e legge di nuovo il nome “Choji” e poi guarda la ragazza e fa due più due. E mai quell'operazione gli era sembrata difficile come adesso.
Non è possibile che uno come lui abbia ottenuto un appuntamento con una come lei. Avrebbe dovuto pensarci prima, lei, a farsi mandare quanto meno una fotografia.
«Hai un appuntamento con Choji?»
La ragazza annuisce, facendo ondeggiare la coda di cavallo dietro la schiena.
«Sei tu?»

No” vorrebbe dirle “spiacente, ma il mio amico Choji preferisce abbuffarsi di patatine piuttosto che uscire con te”.
«Sì, sono Choji.»
Lei sorride e lui pensa che sarà la serata più lunga della sua vita, perché se quella ragazza lo scopre, Shikamaru nota che le unghie sono così lunghe ed affilate che potrebbero staccargli via la giugulare in un batter di ciglia.
«Piacere, io sono Ino.» e sorride.


«Allora, com'è andata?»
Shikamaru sposta via la bistecca cruda dall'occhio e lo fissa.
«Secondo te com'è andata?»
Choji mastica un'altra patatina e scrolla le spalle.
«Non lo so, se non me lo dici!»
Shikamaru sospira e guarda la finestra.
«Comunque vuole che esca di nuovo con lei.»
Choji ride, sputacchiando di qua e di là
«E tu ci andrai, Choji, perché sei mio am-»
«Perché dovrei farlo io al posto tuo?»
Proprio un calzino, che seccatura.








Scritta per la “Criticombola” col Prompt 66.

«Perché dovrei farlo io al posto tuo?»

Dedicata alla CollegaH. (L)

[info]fiumidiparole

   
 
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